Ciao, sono una ragazza di 19 anni, frequento il primo anno di università. Mi hanno diagnosticato quando avevo 6-7 anni una forma di autismo ad alto funzionamento: sindrome di Asperger. Scrivo qui sperando che possa aiutarmi, è un periodo molto brutto.
Mia sorella è nata quando avevo quasi 3 anni. Non ho mai sopportato la cosa, ero molto gelosa e lei mi toglieva anche le poche attenzioni che prima ricevevo. A scuola andavo molto bene, ero la prima della classe e facevo sempre di tutto per dimostrare di essere la migliore. E ci riuscivo.
Sono depressa da almeno 10 anni. Alle elementari piangevo quotidianamente preoccupata per il mio futuro e perchè non avevo voglia di crescere. La vita sarebbe diventata sempre più brutta e piena di problemi e tutti mi avrebbero abbandonata. Sentivo che nessuno mi capiva e non avevo amici, cosa molto strana se si considera che ero una bambina.
L' ultimo anno delle elementari è stato il peggiore, non volevo andare alle medie, non mi sentivo pronta a dire "vado alle medie, sono troppo grande per le elementari". Col senno di poi facevo bene ad averne paura: sono stati tre anni bruttissimi.
Ero un po' cicciottella e mi prendevano in giro in continuazione per il mio corpo e per i voti. Non avevo amici ed ero chiusa in me stessa. Ho avuto anche problemi con una professoressa, che ha peggiorato la situazione.
Dopo la terza media decido che il liceo sarebbe dovuto andare diversamente. Quell' estate perdo molti chili saltando i pasti e cerco di capire cosa piaceva alle altre ragazze per sembrare una di loro. Mi sentivo diversa, inferiore.
All' inizio ci riesco, per un mesetto mi inserisco abbastanza bene in un gruppo. Ma poi, anche per colpa mia forse, anche loro iniziano a rifiutarmi. Sono di nuovo sola.
In quell' anno ho scoperto da delle conversazioni lette di nascosto, che mio padre tradiva mia madre. Le cose tra di loro non andavano bene e litigavano in continuazione. Io stavo malissimo, sentivo che a nessuno importava niente di me. Ho iniziato a tagliarmi, un po' per cercare attenzioni (anche se stavo attentissima a tenere i tagli nascosti) e un po' perchè era un modo per non concentrarmi sui miei pensieri, il dolore fisico rendeva quello psicologico meno forte. Ma se ne accorsero e mi mandarono da uno psicologo.
Ho fatto molte sedute, ma non ho mai parlato. Ci andavo solo perchè obbligata e non volevo che lui mi aiutasse. Dopo un po' di tempo iniziano ad accorgersi anche del disturbo alimentare, avevo perso tantissimi chili. Quindi dovetti iniziare ad andare da uno psichiatra, oltre che da uno psicologo. Mi prescrisse dei farmaci che ero obbligata a prendere perchè minorenne, ma non ci fu nessun miglioramento. Così dopo qualche mese mi ricoverarono in psichiatria. Avevo 16 anni.
In ospedale stavo bene, non dovevo sopportare mia madre e mia sorella e il fatto che medici ed infermieri si preoccupavano per me mi faceva sentire importante. Ho detto più volte ai medici di non volere uscire. Ma non potevano tenermi lì per sempre e dopo un paio di mesi dovetti tornare a casa, ai miei problemi. Ho pensato "se non mi fanno stare in ospedale è perchè non sto abbastanza male" e quindi cercavo di fare di tutto per dimostrare che stavo male, ma non funzionava.
Iniziai a sfogarmi col cibo, in poco tempo raddoppiai il mio peso (ero sottopeso prima). Avevo abbuffate incontrollate e non sono mai riuscita a vomitare. Ero passata da essere sottopeso ad essere in sovrappeso. Non sopportavo questa cosa, ma non riuscivo a smettere di mangiare, di abbuffarmi.
Qualche mese dopo tentai il suicidio per la prima volta. Non vedevo più alternative. Accumulai farmaci per un po' e li presi tutti in un giorno che avevo prestabilito. Purtroppo (o per fortuna, dipende dai punti di vista), mia madre se ne accorse, e finii in ospedale in ambulanza. Cercai in tutti i modi di rifiutare la lavanda gastrica, ma mi diedero molti calmanti e mi salvarono.
Lo feci di nuovo 3 mesi dopo, e mi ricoverarono di nuovo in psichiaria. Ero ingrassata ancora. Uscita dall' ospedale torna tutto come prima: nessun amico, nessuno che mi capisce, incontri con psicologi e psichiatri a cui non voglio partecipare ecc.
Poi lentamente inizio a stare meglio. Trovo un gioco che mi appassiona e gli tutto il tempo in cui non sono a scuola. Dopo qualche mese decido di smettere di prendere i farmaci e inizio a perdere peso.
Segue un periodo abbastanza tranquillo, finchè mia sorella, quindicenne, non decide di tentare il suicidio. Tutti si dimenticano di me, letteralmente. Le persone mi chiedono solo "come sta tua sorella?" fregandosene completamente di come sto io. Si sono dimenticati tutti di me.
Ho iniziato l' università, e non sono di nuovo riuscita ad avere amici. Con lo studio non va bene, perchè a causa della depressione e di ossessioni varie non riesco a concentrarmi. Sono di nuovo anoressica, e vorrei solo che qualcuno si accorgesse di quanto sto male, vorrei essere importante per qualcuno. Ma niente. Mi consolo pensando di meritarlo, ma non è il massimo. Non ce la faccio più, non so quanto resisterò ancora.
Scusate per la lunghezza e per gli errori grammaticali. Non riesco a rileggerlo, troppe lacrime.