Lanoia ha scritto:Capisco Ellen. Anni fa in un reparto psichiatrico come parente in visita e ho conosciuto una ragazza che era ricoverata lì con mia madre. Una ragazza magra, magrissima che diceva di vedersi le gambe grosse, rifiutava il cibo e mangiava un boccone poi si sentiva in colpa. Io ci ho scambiato quattro chiacchiere più che altro sulla terapia ma non ho mai toccato l'argomento con lei e mi ricordo che non si lamentava mai aveva una grande forza e una famiglia e amici e un ragazzo che l'amava davvero tanto che le stavano tutti vicino. Non l'ho mai vista triste ma davvero era come se vedeva nella sua testa delle cose irreali di sé stessa. Quando dimisero mia madre mi cercò e mi diede un abbraccio io ero imbarazzato ma lei era davvero molto empatica che andando via poi mi sono chiesto come mai che si comportava così, non riuscivo davvero a capire perché si faceva così del male...
Ci sono alcune cose che dicevano i medici in clinica che mi sono rimaste impresse, una di queste riguarda la tua osservazione su come quella ragazza non si lamentasse né sembrasse triste:
'In linea generale, non c'è miglior bugiardo di una persona che soffre di dca, soprattutto se restrittiva'E' vero, io sono ancora molto a brava a 'manipolare' chi ho intorno pur di perpetuare il miei atteggiamenti autolesionisti. O meglio, sarei molto brava, ma ho imparato che è meglio confessare digiuni e restrizioni prima di scivolare troppo in basso.
Il perchè? Beh è diverso per ogni persona, il disturbo alimentare non è la causa del nostro stare male ma il sintomo del vero problema. La manifestazione di un disagio interiore al quale non riusciamo a dare voce. In gran parte non diamo valore alla nostra persona così c'è chi cerca conforto nel cibo e chi trova nel ridurre e digiunare o nell'attività fisica eccessiva un modo per affermare la propria forza e capacità di controllo.
Restando in-topic direi che solo per scrivere questo post ho fatto un'enorme triste riflessione
