VeraVita ha scritto:Allora, la mia domanda, effettivamente, era più complessa. Perché mi chiedevo se il male che facciamo ci torni. Poi, però, mi sono anche chiesta, in virtù dell'esempio riportato da mia sorella, che a volta il male che facciamo non è consapevole ma frutto di un errore di valutazione o inesperienza. O, altro. Quindi, noi, pensiamo di agire per il meglio di noi e degli altri, ma in realtà facciamo più male che bene.
Chiarissima!

Quelle che hai descritto sono le due categorie che sono alla base del Diritto Penale: il <dolo> che corrisponde alla volontà e consapevolezza di danneggiare altri per un proprio vantaggio; e la <colpa>, che si specifica nelle forme dell'imprudenza-imperizia-negligenza, con cui si procura comunque un danno ingiusto ad altri, pur senza averlo voluto e pur senza avere alcun vantaggio da trarne.
Ovviamente la prima ipotesi è molto più grave, e infatti si ripercuote sulla gravità delle pene che vengono comminate nei due casi, che sono molto diversi.
Fin qui niente di nuovo e, salvo misticismi più o meno suggestivi, l'unica cosa che mi risulta "tornare" è una condanna penale, per chi ha commesso questi fatti e sempre se l'hanno "preso" e non ha beneficiato di amnistie, indulti o prescrizioni processuali.
E questi sono tutti casi in cui c'è OGGETTIVAMENTE un danno INGIUSTO, causato da qualcuno a qualcun altro.
Oltre a questo, però, bisogna considerare i tantissimi casi in cui non è stato commesso alcun danno ingiusto, e malgrado questo ci sia il soggetto che si sente vittima.
Esempio classico è quello del bambino che venga messo in punizione dai genitori per una marachella grave e magari anche pericolosa per lui.
Esperienza ci insegna (e bastano anche i ricordi personali, se siamo cresciuti) che il bambino vivrà quella punizione come un oltraggio estremo, intollerabile! Può arrivare a vivere (al momento) sentimenti di ODIO FEROCE verso il genitore che l'ha messo in punizione! E anche quando si tratti di robe del tipo "adesso per tre giorni niente bicicletta e giochi con gli amici" o "adesso peer tre giorni niente cellulare e PC!"
Resta che il genitore abbia agito solo ed esclusivamente per EDUCARE il figlio amatissimo, e che l'abbia fatto nel più limpido animus amorevole verso il figlio, e non solo non gli ha procurato nessun danno, ma ha contribuito ad evitare (come in suo dovere di genitore) che il figlio monello si protesse procurare danni da solo!
Ma se si dovesse dar retta al "senso di male ricevuto"..........ehhhh

Questo anche per dire quanto sia soggettivo il concetto di "male ricevuto", che non mi sembra aspetto secondario (anche perchè non tutti diventano adulti secondo i dati anagrafici, e ne ho prova proprio nel mio "fratello cancro", come tu l'hai generosamente definito).
Anzi : l'esempio mi è ottimo.
Sai quanti ne ha fatti, di DANNI del tutto ingiusti, intorno a sè?
E certamente non sta vivendo "bene".
Ma quella che gli sta "tornando" (come dicevo qualche post fa) è solo la conseguenza della SUA stupidità, e nemmanco un centesimo bucato in più. E se fosse stato più intelligente (come crede di essere) avrebbe scelto vie più ETICHE...o quanto meno - profittatore per profittatore - avrebbe saputo organizzarsi per manipolare il prossimo in funzione infinitamente più lungimirante e strategica di quanto abbia dimostrato di saper fare!
Riassunto : all'infuori delle condanne penali (o anche delle sentenze di condanna in sede civile)...non ho mai visto "tornare" niente a nessuno, e se considero che il "male ingiusto ma vibrante" può anche essere un effetto di infantilismo come quello del bambino messo in punizione...aggiungo un "deo gratias" che non torni proprio nulla, all'infuori di quello che su questa Terra decidono i Giudici!

VeraVita ha scritto: ho avuto un'altra esperienza di vita. Magari, se non vi annoio, racconterò la vicenda che mi ha aperto gli occhi.
Magari!!!!

Sarebbe interessantissima!
(Magari convinci anche me, che nella reincarnazione - ad oggi - non ci crederei neanche se mi drogassero).
