Elogio alla solitudine

Quante volte ci lasciamo attraversare istintivamente da vergogna e senso di colpa?
In quanti siamo stati abbandonati? In quanti ci ritroviamo oggi completamente soli? In quanti possiamo dire di avere tanti amici quando sorridiamo, ma nessuno accanto quando piangiamo? ...Forse abbiamo qualcosa in comune.
Abbattiamo la solitudine instaurando dei legami forti tra noi, sfogandoci, ascoltandoci e costruendo qualcosa di importante tra noi. Cerchiamo di trarre dalla nostra unione la forza necessaria per rimettere in piedi la nostra vita.

Elogio alla solitudine

Messaggioda LuxUmbra » 04/03/2016, 1:01



Eccomi qui di nuovo, a scrivere o a vomitare, pensieri pesanti e asfissianti.

Sono reduce da un' altra serata in compagnia di amici e conoscenti.
"Compagnia", una parola che è diventata riluttante al solo nominarla... E' stata una semplicissima cena, eppure mi ha destabilizzato molto, come in altre serate a cui ho avuto modo di partecipare.
Ho sempre fatto fatica a uscire in compagnia, mi hanno sempre succhiato via un sacco di energie queste tipo di serate, troppo paranoie, ansie.
Ultimamente questo stato d' ansia pero' è peggiorato, forse perché è peggiorata un po' anche la mia depressione; sta di fatto che non sopporto davvero più le uscite in compagnia.
Mentre ero in macchina, per arrivare al luogo di incontro, mi è salita quest' ansia, i battiti del cuore sono accelerati, ho versato anche qualche lacrima; avevo voglia di tornare a casa.
Eravamo in sette, non in trenta persone, sette.
Forse, è un senso di colpa nei confronti di due di loro, forse ho paura che il mio semi isolamento, abbia distrutto in parte il rapporto di amicizia con quella che consideravo la mia amica più vicina, a cui volevo più bene.
Ma io sono adesso arrivata al limite della vita; ho un dolore, un' angoscia che non posso condividere, sono piegata da questo oscuro male. Non provo quasi più piacere.
Loro organizzano uscite, serate e io ogni volta vengo presa dalla morsa dell' ansia: un no, significherebbe "Oh dai su, stai in compagnia, esci, non far la lamentosa!"con conseguente senso di colpa, di mortificazione. Un si invece, significherebbe non riuscire a godermi la serata, a causa di tutte le paranoie che mi vengono in testa... E' più forte di me, amo la solitudine.
Mi piacerebbe fare di tanto in tanto, delle uscite con un' amica per volta, fare cose tranquille; come berci un caffè, guardare un film, raccontarci cavolate, potermi sentire anche libera di piangere. Ultimamente queste persone si sono avvicinate di più, ci si riesce a veder di più, ed io invece sto vivendo la cosa opposta, la vivo male, l' ho sempre vissuta male. Non mi fa star bene, vorrei tanto poter star bene a mio agio anche in compagnia delle persone, senza sentirmi cosi turbata, fuori posto, inadeguata, sbagliata. Vorrei riuscire ad adattarmi a questo stile, vorrei essere più espansiva, estroversa.

Il mio silenzio è dilagato... La sofferenza enorme che porto dentro mi sta facendo perdere i contatti all' esterno. Io... vivo quasi totalmente dentro di me.
Mi trovo di fronte a una persona e a volte mi capita di non saper cosa dire, di essere goffa; sto diventando anche stupida oltre che depressa???
Quando scrivo, sembra addirittura di essere una persona brillante, divertente, con la battuta pronta, poi... Mi perdo nel momento di un confronto diretto, non capisco. Che problema ho?

E' diventato troppo snervante essere me, vorrei potermi levare via di dosso questa "insostenibile pesantezza dell' essere" che trascino con lentezza.
Provo nausea.

La mia solitudine... Grande compagna. Fa ispirare e sospira, fa piangere, fa creare, fa sentire e fa ascoltare, fa scrivere, fa pensare e camminare, fa immaginare. E' il mio elogio a lei.

Eppure... Nonostante tutto, non vorrei sentirmi cosi rigida e rifugiata, ritirata, impaurita.
I pensieri vanno, si affollano nella mi piccola e limitata testolina e restano li tutti ingarbugliati, frastornati, inceppati; cosi fuori, il mio, rimane solo un tentativo goffo di muovere delle labbra che poi, restano inespressive.
Son stata toccata dal silenzio, devo passare il turno...
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Elogio alla solitudine

Messaggioda AnimaInLacrime » 04/03/2016, 2:20



Hai scritto qualcosa di veramente bello e profondo... Forse anche triste ma sinceramente non è il primo sentimento che ho percepito.

Ami la solitudine e questo è un grande vantaggio. Molte persone soffrono proprio perché si trovano obbligati a vivere in solitudine da varie circostanze. Tu la ami... Ma sei sicura di amarla? Magari ti sei solo eccessivamente abituata a conviverci. Niente di sbagliato in questo, anzi. E' una cosa altrettanto positiva però potrebbe essere in un certo senso anche il problema.
Non conosco la tua vita, quindi quello che sto per dire non è un giudizio... Magari devi solo uscire di più. Forse la tua "goffaggine" deriva proprio da questo, solo da una questione di abitudine.
A me succede qualcosa di simile. Quando non vedo per molto tempo qualcuno io finisco per comportarmi come se questa persona fosse un'estranea. Me ne accorgo dal tono di voce che diventa "oh sai va tutto bene" quando invece magari la notte prima mi sono addormentata piangendo pensando a quanto sarei disposta a pagare per non essere me, per scaricare tutto addosso a qualcun altro e scappare, codarda e insicura. Me ne accorgo da una risatina assurda che mi viene fuori.
Perdo l'abitudine, è come se scordassi tutto, anche l'uso delle parole perché quando stai da sola non ti serve molto saper parlare.
Mi succede anche per le uscite di gruppo, tendo ad eclissarmi. Sorriso educato, qualche battuta magari ma niente di più. Non mi piacciono le uscite di gruppo principalmente perché non mi piacciono le persone con cui esco.

Certe volte io per prima sono vittima di una serie di blocchi mentali che non esistono veramente ma che nella mia testa sono più vivi che mai, mi viene in mente l'esempio che tutti guardino me come se fossi il centro del mondo. Tutti mi guardano e registrano le cose stupide che dico o faccio, se mi sta male la maglietta, se non porto le scarpe giuste, se... Forse certe volte a stare troppo da soli si perde il contatto con la realtà.

Buona notte :)
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Re: Elogio alla solitudine

Messaggioda Sebastian » 04/03/2016, 3:20



Io mi trovo nella stessa situazione, anzi, mi sono trovato nella stessa situazione, nei rari casi in cui ho ricevuto inviti.
Io a causa dell'ansia ho rifiutato, spesso con scuse assurde.
Inizialmente ci soffrivo, ora invece poco mi importa, perché dovrei fare qualcosa che mi fa star male? Già sto male per altri problemi, ben più seri.
A questo punto ti trovi ad un bivio, se vuoi continuare ad avere la tua vita sociale, devi anche scendere a compromessi, come l'accettare di uscire anche quando non ne hai voglia, anche quando sai che ti troverai a disagio.
Se invece non ti causa sofferenza l'eventualità della perdita della tua vita sociale, allora puoi tranquillamente rifiutare, quando non ti va di uscire.
Se queste persone tengono a te, continueranno a chiamarti anche in caso di rifiuto, e in questo caso, potresti ottenere ciò che desideri: uscire solo quando ne hai voglia.
In caso contrario, troveresti la solitudine, ma prima di arrivare a questo, devi avere l'assoluta certezza che la solitudine ti piaccia, perché anche il minimo dubbio può rivelarsi in futuro un enorme peso da portare sulle spalle.
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"Per conoscere, me e le mie verità, io ho combattuto fantasmi d'angoscie con perdite d'io. Per distruggere, vecchie realtà, ho galleggiato, su mari di irrazionalità. Ho dormito, per non morire, buttando i miei miti di carta su cieli di schizofrenia." - Franco Battiato

"Dentro di me, vivono la mia identica vita, dei microorganismi che non sanno di appartenere al mio corpo. Io, a quale corpo appartengo?" - Franco Battiato

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Messaggioda LuxUmbra » 04/03/2016, 13:47



Grazie per le vostre risposte.
Anima, si' a me piace molto la solitudine, sono abituata da sempre alla poca vita sociale, a starmene più per i fatti miei che a contatto con la gente, fin da piccola... Perciò sto bene a contatto dei miei pensieri, del mio mondo, in cui posso far ciò che voglio senza aver paura di qualcosa.
Ciononostante devo anche ammettere di aver bisogno della presenza, dell' affetto di qualcuno, di "parole" di risate. Quello che mi fa sentire a disagio è solo stare in mezzo ad una compagnia di persone. Forse è questione anche di che persone compongano la compagnia, ma ne ho vissute diverse, e in ogni caso mi sono sentita comunque inadeguata, infastidita e altro ancora...
Possibile che soffra un po' di ansia sociale.

Sebastian, non so se riuscirebbero a capire il mio modo di essere, sono capace solo di dirmi "Reagisci" "Non sei l' unica ad aver problemi" "Se non ce la fai da sola, dovresti prendere i farmaci". Si sono già raffreddate nei miei confronti, penseranno che voglia fare solo la vittima, quella che si piange addosso e le piace crogiolarsi nella depressione, ma la mia situazione è molto, molto difficile ed è impossibile reagire, adesso. Perciò non avverrà che capiranno, che mi inviteranno comunque per altre occasioni, che la mia amica mi scriva ancora "Usciamo a farci un giro?". Si stuferanno tutti e d'altronde come biasimarli.

Ho questo cuore che scalpita nel mio petto, forte, ma per un' emozione che non voglio più provare.
Ho bisogno della solitudine, è una necessità; forse anche per debolezza e paura. Sono dotata di troppa sensibilità e cerco di preservarla. So che le persone in un modo o nell' altro finiranno sempre col ferirti, magari anche involontariamente, ma capiterà e io non posso più permettermelo.
Quello che provo quando sono sola ha un fascino che contemplo e ascolto. Si stabilisce un contatto con le cose, le si dà un anima, un senso. Cose che possono sfuggire nella frenesia, ma va anche bene. Devono essere solo "momenti".
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Messaggioda Sebastian » 04/03/2016, 17:09



LuxUmbra ha scritto:Sebastian, non so se riuscirebbero a capire il mio modo di essere, sono capace solo di dirmi "Reagisci" "Non sei l' unica ad aver problemi" "Se non ce la fai da sola, dovresti prendere i farmaci". Si sono già raffreddate nei miei confronti, penseranno che voglia fare solo la vittima, quella che si piange addosso e le piace crogiolarsi nella depressione, ma la mia situazione è molto, molto difficile ed è impossibile reagire, adesso. Perciò non avverrà che capiranno, che mi inviteranno comunque per altre occasioni, che la mia amica mi scriva ancora "Usciamo a farci un giro?". Si stuferanno tutti e d'altronde come biasimarli.

A me è successo proprio questo, ma io, personalmente, non ne soffro.
Se continui a rifiutare, perderai la tua attuale vita sociale, mi sembra chiaro a questo punto, ma forse tu non ne soffrirai.
Se invece non sei sicura di essere disposta a chiudere i rapporti, ad accettare la solitudine, mi dispiace, ma dovrai adattarti, dovrai uscire anche se non ti andrà di farlo, anche sapendo che proverai sofferenza (poi, magari ogni tanto potrai rifiutare, ma non tante volte di seguito).
È il prezzo da pagare per mantenere la vita sociale, ma suvvia, è un prezzo abbastanza basso, tenendo conto che, se poi non saresti in grado di accettare la solitudine totalmente, pagheresti un prezzo molto più alto, e forse sarà anche troppo tardi.
Devi essere assolutamente certa nel prendere questa decisione.
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Messaggioda AnimaInLacrime » 04/03/2016, 21:56



LuxUmbra ha scritto:Grazie per le vostre risposte.
Anima, si' a me piace molto la solitudine, sono abituata da sempre alla poca vita sociale, a starmene più per i fatti miei che a contatto con la gente, fin da piccola... Perciò sto bene a contatto dei miei pensieri, del mio mondo, in cui posso far ciò che voglio senza aver paura di qualcosa.
Ciononostante devo anche ammettere di aver bisogno della presenza, dell' affetto di qualcuno, di "parole" di risate. Quello che mi fa sentire a disagio è solo stare in mezzo ad una compagnia di persone. Forse è questione anche di che persone compongano la compagnia, ma ne ho vissute diverse, e in ogni caso mi sono sentita comunque inadeguata, infastidita e altro ancora...
Possibile che soffra un po' di ansia sociale.

Sebastian, non so se riuscirebbero a capire il mio modo di essere, sono capace solo di dirmi "Reagisci" "Non sei l' unica ad aver problemi" "Se non ce la fai da sola, dovresti prendere i farmaci". Si sono già raffreddate nei miei confronti, penseranno che voglia fare solo la vittima, quella che si piange addosso e le piace crogiolarsi nella depressione, ma la mia situazione è molto, molto difficile ed è impossibile reagire, adesso. Perciò non avverrà che capiranno, che mi inviteranno comunque per altre occasioni, che la mia amica mi scriva ancora "Usciamo a farci un giro?". Si stuferanno tutti e d'altronde come biasimarli.

Ho questo cuore che scalpita nel mio petto, forte, ma per un' emozione che non voglio più provare.
Ho bisogno della solitudine, è una necessità; forse anche per debolezza e paura. Sono dotata di troppa sensibilità e cerco di preservarla. So che le persone in un modo o nell' altro finiranno sempre col ferirti, magari anche involontariamente, ma capiterà e io non posso più permettermelo.
Quello che provo quando sono sola ha un fascino che contemplo e ascolto. Si stabilisce un contatto con le cose, le si dà un anima, un senso. Cose che possono sfuggire nella frenesia, ma va anche bene. Devono essere solo "momenti".


Sei nello stesso limbo in cui mi trovo io.
Vorresti degli amici (scusa se banalizzo eccessivamente) ma hai paura di soffrire perché sei sensibile e oggi chi è sensibile è considerato carne da macello da una buona parte delle persone che per questo si sentono in dovere quasi di schiacciarti.
Io mi sento esattamente così.

Mi sa che ha davvero ragione Sebastian. Non puoi tagliare i ponti definitivamente con la tua parte sociale... In fondo abbiamo tutti bisogno di interagire con gli altri. Se solo fosse meno doloroso farlo...
:hi:
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Messaggioda Arianna D. » 04/03/2016, 22:23



Cara Lux Umbra,
la tua situazione mi ricorda molto quella che ho vissuto io da giovane e so bene quanto sia difficile affrontare il problema. Io credo che non sia giusto " sforzarsi " di fare delle cose che uno non si sente di fare sole perché quelle cose sono normali e bisogna adeguarsi alla società. Tieni presente che ognuno è fatto a modo suo e ognuno ha i suoi buoni motivi per essere quello che è e per fare quello che fa. Credo che sia sbagliato doversi per forza omologare alla massa, doversi adeguare ad una società dove per essere accettati bisogna essere brillanti, scattanti, simpatici, chiacchieroni, dinamici, divertenti ecc... ecc... Questo è il mondo dipinto dai mass media, dalla pubblicità, da un certo tipo di cinema, dai social network...
Tieni presente che esistono altre realtà, altri contesti, persone più profonde, più sensibili, magari associazioni di volontariato dove potrai incontrare amici più disposti ad ascoltare davvero qualcuno, a guardare profondamente il suo lato umano.
Purtroppo, in linea di massima il contesto giovanile non ammette persone un po' "diverse", con qualche difficoltà a socializzare, bisogna essere assolutamente vincenti, o tutto o nulla.
A mio avviso, se non ce la fai, se ti prende l'angoscia e trovi la cosa insopportabile, non ti sforzare perchè peggioreresti solo la situazione.
Guardati intorno, cerca altri contesti, altre situazioni in cui staresti più a tuo agio.
E, soprattutto, cerca di capire e superare le tue difficoltà. Non cadere nella trappola di rassegnarti alla solitudine o, peggio ancora di amarla.
Fatti aiutare da una persona competente ed esperta, magari basta poco, non è così grave come pensi.
Purtroppo i nostri comportamenti sociali dipendono dal nostro contesto familiare, da ciò che in un modo o nell'altro ci hanno insegnato i nostri genitori. E' lì che devi indagare e lavorare per cambiare.
Suvvia, sei giovane, ce la puoi fare, trova la strategia giusta, poi non è che devi diventare una compagnona, sia chiaro, devi solo smussare un po' gli angoli e trovare il tuo giusto equilibrio, quello che ti fa sentire bene con te stessa.
Un abbraccio, ciao.
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Arianna D.
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Messaggioda anto87 » 05/03/2016, 11:23



c'e' tantissima luce nelle tue parole e nelle tue poesie, riesco a sentire la preghiera della tua essenza...how fragile we are, una carezza
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Elogio alla solitudine

Messaggioda Premio Nobel » 05/03/2016, 13:06



Secondo me, almeno se ripenso a mie esperienze personali, non è così negativa come ti può apparire la tua situazione....

Da quel che credo di aver capito, tu preferisci uscire con una persona sola piuttosto che con grandi comitive ( come 7 persone), poichè ti trovi maggiormente a tuo agio, e quindi ti senti molto meglio...

Stare infatti in una comitiva non significa avere tanti amici.... Io credo che per avere tanti amici, ciò non sia dovuto ad una "compagnia", e quindi un qualcosa di collettivo fuori di noi, ma piuttosto sia dovuto ad un rapporto tra singole persone ( in parole più semplici: nessuno ha lo stesso rapporto con tutte le persone di una comitiva, eppure tutte quelle persone sono considerabili amici... Se non ci fosse il gruppo stesso, probabilmente, non tutte quelle persone che frequenti tu continueresti a vederle singolarmente e personalmente)
Quindi ti consiglierei al più di cercare di coltivare, se possibile, un rapporto più intimo con alcuni di loro, affinchè tu possa stare meglio e a tuo agio
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Messaggioda LuxUmbra » 06/03/2016, 18:17



Ringrazio voi tutti per le risposte.
E' un periodo nerissimo quello che sto attraversando, forse il più nero di tutta la mia vita e cerco anche di non avvicinare troppo gli altri al mio incubo.
Sto molto male, poca voglia di fare, di uscire; faccio fatica a vivere, ma non voglio che queste persone si allontanino, mi abbandonino; ho bisogno della loro vicinanza e comprensione, anche se so che adesso io sono cosi, fragile.

Nobel è esattamente quello che volevo dire... Io non mi voglio estraniare ed isolare completamente dal mondo, mi piace stare più in intimità, posso stare anche con due persone, ma di più inizio a non sentirmi come vorrei, perché vorrei avere un contatto più profondo con chi mi sta accanto, poterlo ascoltare di più e magari essere a mia volta d'aiuto.
Come dice anche Arianna, ognuno è fatto a modo proprio, con un carattere diverso e anche se la maggioranza delle persone è estroversa, questo non vuol dire che io mi debba sempre adattare per forza a loro stile di vita. Non voglio sentirmi pressata, sforzata a fare qualcosa che va in conflitto col mio modo di essere, perché altrimenti sarei "la noiosa", quella che non vuole mai fare nulla; non costringerei nessuno che ama uscire, a stare a casa il sabato sera a leggersi un libro e non per questo l' allontanerei o gli direi che è "palloso". Ma son sempre io che devo capire gli altri.
La solitudine mi protegge, ho innescato un meccanismo dentro di me, di difesa. Purtroppo ho vissuto anche dei traumi ai tempi delle medie e non è facile per me aprirmi alle persone adesso.

E come tutti desidero calore, affetto, cuore,
ma nel mio luogo, devo ritornare...
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