Non crollò, l'Impero.
Inviato: 06/01/2018, 20:05
"L'Impero crollerà."
Chissà se te le ricordi ancora, queste parole.. e il signficato che avrebbero dovuto avere.
Doveva crollare, l'Impero.
O iniziare a farlo, perlomeno.
Era la mia speranza.
L'unica che ancora avessi.
Io lo volevo davvero.
Che crollasse,
finalmente,
l'Impero.
..e che se ne andassero
il buio
il dolore
il male
e la solitudine
e il vuoto
che esso porta inevitabilmente con sé.
Mi ero stupidamente illuso che sarebbe successo.
Che dopo tantissimi insopportabili anni di solitudine e buio e silenzio assoluti
sarebbe caduto,
finalmente,
l'Impero.
Cioè: non proprio così stupidamente, m'ero illuso.
Ho creduto a troppe parole.
Parole.
Parole.
Parole.
Sono sempre SOLO parole.
Purtroppo.
Vuote, false
inutili
parole.
Sempre.
Infatti l'Impero non è crollato affatto.
L'Impero s'è solo beffardamente preso, per l'ennesima volta, gioco di me.
Nel modo più crudele e cattivo in cui potesse farlo.
Non è crollato, l'Impero.
Si è fatto, anzi,
più enorme,
insidioso,
brutale
e feroce
di quanto
sia stato mai.
Son crollato io.
Io soltanto.
Più a fondo non solo di quanto fossi mai precipitato..
.. ma anche più a fondo di quanto mai pensassi di poter precipitare.
Son crollato.
Del tutto.
Veramente.
Cercavo la morte, tutti i giorni, senza purtroppo trovarla mai, percorrendo quella maledetta strada che conduce a quella maledetta Stazione di quella maledettà Città piena di meraviglia e bellezza che, grazie a te, ho imparato ad odiare con tutto me stesso.
Proprio uno di quei giorni maledetti.. in cui il freddo aumentava sempre più e le giornate si accorciavano paurosamente e tutto si faceva indistinto e lontano (soprattutto la speranza.. o meglio il ricordo crudele di una speranza che avevo osato avere ma che non aveva nessun motivo d'essere ) .. un giorno ho visto comparire nel cielo del pomeriggio già inoltrato quell'enorme cartellone; gigantesco, la più grossa insegna che io, che il mondo non l'ho girato, abbia mai visto; l'ho vista troneggiare, maestosa e sinistra, sopra i palazzi più alti di quella strana zona di Roma grigia, pastello, stinta.. che sembra ancora inspiegabilmente sospesa in un'altra epoca: quella in cui è probabilmente sorta, gli anni '70.
"L'impero crollerà."
C'era scritto soltanto.
In bianco.
Su uno sfondo del tutto nero.
E il cuore mi si è fermato.
Non riuscivo più a respirare.
Né a camminare.
E nemmeno a piangere.
Paralizzato.
Volevo solo morire.
All'istante.
Lì... minuscolo, solo, disperato.. dimenticato... un puntino insignificante ai piedi di quei brutti palazzi giganteschi, mentre il cielo rosso e arancio striato di viola scivolava verso il blu cupo di una gelida sera; lì, sono stato, per ore , con il cuore fermo e un senso di vuoto, dentro, soverchiante ed immenso.. a fissare con gli occhi e la bocca spalancati quel cartello e le sue parole beffarde: "L'Impero crollerà" ..
Chissà se te le ricordi ancora, queste parole.. e il signficato che avrebbero dovuto avere.
Doveva crollare, l'Impero.
O iniziare a farlo, perlomeno.
Era la mia speranza.
L'unica che ancora avessi.
Io lo volevo davvero.
Che crollasse,
finalmente,
l'Impero.
..e che se ne andassero
il buio
il dolore
il male
e la solitudine
e il vuoto
che esso porta inevitabilmente con sé.
Mi ero stupidamente illuso che sarebbe successo.
Che dopo tantissimi insopportabili anni di solitudine e buio e silenzio assoluti
sarebbe caduto,
finalmente,
l'Impero.
Cioè: non proprio così stupidamente, m'ero illuso.
Ho creduto a troppe parole.
Parole.
Parole.
Parole.
Sono sempre SOLO parole.
Purtroppo.
Vuote, false
inutili
parole.
Sempre.
Infatti l'Impero non è crollato affatto.
L'Impero s'è solo beffardamente preso, per l'ennesima volta, gioco di me.
Nel modo più crudele e cattivo in cui potesse farlo.
Non è crollato, l'Impero.
Si è fatto, anzi,
più enorme,
insidioso,
brutale
e feroce
di quanto
sia stato mai.
Son crollato io.
Io soltanto.
Più a fondo non solo di quanto fossi mai precipitato..
.. ma anche più a fondo di quanto mai pensassi di poter precipitare.
Son crollato.
Del tutto.
Veramente.
Cercavo la morte, tutti i giorni, senza purtroppo trovarla mai, percorrendo quella maledetta strada che conduce a quella maledetta Stazione di quella maledettà Città piena di meraviglia e bellezza che, grazie a te, ho imparato ad odiare con tutto me stesso.
Proprio uno di quei giorni maledetti.. in cui il freddo aumentava sempre più e le giornate si accorciavano paurosamente e tutto si faceva indistinto e lontano (soprattutto la speranza.. o meglio il ricordo crudele di una speranza che avevo osato avere ma che non aveva nessun motivo d'essere ) .. un giorno ho visto comparire nel cielo del pomeriggio già inoltrato quell'enorme cartellone; gigantesco, la più grossa insegna che io, che il mondo non l'ho girato, abbia mai visto; l'ho vista troneggiare, maestosa e sinistra, sopra i palazzi più alti di quella strana zona di Roma grigia, pastello, stinta.. che sembra ancora inspiegabilmente sospesa in un'altra epoca: quella in cui è probabilmente sorta, gli anni '70.
"L'impero crollerà."
C'era scritto soltanto.
In bianco.
Su uno sfondo del tutto nero.
E il cuore mi si è fermato.
Non riuscivo più a respirare.
Né a camminare.
E nemmeno a piangere.
Paralizzato.
Volevo solo morire.
All'istante.
Lì... minuscolo, solo, disperato.. dimenticato... un puntino insignificante ai piedi di quei brutti palazzi giganteschi, mentre il cielo rosso e arancio striato di viola scivolava verso il blu cupo di una gelida sera; lì, sono stato, per ore , con il cuore fermo e un senso di vuoto, dentro, soverchiante ed immenso.. a fissare con gli occhi e la bocca spalancati quel cartello e le sue parole beffarde: "L'Impero crollerà" ..