Nella mia presentazione devo ammettere che sono stata molto generica su molte cose,sul perchè sono qui o sui miei amici, nessuno sa niente di me. Posso cominciare col dire che sono complicata, timida. Un tempo mi sarei definita stupida, molte volte mi sono definita cosi, questo fino a qualche anno fa, il motivo sta magari nel fatto di avere 2 sorelle più grandi una migliore dell'altra, tra noi non c'è mai stata una competizione, la competizione stava nella mia testa, sapevo di essere strana rispetto a loro o a tutta la mia famiglia, i compagni o i professori naturalmente calcavano molto, mi sentivo sempre molto demoralizzata a scuola, sopratutto i primi due anni di liceo in cui mi sentivo a terra, sono stati due anni molto difficili, ogni sbaglio (anche piccolo) lo sentivo bruciare sulla pelle e in primis ero io che mi demoralizzavo. Ogni volta che fallivo mi punivo possiamo dire.
Ma devo ammettere che dopo questi anni di oscurità sono riuscita a risalire con il nuovo liceo, non mi sono più punita, ho incontrato per la prima volta degli amici, persone fantastiche, è stato il periodo più luminoso tutto era perfetto. Io lo chiamo effetto bilancia (non so se magari c'è veramente un effetto che spiega questo) cioè che quando succede qualcosa di brutto, un periodo oscuro, in proporzione ci sarà qualcosa di bello, un periodo luminoso. Quindi in questo momento della storia ci troviamo nel periodo luminoso, e le persone erano così dolci e carine con me. Ho ricominciato a sorridere e grazie principalmente a quelli che erano i miei amici, devo tutto a loro. Questo fino al quarto liceo. Cominciamo con l'entrata di un nuovo ragazzo nel nostro gruppo, da qui tutto va a rotoli. Era cattivo, presuntuoso, furbo, odiava tutti coloro che non lo assecondavano, era un dittatore nel nostro gruppo e tutti gli pendevano dalle labbra , sopratutto la mia migliore amica. Io avevo paura di lui, veramente tanta, ho l'ansia solo a ripensarci, sapevo che mi giudicava e che convinceva gli altri a giudicarmi, cosi cominciarono a escludermi, inizialmente non sentivano nemmeno la mia voce, dovevo urlare per farmi ascoltare, ogni cosa che dicevo era invisibile, poi cominciarono a escludermi anche nei loro discorsi. Insomma so bene che per chi leggerà sarà una cosa stupida, magari la descrivo male, ma quel che provavo lo odiavo, odiavo il fatto che mi facessero stare male e credevo fosse colpa mia, ero troppo noiosa, trooppo triste, troppo ...non lo so ma ciò che ero era sbagliato ai loro occhi, qui ho ricominciato a punirmi, non ero come loro e questo me lo facevano notare. Ricordo una volta che mi fa piangere il cuore, ogni sabato sera ci ritrovavamo ad un pub e tutte TUTTE le sere si faceva sempre la stessa cosa, prendevano il celleulare e brilli prendevano in giro i ragazzi di scuola, il primo preso di mira era un ragazzo gay, era nostro amico o mio , gli altri facevano buon viso a cattivo gioco con lui. Quindi scrivono a lui delle offese pesanti con il telefono del mio ragazzo, mi sentii uno schifo, dovevo fare qualcosa cosi presi il telefono e lo chiamai dicendo che era (il mio ragazzo) solo ubriaco e che non pensava quelle cose. Qualche giorno dopo mi hanno accerchiata, secondo loro non dovevo farlo, ho messo in brutta luce il mio ragzzo, nessuno era dalla mia parte nemmeno lui, ritrovarmi in quella situazione mi ha fatto aprire gli occhi, dentro di me è cresciuta una paura tremenda, sentivo puntato verso di me l'odio del despota e questo significava solo una cosa: mi avrebbero odiato, e sapevo che gia mi odiavano , sarei diventato il loro zimbello, una barzelletta da raccontare al pub davanti ad un birra come lo era stato quel ragazzo gay e come lo erano stati altri prima di me. In quel periodo sentivo la mancanza di mia sorella (via da casa da 6 anni ormai, lei era l'unica che mi faceva stare bene) cosi ogni sabato , per la strada prima di arrivare al pub piangevo, tremavo, stavo male, il mio ragazzo stava con me tutte le volte a porgermi la sua spalla, questo prima del pub e dopo all'uscita, dove sotto l'effetto della birra diventava depressione, andavo a casa sua a dormire e lì mi punivo. Finche non arriva capodanno in cui i miei rapporti con loro si distruggono, perdo gli unici amici, l'unico gruppo di amici che non ho mai avuto, non avrei mai più detto "oggi esco col mio gruppo" frase troppo bella per poter durare. Ora sono qua, è passato in pratica un anno ed io non sono riuscita ancora a digerire la fine. Provo odio verso loro e me stessa alcune volte, loro non erano amici ma forse l'errore è stato pure mio, non mi sono impegnata dovevo essere felice, non mostrare la mia tristezza, non mostrare nulla, dovevo solo ridere e tutto sarebbe andato bene, ma da una parte sono contenta che tutta quell'angoscia, paura sia finita. Ma adsso sono sola, sinceramente ho paura che non riuscirò più ad avere degli amici, ho paura che possano farmi paura come lo sono stati loro, ho paura che mi abbiano rovinata, e se mi sentirò giù potrò fidarmi di loro? Potranno amarmi ancora anche se sono cosi ....sbagliata ? Io non so niente dell'amicizia, non so se ho fatto bene o male, chi ha ragione e chi ha torto, o se potrò trovare in loro una spalla, magari le amicizie che crediamo non esistono, magari agli amici non interessa della tua tristezza . è cosi?