Pulsione di Morte

Basta conoscere appena più in profondità un qualsiasi essere umano per accorgersi che,obbiettivamente,tutti stanno fronteggiando quotidianamente la sofferenza.Certo, per chi non si pone grossi quesiti e con chi la vita è stata abbastanza magnanima da non rendere il percorso particolarmente travagliato,il dolore ha una forma "comune",una risposta immediata ad un evento,scevro dall'insensatezza del quadro complessivo che è la vita ma è comunque presente.Poi c'è chi di domande se ne fa,e abbraccia la religione come risposta ad ogni incognita,immolandosi per essa auto-celebrando la proprio sopportazione da martire in favore di una miglior vita in Paradiso.Chi se le pone , ma non accetta le risposte e gode dell'invidiabile capacità di auto-illudersi negando l'evidenza.L'unica verità è che ogni nostra azione è destinata a perdersi nel tempo,e a perdere di conseguenza il suo significato.Che la natura ha ingannato l'uomo dall'alba dei tempi,favorendo la sopravvivenza di quest ultimo tramite processi biochimici utili a mascherare l'insignificanza di ogni nostro gesto dietro un'emozione piacevole (basta pensare alla riproduzione).Un dolore costante anestetizzato da qualche sporadica scarica di dopamina. Perchè? In fondo siamo passati da uno stato di non esistenza , all'anomalia che è la vita, per un microscopico periodo di tempo in relazione all'infinito,salvo poi tornare di nuovo alla non esistenza (?).In confronto alla non esistenza o ad una qualsivoglia esistenza post morte,ben più allettante dei nostri anni terrestri,l'atto volontario della nostra morte è la più alta forma di consapevolezza e controllo del nostro destino.