Buonasera a tutti. Anch'io come molti di qui, sto facendo dei pensieri che verrebbero ritenuti "brutti" dalla maggior parte delle persone. Cerco di raccontarvi la mia storia e mi farebbe piacere confrontarmi con chi si trova nella mia stessa situazione difficile.
Ho 40 anni e da 1 annetto mi sono separato dalla mia ex moglie (per sua volontà). Ultimi mesi difficili, pieni di di tentativi di proposte per tornare a stare insieme, sbagli comuni (portare fiori etc...), psicoterapeuta di coppia (per me e poco per lei che ha rinunciato dopo un paio di sedute) e consulente relazionale (solo per me) che consisteva in un percorso capace di portare in primis la tranquillità e raziocinio in me, poi con i giusti strumenti e conoscenze, riapprocciarsi alla ex.... ma niente. Un po' mi sono ricentrato e tolto la disperazione ma poi ricapitano episodi che ti faccio di nuovo scendere giù e quando hai una bambina di 5 anni ed una seprazione consensuale, è difficile.... molto difficile. Ogni 2 giorni vedo mia figlia e i week-end sono alternati.
Con mia figlia ho un rapporto meraviglioso è dir poco, ci capiamo subito, giochiamo, saltiamo, balliamo, parliamo.... il tutto dopo aver finito il mio turno di 8 ore, raccolgo le ultime forze e la prendo dalla madre, la porto al mio paese (una decina di km) e ci divertiamo. Il tutto in 3 ore di tempo ogni 2 giorni. Sono fiero del padre che sono, e che sono diventato grazie anche a questa situazione che mi ha fatto apprezzare tante cose dell'essere genitore.... purtroppo genitore single.
La mia ex mi ha detto che non mi ama più ed è una scelta maturata nei mesi precedenti, un po' per via dei miei comportamenti con cause radicate nel passato (scoperte e direi risolte grazie allo psicoterapeuta), dall'altra, la sua cocciutaggine nel pensare che le cose non si potevano risolvere nemmeno se fossi il miglior uomo al mondo (cose dette prima della separazione).
Inutile dire che mia figlia è la parte che subisce questa separazione, che quando sta con me mi chiede perchè non torniamo tutti e 3 insieme, perchè "mamma" non ti fa tornare a casa, ed altre domande a cui cerco di rispondere in maniera evasiva, in altri casi cambio proprio discorso. Ha 5 anni ma ragiona da far paura... una volta mi ha detto che mamma prima di decidere doveva pensare alle conseguenze...
Il cuore mi si spezza ogni giorno da un anno.... piango spessissimo.... mi basta vedere una famiglia, una bimba, due fidanzati, una pubblicità, un film... vedo ovunque qualcosa che mi porta il pensiero alla testa e mi fa star male.
Dopo qualche mese dallo psicoterapeuta e 1 anno dal consulente relazionale, ho cambiato i miei punti di vista, smussato il mio carattere timido, restio a fare cose che per gli altri erano "normali" e vedo gli altri con altri occhi. Non provo più rancore verso di lei nè provo rabbia ai suoi comportamenti o provocazioni che spesso cerca di lanciarmi contro. Capendo alcuni processi mentali, miei e degli altri, sono riuscito a guardare oltre e a prendere quasi possesso delle mie emozioni spropositate.
Dopo un anno però inizio a vacillare di nuovo, ho stanchezza psicologica e fisica, lei vive sola con mia figlia e io solo a casa. Faccio casa-lavoro (e per fortuna è il mio punto di svago mentale). Sto cercando di comunicare con lei nella maniera più calma e costruttiva possibile per farle capire che le persone possono cambiare davvero e non perchè lo vuole un altro ma per loro stesse.
Mia figlia dice che non è felice, è triste perchè quando sta con me, le manca la mamma e viceversa. Se vede vecchie foto di noi 2 insieme, fa il broncio e piange... mi dice che ha paura che io rimanga per sempre in un'altra casa. Quando chiede alla mamma il perchè di questa situazione, le viene spiegata una favoletta (adatta alla sua età ovvio).
La mia ex è cocciuta davvero ma vorrei cercare di indurle a pensare ad altro, a ricreare una situazione che non sia la stessa passata ma una nuova, con nuove prospettive, con un nuovo me... la amo e amo mia figlia. Rivorrei una famiglia, vedere mia figlia tutto il tempo che ho, fare tante cose con mia moglie/famiglia... potremmo fare davvero tanto.
Sono cose che però richiedono davvero tempo e il modo giusto ed il momento giusto per attuare certi dialoghi/comunicazioni.
Lei lavora fuori città e ci vediamo giusto quei minuti in cui prendo o le lascio la bimba, questo ha dilatato i tempi di queste comunicazioni che vorrei fare...
Ma sto arrivando davvero al limite delle forze. Da fine anno scorso ho iniziato a pensare a farla finita. E quando lo penso, vedo la faccia di mia figlia, e piango... le prime volte è stato così, poi dopo un po' di volte.... nemmeno il suo bel faccino riesce a deviarmi l'idea...
Per questo chiedevo all'inizio se ci fosse qualcuno nella mia stessa situazione con cui confrontarmi, perchè solo chi ha un figlio saprebbe di cosa si prova e a che punto si deve arrivare per ignorare il faccino di un proprio figlio, mettendolo al secondo posto...
grazie