da Cupio Dissolvi » 16/02/2014, 22:24
Il quinto su gli ultimi sei, ributtato in mare aperto ad affogare. Il secondo consecutivo. Guardi ali altri, magari brutti, calvi, pelati, grassi, pelosi come babonghi. E te sei tutto l'opposto, ma loro sono, sono loro non tu, con ragazze anche belle che li baciano li abbracciano, all'uscita dei ristoranti. E io ho anche la sventura, oltre all'onerosità economica, di dover mangiare sempre fuori al ristorante, per particolare situazione logistica non riassumibile in poche parole. Solo, ma sempre in mezzo alla gente. E ti chiedi sempre come un'ossessione lancinante, perchè loro sì, e tu no? Perchè te non più. Quanto dovrebbe avere aspettato un qualcuno in vita sua, per avere diritto a che la vita non lo guardi in cagnesco ancora perennemente, li sputi in faccia, li conceda un qualche spiraglio al di laà di tante chiacchiere da psicologi soloni, fino al momento di chiudere gli occhi per sempre, e senza avere mai più avuto neppure una mano di donna da stringere? Quanti anni sprecati, la maggior colpa, il peggior delitto del quale ci si può rendere colpevoli presso la propria persona, aver sprecato, sperperato la propria vita e in definitiva la propria esistenza, da solo. C'è una bellissima sequenza nel mirabile "Papillon"(1973) di Franklin J. Schaffner, ma era presente anche nel libro di Henri Charrière. E' quando Steve McQueen ha l'incubo ambientato nel deserto, quello del processo onirico. Con i giudici in toghe da Alta Corte, feluche e tutto il resto, altri scranni e banchi di legno, la giuria popolare, ecc., ecc. e il giudice: -"L'imputato è accusato di avere commesso il più grave crimine contro la propria persona, avere gettato via la propria vita. Come si dichiara in merito al delitto del quale è accusato". E McQueen chinato con la testa rivolta verso il basso, in giacca e cravatta, oscillante e meditabondo:- "Colpevole Vostro Onore. Colpevole, colpevole."