Perché non dovrei suicidarmi?

Ciao a tutti, è la prima volta che mi iscrivo su un forum, non so realmente come funzionano, non so nemmeno se sto scrivendo questo "post" (non so come chiamarlo) nella sezione giusta, in caso contrario chiedo scusa.
Vi racconto un po' del perché di questo post: cerco di restare il più anonimo possibile ma alcune informazioni ve le devo dare, fra 20 giorni circa faccio 22 anni, ho avuto i miei primi pensieri suicida intorno ai 13/14 anni, non ho mai avuto un bel rapporto con i miei genitori, potrei dire quasi inesistente, in più non sono mai andato benissimo a scuola, non ho mai avuto voglia di studiare e tutt'ora che sono all'università la cosa non è cambiata. Ritornando al punto vedevo quei miei pensieri suicida come una cosa passeggera, nonostante mi sia sempre visto come un fallito, in quanto qualunque cosa facessi o provassi, dalle cose più stupide a quelle un po' più serie, fallivo miseramente nonstante ci provassi più volte mentre vedevo le persone intorno a me anche le più incapaci avere molte meno difficoltà nel prendere la mano, quest'ultimo insieme al rapporto con i miei genitori credo(credo perchè non ne sono sicuro ma è il ragionamento più logico) mi abbiano portato appunto ad una specie di depressione con pensieri suicida, ma ripeto per erano solo una fase adolescenziale, anche perchè uscivo e mi frequentavo tranquillamente con i miei amici, avevo diversi momenti di felicità, non diedi troppo peso. Crescendo quella tristezza interiore passò, ciò che non passò mai furono i pensieri suicida che erano diventati delle vocine lievi ( non che sentissi davvero le voci, nel caso qualcuno pensi che io sia schizofrenico) piano piano negli anni si intensificarono sempre di più e quella che prima era tristezza/depressione(ma non sono sicuro si possa chiamare realmente depressione) era diventata apatia, ma di questo mi resi conto solo poco tempo fa quando iniziai a ripensare ed analizzare il più oggettivamente la mia vita. Crebbi in questa situazione fino ai 18 anni finchè in quarta superiore in procinto di essere bocciato(di nuovo) si presentò a scuola l'opportunità di fare delle sedute con una psicologa, era un'opportunità data per quelle persone che magari non potevano permettersi le sedute direttamente in studio dallo psicologo e che magari avevano bisogno di parlare con qualcuno che fosse in grado di dare un aiuto. Decisi di andare a parlare e mi fece ragionare un po' sulla mia vita, mi aiutò molto mi diede una carica, capìì che non dovevo studiare per gli altri ma per me stesso, che dovevo avere degli obbiettivi nella vita da perseguire e lottare per quegli obiettivi, mi sentivo potentissimo, non vedevo l'ora di andare all'università per studiare le lingue, una materia che mi era sempre piaciuta nonostante alle superiori non la studiai mai seriamente. Quei pensieri erano finalmente finiti, ma per poco, fin quando non affrontai la realtà dei fatti, nonostante ci fossero alcune cose che volessi fare mi mancava la voglia, non avevo voglia di fare nulla, nemmeno le cose che un minimo di mi interessavano, e la situazione ad oggi è la stessa. Capì che ciò verso cui provavo interesse in realtà non mi interessavano davvero più di tanto, erano dei piaceri che la mia testa aveva creato perchè, in un determinato momento, sentivo il bisogno di avere qualcosa che mi piacesse quando in realtà io ero e sono tutt'ora disinteressato a tutto e ho continuato fino ad oggi a scoprire la mia apatia verso tutto ciò che mi circonda, ho scoperto che non provo nulla verso la mia famiglia(nonostante non abbia mai avuto un rapporto con loro se non di rabbia e al tempo odio immaturo, crescendoci insieme un minimo un sentimento affettivo di qualche tipo lo dovrei provare), verso i miei amici, quest'ultimi sempre stati importantissimi, almeno secondo la mia testa. Sono cresciuto con l'ideale di amico come persona più importante di tutti, l'amico ci sarà sempre e non ti tradirà mai, e così è stato, mi sono costruito una persona e un comportamento intorno a questo ideale, mi sono fatto diversi amici crescendo e posso affermare che sono tutte bravissime persone, begli amici nonostante i difetti, sopratutto 2 persone con cui sono realmente cresciuto insieme da quando sono nato, sempre stati inseparabili, sono delle persone che hanno fatto tanto per me nonostante io abbia fatto molto meno per loro, hanno fatto tanti sacrifici per me e infatti li ho sempre considerati come 2 fratelli, "la famiglia che non ho mai avuto".. tutti questo per dirvi che sono giunto alla conclusione che a me di loro non frega assolutamente nulla ma non perchè sono egoista, proprio non riesco a provare emozioni o sentimenti (ripeto tutti quelli che ho provato erano fittizi), quando loro sono stati tristi io c'ero perchè nella mia testa dovevo esserci, ma non potevo fare nulla per loro, non riuscivo a provare una minima sensazione di tristezza verso di loro o per loro, stessa situazione quando erano felici per qualcosa, ero li con loro a festeggiare e fare i complimenti, ma dentro di me non provavo nessuno sentimento, il nulla più assoluto, questo vale per tutte le altre persona ovviamente, ci ho pensato e ripensato molte volte, e se mai dovessero scomparire dalla mia vita io probabilmente non batterei ciglio, se dovessero morire proverei dispiacere per le loro morti in quanto esseri umani non in quanto persone legate a me. Questo sentimento di nulla vale per tutto ciò che si trova nella mia vita, dalle cose più piccole, come possono essere i cibi (ogni volta che provo un cibo la mia reazione è: non mi piace oppure se ha un sapore buono non mi fa impazzire, una pasta in un determinato modo per me vale quanto una fettina di pollo), la musica (la musica mi piace e non mi piace allo stesso tempo, ascolto canzoni molto a caso, non ho un genere e nessuna mi fa impazzire, mi stanco molto facilmente), i videogiochi (ho sempre videogiocato fin da bambino, ma solo perchè non avevo nient altro da fare, è diventata un'abitudine, anche se devo essere sincero, alcuni giochi un minimo mi stuzzicano e mi fanno provare di più di quella sensazione piatta), sport e così via fino appunto alle cose più serie come gli obbiettivi di vita e le relazioni sociali, come se non bastasse a questo si aggiunge la voglia, non ho mai avuto voglia di fare niente, nemmeno le cose che un minimo mi destano interesse come appunto ho detto prima i videogiochi, se ci gioco è perchè è l'ultima cosa da fare, ci sono tanti film, serie tv e anime che vorrei vedere, mi manca la voglia di stare li a guardarli, mi piacerebbe andare a correre e fare kick boxing (una delle poche cose che diciamo "smuove" questa mia apatia) ma non ho voglia, ma nonostante io mi penta continuamente perchè nella mia testa avrei dovuto fare questo, quello e quell'altro, continuo a rimanere uguale continuo a non avere voglia di fare nulla e a non avere voglia di combattere la mia "non voglia". Così arriviamo ad oggi dove i pensieri suicida sono fortissimi, ma non sono dati dalla mia emotività, in parte si perchè desidero scappare dalla vita e da me stesso, ma da un ragionamento logico: in vita non ci faccio nulla, non ho obiettivi, non ho gusti e anche se fosse non ho la voglia, non ho persone nella mia vita perchè quelle che ho tengono a me ma io non provo nulla per loro, perchè dovrei vivere una vita che non mi piace, una vita che non mi fa sentire vivo qualunque cosa io faccia, ma sopratutto nella vita ci sono persone vorrebbero dare il massimo se potessero ma non possono, non ne hanno la possibilità, io le ho ma non le sfrutto, non ne sono in grado ne ho la forza e la voglia di farlo, da questo punto di vista la mia vita è un insulto verso loro. Sinceramente non è la morte in se che cerco, ma il totale annullamento di me stesso, della mia coscienza, se ci fosse un modo per esempio mi addormenterei per sempre oppure cancellerei la mia stessa memoria per reiniziare da 0(anche se zero non è), ma non credo esistano, e l'unico modo perchè io cambi idea sul togliermi la vita è se esiste un telecomandino(o comunque un modo a me accessibile) nel quale premo un tasto e 'zac' provo delle emozioni, ho voglia di fare qualcosa, ma dubito fortemente possa esistere, credo che nemmeno uno psicologo abbia la bacchetta magica. Mi ritrovo qua, non a chiedere aiuto, ma a sentire il parere di qualche estraneo sulla mia situazione, se davvero secondo voi vale la pena vivere una vita di nulla, una vita che equivale al non vivere, ma non solo, sentivo anche il bisogno di raccontare in qualche modo(anche con probabili errori grammaticali e/o sintattici) a qualcuno che leggerà questa situazione, non avevo seriamente nessun altro, sto valutando l'opzione dello psicologo, ma è difficile, i soldi mancano, è molto probabile i miei genitori non sborseranno per questo tipo di cose, con gli altri parenti ho ancora meno confidenza e rapporti.. grazie per chi ha letto fin qua
p.s: ho dimenticato di scrivere pure che non sono una persona molto intelligente, ho sempre avuto difficoltà con tutto, ho poca memoria, sono molto lento a capire le cose, se non sono frasi molto elementari devo rileggere o farmele ripetere più volte prima che io capisca cosa significhi e riesca a contestualizzare, per esempio quando discuto mi capita se sto parlando che dimentichi cosa volessi dire o mi perda in altre cose, devo farmi ripetere più volte la stessa cosa prima che io capisca cosa l'altro interlocutore voglia dirmi, la stessa cosa quando studio, diverse frasi devo leggerle più volte prima per capire la grammatica della frase, quindi quale parola si collega ad un'altra parola, quale frase subordinata si collega ad una principale, e solo dopo devo rileggere per capire quale sia il significato, quindi mi per arrivare a capire magari 3 o 4 frasi devo rileggermele 6/7 volte, mentre per memorizzare e saper esporre altre 5 o 6 letture e ripetere uguale 4 o 5 volte, questo ovviamente rallenta lo studio perchè se mi metto a studiare alle 4 e finisco alle 8 arrivo a fare 5/6 pagine, ma nonostante ciò il giorno dopo capita che molte cose già studiate non le ricordi più.. non sto dicendo questo per vittimismo e per essere compatito, ma come aggiunta a quello che ho scritto prima, una persona come con tutti i miei problemi, magari per magia inizio a provare qualcosa e mi viene pure voglia però sono fermato dalle mie capacità mentali in cui se devo studiare un libro per un esame , tra mattina e sera vado avanti di 8 pagine al giorno e il libro è da 300 pagine, con il rischio ripeto che le cose precedentemente studiate vengano dimenticate.. vorrei fare i test per sapere se ho qualche dsa, se sono ritardato o qualunque altra cosa, giusto per curiosità
Vi racconto un po' del perché di questo post: cerco di restare il più anonimo possibile ma alcune informazioni ve le devo dare, fra 20 giorni circa faccio 22 anni, ho avuto i miei primi pensieri suicida intorno ai 13/14 anni, non ho mai avuto un bel rapporto con i miei genitori, potrei dire quasi inesistente, in più non sono mai andato benissimo a scuola, non ho mai avuto voglia di studiare e tutt'ora che sono all'università la cosa non è cambiata. Ritornando al punto vedevo quei miei pensieri suicida come una cosa passeggera, nonostante mi sia sempre visto come un fallito, in quanto qualunque cosa facessi o provassi, dalle cose più stupide a quelle un po' più serie, fallivo miseramente nonstante ci provassi più volte mentre vedevo le persone intorno a me anche le più incapaci avere molte meno difficoltà nel prendere la mano, quest'ultimo insieme al rapporto con i miei genitori credo(credo perchè non ne sono sicuro ma è il ragionamento più logico) mi abbiano portato appunto ad una specie di depressione con pensieri suicida, ma ripeto per erano solo una fase adolescenziale, anche perchè uscivo e mi frequentavo tranquillamente con i miei amici, avevo diversi momenti di felicità, non diedi troppo peso. Crescendo quella tristezza interiore passò, ciò che non passò mai furono i pensieri suicida che erano diventati delle vocine lievi ( non che sentissi davvero le voci, nel caso qualcuno pensi che io sia schizofrenico) piano piano negli anni si intensificarono sempre di più e quella che prima era tristezza/depressione(ma non sono sicuro si possa chiamare realmente depressione) era diventata apatia, ma di questo mi resi conto solo poco tempo fa quando iniziai a ripensare ed analizzare il più oggettivamente la mia vita. Crebbi in questa situazione fino ai 18 anni finchè in quarta superiore in procinto di essere bocciato(di nuovo) si presentò a scuola l'opportunità di fare delle sedute con una psicologa, era un'opportunità data per quelle persone che magari non potevano permettersi le sedute direttamente in studio dallo psicologo e che magari avevano bisogno di parlare con qualcuno che fosse in grado di dare un aiuto. Decisi di andare a parlare e mi fece ragionare un po' sulla mia vita, mi aiutò molto mi diede una carica, capìì che non dovevo studiare per gli altri ma per me stesso, che dovevo avere degli obbiettivi nella vita da perseguire e lottare per quegli obiettivi, mi sentivo potentissimo, non vedevo l'ora di andare all'università per studiare le lingue, una materia che mi era sempre piaciuta nonostante alle superiori non la studiai mai seriamente. Quei pensieri erano finalmente finiti, ma per poco, fin quando non affrontai la realtà dei fatti, nonostante ci fossero alcune cose che volessi fare mi mancava la voglia, non avevo voglia di fare nulla, nemmeno le cose che un minimo di mi interessavano, e la situazione ad oggi è la stessa. Capì che ciò verso cui provavo interesse in realtà non mi interessavano davvero più di tanto, erano dei piaceri che la mia testa aveva creato perchè, in un determinato momento, sentivo il bisogno di avere qualcosa che mi piacesse quando in realtà io ero e sono tutt'ora disinteressato a tutto e ho continuato fino ad oggi a scoprire la mia apatia verso tutto ciò che mi circonda, ho scoperto che non provo nulla verso la mia famiglia(nonostante non abbia mai avuto un rapporto con loro se non di rabbia e al tempo odio immaturo, crescendoci insieme un minimo un sentimento affettivo di qualche tipo lo dovrei provare), verso i miei amici, quest'ultimi sempre stati importantissimi, almeno secondo la mia testa. Sono cresciuto con l'ideale di amico come persona più importante di tutti, l'amico ci sarà sempre e non ti tradirà mai, e così è stato, mi sono costruito una persona e un comportamento intorno a questo ideale, mi sono fatto diversi amici crescendo e posso affermare che sono tutte bravissime persone, begli amici nonostante i difetti, sopratutto 2 persone con cui sono realmente cresciuto insieme da quando sono nato, sempre stati inseparabili, sono delle persone che hanno fatto tanto per me nonostante io abbia fatto molto meno per loro, hanno fatto tanti sacrifici per me e infatti li ho sempre considerati come 2 fratelli, "la famiglia che non ho mai avuto".. tutti questo per dirvi che sono giunto alla conclusione che a me di loro non frega assolutamente nulla ma non perchè sono egoista, proprio non riesco a provare emozioni o sentimenti (ripeto tutti quelli che ho provato erano fittizi), quando loro sono stati tristi io c'ero perchè nella mia testa dovevo esserci, ma non potevo fare nulla per loro, non riuscivo a provare una minima sensazione di tristezza verso di loro o per loro, stessa situazione quando erano felici per qualcosa, ero li con loro a festeggiare e fare i complimenti, ma dentro di me non provavo nessuno sentimento, il nulla più assoluto, questo vale per tutte le altre persona ovviamente, ci ho pensato e ripensato molte volte, e se mai dovessero scomparire dalla mia vita io probabilmente non batterei ciglio, se dovessero morire proverei dispiacere per le loro morti in quanto esseri umani non in quanto persone legate a me. Questo sentimento di nulla vale per tutto ciò che si trova nella mia vita, dalle cose più piccole, come possono essere i cibi (ogni volta che provo un cibo la mia reazione è: non mi piace oppure se ha un sapore buono non mi fa impazzire, una pasta in un determinato modo per me vale quanto una fettina di pollo), la musica (la musica mi piace e non mi piace allo stesso tempo, ascolto canzoni molto a caso, non ho un genere e nessuna mi fa impazzire, mi stanco molto facilmente), i videogiochi (ho sempre videogiocato fin da bambino, ma solo perchè non avevo nient altro da fare, è diventata un'abitudine, anche se devo essere sincero, alcuni giochi un minimo mi stuzzicano e mi fanno provare di più di quella sensazione piatta), sport e così via fino appunto alle cose più serie come gli obbiettivi di vita e le relazioni sociali, come se non bastasse a questo si aggiunge la voglia, non ho mai avuto voglia di fare niente, nemmeno le cose che un minimo mi destano interesse come appunto ho detto prima i videogiochi, se ci gioco è perchè è l'ultima cosa da fare, ci sono tanti film, serie tv e anime che vorrei vedere, mi manca la voglia di stare li a guardarli, mi piacerebbe andare a correre e fare kick boxing (una delle poche cose che diciamo "smuove" questa mia apatia) ma non ho voglia, ma nonostante io mi penta continuamente perchè nella mia testa avrei dovuto fare questo, quello e quell'altro, continuo a rimanere uguale continuo a non avere voglia di fare nulla e a non avere voglia di combattere la mia "non voglia". Così arriviamo ad oggi dove i pensieri suicida sono fortissimi, ma non sono dati dalla mia emotività, in parte si perchè desidero scappare dalla vita e da me stesso, ma da un ragionamento logico: in vita non ci faccio nulla, non ho obiettivi, non ho gusti e anche se fosse non ho la voglia, non ho persone nella mia vita perchè quelle che ho tengono a me ma io non provo nulla per loro, perchè dovrei vivere una vita che non mi piace, una vita che non mi fa sentire vivo qualunque cosa io faccia, ma sopratutto nella vita ci sono persone vorrebbero dare il massimo se potessero ma non possono, non ne hanno la possibilità, io le ho ma non le sfrutto, non ne sono in grado ne ho la forza e la voglia di farlo, da questo punto di vista la mia vita è un insulto verso loro. Sinceramente non è la morte in se che cerco, ma il totale annullamento di me stesso, della mia coscienza, se ci fosse un modo per esempio mi addormenterei per sempre oppure cancellerei la mia stessa memoria per reiniziare da 0(anche se zero non è), ma non credo esistano, e l'unico modo perchè io cambi idea sul togliermi la vita è se esiste un telecomandino(o comunque un modo a me accessibile) nel quale premo un tasto e 'zac' provo delle emozioni, ho voglia di fare qualcosa, ma dubito fortemente possa esistere, credo che nemmeno uno psicologo abbia la bacchetta magica. Mi ritrovo qua, non a chiedere aiuto, ma a sentire il parere di qualche estraneo sulla mia situazione, se davvero secondo voi vale la pena vivere una vita di nulla, una vita che equivale al non vivere, ma non solo, sentivo anche il bisogno di raccontare in qualche modo(anche con probabili errori grammaticali e/o sintattici) a qualcuno che leggerà questa situazione, non avevo seriamente nessun altro, sto valutando l'opzione dello psicologo, ma è difficile, i soldi mancano, è molto probabile i miei genitori non sborseranno per questo tipo di cose, con gli altri parenti ho ancora meno confidenza e rapporti.. grazie per chi ha letto fin qua
p.s: ho dimenticato di scrivere pure che non sono una persona molto intelligente, ho sempre avuto difficoltà con tutto, ho poca memoria, sono molto lento a capire le cose, se non sono frasi molto elementari devo rileggere o farmele ripetere più volte prima che io capisca cosa significhi e riesca a contestualizzare, per esempio quando discuto mi capita se sto parlando che dimentichi cosa volessi dire o mi perda in altre cose, devo farmi ripetere più volte la stessa cosa prima che io capisca cosa l'altro interlocutore voglia dirmi, la stessa cosa quando studio, diverse frasi devo leggerle più volte prima per capire la grammatica della frase, quindi quale parola si collega ad un'altra parola, quale frase subordinata si collega ad una principale, e solo dopo devo rileggere per capire quale sia il significato, quindi mi per arrivare a capire magari 3 o 4 frasi devo rileggermele 6/7 volte, mentre per memorizzare e saper esporre altre 5 o 6 letture e ripetere uguale 4 o 5 volte, questo ovviamente rallenta lo studio perchè se mi metto a studiare alle 4 e finisco alle 8 arrivo a fare 5/6 pagine, ma nonostante ciò il giorno dopo capita che molte cose già studiate non le ricordi più.. non sto dicendo questo per vittimismo e per essere compatito, ma come aggiunta a quello che ho scritto prima, una persona come con tutti i miei problemi, magari per magia inizio a provare qualcosa e mi viene pure voglia però sono fermato dalle mie capacità mentali in cui se devo studiare un libro per un esame , tra mattina e sera vado avanti di 8 pagine al giorno e il libro è da 300 pagine, con il rischio ripeto che le cose precedentemente studiate vengano dimenticate.. vorrei fare i test per sapere se ho qualche dsa, se sono ritardato o qualunque altra cosa, giusto per curiosità