da Puss in Boots » 05/06/2020, 23:01
Giusto per stare in tema, faccio un po' di necroposting.
Come tutti, anch'io mi sono chiesto più volte che cosa ci sia dopo la morte.
Da qualche tempo, ho provato e cercato di riavvicinarmi alla fede cristiana (non sono mai stato ateo, ma... diciamo che me ne ero allontanato da tempo), ma, nonostante ciò, non riesco ad allontanarmi dalle conclusioni a cui sono arrivato nel corso di lunghe elucubrazioni, sintetizzate dall'opzione numero 5: qualcosa c'è, ma è inimmaginabile e va assolutamente oltre la comprensione umana.
Ma, da poco, si è aggiunto un altro pensiero che mi disturba. Questo perché le stesse conclusioni mi hanno condotto a concludere che in primis la vita sia altrettanto incomprensibile: non abbiamo deciso noi quando, dove, come, e, soprattutto, perché nasciamo; non abbiamo avuto nessuna scelta, nessun controllo su queste variabili.
Allo stesso modo, qualunque cosa ci sia dopo, non lo decideremo noi: ci finiremo e basta.
Questo sicuramente si scontra con la visione cristiana della vita come disegno divino, e anche con la visione per cui, a seconda di come uno si è comportato in vita, dopo morto andrà all'inferno, in purgatorio o in paradiso.
Se non abbiamo scelta sul contesto della vita in cui nasciamo, che colpa abbiamo delle nostre azioni, che da esso dipendono?
Una persona si comporta in un certo modo a seconda dell'ambiente in cui nasce, cresce, delle esperienze fatte e delle situazioni in cui si viene a trovare.
Eppure, c'è qualcosa di cui mi sono convinto e che invece forse si accorda con la visione cristiana: la tentazione e il male esistono davvero. Si può essere corrotti dalla tentazione e portati a fare del male, anche consapevolmente, come se si scegliesse il male sapendo di farlo, con tanti saluti al libero arbitrio.
Ho buttato giù in poche frasi alcune cose che penso; mi rendo che siano cose un po' confuse e incoerenti, ma perché rispecchiano la mia concezione di inintelligibilità della vita.