Perché?

Quante volte ci lasciamo attraversare istintivamente da vergogna e senso di colpa?
In quanti siamo stati abbandonati? In quanti ci ritroviamo oggi completamente soli? In quanti possiamo dire di avere tanti amici quando sorridiamo, ma nessuno accanto quando piangiamo? ...Forse abbiamo qualcosa in comune.
Abbattiamo la solitudine instaurando dei legami forti tra noi, sfogandoci, ascoltandoci e costruendo qualcosa di importante tra noi. Cerchiamo di trarre dalla nostra unione la forza necessaria per rimettere in piedi la nostra vita.

Perché?

Messaggioda Dana » 10/06/2013, 12:12



Salve, sono Daniela.
Fin dall'asilo ho avuto problemi a socializzare con i miei coetanei.
Sono cresciuta in una famiglia dove erano quasi tutti adulti, per cui ero abituata a rapportarmi in modo diverso. Non lo dico per vanto, ma penso di essere maturata un po' prima rispetto agli altri. Sono sempre stata esclusa e allontanata dai miei compagni, in parte a causa del mio carattere, un po' chiuso, ma anche per il fatto che venivo considerata strana, il motivo non lo conosco, ed è stato sempre fonte di grande sofferenza e odio verso me stessa.
Alle elementari ho cercato di integrarmi, ma fin dal primo giorno i famosi "gruppetti" del cavolo erano già formati. Ho provato per tutti i 5 anni a cercare di uscire con loro, ma ero sempre la stupida che rimaneva dietro, sull'orlo del marciapiede... Sperando invano che qualcuno si ricordasse che esiste anche lei.
Vi racconto anche una storia ridicola, tanto per chiarirvi ancor di più l'opinione che avevano di me.
A quel tempo la mia amichetta (amichetta solo perché mia compagna di banco, di fatti sparita la vicinanza, sparito tutto) e io, fondammo una sorta di club, così per gioco che 'allestivamo' nell'ora della ricreazione. Il club in tutto e per tutto lo fondai io, di fatti stabilii fin dal principio che io ero il capo e lei la mia vice. Nonostante questo nessuno mi considerò mai come tale, anzi nessuno mi considerò mai realmente parte di questo club. Così alla fine per dimostrare anche alla vice la realtà dei fatti, finsi di andarmene. Nessuno batté ciglio, ovviamente. Allora dissi a lei di fare lo stesso, e come avevo previsto tutti la seguirono.
Questa cosa mi fece deprimere e chiudere ancora di più, ma riuscii a riprendere a sperare in meglio per le medie.
Altra delusione, ovviamente.
Venni spesso insultata, derisa e presa di mira per il mio aspetto, per il mio modo di esprimermi.
Quando tornavo a casa, mia madre continuava a ripetermi di uscire. Me lo chiedeva per favore perché non sopportava di vedermi lì, buttata sul letto o sul divano e fissare il soffitto.
Ripresi i tentativi disperati.
Il gruppetto dove cercai di inserirmi a tutti i costi era costituito da due vecchie mie compagne delle elementari, tra cui la 'vice' di prima.
Mi iscrissi al loro stesso catechismo, alla loro stessa scuola di ballo, mi sedetti vicino a loro...
Non cambiò niente.
Continuavano a guardarmi con evidente disprezzo, come per dire: "ma sei ancora qui?"
Così mollai e caddi in una seria depressione. Iniziai anche a tagliarmi perché ero convinta che fossi io ad essere sbagliata e mi odiavo. Mia madre mi portò da una psicologa, sebbene non fosse a conoscenza della mia passione per forbici e taglierini (tutt'ora non sa niente, anche se i segni sul mio braccio sono chiari ed evidenti). In qualche modo a scuola la cosa venne fuori e così divenni "asociale, depressa e malata".
L'estate prima del terzo anno mi venne inviato via mail l'album fotografico del compleanno di una di loro al quale chiaramente non ero stata invitata.
Organizzarono la festa di fine anno a mia insaputa per poi dire che io non ero voluta venire, essendo asociale.
Mi sentivo dare dell'asociale a scuola, a casa (da mia madre che si era scocciata).
Smisi di comunicare e mi chiusi ancora di più. Iniziai a passare tutte le mie giornate davanti al pc, stringendo amicizie virtuali che duravano non più di una settimana.
Cercavo di riempire il vuoto che sentivo... Ma nonostante questo, la notte continuavo a piangere.
Per fortuna, in quell'ultimo anno di medie, sempre grazie al pc, sono riuscita a recuperare i rapporti con la mia vecchia migliore amica dell'asilo. Ora è la mia unica vera amica e sono felice di averla. Andiamo alle superiori insieme, ma dopo prenderemo strade diverse. Lei tornerà al suo paese d'origine e io rimarrò qui... So che esistono treni e aerei, ma è chiaro che non sarà più lo stesso.
Ho un ragazzo. E' una relazione a distanza. Ci siamo visti solo 2 volte in 8 mesi, ma va bene. Sono disposta ad aspettare, perché lo amo davvero. L'ho conosciuto tramite pc.
Nonostante queste due persone, continuo a soffrire di solitudine.
E' cominciata l'estate, la scuola è finita, i miei sono al lavoro e io sono a casa. Sono felice che non ci siano, e anche se ci fossero non farebbe alcuna differenza. Sono troppo distanti da me, e poi non parliamo. La mia migliore amica tra due giorni parte per la Polonia. Tornerà tra 20 giorni. Ora deve fare le valigie, non ha tempo per me.
Il mio ragazzo è lontano e a volte ci sentiamo davvero poco. Oggi è con un suo amico, e non sarebbe giusto assillarlo. E così sono sola.
Ho passato estati intere davanti al pc. Tutto il giorno e a volte anche la notte. L'anno scorso sono andata a mare solo 8 volte, pur avendolo a 20 minuti di macchina da me. E precisiamo che quegli 8 giorni li ho fatti perché i miei genitori mi hanno trascinata con loro in uno stupido villaggio.
Mi sento triste. Prima ho pianto, non sono riuscita a trattenermi.
Be', tutto qui.
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Messaggioda Davy Jones » 10/06/2013, 22:18



Mi dispiace, conosco molto bene la solitudine. Comprendo ciò che hai vissuto e ciò che vivi.
Per me è normale che ti senti sola nonostante la tua amica e il tuo ragazzo... perché essendo rapporti a distanza si basano in un certo senso sull'aspettare (sperare?)... e intanto? Io credo che per non sentirsi soli sia necessario "vivere" le persone, condividere l'esistenza con loro. Purtroppo nei rapporti a distanza questa cosa è limitata o comunque incompleta.
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Messaggioda Dana » 11/06/2013, 9:04



Sì è vero.
Be', per mandare avanti questa relazione, penso sempre che ci sarà un giorno in cui potremo stare sempre insieme. Penso che anche se a volte questa distanza è qualcosa di terribile e ci logora entrambi, quando finalmente ci potremo vedere, vivremo tutto molto più intensamente. Trovo che sia stupendo. Quindi mi ripeto che ne vale la pena di aspettare.
Però come dici tu sono solo speranze e bisogna essere tanto pazienti.
Sono una persona che è stata delusa molte volte, e non so nemmeno io dove ho trovato il coraggio di iniziare di nuovo a sperare, specialmente in una relazione a distanza!
La mia migliore amica parte domani e ovviamente è impegnata adesso. Ieri le ho chiesto se aveva anche solo un po' di tempo libero, ma ha detto che proprio non poteva. Ho provato a chiamare gli unici compagni di classe con i quali mi trovo un po' più a mio agio, ma chiaramente avevano 'il cellulare spento'.
Chissà perché è sempre spento per me.
Il mio ragazzo non è ancora tornato, ha deciso di prolungare dormendo lì dal suo amico.
Ieri quando me l'ha detto mi sono arrabbiata, poco dopo però mi ha invasa la tristezza. Anche quella sera non avrei dovuto aspettare nessuno.
So che non dovrei fare paragoni, ma proprio non ci riesco! Non riesco a fare a meno di pensare che mentre la maggior parte dei miei coetanei è in giro a divertirsi, io sono qui, chiusa in casa in piena estate a deprimermi.
Odio stare sola, perché mi porta a pensare troppo e di conseguenza mi deprimo.
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Messaggioda Sebastian » 11/06/2013, 10:14



Ti capisco, anche io sono nella stessa situazione, soprattutto per quanto riguarda i compagni col cellulare spento, oppure la solita risposta:"No, oggi non posso, sarà per la prossima volta", -.- tanto vale mandarmi a quel paese.
Purtroppo la situazione è questa, anche io sto a casa a deprimermi mentre gli altri sono in giro a divertirsi, più che altro perché so che la situazione è difficile da cambiare, non tanto perché l'estate sta passando (se ci pensi siamo ancora in Primavera).
Però comprendo anche il fatto che io praticamente non sto facendo nulla per cambiare la situazione, penso che stando fermo qui qualcuno mi viene a cercare, mi sbaglio di grosso, devo uscire per cambiare la situazione, il problema è: con chi?
Uscire solo non mi sarebbe di problema, però come lo dico ai miei che mi prendono per co****ne, la patente ancora non la posso prendere, e non ho i soldi per il motorino.
Però dobbiamo accettare il fatto che la situazione non cambia se stiamo in casa a deprimerci, p*rca miseria oggi quasi quasi me ne vado a piedi a farmi una passeggiata, meglio di niente, no?
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"Per conoscere, me e le mie verità, io ho combattuto fantasmi d'angoscie con perdite d'io. Per distruggere, vecchie realtà, ho galleggiato, su mari di irrazionalità. Ho dormito, per non morire, buttando i miei miti di carta su cieli di schizofrenia." - Franco Battiato

"Dentro di me, vivono la mia identica vita, dei microorganismi che non sanno di appartenere al mio corpo. Io, a quale corpo appartengo?" - Franco Battiato

"Non hai forza per tentare di cambiare il tuo avvenire, per paura di scoprire libertà che non vuoi avere. Ti sei mai chiesto quale funzione hai?" - Franco Battiato

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Messaggioda Rothko » 11/06/2013, 13:39



Comunque l'estate è un problema anche per me. Non tanto per la solita questione gli altri tutti a divertirsi etc (che pure quando sei molto giovane conta), quanto per questioni climatiche che si ripercuotono sulla mia psiche..... mah. Fra un po' uscirò anch'io. Il fatto è che d'estate non ho nemmeno la libertà di farmi una passeggiata al mare perché è pieno di gente in mutande e questo mi dà molto fastidio. Non piangere Dana :hi:
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Messaggioda Dana » 11/06/2013, 20:21



Non riesco a capire perché più tempo passa e peggio mi sento. Prima riuscivo ad accettare la solitudine, oserei dire che mi piaceva anche. Ma adesso non la sopporto, mi fa stare male...
Non so neppure cosa fare ancora per distrarmi.
Tra noia e solitudine non so quale sia peggio.
Sono stata bulimica e quindi avere troppo tempo libero è un po' problematico. Oggi per esempio mi sono ingozzata per il nervosismo. Mi sono sentita subito in colpa, ma ho resistito e non ho rigettato niente. Per questo domani pensavo di andare a correre, così mi terrò impegnata e uscirò almeno. Spero che la musica mi aiuti a non sentirmi troppo sola o semplicemente a non pensare troppo, anche se purtroppo so che quando tornerò a casa, starò di nuovo male.
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Messaggioda Davy Jones » 11/06/2013, 20:22



Sebastian ha scritto:p*rca miseria oggi quasi quasi me ne vado a piedi a farmi una passeggiata, meglio di niente, no?

Per me è ancor più deprimente.
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Messaggioda Sebastian » 12/06/2013, 0:19



Devy Jones, in effetti hai ragione, oggi ci sono andato a passeggiare da solo ed oltre al bel paesaggio, ed ai soliti "conoscenti", non ho incontrato nessuno e non ho fatto niente, se non un po di allenamento :D
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Messaggioda Rothko » 12/06/2013, 0:34



Dana, fai benissimo ad andare a correre! Io purtroppo non sopporto l'estate e non posso andare a correre sulla spiaggia perché c'è gente in mutande e chiamerebbero la neuro a vedere uno in tuta a correre sotto il sole a 30 gradi. Amo il mare d'inverno e mi piace moltissimo camminare da solo, soprattutto in mezzo alla natura. Scusate se non condivido il vostro atteggiamento negativo. Cerco di godermi le piccole cose, non è che devo "fare" chissà cosa per stare bene. Spesso faccio foto e se c'è una luce particolare e qualcosa che mi piace sono contento per quello. E poi la musica certo che mi fa stare meglio, sempre. Se non ami non sarai mai felice e nemmeno "medio" come direbbe Elio delle storie tese. Quindi, Davy, scusami se mi permetto di darti un consiglio nonostante non ti conosca: prova a goderti anche una passeggiata, un caffè, un sigaro (dico per dire, io non fumo più ;) ) una carbonara, una bella musica, un bel film, se ti capita una ehmm una serata con una ragazza, un tramonto.... insomma, tutte quelle cose a cui non fai mai caso perché non ti sembrano nulla di speciale.
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Messaggioda gatta spelacchiata » 12/06/2013, 20:21



Dana ha scritto:Non riesco a capire perché più tempo passa e peggio mi sento. Prima riuscivo ad accettare la solitudine, oserei dire che mi piaceva anche. Ma adesso non la sopporto, mi fa stare male...


Sono fasi che si hanno nella vita, non c'è nulla di cui preoccuparsi. Io, per esempio, mi sono chiusa in me stessa per parecchi anni perché ne sentivo il bisogno, dovevo stare con me stessa per capire meglio alcune cose su di me e la solitudine non mi pesava, anzi, la cercavo. Ora questa fase è passata e sento la necessità di aprirmi al mondo. Ovviamente a piccoli passi perché un'asociale come me si spaventa subito e vorrebbe tornare a richiudersi nel guscio.

Non so neppure cosa fare ancora per distrarmi.
Tra noia e solitudine non so quale sia peggio.
Sono stata bulimica e quindi avere troppo tempo libero è un po' problematico. Oggi per esempio mi sono ingozzata per il nervosismo. Mi sono sentita subito in colpa, ma ho resistito e non ho rigettato niente. Per questo domani pensavo di andare a correre, così mi terrò impegnata e uscirò almeno. Spero che la musica mi aiuti a non sentirmi troppo sola o semplicemente a non pensare troppo, anche se purtroppo so che quando tornerò a casa, starò di nuovo male.


Non so, magari potresti cercare un gruppo di volontariato. Non hai passioni? Se ami gli animali puoi dare una mano in qualche canile o gattile; se ami i bambini puoi intrattenerli nel reparto pediatrico dell'ospedale della tua città. Sono solo esempi, i primi che mi sono venuti in mente. Fare qualcosa che ci piace ci aiuta a tenere la mente lontana dai pensieri ossessivi e ripetitivi che ci fanno stare male.
C'è qualcosa che ti piace fare?
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