Salve a tutti, questa è la mia storia.
Ho 22 anni e frequento il primo anno di università a Padova, vengo dalle Marche, precisamente da uno di quei paesi dove il terremoto nel 2016 ha fatto danni molto concreti. Ho iniziato quest'anno l'università perché dopo il terremoto ho dovuto iniziare a lavorare per forza, con me e mia madre che abitavamo in roulotte (ci abbiamo abitato per un periodo), lei senza lavoro e noi insieme senza casa.
Abitavamo in una casa che avevamo appena ristrutturato, io, lei, il suo compagno e la mia bisnonna. Il suo compagno tornò al suo paese (non tanto distante dal nostro) a casa della madre, mia nonna era a casa di mio zio (in roulotte a 94 anni era un po' eccessivo) e io e mia madre davanti casa di mio zio in roulotte. Passo due anni tra lavori precari, pochi mesi dopo la scossa di agosto vado a convivere con l'allora mio ragazzo, abbiamo vissuto insieme per 2 anni. Una persona violenta, aggressiva verbalmente e poco empatica. Cose di cui mi sono resa conto solo dopo esserci lasciati. Ci lasciamo nel momento in cui io decido di andare a studiare in un'altra città e non riusciamo ad arrivare ad un compromesso. Vado a Firenze, due anni fantastici, faccio le serali e mi creo una mia stabilità mentale e fisica. Lavoro saltuariamente per non gravare tutto sulle spalle di mia madre, e sto davvero bene. Finisco il liceo, mi trasferisco a Padova, le amicizie toscane restano, qui ne inizio delle nuove. Mi do da fare politicamente, con la rappresentanza, mi iscrivo a fisica perché il mio grande sogno è quello di fare la ricercatrice. In tutto ciò, comunque mi sento sempre sola. Non ho mai avuto supporto dalla famiglia, all'infuori di mia madre, mio padre non lo vedo da anni, mia sorella incinta in Inghilterra e mio fratello che mi parla a mala pena. Ho riallacciato i rapporti con la famiglia di mio padre solo 2 anni fa, quando sono stata io a decidere di avvicinarmi, ma mi hanno sempre visto con un occhio un po' strano. Mi sento sola abbandonata, e non capita. Ho solo una gran voglia di piangere, sono una di quelle persone a cui si dice "Sei così forte tu! Ti invidio", ma che dentro ha un divario grandissimo e incolmabile. Sono così triste che non riesco a fare le cose, e mi sento in colpa mi sento solo una frignona, ma allo stesso tempo non capita e con la voglia di mollare tutto, ma allo stesso tempo con i sensi di colpa anche solo per averlo pensato. Ogni tanto mi ritorna la voglia di tagliarmi, ma evito. Non ho passato bei momenti, avendo già avuto episodi in cui ho provato ad uccidermi e le persone che lo sanno si comportano come se non fosse mai avvenuto, come se fosse passato, ma io non mi sento proprio bene, ho bisogno di aiuto e di far star bene chi ho intorno, che quando le tratto male (e vi giuro che il 90% delle volte non è volontario) mi sento male anche io. "Ah ma ti starà per venire il ciclo?", no p*rca miseria, no.