Pensieri di un'anima in gabbia

MyHelp: Forum di mutuo aiuto, di prevenzione del suicidio e di gestione delle crisi.
A volte si pensa di non aver più nulla da perdere, nè più motivi di esistere.
E' facile pensarlo se non si ha qualcuno con cui confrontarsi. La vita è piena di insidie, ed è facile perdersi. Ma spesso basta una mano per rimettersi in piedi.
Ma questo è anche un forum sulla Morte, il più grande tabù nella storia dell'essere umano, la paura più grande.

Pensieri di un'anima in gabbia

Messaggioda stella* » 04/06/2018, 0:47



Però sai che ti dico? Fai discorsi molto profondi per la tua età, scrivi bene, quello che dici è interessante.
Insomma proprio sbagliata non sei, hai delle qualità.

Grazie! Mi piace scrivere, lo faccio da tanto quando sono in momenti tristi.

Ma sembri anche consapevole che la scarsa autostima non rispecchia ciò che sei realmente, ma è dovuta appunto a quelle figure, genitoriali e non, che non hanno fatto altro che demolirti psicologicamente.

Sì è così, anche se a volte non so chi io sia.. mi viene da pensare che se non sono mai stata apprezzata del tutto, forse è perché c'è effettivamente qualcosa in me che non va.. e a volte mi sale l'ansia perché penso che magari io non sono chi credo di essere. Un po' come se cercassi di capire chi sono tramite gli altri. Ed è da sempre che cerco di capire se sono giusta o sbagliata.. se merito di esistere oppure no. È diminuito molto rispetto al passato, ora un minimo riesco ad affermarmi.. ma ci sono ancora i momenti in cui mi domando "e se fossi sbagliata davvero?". Non è qualcosa riguardo alle azioni, ma semplicemente all'essenza: potrei anche essere perfetta o avere soldi o fare soltanto cose giuste ma io mi sentirei comunque indegna. Le persone hanno paura di sbagliare, mentre io ho paura di essere uno sbaglio. Anche se a volte mi passa..

Sì, dicevo che la mente fa schifo nel senso che molto di ciò che c'è dentro, da un punto di vista un po' basso (perché alla fine le emozioni negative sono essenziali) fa schifo. Un giorno un paio di anni fa sono entrata in uno stato di meditazione spontaneamente: mentre discutevo con mia madre ad un certo punto è stato come entrare dentro me stessa, osservavo tutto ciò che accadeva fuori e dentro di me, e intanto continuavo a discutere con mia madre, osservando la rabbia.. ero due persone contemporaneamente ed è stato inquietante. Non so come sia successo, forse ero così concentrata sulla conversazione da essermi persa. Poi ho iniziato ad informarmi per capire cosa mi fosse successo.
Anche adesso, quando provo a distaccarmi dalle mie emozioni, spesso ci riesco, ma mai come mi successe quella volta. (Poi tanto torno a farmi controllare da loro..). Dopo la scuola vorrei studiare psicologia e fare la psicologa ma non so se è qualcosa che mi piacerebbe davvero fare o se è solo il desiderio di poter far sentire meno solo qualcuno.

Sono morto e rinato all'incirca alla tua età, la causa scatenante fu rendermi conto che mentre i miei coetanei avanzavano io rimanevo fermo, a nessuno importava di me, l'errore lì credo fu quello di non accorgermi che intorno a me c'erano compagni di classe in condizioni simili alle mie ma probabilmente psicologicamente più forti o forse semplicemente più impegnati

È quello che sta succedendo anche a me. In primo superiore avevo una compagna di classe che, nonostante avesse una famiglia orribile e fosse stata cacciata di casa prima dalla madre e poi dal padre (e in quel momento viveva con il fratello maggiore che per di più la picchiava) aveva una forza incredibile, reagiva con rabbia e non si sottometteva a nessuno. Io mi sentivo ancora più sbagliata perché a differenza sua non ci riuscivo, e cercavo risposte che non trovavo. Addirittura ho iniziato a prenderla come punto di riferimento, anche perché lei sapeva ascoltarmi come nessuno ha mai fatto. Poi comunque ho capito che tutte e due usavamo delle maschere diverse create però da un dolore molto simile (anche se io vivevo in condizioni molto migliori.. e probabilmente è stato proprio questo a bloccarmi e a non spingermi a reagire). Lei nascondeva il dolore con la rabbia e facendo casino; io invece con la freddezza, il silenzio, la timidezza.
Mi dispiace per quello che hai passato thedarknight, ma l'importante è che tu ne sia uscito ancora più forte. È orribile non poter controllare le proprie emozioni..
Io non mi sento così in base a quante persone ci sono, ma piu che altro in base a chi sono queste persone. Se ci sono 1000 persone in una stanza ma mi stanno tutte simpatiche a pelle, potrei mettermi a socializzare in un minuto; invece se c'è solo una persona, che però mi fa paura per qualche motivo potrei stare tutto il tempo zitta, con l'ansia. Devo ancora capire il perché di queste emozioni..
Non so se ho letto la tua storia, credo di sì perché è da un po' che vi leggo, ma forse credevi di aver ottenuto tutto, però non è quello che vuoi davvero. So che si dice sempre che è già tanto se si ha un lavoro (o almeno io lo sento dire sempre..), ma forse non è quello che ti piacerebbe fare. Non dico di lasciarlo, ma domandati cosa ti piace fare, proprio in modo spontaneo; qualcosa che ti faccia sentire bene, e fallo ogni volta che hai un momento libero. Credo che ci faccia sentire un po' meno vuoti e di più noi stessi.
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Pensieri di un'anima in gabbia

Messaggioda Ātman » 04/06/2018, 10:13



Sì è così, anche se a volte non so chi io sia.. mi viene da pensare che se non sono mai stata apprezzata del tutto, forse è perché c'è effettivamente qualcosa in me che non va.. e a volte mi sale l'ansia perché penso che magari io non sono chi credo di essere. Un po' come se cercassi di capire chi sono tramite gli altri. Ed è da sempre che cerco di capire se sono giusta o sbagliata.. se merito di esistere oppure no. È diminuito molto rispetto al passato, ora un minimo riesco ad affermarmi.. ma ci sono ancora i momenti in cui mi domando "e se fossi sbagliata davvero?". Non è qualcosa riguardo alle azioni, ma semplicemente all'essenza: potrei anche essere perfetta o avere soldi o fare soltanto cose giuste ma io mi sentirei comunque indegna. Le persone hanno paura di sbagliare, mentre io ho paura di essere uno sbaglio. Anche se a volte mi passa..


La pratica di meditazione può potenzialmente aiutare molto su questo, perché ci permette di scoprire in noi stessi qualcosa di non dipendente dal giudizio altrui (e nemmeno dal nostro), qualcosa di intrinsecamente significativo e valido. Può essere necessario però associarla o farla precedere da un percorso psicoterapeutico, perché - ricordiamolo - la meditazione non è psicoterapia, anche se i due approcci possono completarsi a vicenda.


Sì, dicevo che la mente fa schifo nel senso che molto di ciò che c'è dentro, da un punto di vista un po' basso (perché alla fine le emozioni negative sono essenziali) fa schifo. Un giorno un paio di anni fa sono entrata in uno stato di meditazione spontaneamente: mentre discutevo con mia madre ad un certo punto è stato come entrare dentro me stessa, osservavo tutto ciò che accadeva fuori e dentro di me, e intanto continuavo a discutere con mia madre, osservando la rabbia.. ero due persone contemporaneamente ed è stato inquietante. Non so come sia successo, forse ero così concentrata sulla conversazione da essermi persa. Poi ho iniziato ad informarmi per capire cosa mi fosse successo.
Anche adesso, quando provo a distaccarmi dalle mie emozioni, spesso ci riesco, ma mai come mi successe quella volta. (Poi tanto torno a farmi controllare da loro..)..


Per poter praticare deliberatamente - non casualmente - e fruttuosamente quel tipo di tecnica è necessario applicarsi molto, imparare a raggiungere un buon livello di concentrazione, come pure avere un ego ben strutturato, altrimenti ci si può sentire confusi e smarriti. Nei casi di personalità borderline si rischia poi di smantellare quel labile senso di sé che già si tiene insieme a fatica.
Non azzardo consigli a distanza senza conoscere bene il tuo caso, suggerire a qualcuno di meditare senza conoscerne bene la condizione psicologica può avere conseguenze spiacevoli. Nel tuo percorso di crescita starà a te valutare, insieme a persone competenti, cosa sia o non sia più adatto alla tua situazione.
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Pensieri di un'anima in gabbia

Messaggioda TheDarkKnight » 04/06/2018, 20:26



stella* ha scritto:
Però sai che ti dico? Fai discorsi molto profondi per la tua età, scrivi bene, quello che dici è interessante.
Insomma proprio sbagliata non sei, hai delle qualità.

Grazie! Mi piace scrivere, lo faccio da tanto quando sono in momenti tristi.

Ma sembri anche consapevole che la scarsa autostima non rispecchia ciò che sei realmente, ma è dovuta appunto a quelle figure, genitoriali e non, che non hanno fatto altro che demolirti psicologicamente.

Sì è così, anche se a volte non so chi io sia.. mi viene da pensare che se non sono mai stata apprezzata del tutto, forse è perché c'è effettivamente qualcosa in me che non va.. e a volte mi sale l'ansia perché penso che magari io non sono chi credo di essere. Un po' come se cercassi di capire chi sono tramite gli altri. Ed è da sempre che cerco di capire se sono giusta o sbagliata.. se merito di esistere oppure no. È diminuito molto rispetto al passato, ora un minimo riesco ad affermarmi.. ma ci sono ancora i momenti in cui mi domando "e se fossi sbagliata davvero?". Non è qualcosa riguardo alle azioni, ma semplicemente all'essenza: potrei anche essere perfetta o avere soldi o fare soltanto cose giuste ma io mi sentirei comunque indegna. Le persone hanno paura di sbagliare, mentre io ho paura di essere uno sbaglio. Anche se a volte mi passa..

Sì, dicevo che la mente fa schifo nel senso che molto di ciò che c'è dentro, da un punto di vista un po' basso (perché alla fine le emozioni negative sono essenziali) fa schifo. Un giorno un paio di anni fa sono entrata in uno stato di meditazione spontaneamente: mentre discutevo con mia madre ad un certo punto è stato come entrare dentro me stessa, osservavo tutto ciò che accadeva fuori e dentro di me, e intanto continuavo a discutere con mia madre, osservando la rabbia.. ero due persone contemporaneamente ed è stato inquietante. Non so come sia successo, forse ero così concentrata sulla conversazione da essermi persa. Poi ho iniziato ad informarmi per capire cosa mi fosse successo.
Anche adesso, quando provo a distaccarmi dalle mie emozioni, spesso ci riesco, ma mai come mi successe quella volta. (Poi tanto torno a farmi controllare da loro..). Dopo la scuola vorrei studiare psicologia e fare la psicologa ma non so se è qualcosa che mi piacerebbe davvero fare o se è solo il desiderio di poter far sentire meno solo qualcuno.

Sono morto e rinato all'incirca alla tua età, la causa scatenante fu rendermi conto che mentre i miei coetanei avanzavano io rimanevo fermo, a nessuno importava di me, l'errore lì credo fu quello di non accorgermi che intorno a me c'erano compagni di classe in condizioni simili alle mie ma probabilmente psicologicamente più forti o forse semplicemente più impegnati

È quello che sta succedendo anche a me. In primo superiore avevo una compagna di classe che, nonostante avesse una famiglia orribile e fosse stata cacciata di casa prima dalla madre e poi dal padre (e in quel momento viveva con il fratello maggiore che per di più la picchiava) aveva una forza incredibile, reagiva con rabbia e non si sottometteva a nessuno. Io mi sentivo ancora più sbagliata perché a differenza sua non ci riuscivo, e cercavo risposte che non trovavo. Addirittura ho iniziato a prenderla come punto di riferimento, anche perché lei sapeva ascoltarmi come nessuno ha mai fatto. Poi comunque ho capito che tutte e due usavamo delle maschere diverse create però da un dolore molto simile (anche se io vivevo in condizioni molto migliori.. e probabilmente è stato proprio questo a bloccarmi e a non spingermi a reagire). Lei nascondeva il dolore con la rabbia e facendo casino; io invece con la freddezza, il silenzio, la timidezza.
Mi dispiace per quello che hai passato thedarknight, ma l'importante è che tu ne sia uscito ancora più forte. È orribile non poter controllare le proprie emozioni..
Io non mi sento così in base a quante persone ci sono, ma piu che altro in base a chi sono queste persone. Se ci sono 1000 persone in una stanza ma mi stanno tutte simpatiche a pelle, potrei mettermi a socializzare in un minuto; invece se c'è solo una persona, che però mi fa paura per qualche motivo potrei stare tutto il tempo zitta, con l'ansia. Devo ancora capire il perché di queste emozioni..
Non so se ho letto la tua storia, credo di sì perché è da un po' che vi leggo, ma forse credevi di aver ottenuto tutto, però non è quello che vuoi davvero. So che si dice sempre che è già tanto se si ha un lavoro (o almeno io lo sento dire sempre..), ma forse non è quello che ti piacerebbe fare. Non dico di lasciarlo, ma domandati cosa ti piace fare, proprio in modo spontaneo; qualcosa che ti faccia sentire bene, e fallo ogni volta che hai un momento libero. Credo che ci faccia sentire un po' meno vuoti e di più noi stessi.


Ecco lo sto facendo di nuovo, sto concentrando l'attenzione su di me :facepalm:
Eviterò quindi di rispondere riguardo alla mia vita.
Quello che ti succede penso dipenda dalla confidenza più che dalla paura, probabilmente quella determinata persona che ti blocca non la conosci bene e non ti va di aprirti a tutti in sua presenza. Se invece la conosci non c'è nulla di male a voler evitare di interagire con essa.
Il segreto è sempre quello di fregarsene. L'autosufficienza è importante, quando manca spesso sovrasta tutto il resto, ma solo quando la raggiungi e ritrovi un po' di tranquillità economica ti accorgi delle vere assenze. Soddisfatti i bisogni materiali le priorità diventano altre.

Non mi sembri restia a lottare, la ricerca di modelli caratteriali da seguire è importante, io credo di averlo fatto in passato, il mio modello per un certo periodo fu nientemeno che superman :lol3: (e non il cavaliere oscuro) quando lei mi volse le spalle trovai un senso di appartenenza in quella figura, in fondo la mia e la sua vita non erano poi così diverse, il cavaliere oscuro è buio, resa e annichilimento (ciò che ero prima) superman è luce, rinascita e speranza e poi un alieno sulla terra non è forse quello che ero e continuo ad essere? :shifty:
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“Con suo disappunto, non poter scegliere il proprio percorso è la triste condizione dell’uomo. Gli è solo dato di scegliere come atteggiarsi quando il destino chiamerà sperando che non gli manchi il coraggio di rispondere”.

"...tu per loro sei solo un mostro come me..."

"Sono cambiato, mi sono abituato, sono un sopravvissuto."

"Se Dio non può sconfiggere il male allora non è onnipotente,
Se può sconfiggerlo e non vuole farlo allora Dio è malvagio,
Se invece non vuole e non può farlo allora perché chiamarlo Dio???"


"Ho provato a essere come loro. A vivere come loro. Ma finisce sempre nello stesso modo.Mi hanno portato via tutto."

"Combattere per sopravvivere, come se foste già morti; lottare per la vittoria, come se foste già sconfitti"

Se la vita è un dono perché ne pago io il prezzo?

Immagine :shifty:
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