Solitudine a Milano. Non solo un cliché

Ovvero:sono io o è la città?

Quante volte ci lasciamo attraversare istintivamente da vergogna e senso di colpa?
In quanti siamo stati abbandonati? In quanti ci ritroviamo oggi completamente soli? In quanti possiamo dire di avere tanti amici quando sorridiamo, ma nessuno accanto quando piangiamo? ...Forse abbiamo qualcosa in comune.
Abbattiamo la solitudine instaurando dei legami forti tra noi, sfogandoci, ascoltandoci e costruendo qualcosa di importante tra noi. Cerchiamo di trarre dalla nostra unione la forza necessaria per rimettere in piedi la nostra vita.

Solitudine a Milano. Non solo un cliché

Messaggioda Bonifacio » 26/01/2020, 20:44



Riccardina ha scritto:Ma ormai anche la nobile scighera, che un tempo imperversava per mesi, è adesso ridotta a pochi giorni di gennaio, così come i famigerati pm 10 e 2,5, al netto dei sensazionalismi giornalistici

ma sì era per sdrammatizzare un po', suvvia.
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Bonifacio
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Solitudine a Milano. Non solo un cliché

Messaggioda Cassie1999 » 26/01/2020, 21:15



The invisible man ha scritto:Ciao a tutti!

Vivo a Milano da più di un anno. Ho scelto di spostarmi dalla mia cittadina del Sud Italia perché credevo ci fossero più possibilità di lavoro e di vita, anche perché tra l'altro sono gay.
Il punto è che, come molti trapiantati a Milano, non riesco a crearmi una vita sociale.
Per uno come me, abituato a condividere i propri stati d'animo, le esperienze etc. È quasi una maledizione, un inferno. Mi sento solo, invisibile alla gente intorno. Sembra che ogni sforzo sia inutile e questo mi sta creando non pochi conflitti (soprattutto mi fa chiedere se voglio davvero restare qui). Appena ho un po' di tempo libero mi lascio andare al pianto e alla sensazione di essermi messo in trappola da solo. Forse avrei bisogno d'aiuto, ma non saprei neanche a chi chiedere. È proprio questo il peso della solitudine, avere bisogno e non poter ricevere risposte.

Bhe posso dirti che penso sia normale, insomma ti trovi in un posto nuovo, lontano da casa tua e sentirsi persi e isolati è del tutto normale e giusto. Mentre leggevo mi hai fatto molto pensare a Picasso, è una cosa stupida ma quando andò a Parigi il senso di isolamento era una sensazione percettibile
nei suoi quadri. Lascia passare un pò di tempo e le cose miglioreranno, l'inizio è sempre molto lento, ma lascia fluire senza troppi pensieri. :D
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Messaggioda The invisible man » 26/01/2020, 22:10



Che bell'esempio... :)
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Messaggioda ncode » 27/01/2020, 11:20



The invisible man ha scritto:.... È come se non ti dessero la possibilità o fossero del tutto disinteressati alla cosa. Quindi se già non sei uno che se ne frega, che riesce a essere brillante e super social, il contesto fa il resto. Almeno questa è la mia impressione. Ho scritto proprio per confrontarmi sulla cosa.


è esattamente così! Nei mesi che sono stato a Milano ero totalmente disinteressato a legare con altra gente, anche se si mostrava disponibile a fare amicizia. Ero troppo preso dal lavoro (che mi piaceva) dai colleghi (colleghe..) e progetti. Mi stavo trasformando in un vero Milanese e odiavo questa cosa. Mi vedevo la mattina come una specie di zombi, nel senso che facevo sempre le stesse cose, stesso treno, stessa gente, stessi sguardi, stessi negozi, poi al lavoro mi divertivo. Tornavo la sera che avevo sempre qualcosa da fare, poco tempo per pensare o dedicarlo ad un hobby. Per questo la etichettai come città triste... ti fa decollare la vita professionale ma ti toglie quel qualcosa che soltanto noi del sud conosciamo.
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Messaggioda The invisible man » 27/01/2020, 11:36



Se posso permetteri, ora dove vivi? Stai meglio? Comunque concordo su quel qualcosa in più che solo noi del Sud conosciamo e che è fondamentale per stare bene. Non si vive di solo lavoro. Davvero ho la testa piena di punti interrogativi.
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Messaggioda ncode » 27/01/2020, 11:47



Sono tornato nella mia città (del sud) e non mi sono mai pentito, pur avendo lasciato un lavoro da 4k al mese. Altri amici che sono rimasti lì, sembrano isolati in quel mondo che li ha completamente intrappolati! A mio parere non si vive di solo lavoro! Meglio guadagnare di meno che essere felici al lavoro e costruire la propria vita in quella dimensione, dimenticando tutto il resto. Ovviamente non vale per tutti, sono sicuro che moltissime persone al mio posto sarebbero rimaste a Milano sentendosi appagati e felici ma a me mancava quel qualcosa, vedevo il tempo scorrere troppo velocemente e stavo diventando una pedina di quel mondo perfetto mentre io sono abituato a muovermi in tutte le direzioni come un re (parlando della scacchiera).
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Messaggioda The invisible man » 27/01/2020, 16:59



Sono d'accordo.
La vita è fatta di tante sfaccettature. Gli affetti contano quanto il lavoro, almeno per me è così. È vero che ognuno ha un suo carattere e per alcuni davvero Milano può essere la loro dimensione esistenziale, ma io invece vivo nei dubbi. Eppure una volta fatta una scelta, a 32 anni, è ancora più difficile rimetterla in discussione un'altra volta. A volte penso che un contesto più piccolo e umano, dove la gente si ferma a fare due chiacchiere e non ti vede solo come un rompiscatole che gli fa perdere tempo possa essere più adatto a me.
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Solitudine a Milano. Non solo un cliché

Messaggioda loser » 27/01/2020, 17:46



scusa, ma a Milano non è pieno di locali per gay?? io comincerei da lì... magari ci vai con una collega donna per la prima volta, tanto per rompere il ghiaccio... le donne hanno un debole per i gay in fondo.
sei solo, sei meridionale ma soprattutto sei gay, è da qui che devi partire, il resto in conseguenza.
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Solitudine a Milano. Non solo un cliché

Messaggioda germano » 20/05/2020, 22:09



Secondo me dovrebbero andare via tutti non solo da milano ma dalla lombardia (extracomunitari per primi), magari per andare nella ridente Cagliari (che in uno degli articoli citati pare essere al primo posto nella classifica delle città felici).

Andate andate!
Scappate dalla nebbia della fredda pianura padana!
La lombardia è brutta! È tristissima!
E ha anche il coronavirus!

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