Il suicidio pone fine a tutte le sofferenze?

Dall'altra parte potrebbe esserci ben altro!

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E' facile pensarlo se non si ha qualcuno con cui confrontarsi. La vita è piena di insidie, ed è facile perdersi. Ma spesso basta una mano per rimettersi in piedi.
Ma questo è anche un forum sulla Morte, il più grande tabù nella storia dell'essere umano, la paura più grande.

Il suicidio pone fine a tutte le sofferenze?

Messaggioda Loffio » 05/02/2020, 15:04



Chi ha pensato al suicidio e poi non lo ha fatto, da cosa è stato trattenuto?
Penso che qualsiasi cosa uno faccia, c'è una motivazione che gliela faccia fare. Ciò vale anche per le cose che non si fanno. In questo caso mi è venuta curiosità e mi trovo qui a porre la domanda.
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Il suicidio pone fine a tutte le sofferenze?

Messaggioda stefano71 » 05/02/2020, 18:17



Per 12 anni ho avuto un'amica che alla fine si è uccisa, e nel frattempo è stata ricoverata una volta per tentativo, e nel mentre stava tutti il tempo a pianificare, rinunciare, pianificare di nuovo. Questo perché chi si uccide per depressione non ragiona liberamente, ha una parte della sua mente che gli dice bugie in base alle quali gli conviene morire (sei brutto, sei stupido, soffrirai sempre, non puoi avere amici, tutti ti odiano, niente cambierà mai, etc) e un 'altra parte sana e razionale che è l'istinto di sopravvivenza che cerca di negare queste affermazioni.
Sicuramente con la morte le sofferenze finiscono. Mai più sentirò la mia amica piangere via Telegram per la disperazione. Adesso invece piango io, che sono ancora vivo.
Però non è stupido morire prendendo per vere delle bugie?
La mia amica ha girato il mondo, ha conosciuto tante presone che volevano essere sue amiche. Alla fine era lei a tagliare i ponti e poi se la ricostruiva come "resto sempre sola". Usavamo Telegram perché lei non poteva più aprire whatsapp per non trovare messaggi di persone che le chiedevano come stava e la incoraggiavano. Non è assurdo dover ignorare la realtà perché essa non disturbi il tuo progetto di morte?
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Messaggioda Riccardina » 06/02/2020, 16:05



Alle tue sì, dato che smetti di esistere, quelle degli altri peggiorano
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Messaggioda White Rabbit » 07/02/2020, 12:46



Loffio ha scritto:Chi ha pensato al suicidio e poi non lo ha fatto, da cosa è stato trattenuto?
Penso che qualsiasi cosa uno faccia, c'è una motivazione che gliela faccia fare. Ciò vale anche per le cose che non si fanno. In questo caso mi è venuta curiosità e mi trovo qui a porre la domanda.


dalla paura del dolore fisico
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Cerco un varco tra i miei pensieri chiusi
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Messaggioda Aspera » 07/02/2020, 17:51



In passato, credo mi bloccasse una piccola speranza di cambiamento.
Oggi mi trattiene la paura di non farcela.
E la paura di "vivere" con le conseguenze di non avercela fatta: sarebbe l'unica situazione peggiore di quella che vivo attualmente.
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"Anche la speranza è un vizio che nessuno riesce mai a togliersi completamente."
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Messaggioda Sogni infranti » 07/02/2020, 18:24



Sinceramente non lo so se il suicidio azzeri (od almeno possa alleviare) le sofferenze provate, vissute su questa terra. Non lo so perché non conosco cosa mi aspetta dopo la morte. All'atto estremo ci penso sempre più spesso, direi senza requie. Mi blocca, fino ad ora quantomeno, la paura di non farcela ed anzi di peggiorare la mia già triste situazione; in secundis, ancora provo ogni tanto una assai flebile speranza di tornare come prima; speranza che ogni giorno va sempre più sfumando.
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Messaggioda topolino78 » 10/02/2020, 19:53



Io ho tentato il suicidio e ti posso dire che per me in quel momento poneva fine a tutte le mie sofferenze.
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Messaggioda Mark91 » 11/02/2020, 22:05



Loffio ha scritto:Chi ha pensato al suicidio e poi non lo ha fatto, da cosa è stato trattenuto?
Penso che qualsiasi cosa uno faccia, c'è una motivazione che gliela faccia fare. Ciò vale anche per le cose che non si fanno. In questo caso mi è venuta curiosità e mi trovo qui a porre la domanda.

Sono trattenuto dal fatto che mi serve una pistola di grosso calibro per essere sicuro di non soffrire o comunque fallire
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Messaggioda LaCele » 18/04/2020, 23:16



il Limite tra il voler morire e il non voler vivere in un certo modo è molto labile. Ho pensato al suicidio tutti i giorni per gli ultimi 3 anni delle superiori. Ero così disperata che passavo quasi sempre le giornate a letto, mi sentivo una specie di Malata terminale(ero perfettamente in salute ma la mia mente era proiettata a morire appunto), non entrò nei dettagli ma non ho mai avuto il coraggio di provarci, avevo 2 grandi paure: non riuscirci e beccarmi le sequele fisiche e psichiche di un suicidio mal riuscito o riuscirci e lasciare un vuoto nelle vite di chi mi vuole bene. Mettici pure che mia madre è molto cattolica e quando dicevo di voler morire mi parlava di inferno.
Poi sembrava tutto risolto, sembrava che avessi messo una pietra sul passato per iniziare una nuova vita.
Nell’uktimo Anno il pensiero è tornato più insistente che mai ma sono trattenuta da parecchie cose:
1) non sono realmente disperata come quando andavo a scuola, più che voler morire vorrei poter vivere la vita come voglio io, mi mancano troppe cose che considero essenziali e mi sento alla deriva diretta verso un destino che mi fa terribilmente schifo (ma non ho alternative)
2)non esistono metodi sicuri al 100% e le sequele di un suicidio mal riuscito mi spaventano più della vita stessa (un ricovero in psichiatria e rimanere con la mano dominante paralizzata e anestetizzata sono cose che eviterei di aggiungere ad una vita già abbastanza pesante)
3)sempre queste cappero di persone che mi vogliono bene e dipendono da me
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Messaggioda Steppenwolf » 18/04/2020, 23:24



Anche io ho pensato al suicidio, a volte. Ma poi nei momenti di malattia o rischio vero (tipo ora col virus), mi sono accorto che io non voglio morire, anzi... ne sono spaventato. Vorrei solo non soffrire più a causa dell'anima lacerata che mi porto dietro.
E poi, ok so che ora magari qualcuno sorriderà, credo che la vita sia un dono e dovremmo provare a conservarlo e proteggerlo.
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