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Per chi ha tentato il suicidio: cosa vi blocca nel commettere questo atto? Amore per qualcuno? Paura? Altro?

Mi ha fermato la consapevolezza che non sarei stato meglio. Il terrore di concludere la mia esistenza nel suo punto più basso.

Tentai il suicidio quattro anni fa circa, quando inghiottii stupidamente ogni farmaco generico avevo in casa, ovviamente non sotto mie prescrizioni, come valium, Xanax, sonniferi leggeri, antipiscotici...
Mi svegliai in ospedale con un amnesia di almeno 24 ore, quindi sì può dire che mi abbiano "trattenuto" loro, chiunque abbia chiamato aiuto, da lì in poi è rimasto solo un brutto, lontano ricordo, niente di più.

Lostinthevoid ha scritto:Per chi ha tentato il suicidio: cosa vi blocca nel commettere questo atto? Amore per qualcuno? Paura? Altro?

Ho sfiorato tante volte la morte, spesso passo le strade senza guardare e, a volte ho rischiato di essere investita. Altre volte, ho provato a buttarmi dalla finestra... Cosa mi ha fermato? La paura di non morire sul colpo e la paura di andare in un posto peggiore di questo mondo. Devo trovare dei metodi efficaci per non rischiare di rimanere viva e vivere una vita peggiore di quella che, sto vivendo... La mia famiglia se ne frega dei miei tagli e dei miei tentativi di suicidio, amici no ne ho quindi, il suicidio per me è una soluzione valida. Sì lo è. Basta con le stronzate come:"La vita è un Dono." No. Non lo è. Magari la vostra.

Nel corso della mia vita ho più volte preso in considerazione l'idea di suicidarmi.
La prima volta che accadde, forse non avevo realmente quest'intenzione fino in fondo. Erano accadute molte cose tutte insieme, ed avevo l'impressione che fosse tutto troppo e troppo forte da gestire per me, così mi portai un coltello alla gola... Ma per fortuna la pressione che esercitai non fu abbastanza forte da risultarmi fatale.

A volte mi capitava di accarezzare la morte, di contemplarla dal remoto e grigio squallore della mia esistenza... Rimanendo ore ed ore al freddo sul mio balcone, sporgendomi sempre più dalla mia finestra, attraversando pericolosamente la linea gialla alla fermata della metro quando il treno stava per arrivare...

Poi un giorno l'avevo deciso, avevo deciso che era arrivato il momento di finirla. Avevo come spento ogni emozione, reciso ogni legame... Sono entrata nella doccia e ho cominciato a tagliare... Non disponevo che di una lametta sottile. Per non spezzarla dovetti ricalcare più volte la ferita lungo la carne viva, mentre il sangue sgorgava... Finché non sentii la chiave nella toppa e capii che il mio piano sarebbe miseramente fallito. Il tempo mi ha fermata, perché quella fu l'unica volta che ebbi le due caratteristiche essenziali per riuscire nel mio intento: lucidità e distacco.

Successivamente mi capitò altre due volte.
La situazione di forte stress che stavo attraversando mi aveva prosciugata di qualsiasi energia ed ormai sprofondavo nella più completa e totale disperazione, così presi una busta di plastica e me la legai attorno al collo. Solo quando entrai in fame d'aria e rividi i volti dei miei cari, immaginando il momento in cui mi avrebbero trovata, il dolore che gli avrei arrecato, sono riuscita a bucare il sacchetto e respirare di nuovo. Qualche giorno dopo ci ho riprovato... Poi ho chiesto aiuto ed ora seguo una terapia farmacologica.

Alla fine la mia incapacità di ascoltarmi, di mettere sempre gli altri al primo posto, per una volta mi ha salvato la vita.