Marianna ha scritto:Penso sempre a cosa potrebbe pensare la gente di me. Ogni singola azione che faccio nasconde infinite elucubrazioni. Finisco per rendermi ridicola perché per la paura di essere guardata e giudicata divento goffa e imbranata. E, alla fine, vengo davvero giudicata. Per tutti sono la ragazza un po' strana, lunatica, per alcuni stupida. Si, stupida perché cerco sempre di piacere agli altri, faccio l'amicona, quella che ride sempre... ma io non sono così. E non sono spontanea nel comportarmi così. Ma a volte vorrei davvero solo divertirmi e sentirmi una persona normale, eppure cose che per gli altri sono normali a me non riescono affatto normali. Mi sento così goffa, così strana. Magari vedo ragazze fare battute con le amiche e ridere insieme, ma se quella battuta la faccio io mi guardano come fossi una cretina oppure devo giustificarmi o spiegare perché l'ho detto. Insomma, sono costantemente giudicata e più mi sento giudicata e più mi comporto come una bambina, nel tentativo estremo di essere accettata, e più perdo me stessa e la mia spontaneità. Non ho amiche vere. Sono quella a cui si può rinunciare facilmente, quella che "tanto torna sempre lei" o che non è davvero importante per nessuno. Sono figlia unica. La mia famiglia non mi capisce, loro sono tutti persone "normali" e per loro io sono la "pecora nera", quella diversa, sempre nel suo mondo, triste, che quando prova ad uscire dal suo guscio è ridicola. Una disadattata. Non sopporto più le persone ormai, e tutto ciò che lo stare con le persone comporta. Ho 17 anni e tanta voglia di scappare, da sola, viaggiare e trovare la mia pace, la mia dimensione senza dover dare giustificazioni a nessuno.
Marianna ha scritto:Grazie ragazzi... per rispondere a Enso: quando sono da sola io... mi piaccio. Sono consapevole dei miei difetti e dei miei limiti eppure mi sento unica e speciale anche per quei difetti, per ciò che mi hanno resa e per il percorso che mi hanno fatto fare. Eppure quando sono con gli altri non riesco più a ricordare chi sono. Ho due amiche con cui riesco ad essere me stessa ed è bellissimo. Invece con tutti gli altri no. Sento un divario enorme. Mi sento sempre giudicata, so di essere una persona strana, solitaria, a volte lunatica, eppure anche altre persone lo sono. Ma a me non lo perdonano, li vedo che mi compatiscono, come se gli facessi pena. Quando parlo nemmeno mi ascoltano perché per loro... non so cosa sono per loro. So solo che mi hanno distrutta. Quando sono con loro, e per loro intendo compagni di classe o altri amici o anche parenti, l'amore per me stessa scompare. Dimentico quanto posso essere bella, mi annullo per cercare di essere normale, di piacere anche a loro. Ma non serve. È come se ci fossero due me e due idee che ho di me: una per quando sono sola e una per quando sono con gli altri
Ensō ha scritto:Marianna ha scritto:Grazie ragazzi... per rispondere a Enso: quando sono da sola io... mi piaccio. Sono consapevole dei miei difetti e dei miei limiti eppure mi sento unica e speciale anche per quei difetti, per ciò che mi hanno resa e per il percorso che mi hanno fatto fare. Eppure quando sono con gli altri non riesco più a ricordare chi sono. Ho due amiche con cui riesco ad essere me stessa ed è bellissimo. Invece con tutti gli altri no. Sento un divario enorme. Mi sento sempre giudicata, so di essere una persona strana, solitaria, a volte lunatica, eppure anche altre persone lo sono. Ma a me non lo perdonano, li vedo che mi compatiscono, come se gli facessi pena. Quando parlo nemmeno mi ascoltano perché per loro... non so cosa sono per loro. So solo che mi hanno distrutta. Quando sono con loro, e per loro intendo compagni di classe o altri amici o anche parenti, l'amore per me stessa scompare. Dimentico quanto posso essere bella, mi annullo per cercare di essere normale, di piacere anche a loro. Ma non serve. È come se ci fossero due me e due idee che ho di me: una per quando sono sola e una per quando sono con gli altri
Forse è la paura degli altri ancor prima del loro giudizio? La paura nasce da chi non si conosce. Probabilmente ti trovi bene con le due amiche perché siete affiatate e per te è quasi stare con te stessa.
Marianna ha scritto:
Beh si, con loro c'è complicità. È come stare a casa, sentirsi a casa ovunque. E quando sono con loro sono diversissima, e, soprattutto, sono sicura di me. Ma non posso restare sempre legata a loro, chiusa nel mio guscio. Devo imparare a rapportarmi anche con altre persone, senza svilirmi e restando sempre me stessa. Senza sentirmi costretta a essere qualcun altro o a fare cose in base al giudizio altrui. Ci provo tanto, tutti i giorni... ma non ci riesco mai. Come si fa?
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