fantasie metodologiche

MyHelp: Forum di mutuo aiuto, di prevenzione del suicidio e di gestione delle crisi.
A volte si pensa di non aver più nulla da perdere, nè più motivi di esistere.
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Messaggioda spectator vitae » 10/10/2013, 20:27



Salve a tutti. Quando, per non dover più aver a che fare con le pesanti questioni legate al vivere, penso di farmi fuori, affinché il pensiero abbia un qualche effetto positivo, devo pensare anche ad un metodo che possa essere da me stesso messo in pratica, non completamente fuori da ogni criterio di realizzabilità futura. Quello su cui fantastico più spesso è il seguente, brevemente esposto da Derek Humphry in un suo libro. Voi cosa ne pensate? Come lo trovate?

<<Assideramento. Un metodo non del tutto bizzarro, e per il quale ho un certo rispetto, è la morte per assideramento in montagna. Chi sceglie questa strada deve conoscere le montagne, essere determinato e avere il coraggio necessario per andare avanti sino alla fine. Deve trovarsi inoltre in condizioni fisiche che gli consentano di affrontare il viaggio. Ho conosciuto alcuni malati terminali che sono saliti al calar del sole sulla loro montagna preferita, accertandosi di superare la linea di congelamento per quel particolare periodo dell’anno. Per evitare che la loro macchina parcheggiata attirasse l’attenzione, hanno raggiunto la località con i mezzi pubblici. Poi, vestiti con abiti leggeri, si sono seduti in un luogo appartato e hanno atteso la fine. “Alcuni mi hanno spiegato che intendevano prendere un tranquillante per accelerare il sonno della morte. Per quello che si sa dell’ipotermia, una volta che il freddo ha raggiunto un certo livello si perde coscienza e la morte dovrebbe sopraggiungere nel giro di poche ore. Ovviamente, se il clima è particolarmente rigido non c’è bisogno di scalare una montagna.
I primi ad applicare questa idea furono gli eschimesi, che usavano i banchi di ghiaccio, e i giapponesi, che scalavano le montagne. Secondo la tradizione giapponese, se una persona non era in grado di scalare la montagna, uno dei figli doveva caricarsela sulle spalle. Va però detto che gli eschimesi praticavano questa forma di eutanasia per eliminare i più vecchi, così che la tribù potesse muoversi abbastanza velocemente attraverso la tundra a caccia del cibo. I giapponesi lo facevano invece in situazioni di miseria. Non penso che questi due popoli ricorrano anche oggi a tale pratica, ma alcuni moderni sostenitori dell’eutanasia hanno adottato questo metodo come il migliore per abbandonare la vita.>>
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Messaggioda chopsuey » 10/10/2013, 20:44



Questo è un metodo che non ho mai preso in considerazione e mai lo farei. Ti ringrazio per avermi fatto scoprire un punto al quale nemmeno il mio autolesionismo arriverebbe: non sopporto il freddo, mi sento assiderare anche quando molti girano ancora con le maniche corte e la sola parola "inverno" basta a farmi rabbrividire e rintanare in un bozzolo di coperte. Quindi no, piuttosto che morire così preferirei vivere (!!!).
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Messaggioda Brain_Failure » 11/10/2013, 18:58



spectator vitae ha scritto:Salve a tutti. Quando, per non dover più aver a che fare con le pesanti questioni legate al vivere, penso di farmi fuori, affinché il pensiero abbia un qualche effetto positivo, devo pensare anche ad un metodo che possa essere da me stesso messo in pratica, non completamente fuori da ogni criterio di realizzabilità futura. Quello su cui fantastico più spesso è il seguente, brevemente esposto da Derek Humphry in un suo libro. Voi cosa ne pensate? Come lo trovate?


Molto bello questo articolo, tuttavia ci sono alcuni punti che , secondo me, la rendono una strategia "di nicchia".

1- Dolore: Il processo di assideramento è molto lento (ovviamente dipende dalla temperatura) perchè il corpo umano è una macchina termica, quindi risponde al freddo producendo calore attraverso le contrazioni muscolari ( i brividi). Inoltre le estremità sono molto più vulnerabili del cervello, per cui si corre il serio rischio di dolori da ischemia ( n.b. il dolore ischemico è tra i più lancinanti esistenti) in quanto nei tessuti si formano dei cristalli di ghiaccio che lacerano i tessuti stessi, ne segue l'attivazione indiscriminata dei nervi periferici che dà un dolore estremo.

2- Affidabilità: da poco ho visto un documentario sull'assideramento, pare che in un discreto numero di casi le persone si siano congelate, ma non siano morte (se non sbaglio il tipo del documentario era un giapponese). Il freddo provocava un tale abbassamento del metabolismo da mantenerle ibernate e vitali...

3- Animali selvatici: c'è sempre la possibilità di essere scovati da qualche lupo o da qualche roditore... immagino che possa capitare anche quando gli arti sono andati, ma la mente è ancora lucida, e morire mentre si è il pasto di un cane non è il massimo.

In definitiva non mi sento di consigliarla.

:cute:
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Messaggioda spectator vitae » 11/10/2013, 20:31



Prove. Ascesa da studiarsi dettagliatamente e da praticarsi più volte nel periodo precedente, in attenta preparazione, con scelta precisa del luogo, ad una quota elevata (a duemila metri o più) e possibilmente isolata e non frequentata (da scimmie e belve - preparare serie di trappole per bloccare le seconde). Prova dei sonniferi. Prova dell'assunzione di antidolorifici (toradol?) con arti bloccati.

Spettacolo. Sonniferi da assumersi opportunamente prima dell'arrivo in quota per favorire la voglia di farsi una lunga dormita (se si sceglie questa via del suicidio, vuol dire che si è proprio stufi di vivere, per periodi che risultano interminabili, e varie ore di eventuale estrema sofferenza, se le cose vanno storte, devono essere contemplate, per poi essere liberi - il costo è alto ma anche il guadagno).

Chi non si suicida comunque morirà, prima o poi, e, velocemente o lentamente, dovrà avere a che fare con un'esperienza dolorosa o fra le più coinvolgenti e sconvolgenti di tutta la vita. In genere si preferisce non pensare a questo: ma in che modo moriremo? Sarà qualcosa di piacevole come nei sogni o di drammatico come nella realtà? In un modo o nell'altro bisogna farlo e non è una passeggiatina, in genere.

Il metodo riportato, dalle nostre parti, è applicabile solo nel periodo invernale (almeno per i posti che ho in mente io).

Se ci sono altri metodi alternativi da suggerire, mi piacerebbe che venissero presentati nel dettaglio, dai diversi "sostenitori" (non rimandando a link o ad altro, ma riportando qui i pezzi o le idee).
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Messaggioda Royalsapphire » 11/10/2013, 23:19



Ciao Spectator vitae. Incisivo il tuo biglietto da visita!!
Potrei sapere a che scopo hai pubblicato questo post, e perché proprio qui su un forum che si oppone all'idea del suicidio?!
Non ti sto richiamando per il tema da te trattato, ma per il motivo del tuo gesto per cui dichiari di voler sentire opinioni in merito alle tecniche da usare in caso di suicidio, motivo che giudico insensato all'interno di questo forum!!
In un forum che cerca di spronarti a vivere non ha senso -se non addirittura controproducente- mettersi a discutere sui vari metodi di suicidio, soprattutto se si va in cerca di, o se si offrono consigli in merito!
Spero che tu abbia capito.


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