Stufo di vivere

A 19 anni e mi sento costantemente un verme e un parassita. Il suicidio è l'unico modo per fare qualcosa di buono per me e per gli altri, ma purtroppo non ho la minima idea di come poter perdere la vita, non conosco luoghi appartati alti da cui possa buttarmi. Il mio problema principale è che non ho la minima idea di come rivendermi al mercato del lavoro. Mai avuta grande passione nè capacità per lo studio perchè ho scarsissime doti di ragionamento e nel mantenere alta la concentrazione, mai avuta una buona manualità, ho scarsissima forza fisica e resistenza allo stress per dei lavori da fabbrica, e soffro sin da bambino di ipersensibilità: alle critiche, allo stare al centro dell'attenzione, alle situazioni di pressione, e probabilmente anche questo mi ha portato ad avere quasi zero interessi nella vita dai quali potrei prendere spunto per iniziare a costruirmi dei progetti sul quale delineare la mia vita professionale: aldifuori della passeggiatina di un'oretta fuori casa, ogni volta che metto piede fuori da casa in fare qualsiasi attività ho sempre provato disinteresse, noia, e così molto spesso ho campato d'inerzia; i videogiochi e poi il cellulare mi hanno fatto evadere dalla noia cotninua per tutti questi anni; sono parecchio permaloso e ho l'incazzo facile, quindi la maggior parte degli scambi che ho con altre persone mi provocano solo rabbia, senso di inferiorità, impotenza. Sono sicuro che questo sia semplicemente il mio modo d'essere perchè ne ho sempre sofferto. Attualmente, mi vergogno molto a dirlo, sto al primo anno di università e ho un rendimento disastroso. Voglio porre fine alla mia vita per non essere più un peso economico per i miei genitori. Saranno traumatizzati dalla mia morte, vero, ma diciamoci la verità: soffrirebbero di più a non avere più un figlio o a doverlo mantenere per sempre portandosi appresso la vergogna? Se morissi non penserebbero a cosa sarebbe successo se fossi rimasto vivo. Non me ne frega nulla nè di fare passeggiate all'aria aperta, nè di fare uno sport, nè di prendere un animale domestico per 'non pensarci', la vita è rappresentata per prima da studio/lavoro e poi, se si ha tempo, si pensa al resto. La mia vita ormai gira attorno solo a quello, non esiste nient'altro, non voglio fare altre cose fino a quando non avrò risolto sto maledetto problema. In più, anche se per miracolo trovassi un lavoro che mi permettesse di campare autonomamente, perchè dovrei comunque vivere? Passo costantemente le giornate nel nulla cosmico, avevo 2/3 interessi futili che portavo avanti, li ho quasi tutti abbandonati, inglobati dalla noia, ormai mi compiace solo seguire uno sport in particolare. E credo che incentrare tutta la propria vita privata solo su uno sport (che neanche pratico) sia parecchio squallido. Inoltre non provo affetto verso nessuno, non ho dei 'cari', lo sono solo biologicamente. Mi ripeto costantemente che devo suicidarmi perchè innanzitutto mi faccio schifo, e poi anche perchè trovo che la vita non abbia niente di entusiasmante da regalarmi, ne sono scocciato. La vita è piena di povertà, insoddisfazione, frustrazione, e gente di m... o che mi provoca indifferenza. Mi sono sempre creato illusioni come 'oh questo lavoro potrebbe fare al caso mio' 'in questo Stato vivrei meglio': i lavori sono deleteri o in sè o nel percorso per raggiungerli, e informandomi molto anche gli Stati all'apparenza più efficienti e razionali dei nostri sono ancora più coperti di m... dell'Italia, cosa che fino a qualche mese fa non avrei mai immaginato . Ma veramente vale la pena vivere tutto questo? Possibile che la birretta del fine settimana sia l'unica soddisfazione raggiungibile nella propria vita?