Capolinea

È cominciato tutto circa due anni fa. Mi sentivo la persona più fortunata del mondo: avevo una famiglia solida, una fidanzata con cui tutto andava a gonfie vele, numerosi amici, una salute invidiabile e una laurea in tasca. Poi, d'improvviso, è iniziato l'incubo in cui mi trovo imprigionato. All'inizio comparvero gli attacchi d'ansia e un continuo nodo alla gola, poi fu la volta del reflusso e del vomito quotidiano, poi vennero i continui risvegli e l'insonnia. Mi rivolsi ai dottori, ma sul momento nessuno comprese realmente ciò che mi stava accadendo. Nel breve volgere di un mese mi si spense completamente la luce: un mattino mi svegliai e il mio cervello era bombardato da un solo e continuo pensiero "voglio morire". Sono passati due anni e ancora questo pensiero mi perseguita quotidianamente più e più volte. Non volevo crederci, ma dovevo infine accettare di dover fare i conti con il mostro della depressione. Mi rivolsi ad una psicoterapeuta, senza però ottenere risultati. Fu allora necessario ricorrere anche agli psicofarmaci, e così feci, provando e riprovando varie combinazioni e dosi. I medicinali mi hanno rimesso in sesto dal punto di vista fisico, ma non da quello psichico. Nel frattempo la mia vita è divenuta un inferno, in cui al mattino piangevo per le sofferenze che mi aspettavano ancora e alla sera pregavo per non dovermi più svegliare il giorno seguente. Nel mezzo erano quasi del tutto scomparsi lo studio, gli svaghi, lo sport e tutto quello che aveva sempre caratterizzato una vita normale. Ero immerso in un oceano di lacrime e dolore.
Nonostante la sofferenza, nonostante le incomprensioni mie e dei molti che dicevano che dovevo darmi una svegliata (che rabbia...) sono riuscito a tirare avanti con fatica indicibile per un anno e mezzo. Avevo comunque delle persone che mi volevano bene, nutrivo la speranza che sarei potuto tornare ad una vita più che soddisfacente, e probabilmente mi ero anche assuefatto alla dose di sofferenza quotidiana. Giunsi persino a scalare leggermente i farmaci su consiglio medico. Di lì a poco mi ritrova al punto di partenza, con vomito e disturbi del sonno a tenere compagnia ai costanti pensieri di morte. Raccolsi le mie forze e mi armai per continuare a combattere il mostro. Qualche settimana dopo, però, le mie forze si spensero del tutto. Un giorno ricevetti un messaggio (un messaggio!!!)da parte della mia ragazza in cui mi diceva che era tutto finito perché non mi sopportava più. Quel giorno sono definitivamente morto dentro. Avevo perso l'unica persona che pareva comprendere realmente le mie sofferenze e che mi difendeva da presunti amici comuni (cioè quasi tutti) che dicevano che ero solo un pigro da lasciar perdere a calci nel sedere. Non poteva farsi carico della mia malattia, ma almeno dava un senso al mio alzarsi al mattino e resistere fino a sera. Le ero stato vicino mentre lei combatteva contro un tumore e questo era il modo in cui venivo ripagato!
Da quel momento il vortice di sofferenze si è fatto se possibile più intenso, facendomi divorare da un dolore e un odio indescrivibili. Odio nei confronti di tutto e tutti. Odio svegliarmi al mattino e sapere che dovrò soffrire come un cane. Odio vedere gli altri andare avanti senza particolari difficoltà mentre per me affrontare una giornata è già un'impresa. Odio stare in compagnia ma al tempo stesso sentirmi più solo che mai. Odio il fatto di dover fingere di stare bene per non destare particolari preoccupazioni. Odio per chi non ha mai provato a capire ma si è sempre fatto trovare pronto per giudicare. Odio per lei, che mi ha scaricato come un sacco dell'immondizia dopo avermi illuso con progetti su un futuro insieme. Odio soprattutto per una vita che si sta prendendo gioco di me nel tentativo di portarmi via tutto, e a cui sinceramente non ho più voglia nè forze per oppormi. Gli ultimi mesi sono stati una girandola di tentativi più o meno obbligati tra nuove psicoterapie, nuovi farmaci, ricoveri, terapia elettroconvulsivante e una nuova diagnosi che mi assegna qualche altro disturbo di personalità giusto per non farmi mancare nulla. Ho provato in ogni modo a rialzarmi ma non c'è verso. Dopo quanto è successo dovrei stravolgere completamente la mia vita, e in queste condizioni non ne ho proprio la possibilitá. Oggi ho pure consegnato un lavoro su cui ero costretto a da parecchio tempo. Tolto questo non ho veramente motivi per continuare a soffrire e non farla finita. Ho perso fiducia in qualsiasi cura e l'unica via d'uscita che mi resta (ma la vedo più come un miracolo) è che l'incubo svanisca da solo vista la sua durata. Ormai o finisce lui o finisco io...
Nonostante la sofferenza, nonostante le incomprensioni mie e dei molti che dicevano che dovevo darmi una svegliata (che rabbia...) sono riuscito a tirare avanti con fatica indicibile per un anno e mezzo. Avevo comunque delle persone che mi volevano bene, nutrivo la speranza che sarei potuto tornare ad una vita più che soddisfacente, e probabilmente mi ero anche assuefatto alla dose di sofferenza quotidiana. Giunsi persino a scalare leggermente i farmaci su consiglio medico. Di lì a poco mi ritrova al punto di partenza, con vomito e disturbi del sonno a tenere compagnia ai costanti pensieri di morte. Raccolsi le mie forze e mi armai per continuare a combattere il mostro. Qualche settimana dopo, però, le mie forze si spensero del tutto. Un giorno ricevetti un messaggio (un messaggio!!!)da parte della mia ragazza in cui mi diceva che era tutto finito perché non mi sopportava più. Quel giorno sono definitivamente morto dentro. Avevo perso l'unica persona che pareva comprendere realmente le mie sofferenze e che mi difendeva da presunti amici comuni (cioè quasi tutti) che dicevano che ero solo un pigro da lasciar perdere a calci nel sedere. Non poteva farsi carico della mia malattia, ma almeno dava un senso al mio alzarsi al mattino e resistere fino a sera. Le ero stato vicino mentre lei combatteva contro un tumore e questo era il modo in cui venivo ripagato!
Da quel momento il vortice di sofferenze si è fatto se possibile più intenso, facendomi divorare da un dolore e un odio indescrivibili. Odio nei confronti di tutto e tutti. Odio svegliarmi al mattino e sapere che dovrò soffrire come un cane. Odio vedere gli altri andare avanti senza particolari difficoltà mentre per me affrontare una giornata è già un'impresa. Odio stare in compagnia ma al tempo stesso sentirmi più solo che mai. Odio il fatto di dover fingere di stare bene per non destare particolari preoccupazioni. Odio per chi non ha mai provato a capire ma si è sempre fatto trovare pronto per giudicare. Odio per lei, che mi ha scaricato come un sacco dell'immondizia dopo avermi illuso con progetti su un futuro insieme. Odio soprattutto per una vita che si sta prendendo gioco di me nel tentativo di portarmi via tutto, e a cui sinceramente non ho più voglia nè forze per oppormi. Gli ultimi mesi sono stati una girandola di tentativi più o meno obbligati tra nuove psicoterapie, nuovi farmaci, ricoveri, terapia elettroconvulsivante e una nuova diagnosi che mi assegna qualche altro disturbo di personalità giusto per non farmi mancare nulla. Ho provato in ogni modo a rialzarmi ma non c'è verso. Dopo quanto è successo dovrei stravolgere completamente la mia vita, e in queste condizioni non ne ho proprio la possibilitá. Oggi ho pure consegnato un lavoro su cui ero costretto a da parecchio tempo. Tolto questo non ho veramente motivi per continuare a soffrire e non farla finita. Ho perso fiducia in qualsiasi cura e l'unica via d'uscita che mi resta (ma la vedo più come un miracolo) è che l'incubo svanisca da solo vista la sua durata. Ormai o finisce lui o finisco io...