La solitudine è un fiore che sboccia nel tuo cuore.
Essere soli è positivo, è salutare. È la gioia di essere se stessi. È
la gioia di avere il proprio spazio.
Si è veramente vivi quando si è in grado di stare soli, allorché
non esiste più dipendenza da qualcun altro, da nessuna situazione
contingente, da nessuna condizione imposta. E poiché ti
appartiene, può perdurare il mattino, la sera, il giorno, la notte, nella
gioventù oppure nella vecchiaia, quando sei sano,
oppure malato. Nella vita, come nella morte, può perdurare perché non
viene a te dall'esterno. È qualcosa che nasce in te. È
la tua stessa natura, è la natura del tuo sé.
Un viaggio interiore è un viaggio verso la solitudine assoluta; non puoi
portare nessuno con te. Non puoi condividere il tuo
centro con nessuno, neppure con colui o colei che ami. La natura delle
cose non lo permette: non ci si può fare nulla.
Nell'istante in cui entri in te stesso, tutti i collegamenti con il mondo
esterno si spezzano; tutti i ponti vengono infranti. Di
fatto, il mondo intero scompare.
Tale è la profondità del silenzio che nessun
rumore lo penetra. La solitudine è così intensa, che occorre coraggio. Ma
da quella solitudine si sprigiona la beatitudine. Da
quella solitudine, si esperimenta Dio. Non esiste altra via: non è mai
esistita, né mai esisterà. Celebra la solitudine,
celebra il tuo spazio puro, e nel tuo cuore sorgerà un canto sublime.
Osho.