Pensiero sulla morte

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A volte si pensa di non aver più nulla da perdere, nè più motivi di esistere.
E' facile pensarlo se non si ha qualcuno con cui confrontarsi. La vita è piena di insidie, ed è facile perdersi. Ma spesso basta una mano per rimettersi in piedi.
Ma questo è anche un forum sulla Morte, il più grande tabù nella storia dell'essere umano, la paura più grande.

Pensiero sulla morte

Messaggioda Massimiliano89 » 29/03/2022, 13:02



L'idea di morire spesso mi affascina, ma viste le mie credenze spirituali e tutto ciò che ho appreso dalla filosofia orientale, so che se uccidessi me stesso, ci saranno ripercussioni.
Perciò a volte vivo nel tormento di non poter morire di mia iniziativa.
Qualcuno di voi è combattuto dall'idea di voler morire ma non riuscendo a farlo?
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Messaggioda Ātman » 29/03/2022, 13:45



Credo che bisognerebbe trasformare il desiderio di morte in aspirazione alla trascendenza (se naturalmente si crede in qualcosa che esista "oltre"). È un cammino, però, che richiede una dedizione completa. Non basta un vago scontento o fastidio di vivere.
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Messaggioda TheDarkKnight » 29/03/2022, 14:18



Certamente, senza alcun sacrificio (che potrebbe in parte giustificarlo) la filosofia orientale si pone come un freno al completamento di ciò che pensiamo sia il nostro misero destino. Prima di studiarne un pochino ciò che mi allontanava dal pensiero suicida era da una parte la speranza che le cose potessero migliorare, dall'altra la responsabilità nei confronti di chi restava, ritengo comunque che un estremo dolore fisico potrebbe far vacillare qualsiasi fede o filosofia alla quale ci siamo avvicinati. Resta in me un vago sentore che si tratti di un premio e che sia tutto da guadagnarselo.
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“Con suo disappunto, non poter scegliere il proprio percorso è la triste condizione dell’uomo. Gli è solo dato di scegliere come atteggiarsi quando il destino chiamerà sperando che non gli manchi il coraggio di rispondere”.

"...tu per loro sei solo un mostro come me..."

"Sono cambiato, mi sono abituato, sono un sopravvissuto."

"Se Dio non può sconfiggere il male allora non è onnipotente,
Se può sconfiggerlo e non vuole farlo allora Dio è malvagio,
Se invece non vuole e non può farlo allora perché chiamarlo Dio???"


"Ho provato a essere come loro. A vivere come loro. Ma finisce sempre nello stesso modo.Mi hanno portato via tutto."

"Combattere per sopravvivere, come se foste già morti; lottare per la vittoria, come se foste già sconfitti"

Se la vita è un dono perché ne pago io il prezzo?

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Messaggioda VeraVita » 29/03/2022, 18:56



Massimiliano89 ha scritto:L'idea di morire spesso mi affascina, ma viste le mie credenze spirituali e tutto ciò che ho appreso dalla filosofia orientale, so che se uccidessi me stesso, ci saranno ripercussioni.
Perciò a volte vivo nel tormento di non poter morire di mia iniziativa.
Qualcuno di voi è combattuto dall'idea di voler morire ma non riuscendo a farlo?


Si, quando ero adolescente cioè fino ai 16 anni avevo il desiderio di morire. Perchè non andavo bene a scuola. O, comunque, non andavo bene, come avevo desiderato. Inoltre, non mi piacevo esteticamente. L'ultima volta tentai di uccidermi tagliandomi le vene, ma non ci riuscii. Per spronarmi ad uccidermi, mi ero anche tagliata i capelli a zero. Ma, niente. Nessuna di queste cose mi uccise. D'allora capii che quando si hanno dei problemi e non si dà un senso positivo a ciò che ci accade non solo fa male a noi e si paga anche con gli interessi le scelte sbagliate, ma compresi anche, che si aumentano solo i problemi facendo così. Per questo decisi di allontanare via i problemi e di non buttarmi più così nelle situazioni. Però, sai. Non sono completamente onesta. Perchè purtroppo ho compiuto sempre degli errori, nella mia vita. A volte pensavo che era la decisione giusta ma con il senno del poi, mi sono solo resa conto che la vita ti sfida continuamente.
Io non lo so, se esiste davvero una seconda vita, la reincarnazione e via discorrendo. Di certo, c'è qualcosa di più grande e più forte di noi.
Questo lo so. Però, al momento, voglio godermi la vita al massimo ed essere grata per quello che ho.
Quando sarà ci penserò meglio e la vita mi darà le risposte che cerco ma al momento voglio vivere al meglio.
Buone cose
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Messaggioda Lory White » 29/03/2022, 21:34



Il suicidio tradisce la propria nascita a questa vita. Non è questione di credere o meno a qualche filosofia esotica. E comunque chiunque si occupi seriamente spiritualità, in occidente come in oriente, non per credenza ma per esperienza diretta, sa queste cose. Poi per carità esiste la libertà e secondo me invece di annunciare il proprio suicidio sarebbe ora di affrontare se si vuole veramente farlo oppure no. Qualunque forma di spiritualità seria sa che bisogna farsi carico di sé stessi.
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Messaggioda Eliminato » 29/03/2022, 22:17



Amo la mia vita e ora come ora non vorrei mai morire, ma accetto piuttosto placidamente l'idea che prima o poi tutti spariremo. Alla luce di ciò, risulto molto ambivalente ascoltato o letto dall'esterno, questo perché parlo con disinvoltura della morte. Sono pure del parere che non per tutti sia un dovere vivere a ogni costo, quindi comprendo chi sinceramente pensa spesso alla propria fine, perché ci sono passato anche io in tempi duri e pieni di sofferenze indicibili. Morte significa riposo eterno, a volte addirittura pace in libertà. Sono pro-eutanasia e a favore del suicidio assistito. Penso poi pure che, se mi dicessero di avere un male incurabile in stadio gravissimo, per quanto io ami la mia vita farei di tutto per chiuderla a modo mio decidendo per me stesso quando e come. Ho risposto al thread? Non lo so, volevo però aprirmi sul tema. Grazie, dunque, per l'occasione :)
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Messaggioda Gattanera20 » 30/03/2022, 6:46



Se uno lo volesse davvero fare basterebbe andare in un posto ghiacciato, coricarsi sulla neve e addormentarsi. Oppure buttarsi a mare, nel lago, in un fiume. La verità è che spesso si pensa alla mortesolo perchè non si sa come affrobtare la vita. A non mi attira morire ma sparire. Sparire. Non avere più nome, obblighi, regole, viverr per strada. A volte mi chiedo se siano più liberi coloro che non devono dimostrare nulla a nessuno. Una volta lessi un libro di un tipo che eradiventato homeless e si sentiva felice. Aveva abbandonato una vita in ufficio, famiglia e tutto. Poi lessi di Paul Gauguin che aveva lasciato moglie e figli per andare a dipingere in un'isola pienadi gente ancora non civilizzata. Ecco, uscire dalla società, forse questo è un morire per gli altri erinascere perse stessi. Rinnegare tutto quello cbe ci hanno inculcato fin da bambini: cresci, studia, lavora, compra, fai debiti, disperati. Insomma, le regoledi questa società sono contro la vera vita.
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Messaggioda Apprendista » 30/03/2022, 8:46



L'avrei fatto un sacco di volte, se fosse stato semplice, che ne so, come premere un bottone o bere un bicchiere di qualche veleno che ti fa semplicemente addormentare.
Tuttavia mi sento anche tremendamente in colpa ogni volta che faccio questo pensiero, non per la violazione di qualche presunta legge che dovrebbe condannare il gesto, ma perché toglierei la possibilità definitivamente in questa vita, alla mia anima sofferente di trovare un po' di felicità, forse, in un futuro.
è solo verso la mia anima che sento di avere delle responsabilità, del resto poco mi importa.
Purtroppo davanti al dolore estremo psicologico, non riesco a resistere al desiderio di pensarlo come soluzione, il ché fa di me un ipocrita, considerando quanto ho appena scritto, ma almeno sono ipocrita in buona fede...
La verità è che se uno ha dei desideri innocenti e ingenui che desidera perseguire per la propria felicità, dovrebbe tentare di farlo a qualsiasi costo, anche a quello di infliggersi le peggiori ferite all'ego, rinunciare alle convinzioni che lo fanno sentire protetto, rinunciare addirittura a certi lati del proprio carattere.
La realtà è che è troppo difficile per la maggior parte delle persone, a volte mancano le risorse, materiali e mentali, a volte manca la forza, quindi per chi non è capace di fare una cosa del genere e decide di suicidarsi, ho solo grande empatia.
Credo che quando si arrivi a fare un gesto del genere, si abbiano spese tutte le proprie possibilità di reazione.
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Messaggioda Hystèria » 31/03/2022, 10:59



La morte affascina anche me ma non in quel senso. Cerco di vivere la morte come una positiva e inevitabile scadenza. Il sapere che c'è mi sprona a vivere al meglio, rimango dell'idea che per morire c'è sempre tempo, per vivere non è mai abbastanza.
Non ho mai pensato concretamente al suicidio neanche nei miei periodi più bui né ho mai tentato di far nulla. Farmi del male fisicamente non se ne parla. Odio il dolore fisico, già soffro di mio figuriamoci se voglio provare ulteriore dolore.
Voglio che il dolore finisca ma non a discapito della mia stessa vita. La morte porta pace? E che senso ha, è una pace che non ti puoi godere...In più non sono credente e non ho alcuna aspirazione per il dopo. Vedo solo un buco nero, il nulla più assoluto. Quindi mi viene naturale scegliere la vita e la sofferenza piuttosto che il nulla assoluto che poi mentalmente neanche riesco a concepirlo e la cosa mi inquieta oltre modo.
Vivendo hai sempre l'occasione di fare qualcosa, che sia giusto o sbagliato. Se sei morto è game over.
Nah, il dolore fa parte della vita e di me ormai. E' una convivenza che mi manda fuori di testa e mi priva di molta felicità e appagazioni, ma almeno ha sempre qualcosa da insegnarmi. Il mondo ha bisogno di persone sensibili ed empatiche, non ce ne sono mai abbastanza, e sfortunatamente (o fortunatamente) il dolore è un bravo alleato in questo.
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Citazione: “Nel profondo dell'inverno, ho infine imparato che vi era in me un'invincibile estate.”
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