Cla ha scritto:Quale vita realmente conducono gli altri al di là delle impressioni che possono suscitare? Credo che ciascuno viva la sua vita in modo unico, nel bene e nel male e questo è anche il motivo per cui penso che la normalità non esiste. In base a cosa si stabilisce che qualcuno è più normale di qualcun altro? Che le vite degli altri sono più normali o più 'giuste'? Mi sono posta parecchie volte questa domanda e mi sono convinta che il parametro con cui spesso si considera qualcosa o qualcuno 'normale' è l'aderenza di questo qualcosa o qualcuno agli schemi che ci impone la società in cui si vive. Così noi e le nostre vite sono tanto più 'normali' e accettate quanto più corrispondono agli schemi sociali ma a mio parere questa non è altro che omologazione. E se per avere la vita degli altri, se per essere accettata, devo omologarmi a scapito della mia unicità preferisco di no e pazienza se agli occhi degli altri rimarrò sempre imperfetta, diversa, strana, ecc. Scusatemi per la lunghezza e per le farneticazioni...
Cuoretriste ha scritto:Cla ha scritto:Quale vita realmente conducono gli altri al di là delle impressioni che possono suscitare? Credo che ciascuno viva la sua vita in modo unico, nel bene e nel male e questo è anche il motivo per cui penso che la normalità non esiste. In base a cosa si stabilisce che qualcuno è più normale di qualcun altro? Che le vite degli altri sono più normali o più 'giuste'? Mi sono posta parecchie volte questa domanda e mi sono convinta che il parametro con cui spesso si considera qualcosa o qualcuno 'normale' è l'aderenza di questo qualcosa o qualcuno agli schemi che ci impone la società in cui si vive. Così noi e le nostre vite sono tanto più 'normali' e accettate quanto più corrispondono agli schemi sociali ma a mio parere questa non è altro che omologazione. E se per avere la vita degli altri, se per essere accettata, devo omologarmi a scapito della mia unicità preferisco di no e pazienza se agli occhi degli altri rimarrò sempre imperfetta, diversa, strana, ecc. Scusatemi per la lunghezza e per le farneticazioni...
Beh vedi, secondo me siamo tutti omologati agli schemi sociali, anche chi dice di no. Il fatto che per vivere ti serva un lavoro, che trovi le verdure affettate e la carne pronta per essere cotta comodamente al supermercato, che stai scrivendo da un computer o telefono, che hai addosso dei vestiti, che sai leggere e scrivere (e potrei continuare all'infinito) implicano una perfetta adesione agli schemi sociali. Lo so, la filosofia del "nessuno è normale,ognuno è unico" è bellissima e la condivido, ma l'unicità e la normalità sono cose abbastanza diverse. Io non ho mai usato il termine normale come sinonimo di scontato.
Io penso che l'autore del post non abbia usato il termine normale come sinonimo di omologato, ma che parlasse più di una vita con il minimo indispensabile per il benessere psicofisico. È evidente che siamo tutti diversi (anche se qualcuno obietterà sicuramente dicendo che esisterono milioni di persone che comprano le stesse cose, che guardano gli stessi programmi televisivi, che hanno le stesse ambizioni, che vestono allo stesso modo etc..etc.. ma tutto questo non significa che l'unicità dell'individuo non viene conservata) ma nella nostra diversità abbiamo tutti gli stessi bisogni primari.
Adrien ha scritto:Purché con "normalità " non ci riferisca all'utopica famiglia Mulino Bianco e al posto fisso (oggi ancora più utopico della famiglia M.B.).
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