Un'insolita faccenda.

MyHelp: Forum di mutuo aiuto, di prevenzione del suicidio e di gestione delle crisi.
A volte si pensa di non aver più nulla da perdere, nè più motivi di esistere.
E' facile pensarlo se non si ha qualcuno con cui confrontarsi. La vita è piena di insidie, ed è facile perdersi. Ma spesso basta una mano per rimettersi in piedi.
Ma questo è anche un forum sulla Morte, il più grande tabù nella storia dell'essere umano, la paura più grande.

Un'insolita faccenda.

Messaggioda MTHC261 » 09/12/2021, 23:05



Vi propongo un topic un po' particolare, forse mai affrontato prima.
Si sente fin troppo spesso parlare di supporto e terapie per attenuare il desiderio di suicidio nei soggetti che hanno tal pensiero in mente.
Ma si è mai provato anche solo a trattare dell'esatto contrario?
Io penso al suicidio da molti anni, circa dall'inizio delle scuole medie.
Nonostante ciò, non mi è mai passato per la testa di tentare, fino all'anno scorso.
Ho tentato per due volte, e poi preparato il tutto per riprovarci altre 3, ma non sono mai riuscito ad andare oltre.
Per quanto sul pratico possa essere vista come una cosa buona, io non me la spiego. E mi crea enorme disgusto.
Non ho più alcun motivo palpabile per voler stare in questo luogo chiamato mondo, e l'ultima cosa che cerco è qualcuno che cerca di convincermi del contrario.
Quel che cerco è proprio un modo per capire se oltre alle autoflagellazioni fisiche e mentali, esistono modi per istigarsi e neutralizzare totalmente la minima volontà di restare tra i vivi.
So che è un argomento delicato come pochi altri, e non mi aspetto comprensione né tantomeno di essere assecondato.
Chiedo solo di evitare di fare discorsi motivazionali al fine di farmi avere ripensamenti. Non è quello che cerco.
Se invece siete disposti ad affrontare l'argomento, potete scrivermi in privato se pensate sia troppo compromettente da affrontare pubblicamente.
Grazie per la lettura.
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Un'insolita faccenda.

Messaggioda Lory White » 10/12/2021, 20:54



Ciao, provo a farti qualche domanda.

Ma se tu per davvero non hai la minima volontà di restare vivo perchè hai bisogno di qualcuno che te la neutralizzi? Forse un pò di volontà di restare al mondo ce l'hai, altrimenti non mi spiego questa esigenza.

Tu dici anche che NON HAI PIU' alcun motivo palpabile per restare al mondo... perchè prima di perderlo ce lo avevi?
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Messaggioda MTHC261 » 10/12/2021, 23:14



Lory White ha scritto:Ciao, provo a farti qualche domanda.

Ma se tu per davvero non hai la minima volontà di restare vivo perchè hai bisogno di qualcuno che te la neutralizzi? Forse un pò di volontà di restare al mondo ce l'hai, altrimenti non mi spiego questa esigenza.

Tu dici anche che NON HAI PIU' alcun motivo palpabile per restare al mondo... perchè prima di perderlo ce lo avevi?


La prima è una domanda molto interessante.
Sto cercando tutt'ora di trovare una risposta, perché lo trovo inspiegabile. È come se fosse una decisione che va oltre le mie potenzialità. Il mio pensiero cosciente è quello di desiderare ardentemente di andarmene, ma oltre c'è qualcosa che mi toglie la determinazione necessaria per arrivare a farlo davvero.
Dal momento che a seguito di molte esperienze e diversi ragionamenti ho realizzato che almeno per me la vita sarebbe solo una serie di "accontentarsi", dato che non posso aspettarmi di poter stare veramente bene. È difficile anche solo crearne la base per ciò, mentre con un niente può crollare anche un grattacielo, e dover sopportare la propria negatività alimentata da anni di abusi e un profondo sviluppo del pessimismo, la mia logica mi dice senza ombra di dubbio che non vale la pena neppure alleggerirsi e provare a considerare solo le cose buone. Non lo potranno mai essere abbastanza per fare pensare che vale la pena tirare avanti. Eppure sono ancora qua, e la cosa mi crea risentimento verso quel me stesso irraggiungibile ma che si fa sentire per impedirmi di scegliere la via dell'eterna libertà.

Per quanto riguarda la seconda, prima ero abituato a pensare che la mia esistenza fosse superflua, e per quanto consumasse dall'interno con un dolore costante e crescente, mi ero convinto che era il destino che mi era toccato.
Poi in seguito qualcosa è cambiato, e dopo aver fatto appello a tutte le mie forze che sono sempre state soffocate dagli eventi esterni, ho avuto modo di comprendere cosa significa essere considerato umano pari agli altri, senza essere da meno.
Fino al momento in cui all'improvviso la cosa è cessata e sono tornato ad essere considerato come qualcuno che può essere perduto senza troppi pentimenti, da meno rispetto ad altre persone anche sconosciute nonostante i lunghi anni passati insieme. E ormai non mi resta più la forza di tentare di cercare la felicità che credevo di aver trovato, e anche il tempo inizia a dire la sua.
Il mio resoconto resta che non vale la pena aspettarsi di stare bene quando è una continua lotta e la perdita può arrivare in qualunque momento e senza preavviso.

Anche se sono stato molto distaccato con questo discorso, spero di essermi fatto capire quanto basta.
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