Metodi di suicidio - suicide options possible

tratto da wikipedia

MyHelp: Forum di mutuo aiuto, di prevenzione del suicidio e di gestione delle crisi.
A volte si pensa di non aver più nulla da perdere, nè più motivi di esistere.
E' facile pensarlo se non si ha qualcuno con cui confrontarsi. La vita è piena di insidie, ed è facile perdersi. Ma spesso basta una mano per rimettersi in piedi.
Ma questo è anche un forum sulla Morte, il più grande tabù nella storia dell'essere umano, la paura più grande.

Metodi di suicidio - suicide options possible,

Messaggioda ilfalsosnake » 28/12/2017, 22:17



Net ha scritto:
Royalsapphire ha scritto:Più guardo questa pagina, e più mi viene in mente una domanda? Come mai, chi vuole suicidarsi, va su google a cercare il miglior metodo di suicidio?
Io credo che chi ha già pensato al suicidio non ci pensa un secondo a fare ricerche su internet perché sa già cosa vuole fare...

Sbagli, morire non vuol dire per forza procurarsi una morte dolorosa, chi fa’ ricerche lo fa’ tentando di non soffrire più di tanto, almeno molti lo fanno e lo so.
Molti vogliono anche essere sicuri che la cosa non sia reversibile, esempio nel campo di ingestione di farmaci. Es. alcuni portano all’arresto cardiaco, altri al collasso polmonare, altri alla morte nel sonno.....insomma, se proprio si vuol morire che almeno si possa decidere come.
Ma non condivido dare ulteriori idee su di un sito che dovrebbe essere di prevenzione.


Credo che molte persone abbiano trovato questo forum facendo quel tipo di ricerche, non lo dico a caso ovviamente..
Credo anche io che il motivo delle ricerche sia la certezza di poter scegliere e di non soffrire, onestamente non troverai mai nulla di certo, ogni persona reagisce in maniera diversa a certe azioni.
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Messaggioda Deathstar » 31/01/2018, 15:50



Sawyer ha scritto:
Net ha scritto:
Royalsapphire ha scritto:Più guardo questa pagina, e più mi viene in mente una domanda? Come mai, chi vuole suicidarsi, va su google a cercare il miglior metodo di suicidio?
Io credo che chi ha già pensato al suicidio non ci pensa un secondo a fare ricerche su internet perché sa già cosa vuole fare...

Sbagli, morire non vuol dire per forza procurarsi una morte dolorosa, chi fa’ ricerche lo fa’ tentando di non soffrire più di tanto, almeno molti lo fanno e lo so.
Molti vogliono anche essere sicuri che la cosa non sia reversibile, esempio nel campo di ingestione di farmaci. Es. alcuni portano all’arresto cardiaco, altri al collasso polmonare, altri alla morte nel sonno.....insomma, se proprio si vuol morire che almeno si possa decidere come.
Ma non condivido dare ulteriori idee su di un sito che dovrebbe essere di prevenzione.


Credo che molte persone abbiano trovato questo forum facendo quel tipo di ricerche, non lo dico a caso ovviamente..
Credo anche io che il motivo delle ricerche sia la certezza di poter scegliere e di non soffrire, onestamente non troverai mai nulla di certo, ogni persona reagisce in maniera diversa a certe azioni.

Io sono uno tra quelli e con quel motivo.
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Messaggioda 68love » 31/01/2018, 16:05



io lo ammetto, ho paura del dolore
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Messaggioda Mark91 » 01/02/2018, 2:58



Penso che senza dubbio il miglior modo per morire (oltre ovviamente nel sonno) sia spararsi in testa, meglio se con una pistola di grosso calibro (non si sa mai) tutti gli altri metodi possono "andare storti" e magari ti ritrovi paralizzato su una sedia a rotelle, meglio non rischiare, se devo morire voglio che sia per mezzo di un arma da fuoco e nient' altro
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Messaggioda seven » 01/02/2018, 11:50



Io preferisco l'impiccagione. :/
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credi nel cuore delle carte :)
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Messaggioda ale1997. » 01/02/2018, 14:55



Per gli alpinisti:la
Scegliere una giornata in cui si prevedono intense nevicate e venti forti in un giorno invernale e salire a 4000 metri, probabilmente ci si troverà con -20 o -30 gradi effettivi e -40 percepiti, penso che bastino un paio d'ore per morire di ipotermia.
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Messaggioda Sidlovednancy » 19/02/2018, 12:17



Royalsapphire ha scritto:Ciao!




Che posso dire... qual è il miglior metodo di suicidio?
Questa è una domanda che sicuramente hanno fatto molte persone che hanno contemplato il suicidio. Ma è la domanda sbagliata! La domanda giusta è: come faccio a risanare il dolore che ho dentro?
Pensare a un metodo di suicidio è un sintomo, molto probabilmente di depressione.


Il suicidio non è mai la risposta giusta.

AAA: Ovviamente, se avete intenzione di suicidarvi e siete capitati in questa pagina a tale scopo, quello che vi voglio dire è: PARLIAMONE! Parliamo dei vostri problemi e cerchiamo una soluzione. Non sto scherzando! Capisco che ci avrete pensato da giorni o da mesi e che siete arrivati alla conclusione che non esistano altre vie d'uscita, ma vi assicuro che non è così! E' solo che quando stiamo male e non abbiamo nessuno accanto, non riusciamo a vedere soluzioni! Anche se non le vediamo, le soluzioni ci sono però!
Quindi coraggio, entrate in questo forum e apritevi senza paura. Parlate a ruota libera. I vostri motivi non saranno mai banali per nessuno, e nessuno oserà giudicarvi, ma vorrà solo starvi vicino.
Tutti meritano di avere qualcuno accanto, nei momenti disperati della vita. Tutti!!




Non continuare a leggere. Piuttosto guarda in alto a destra, iscriviti al forum e dai a te stesso un'altra possibilità! Ad esempio la compagnia e lo spazio per sfogarti che ti sono mancati!










Ecco l'articolo:

METODI DI SUICIDIO


1) Dissanguamento mediante taglio delle vene o dell'arteria carotide.

Il dissanguamento consiste nel raggiungere la morte mediante la perdita di sangue. Esso consegue di solito a una ferita a carico di una arteria. La carotide, l'arteria radiale, quella ulnare o femorale sono maggiormente interessate da questo tipo di ferite. Esemplare caso di suicidio per dissanguamento, completato poi dall'ingestione di cicuta e da un bagno caldo per aumentare la fluidità del sangue, fu quello del filosofo stoico Seneca.


2) Taglio delle vene

Il taglio può attraversare il polso e danneggiare i tendini, i nervi ulnare e mediano, che controllano i muscoli della mano, causando una riduzione temporanea o permanente a danno delle abilità sensitive e motorie. Non è un metodo immediatamente letale, poiché spesso viene danneggiata l'arteria e il dissanguamento mortale dovuto alla perdita di sangue venoso è più difficile e raro. Possono essere necessarie alcune ore per raggiungere la morte per dissanguamento.

Il suicidio tramite taglio delle vene, quando praticato a scopo dimostrativo, crea enormi problemi ai chirurghi della mano e ai neurochirurghi. I muscoli che muovono le ossa del carpo e del metacarpo si trovano nell'avambraccio, i loro tendini passano sotto i legamenti nel polso: il loro danneggiamento obbliga i chirurghi a "ripescare" i tendini prossimali (una decina) nell'avambraccio, riallacciarli a quelli distali e ricostruire le guaine che li avvolgono. Il danneggiamento del nervo mediano causa l'impossibilità di poter chiudere la mano e opporre il pollice e problemi di anestesia e/o parestesia del palmo della mano, (dell'eminenza tenar) e delle dita. Il danneggiamento del nervo ulnare causa l'impossibilità a muovere il mignolo e riduce la sensibilità dell'eminenza ipotenar. Quasi sempre queste procedure auto-lesionistiche provocano la persistenza di danni estetici e di disabilità permanenti.



3) Taglio dell'arteria carotide


Anche ferirsi tagliandosi la gola è metodo di dissanguamento. Il danno è inflitto all'arteria carotide comune, che porta il sangue al cervello, e la morte sopraggiunge entro pochi minuti, anche se può derivare in realtà dall'ostruzione della trachea dovuta all'emorragia. Le persone che compiono questo gesto spesso finiscono per tagliare il nervo laringeo ricorrente che innerva le corde vocali e la laringe, perdendo la voce. Tale metodo è anche utilizzato come suicidio rituale in Giappone da parte delle donne nobili, con gli stessi intenti del seppuku adottato dagli uomini.


4) Combustione- che consiste nell'atto di darsi fuoco da soli, spesso adoperando benzina.
Suicidio mediante il fuoco.


Ci sono molti casi documentati relativi all'uso di questo metodo come azione di protesta pubblica e spettacolare, particolarmente nei confronti di regimi repressivi. Tra questi, il caso di Thích Quảng Đức, uccisosi col fuoco a Saigon per protesta contro il presidente del Vietnam del Sud, poi seguito da altri bonzi o di Alfredo Ormando, lo scrittore che il 13 gennaio 1998 si diede fuoco in piazza San Pietro (morì dieci giorni dopo) per denunciare le discriminazioni della Chiesa Cattolica nei confronti degli omosessuali.

Uccidersi dandosi fuoco può comportare un tempo di diversi minuti o addirittura diverse ore, rendendolo terrificante. La morte può scaturire dall'inalazione di fumo, dallo shock, dal tessuto polmonare carbonizzato o, dopo un periodo di giorni, dal cedimento strutturale dell'organismo. Le persone che sopravvivono possono soffrire di estese ustioni.



5) Affogamento

Il suicidio per affogamento consiste nell'atto di immergersi nell'acqua o in altri liquidi e di restarvi immersi così a lungo da provocare l'apnea e la conseguente asfissia, privando il cervello dell'ossigeno. L'acqua arriva fino alla laringe, dove l'epiglottide si chiude ermeticamente, rendendo così impossibile il passaggio di fluidi e aria. L'acqua infatti tende a riempire i polmoni in un secondo momento, quando la morte è già sopraggiunta ed ogni riflesso (come ad esempio quello di serrare l'epiglottide) è annullato. Come negli altri casi di soffocamento, se l'affogamento è interrotto prima della morte, la mancanza di ossigeno può provocare danni al cervello. Si tratta di un metodo di suicidio praticato raramente, perché richiede una notevole fermezza da parte di chi lo attua. Più spesso, l'affogamento avviene come conseguenza ultima di un suicidio più complesso, quale quello di chi si lancia fra le onde del mare oppure si getta da un viadotto posto su un fiume; in questi casi è frequente che la perdita di conoscenza dovuta alla caduta e all'impatto con l'acqua preceda e renda inevitabile il successivo affogamento.



6) Folgorazione

Il suicidio mediante folgorazione consegue all'uso di uno shock elettrico per uccidersi. Una tensione elettrica (voltaggio) sufficientemente elevata può sopraffare la resistenza elettrica della pelle e infliggere una potente scarica di corrente elettrica a tutto il corpo; una forte corrente alternata attraverso il corpo può seriamente corrompere i segnali nervosi e indurre il cuore in fibrillazione. Questo meccanismo è alla base del funzionamento della sedia elettrica, strumento usato per le condanne a morte per elettrocuzione.



7) Esplosivi

Il suicidio mediante l'uso di esplosivi comporta l'introduzione di esplosivi in orifizi del corpo o posti in prossimità del proprio corpo. Una quantità adeguata di esplosivo può causare la morte istantanea, nella maggior parte dei casi riducendo il corpo in pezzi. Negli altri casi la morte sopravviene a causa delle ustioni, del dissanguamento o delle emorragie interne.


8) Impiccagione - Suicidio mediante impiccamento col lenzuolo (è il preferito insieme al taglio delle vene)

L'impiccamento è un'azione di asfissia per sospensione. Consiste nell'auto sospensione mediante una corda fissata a un oggetto rigido al di sopra della testa, mentre l'altra estremità è annodata intorno alla testa. Il peso del corpo permette alla corda di spostare in alto e in dietro l'osso ioide e la base della lingua, causando asfissia che conduce a morte. Prima dell'exitus può contribuire alla perdita di coscienza la temporanea interruzione della circolazione carotidea, dovuta allo stringersi della corda attorno al collo: non è questa la vera causa di morte perché il cervello verrà comunque irrorato dalle arterie vertebrali, collocate posterioriormente e perciò non pregiudicate dalla posizione dell'impiccato.

L'impiccamento può essere totale, se il corpo pende senza alcun appoggio, o parziale, se invece una qualche parte del corpo può comunque trovare appoggio, quando il suicida non ha valutato bene il suo teatro d'azione o ha l'intenzione conscia o inconscia di "resistere" fino all'arrivo di eventuali soccorsi. L'impiccamento inoltre può essere ortotopico, con nodo in posizione nucale, simmetrico, con nodo in posizione anteriore, nasale o asimmetrico, con nodo in altra posizione; ognuna di queste situazioni comporta ulteriori lesioni diverse, permanendo però il medesimo meccanismo di morte.



9) Salto nel vuoto(dicono che il metodo di suicidio indolore)

La caduta da una grande altezza può danneggiare l'organismo fino a condurlo alla morte. Se una persona si lancia da un ponte molto alto direttamente nell'acqua, la morte può sopraggiungere per l'impatto piuttosto che per l'affogamento.

Solitamente l'auto-precipitazione contro una superficie solida provoca la morte per emorragia, quando in seguito a fratture multiple, le ossa assumono profili taglienti che lacerano arterie, vene e organi vitali, oppure per sindrome da schiacciamento, per la forte compressione che causa la rottura delle fibre muscolari), con liberazione nel sangue di un'abnorme quantità di elettroliti, come potassio, calcio, o di proteine, come mioglobina.

Un caso a parte è il trauma cranico, che può portare a morte dopo pochi minuti di incoscienza o di penosa agonia in seguito allo spargimento di ossa, pelle e materia cerebrale frammista ad una pozza di sangue (il sangue esce in pressione, a fiotti) attorno alla superficie di impatto. Anche se la calotta cranica rimane integra, l'encefalo può comunque venire danneggiato per l'impatto, andando a sbattere contro l'interno della scatola cranica (commozione cerebrale, contusione e in seguito edema cerebrale). Molto spesso si verifica la frattura della colonna vertebrale e/o del midollo spinale, che a seconda del punto in cui avviene causa paraplegia (paralisi spastica delle gambe) o tetraplegia (paralisi spastica dei quattro arti).

La rottura delle costole può provocare la perforazione della pleura con duplice pneumotorace aperto, che provoca l'immediato collasso dei polmoni (si sgonfiano) seguito da collasso cardio-circolatorio e morte in pochi minuti.



10) Avvelenamento

Il suicidio può avvenire mediante l'assunzione di sostanze tossiche per l'organismo umano oltre una determinata quantità. Vi sono numerose sostanze velenose, suscettibili di provocare un suicidio per avvelenamento laddove assunte in dosi adeguate.

Avvelenamento da monossido di carbonio: Un particolare tipo di asfissia consiste nell'inalazione di alti livelli di monossido di carbonio. La morte di solito sopraggiunge per intossicazione, poiché i globuli rossi creano un legame chimico più forte con la molecola di CO (monossido di carbonio) di quanto facciano con l'ossigeno, il complesso chimico è chiamato Carbossiemoglobina. Il monossido di carbonio è utilizzato perché è facilmente accessibile quale prodotto di una combustione incompleta: per esempio, è rilasciato dalle autovetture e da altri mezzi di trasporto come prodotto di scarico. Il monossido di carbonio è un gas inodore e incolore, perciò la sua presenza non può essere riconosciuta alla vista o all'olfatto, arreca danni all'organismo umano poiché le sue molecole si legano irreversibilmente all'emoglobina del sangue, rimpiazzando le molecole di ossigeno e abbassando progressivamente il livello di ossigenazione del corpo umano fino alla morte.

Nel passato, prima che esistessero sistemi di regolazione della qualità dell'aria e marmitte catalitiche per gli scarichi delle auto, il suicidio mediante avvelenamento da monossido di carbonio era spesso ottenuto mantenendo acceso il motore del veicolo all'interno di uno spazio chiuso come un garage, oppure dirigendo il fumo di scarico del motore all'interno del veicolo mediante un tubo flessibile. Attualmente l'incidenza dei suicidi mediante intossicazione all'interno di spazi chiusi sembra essersi ridotta.



11) Overdose di farmaci (metodo comune tra i VIP)

Il suicidio mediante overdose di farmaci è un metodo che comporta l'assunzione di dosi enormemente superiori ai livelli prescritti, oppure l'assunzione di combinazioni di farmaci che possono avere, nell'insieme, effetti letali. L'overdose può essere ulteriormente aggravata dalla commistione dei farmaci con alcool o stupefacenti e/o dalla eventuale macinazione fine dei farmaci in pillole, rendendo così quasi immediatamente disponibili all'organismo i principi attivi. A causa dell'indeterminabilità da parte del suicida della dose di farmaci effettivamente letale, la morte è una conseguenza incerta, e il tentativo di suicidio può finire con la sopravvivenza della persona ma con severi danni all'organismo. I farmaci che di norma vengono assunti per via orale possono essere espulsi mediante il vomito prima che ne avvenga l'assorbimento. Nei casi di tempestivo intervento sanitario, la lavanda gastrica è il metodo prevalentemente usato per arrestare il tentativo di suicidio. Proprio a causa della facile reperibilità dei farmaci necessari, questo metodo suicida è fra i più frequentemente adottati, in particolare dalle persone che già si sottopongono a cure psicofarmacologiche e perciò dispongono di notevoli dosi di sostanze psicoattive. In alcuni casi di questo tipo è difficile riconoscere l'intenzionalità suicida di chi ha assunto i farmaci, perché il confine fra l'atto terapeutico e il gesto autolesionista può essere piuttosto sfumato.


12) Overdose di droghe

Analoga alla morte tramite overdose di farmaci, ma caratterizzata da una intenzionalità suicida ancora più sfumata e difficilmente individuabile, è la morte causata da abuso ed eccesso di sostanze stupefacenti come l'eroina o i barbiturici. Spesso l'abuso non ha alla radice una volontà suicida, ma in alcuni casi, soprattutto quelli di chi fa uso in modo occasionale o improvviso di queste sostanze, il confine fra l'errore di dosaggio o di assunzione della sostanza e l'azione concretamente volta a togliersi la vita è di difficile demarcazione. Ovviamente dirime la questione la presenza di messaggi indicanti le intenzioni del soggetto.



13) Armi bianche

Il seppuku, più noto in Italia come harakiri (anche se in realtà sono due pratiche un po' differenti), è un metodo rituale di suicidio adoperato in Giappone, prevalentemente nell'epoca medioevale, anche se alcuni casi sporadici si ricordano anche nell'epoca moderna. Ad esempio, lo scrittore Yukio Mishima eseguì un seppuku nel 1970 dopo un colpo di stato fallito, con il quale intendeva restaurare il pieno potere dell'imperatore del Giappone. Il seppuku ha lo scopo prevalente di salvaguardare l'onore di chi lo compie. Il rituale fa parte del bushido, codice d'onore dei Samurai. Il suicidio rituale femminile si chiamava Jigai e consisteva nel taglio della vena giugulare del collo. Veniva utilizzato per salvare l'onore o per evitare uno stupro.


14) Armi da fuoco
Metodi di suicidio fra le persone nella fascia di età 15-19. L'uso delle armi da fuoco risulta prevalente come metodo di suicidio, negli Usa.
Il metodo di usare un'arma da fuoco per causare una ferita letale a se stessi viene adottato più frequentemente in quei paesi dove è facile disporre di tali armi ed è il metodo di suicidio più frequente negli USA. Negli stati dove le armi da fuoco sono meno reperibili viene adottato in particolare dalle persone che adoperano armi nel loro lavoro (soldati, guardie o poliziotti) o nel tempo libero (cacciatori o frequentatori di tiro sportivo al bersaglio). Alcuni studi hanno dimostrato che in Occidente gli uomini tendono ad usare questo metodo maggiormente rispetto alle donne e a ciò viene ascritta la ragione del maggior tasso di successo del sesso maschile nella pratica del suicidio. Gli uomini tendono a rivolgere l'arma verso la testa, le donne invece mirano al cuore.



Invece , perdonami, io credo che per molti la risposta sia stata propio il suicidio e sia stata la risposta giusta. non sto cercando di istgare, per carita, la vita e sacra e come dice la mannoia siamo noi che dovremmo imparare a tenercela stretta, pero io credo che in molti sentano il peso della propria vita e che vivano la voglia di andarsene come un fallimento. perche siamo cosi comprensivi con chi vuole andarsene via dignitosamente magari perche immobilizzato ad un letto di ospedale e non lo siamo con chi e' immobilizzato nella propria testa, che non ne vede la via di uscita, che sono 30 anni che ci prova a sopravvivere ma non c'e' mai un attimo di respiro, di pace e di felicita vera? :violin:
scusate spero di essermi espressa nel modo giusto e di non essere stata fraintesa
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Messaggioda Royalsapphire » 20/02/2018, 6:00



Sidlovednancy ha scritto:Invece , perdonami, io credo che per molti la risposta sia stata propio il suicidio e sia stata la risposta giusta. non sto cercando di istgare, per carita, la vita e sacra e come dice la mannoia siamo noi che dovremmo imparare a tenercela stretta, pero io credo che in molti sentano il peso della propria vita e che vivano la voglia di andarsene come un fallimento. perche siamo cosi comprensivi con chi vuole andarsene via dignitosamente magari perche immobilizzato ad un letto di ospedale e non lo siamo con chi e' immobilizzato nella propria testa, che non ne vede la via di uscita, che sono 30 anni che ci prova a sopravvivere ma non c'e' mai un attimo di respiro, di pace e di felicita vera? :violin:
scusate spero di essermi espressa nel modo giusto e di non essere stata fraintesa


Non ti scusare, ho capito che intendi dire! Intendi che chi compie il suicidio, lo fa perché quella è l'unica risposta che ha trovato per porre fine al suo malessere.
E ti sei sentita di puntualizzarlo dal momento che io avevo detto che "il suicidio non è mai la risposta".
Rispetto il tuo punto di vista, detto in questi termini lo trovo più che valido.
Nel mio caso, nutro la speranza che la persona, condividendo ciò che prova, possa essere messa davanti a più di una risposta, ognuna delle quali abbastanza valida da farla riappassionare alla vita.
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Messaggioda Sidlovednancy » 20/02/2018, 10:51



Royalsapphire ha scritto:
Sidlovednancy ha scritto:Invece , perdonami, io credo che per molti la risposta sia stata propio il suicidio e sia stata la risposta giusta. non sto cercando di istgare, per carita, la vita e sacra e come dice la mannoia siamo noi che dovremmo imparare a tenercela stretta, pero io credo che in molti sentano il peso della propria vita e che vivano la voglia di andarsene come un fallimento. perche siamo cosi comprensivi con chi vuole andarsene via dignitosamente magari perche immobilizzato ad un letto di ospedale e non lo siamo con chi e' immobilizzato nella propria testa, che non ne vede la via di uscita, che sono 30 anni che ci prova a sopravvivere ma non c'e' mai un attimo di respiro, di pace e di felicita vera? :violin:
scusate spero di essermi espressa nel modo giusto e di non essere stata fraintesa


Non ti scusare, ho capito che intendi dire! Intendi che chi compie il suicidio, lo fa perché quella è l'unica risposta che ha trovato per porre fine al suo malessere.
E ti sei sentita di puntualizzarlo dal momento che io avevo detto che "il suicidio non è mai la risposta".
Rispetto il tuo punto di vista, detto in questi termini lo trovo più che valido.
Nel mio caso, nutro la speranza che la persona, condividendo ciò che prova, possa essere messa davanti a più di una risposta, ognuna delle quali abbastanza valida da farla riappassionare alla vita.


Io ho una mamma che ha tentato il suicidio diverse volte, alcune delle quali sono riuscita a salvarla, un altra volta ci e' andata troppo vicina ma anche li si e' salvata. Lei non voleva vivere, non lo voleva davvero, glielo potevo leggere negli occhi, la rabbia anche nei miei confronti per averla salvata...
il risultato e' che ad oggi, costretta in una vita che non vuole e che le abbiamo attribuito col ricatto, morale e non, e' una donna ovviamente infelice, spenta che passa leore sul divano al buoi da sola. e a volte mi chiedo se non avessimo dovuto agire diversamente. forse avremmo dovuto capire che non tutti, purtroppo, sono fatti per la vita, e che ho ognuno ha i diritto di dire basta e di sentirsi libero di esere stanco. ecco non credo che bisogna vivere per forza se poi e' una sopravvivenza forzata e anche mal riuscita.
nel caso di mia mamma di risposte gliene sono state date per 60 anni e forse 3 figli dovevano essere una risposta piu che sufficiente, anche 30 anni di analisi, ospedali psichiatrici, l amore....nulla ha funzionato
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Messaggioda Mustafà » 28/02/2018, 13:33



Penso che due grammi di eroina in vena sia il metodo più indolore.
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