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Finire

MessaggioInviato: 19/08/2016, 20:51
da Ego
Ho letto molte delle storie raccontate qui, ma alla fine mi sono sempre persuaso a non scrivere la mia. In un certo senso, non importa; continuo a vivere, ma non lo voglio: ho la sensazione di essere forzato a restare giorno dopo giorno. Morire è quel desiderio che a poco a poco si avvicina e mi tranquillizza. Finire tutto, essere niente.

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MessaggioInviato: 19/08/2016, 21:06
da Danys90
Ti capisco, mi sento come te. Ma perché si avvicina la morte? Ti è successo qualcosa di grave o ti vuoi suicidare?

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MessaggioInviato: 19/08/2016, 21:14
da Ego
Ogni giorno che passa è un giorno in meno, ma, si, vorrei fare un salto egoistico in avanti ed evitare di contare ancora qualche migliaio di giorni. E, per onestà verso chi ha una vita sofferta, non posso dire che aver rovinato la mia sia stato un evento grave, almeno non improvviso e non imprevedibile.

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MessaggioInviato: 19/08/2016, 21:48
da elle8n
Caro Ego, mi addolora sempre leggere storie come la tua perchè so cosa vuol dire desiderare solo che tutto finisca ma non devi mollare: c'è sempre qualcosa di positivo che ti aspetta poco più avanti credimi! Tocca a noi scegliere come vogliamo vivere i giorni che abbiamo davanti: cerca di viverli degnamente non mollare.

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MessaggioInviato: 19/08/2016, 22:36
da Perplex
Eg0, scrivi, apriti, sentiti libero di esprimerti come vuoi...
Anche solo parlare del problema è un punto di inizio per trovare una soluzione.

Non so cosa ti affligge, ma so che stai soffrendo e, in questo, ti sono vicino.

Non arrenderti.

Ciao e benvenuto. :welcome:

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MessaggioInviato: 19/08/2016, 22:36
da Perplex
(Post doppio partito per sbaglio :/ )

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MessaggioInviato: 20/08/2016, 11:09
da Ego
C'è chi pensa che un'azione positiva possa bilanciare una scelta negativa, ma dare amore non riempie i vuoti del passato; allo stesso modo in cui l'odio non cancella tutto quello che c'è stato prima: si continua solo ad alimentare un conflitto nel rapporto. Per me c'è sempre stato affetto insieme ad oppressione, amore e paura, così sono legato a quelle stesse cose che mi fanno soffrire e non riuscirei a lasciarle andare sapendo di vivere ancora. Per questo sento il mio vivere come forzato e sempre per questo vedo nella morte una via d'uscita da catene che detesto, ma di cui non posso fare a meno.

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MessaggioInviato: 20/08/2016, 11:13
da Georgiana Spencer
Il malessere interiore ci fa chiudere agli altri ma il primo passo verso la guarigione è guardare a questo malessere, vedere che ci sono anche altre persone che soffrono della stessa cosa e capire che si può uscire da questa situazione. Io a 14 anni avevo qualche pensiero di morte, di fuga, di evasione. Ma poi è finito tutto quando sono andata via di casa e ho trovato la mia strada. Credo che anche tu prima o poi troverai la tua e potrai decidere di non essere più oppresso da certe cose. Là fuori c'è un mondo che ha bisogno del tuo prezioso universo. Forse questo non lo sai ma lo scoprirai presto :)

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MessaggioInviato: 20/08/2016, 11:21
da Perplex
Non sono sicuro di aver capito bene, stai parlando dei tuoi genitori? O di una persona con cui hai un rapporto di amore/odio?
Se ti va di dirlo, quanti anni hai?

Comunque sia, qualsiasi sia la persona che ti ha fatto e ti fa sentire così, devi provare a pensarla in un altro modo: tu sei tu.
Tu sei una persona libera, puoi scegliere di essere fuori o dentro la gabbia.
Non esiste che qualcuno possa costringerti ancora a vivere un rapporto che detesti.
Scegli per il tuo bene.
Se un genitore ti vuole davvero bene, se una persona ti ama veramente, saprà lasciarti andare per la tua strada. Verso la tua felicità.
Ma quella strada la devi prendere tu.

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MessaggioInviato: 20/08/2016, 12:54
da Ego
Molte persone, quando sono giovani, hanno un momento di inclinazione per la morte, ma a portarli a quei pensieri è, perdonatemi il riduzionismo, la volontà di un presente diverso. Vedono la vita che hanno come diversa da quella che si aspettano, sia questo per eventi gravi o meno. Posso anche dire che è un segno di maturità arrivare a mettere in dubbio la propria esistenza, ma dovrebbe passare, perché il desiderio di una vita diversa è pur sempre un desiderio di vivere.

Quello che cercavo di esprimere, invece, è stanchezza. Scrivevo dei legami per dire che non mi aspetto molto dal domani, in termini di speranza; che so di essere il tipo di persona che non riesce a lasciarsi niente alle spalle, nonostante le persone provino a rimediare o ad essere presenti. Non era un modo per esprimere un vissuto sofferto perché traumatico, ma piuttosto perché egoista. Sono stanco di vivere, sento che le persone non possono fare abbastanza per trattenere l'io che sono e che non ho la volontà di abbandonarle per ripartire di nuovo. Non è un'altra vita che voglio, un nuovo inizio o un cambiamento, voglio una fine.