Fare logout dalla vita secondo voi che comporta?

Fare logout dalla vita secondo voi che comporta?

MyHelp: Forum di mutuo aiuto, di prevenzione del suicidio e di gestione delle crisi.
A volte si pensa di non aver più nulla da perdere, nè più motivi di esistere.
E' facile pensarlo se non si ha qualcuno con cui confrontarsi. La vita è piena di insidie, ed è facile perdersi. Ma spesso basta una mano per rimettersi in piedi.
Ma questo è anche un forum sulla Morte, il più grande tabù nella storia dell'essere umano, la paura più grande.

Fare logout dalla vita secondo voi che comporta?

Messaggioda Royalsapphire » 26/02/2013, 4:15



Al contrario Mikele. Essere credenti ci da un motivo in più per tenere duro e non farci sopraffare dalle difficoltà, per quanto brutalmente possano investirci! Credere nell'Amore di un Dio, in qualcosa di idealmente supremo, avvolgente, che ci ami completamente, così come siamo, sempre e comunque, credere che lui sia l'amico invisibile per ognuno di noi, che non ci abbandona mai e che fa in modo di mandarci l'aiuto necessario per farci forza in questa valle di lacrime, ci porta a non ignorare i segnali, a cercarli sempre, a sperare che il domani sia sempre un giorno migliore, e soprattutto ci aiuta a trovare sempre un lato positivo in ogni avversità, perchè c'è sempre un punto di vista che fornisce una diversa prospettiva per le cose e gli avvenimenti.
Se davvero ci fosse un'altra vita che ci aspetta dopo la morte su questo mondo, ebbene, sarà "un di più" per noi. Ma non sarà mai motivo di abbandono di questa vita. Perchè noi abbiamo avuto un dono, e nei confronti di questo dono abbiamo dei doveri. La vita ci appartiene? Ci è stata donata? E' nostra?? Allora perchè distruggerla!? Se finora non siamo stati in grado di viviere felici o di sentirci realizzati, allora è questo che dobbiamo impegnarci a fare, e non alzarci e abbandonare la tavola imbandita gettando il tovagliolo sulla sedia!! Questo lo fanno solo i trepidi, gli orgogliosi e gli arroganti che si sentono superuomini al di sopra della vita pretendendo di sapere cosa seguirà durante il banchetto!
Con ciò non sto dicendo che non si possa vivere una vita dura, difficile, nauseante, orribile, malsana, malata, indegna, buia, oscena, merdosa, perdente, straziante, soffocante, rivoltante, fracassata, dolora, spaventosa, odiosa, frustrante, violenta, bruciante, e chi più ne ha più ne metta. Ma non siamo noi, dal ventre della madre, a poter scegliere gli "accessori" come fossimo dentro a un "negozio di scarpe"! Usciamo dal pancione e ci dobbiamo prendere la vita che ci tocca! Come a un banchetto a cui sei stato invitato. Non tocca a te scegliere il posto, né il compagno a destra, a sinistra o di fronte, né gli altri commensali. Non scegli neanche le posate! Può darsi che a te tocchi la forchetta d'argento e al tizio accanto quella d'acciaio. Entrambi magari ammiccate alla posata dell'altro. Nemmeno ti è concesso di scegliere cosa mangiare. Ti può arrivare di tutto. E magari, una dietro l'altra, si tratta di portate che non ti piacciono. Poi ti volti e vedi come gli altri mangiano e bevono di gusto mentre tu rimani a stomaco vuoto, chiedendoti cosa si provi a pregustare un cibo di proprio gradimento! A quel punto, se ti chiudi in te stesso, e nella tua arroganza-codardìa, potresti anche sentirti superiore nell'alzarti, prendere il tovagliolo e sbatterlo fragorosamente sulla sedia! Hai dimostrato a te stesso di avere il potere di incazzarti e di mollare quella pagliacciata quando vuoi! E sei bello e contento! Se invece rimani seduto e ti metti a pensare, capisci che non dimostri niente a nessuno se ti alzi e te ne vai. Perchè a quelli accanto non gliene frega niente se tu ci sei o meno. Come anche chi ti ha servito da mangiare, se ne frega se tu non hai gradito. Quindi tu realizzi che ti alzi, e te ne vai, ma il banchetto procede illuminato dal suo occhio di bue sempiterno, mentre tu che hai abbandonato la tavola, sei stato risucchiato dall'oscurità. Dopo il tuo gesto eroico, cos'è cambiato?! Che tu non esisti più? Ti senti soddisfatto? Non lo potrai sapere! Sei ancora seduto a tavola e ti guardi intorno... è vero che ai tizi accanto non gliene frega niente di te, ma se ti spostassi? Se cambiassi posto? Se cercassi di colloquiare con altri commensali? In fondo non li conosci! Non li senti! Non li vedi se non ti ci avvicini! Può darsi che siano "meno peggio" dei tuoi vicini. Può darsi che stiano anche loro aspettando delle portate migliori! O può darsi che dall'altro lato della tavola il cibo arrivi più caldo, più buono, e le posate siano quelle che piaccino a te.
La verità, è che non si va da nessuna parte senza uno scopo nella vita! Dunque qual è il tuo scopo? Quello di selezionare giorno dopo giorno lo squallore del momento e di cestinare il resto? Io direi che proprio nel momento di maggior sconforto, si debba ricorrere a tutte le risorse di cui è ricco il mondo. Ci sarà sempre chi ride e "da spettacolo" allo stesso momento in cui tu subisci gli orrori più grandi. Ed è lì che ti devi ricordare di questo. Che devi abbandonare il luogo in cui sei, ed uscire in cerca di quello spettacolo, che saprà rianimarti e aiutare la mente a fronteggiare il problema! E per "abbandonare il luogo in cui sei" non intendo solo in senso fisico, ma in generale! Per evadere ci può aiutare qualunque cosa riesca a farci sorridere e a farci sentire lontani dalla situazione attuale. Prenderci cura di noi stessi al momento del bisogno è un diritto oltre che un dovere verso la nostra persona! Solo perchè ci apparteniamo, non vuol dire che non dobbiamo pensare a come renderci felici. E' che siamo troppo abituati ad aspettare che siano gli altri a rincorrerci, a notarci, a raggiungerci. Invece la verità sta nel fatto che la rincorsa, la scoperta e l'avvicinamento devono accadere reciprocamente, o la scelta non ci sarà mai! Quindi, prendersi cura di se stessi, cercare di "progredire" con la propria vita, darsi degli scopi da raggiungere è ciò che ci conduce agli altri, ma soprattutto a noi stessi. E con questo non sto promuovendo la singolarità dell'individuo. Anzi, sto esaltando la sua posizione nel sociale! Nessuno può pensare di progredire senza avere qualcuno oltre sé stesso da cui partire per portare a termine i propri "progetti".
Io ho scelto di rimanere fino alla fine!
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Messaggioda mikele_79 » 26/02/2013, 9:14



Royal sono nettamente in disaccordo con te!
mi spieghi per quale motivo uno dovrebbe rimanere attacato ad una vita, che magari è all'insegna del dolore e della sofferenza, se una volta deceduto può iniziare una esitenza di felicità infinita? Le cose sono due: o non ci credi poi molto che post-mortem esista un aldilà così come te lo immagini, oppure stai facendo un ragionamento senza senso e dettato puramente dall'emotività. Perchè dovrei affannarmi per avere le briciole (le poche gratificazioni che la vita può riservarmi), se oltre mi aspetta una torta, e che torta: beatitudine eterna, pace, tranquillità, riunione con i cari defunti, conoscenza del fine ultimo della vita e chi più ne ha più ne metta (la fantasia dei religiosi è sconfinata!). Anzi in quest'ottica persino l'esistenza più felice che tu possa immaginare nella vita terrena sarebbe da disprezzare rispetto a quella che ti aspetta nell'aldilà. Se io credessi a questa roba mi alzerei ogni mattina pregando la mia divinità che mi capiti qualcosa di brutto: un'auto che sbanda e mi prende sotto, un balcone che mi crolla addosso, un infarto, ecc....qualsiasi cosa cosa che in maniera rapida e indolore mi faccia subito entrare in quel regno fatato dove tutto è gioia.

Poi per carità ognuno può vedere la vita come vuole, ma se la vogliamo intendere come dono allora bisogna convenire che in molti casi si tratta di un dono-patacca, perchè se si mette sul piatto della bilancia le gioie e i dolori ci si rende conto ti come spesso questi ultimi siano di gran lunga superiori e molto spesso, che che se ne dica, la possibilità di modificare questa situazione è nulla o quasi. Penso a chi è affetto da una malattia debilitante (magari costretto a letto o in carrozzina) che mina pesantemente le sue possibilità d'interazione sociale e di avere una vita appagante. A chi si ritrova in età avanzata senza un lavoro e senza una casa. A chi, per motivi x, si ritrova condannato a scontare una pena decennale in carcere, in una cella di pochi metri quadrati e in condizioni disumane. E mi fermo qui perchè i casi in cui la sofferenza è estrema e le nostre possibilità di scelta sono bassissime sono infinite. Io credo che se te andassi a fare un ragionamento come il tuo a una persona del genere probabilmente ti risponderebbe in malo modo: lo so che le tue parole sono dettate dal'ottimismo e dalla voglia di rincuorare, ma oltre ad essere irrazionali, qualcuno le potrebbe interpretare anche come offensive. Ad una persona che si trova nelle condizioni che ti ho descritto, o in tante altre situazioni "estreme" in cui hai ben poche capacità di autodeterminare la tua vita che consiglieresti? di abbassare i propri standard per la felicità? no perchè dalla tua prospettiva, mi sembra l'unica cosa possibile...Del tipo: sei in carcere condannanto ad anni di reclusione, però stai sereno perchè ti puoi sempre girare i pollici...opppure, sei per strada, senza casa e un lavoro, ma stai tranquillo perchè ti puoi sempre crogiolare al sole...e via dicendo....

Oltretutto anche per quanto riguarda i motivi del suicidio: è vero, ci sono persone che si ammazzano come gesto di ribellione contro qualcuno o qualcosa, ma nella maggior parte dei casi il motivo è un'altro: semplicemente nn si riesce a sopportare il peso del dolore e della sofferenza fisica, psichica ed emotiva che ci schiaccia.....ci si ammazza di più per il dolore, che nn come gesto dimostrativo e in questo caso nn ti poni assolutamente il problema se qualcuno rimarra indifferente o, addirittura, gioirà della tua morte: la cosa nn avrebbe assolutamente senso, tanto più che in molti casi chi si ammazza lo fa in maniera discreta, senza suscitare clamore e, cosa ancora peggiore, senza nessuno a cui glie ne freghi niente o che piangerà per la sua dipartita.

ps. la mia nn vuole assolutamente essere un'apologia della morte o roba del genere, però sono estremamente realista e mi piace vedere le cose per quelle che sono
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Messaggioda Anna4 » 12/03/2013, 1:23



ciao Dennis

Se ci suicidiamo siamo veramente condannati in caso che esista un Dio?
Per essere sicuri di "aver avvisato" Dio che te ne vuoi andare e che aspetti sua risposta se si oppone, ma non la ricevi, ti sentiresti autorizzato a farlo?


Io non so se Dio esiste o no.
Per me dopo la morte c'é il nulla...poi se Dio veramente esiste allora meglio.
Dennis é inutile che tu cerchi un segnale, il segnale arriva quando vuoi tu. Il gioco sta tutto nella mente.
Ti sentiresti autorizzato a farlo?? No,io credo che neanche tu voglia...uno che si vuole uccidere lo fa,punto é basta. Ma c'é una piccola parte di te che vuole continuare,forse fai meglio ad ascoltarla.
Molti dicono che il suicidio serve,dicono che gente come me non capisce nulla,forse hanno ragione...forse é così. Ma se muori,se non esisti piú,se non puoi piú uscire e vedere la pioggia,il sole....quando si muore non c'é un "dopo" c'é solo la fine.
Il bello sta che tutti prima o poi muoiono...ma esiste gente che vuole continuare fino in fondo,sapere di aver provato tutto per vincere gli ostacoli della vita....sapere di aver vissuto fino in fondo.
E se si perde allora:È veramente bello battersi con persuasione, abbracciare la vita e vivere con passione. Perdere con classe e vincere osando perché il mondo appartiene a chi osa! La vita è troppo bella per essere insignificante.
Charlie Chaplin

Allora potrai dire di aver provato di tutto...e vedrai che anche solo questo é una grande soddisfazione.
Ma sinceramente io credo che uno che prova di tutto,prima o poi vince.

Good luck
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Anna4
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Citazione: È veramente bello battersi con persuasione, abbracciare la vita e vivere con passione. Perdere con classe e vincere osando perché il mondo appartiene a chi osa! La vita è troppo bella per essere insignificante.
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