Ero molto scettica all'idea di raccontarmi su questo blog, non l'ho mai fatto prima e in generale non amo parlare dei me, sia per paura di non essere capita sia per paura di non essere proprio ascoltata. Mi sono sempre sentita un pesce fuor d'acqua, lontana dalle ambizioni che spingono la mia generazione. In realtà leggendo le storie che ho trovato qui provo anche una certa "vergogna" a esprimere i miei problemi, che sembrano così banali in confronto agli altri. Non vorrei apparire superficiale, temo da sempre il giudizio altrui e sono davvero molto insicura nonostante cerchi di apparire estroversa, probabilmente per le vessazioni che ho subito durante gli anni della scuola fino all'inizio del liceo e per l'ansia da prestazione che la famiglia mi ha tramandato. Sento però di essere arrivata a un punto in cui le giornate buie superano di gran lunga le giornate di sole, in cui la mattina quando mi sveglio l'ansia mi divora. Non ne ho mai parlato con nessuno, mia madre se ne è accorta ma ormai la colpa di tutto è data all'adolescenza che "è un periodo difficile di questi tempi". Sono cresciuta molto in fretta per vari motivi che mi hanno portato a distaccarmi dalla mia età per cercare di mettermi sullo stesso piano degli adulti che mi circondavano, ma ora sento che il peso di ciò che mi sono tenuta dentro sta cominciando a diventare eccessivo e non riesco più a reggere. Non mi è mai piaciuto compiangermi, e mi sento stupida perché non credevo che il passato potesse ribussare alla porta, ma mi sto rendendo conto che ciò che non si affronta torna sempre. Ho una continua angoscia e sto cominciando a soffrire di fame nervosa, mi capita molto spesso di mangiare qualsiasi cosa mi trovi davanti (magari il più calorica possibile altrimenti non mi sento soddisfatta) e poi non riuscire a fermarmi e mangiare ancora e ancora ogni cinque minuti, fino a stare male con lo stomaco o rimettere la mattina dopo. Due tre volte mi sono sentita così esasperata da indurmi il vomito, ma non ci sono mai riuscita, probabilmente perché inconsciamente non era quello che davvero volevo. Ma non riuscire a vomitare mi fa sentire ancora peggio, sia psicologicamente che fisicamente. Mi sento sola, ho abbastanza amici ma davanti a loro cerco di apparire il più solare e forte possibile. Mio padre è morto due anni fa, abitava lontano ma eravamo in ottimi rapporti ed è probabilmente stata questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Sembra un infinito circolo vizioso. Non so come uscirne per tornare a respirare la vera felicità e spensieratezza, non voglio buttarmi via.