狐 善狐 ha scritto:La mia risposta ti farà arrabbiare e forse la salterai a prescindere perché in realtà non risponde alla tua domanda. Voglio risponderti a nome non di chi ha tentato, ma di chi è riuscito a farlo. Il fratello del mio migliore amico, aveva 27 anni, e tutte le ragioni possibili che l'hanno spinto a fare questo gesto come te avrai le tue. Mi sono ritrovata tante volte a chiedermi dove sia ora... Come stia... Se effettivamente ancora esista, in qualche dimensione, in qualche forma... Ma le domande che mi pongo non sono nulla rispetto a quelle che preferisco non farmi, perché il solo pensare a quell'episodio è come torchiare con un ferro rovente i miei ricordi. I visi di chi lo amava, le lacrime, le parole, tutte impresse nella memoria indelebilmente. Il dolore certo non sarà tuo, ma di chi resterà. Non posso giudicarti e non voglio sminuire la tua sofferenza, ma lasceresti davvero così le persone che ti vogliono bene? Ti abbraccio per ora, e se hai bisogno di parlare ci sono. Se ritieni di avere commesso qualcosa di brutto, il modo per espiare non è annullarti. Anzi, aggiungeresti una tragedia su un'altra. Piuttosto, se questa colpa con cui convivi non ti dà tregua, e dal momento che comunque ne hai preso atto, non c'è qualcosa che tu possa fare per rimediare a questa mancanza? Anche fare del bene ad altri, a terzi, ho fatto il primo esempio che mi veniva in mente. Magari sul momento non sembrerà aiutarti, ma a lungo andare avrai fatto e portato del bene dove non c'era. E questo farebbe di te una persona sicuramente indispensabile e utile per qualcun altro.
Hai perfettamente ragione. Alla fine ci rimetteranno anche coloro che sono rimasti in vita, però purtroppo in alcuni frangenti - quando davanti ai propri occhi esiste soltanto il buio totale - non è facile pensare alla sofferenza di chi resta.