Tesoro non sto dicendo che abbiamo vissuto le stesse cose perché ogni persona è diversa e naturalmente lo sono anche le esperienze di vita, ma anche a me era stato diagnosticato il borderline oltre a tremila altri disturbi e il fatto che quegli psichiatri mi definissero così mi dava fastidio. Forse saranno loro, che hanno coniato questo termine, a non capire che una persona sensibile e che sta passando un bruttissimo periodo è più che naturale che abbia scatti d'ira o non ce la faccia più a provare tutte quelle emozioni stipate dentro di se, ma se solo l'avessi capito prima mi sarei tirata fuori dal loro incasinarmi secoli fa. E infatti ora che sto bene, chiedi a mia madre o al mio ragazzo come fossi in quel periodo e vediamo come ti descrivono la differenza.
Due sole psicologhe avevano fatto il loro lavoro con me, inutile comunque perché finché non è la persona in questione a scegliere di mettere da parte i ragionamenti tossici e ad essere indirizzata verso cose che veramente possono aiutarla, non se ne viene a capo.
Chi mi vedeva quando ero anoressica, gli scatti d'ira che facevo, i pianti angoscianti, mi avrebbero detto che ero pazza (cosa che è successa ma da persone che mi vogliono bene), ed era il mio stato d'animo in certi periodi depressivi, probabilmente concomitanti con chi mi aveva diagnosticato il borderline. Questa categoria di medici a cui piace così tanto inquadrare anche le piccole cose e trasformarla in qualcosa di grave, e noi che per colpa o non colpa loro stiamo a rifletterci così tanto e a sentire queste definizioni come un peso da portarsi dietro.
Mi fa piacere che ti senta rassicurata dal fatto che qualcuno ti dica cosa stia succedendo, ma questa continua ricerca di risposte porta solo ad altre domande e un termine non è in grado di spiegare ciò che ci accade dentro. Mi auguro che chi ti ha in cura cercerà di fare un buon lavoro, altrimenti diventa un fardello. In psicoterapia è importante che gli psicologi ti facciano capire che la visione della vita non è unidirezionale, che non esiste soltanto la tua “malattia”, ma che c'è altro che sta succedendo che non vedi e che ogni altra cosa merita la stessa attenzione.
L'ansia, il sentirsi fuori dal comune, per quanto sgradevoli, ci dicono una cosa importantissima. Che siamo diversi dagli altri, da chi finge, da chi si omologa, da chi non ha mai avuto una visione della vita vera. Queste cose che passiamo, brutte e dolorose, ci dicono che siamo diversi. Ma chi vuole essere davvero uguale ad un'altra persona? Una copia di qualcun'altro? Sarebbe un incubo! Magari desideriamo quella caratteristica che ha quella persona, ma come ho già scritto ci ammaliamo proprio perché l'omologazione ci toglie la vita.
Quello che stiamo passando non avviene mai per caso, ma ci da la possibilità di uscire da un guscio che ci siamo creati sacrificando noi stessi.