Sprecare la vita e non riuscire a smettere

Solitudine vergogna abbandono...

Quante volte ci lasciamo attraversare istintivamente da vergogna e senso di colpa?
In quanti siamo stati abbandonati? In quanti ci ritroviamo oggi completamente soli? In quanti possiamo dire di avere tanti amici quando sorridiamo, ma nessuno accanto quando piangiamo? ...Forse abbiamo qualcosa in comune.
Abbattiamo la solitudine instaurando dei legami forti tra noi, sfogandoci, ascoltandoci e costruendo qualcosa di importante tra noi. Cerchiamo di trarre dalla nostra unione la forza necessaria per rimettere in piedi la nostra vita.

Sprecare la vita e non riuscire a smettere

Messaggioda Olivia » 11/03/2020, 14:16



Comunque, e qui mi fermo, era proprio l'analista a dirmi "lei è così", che devo accettare che c'è una parte cupa di me e che avrò sempre queste crisi. Io non ho mai sopportato chi volesse appiccicarmi un'essenza, tipo farfalla inchiodata con lo spillo. Ho sempre pensato che se c'è rabbia o insoddisfazione non è ingiustificato e dobbiamo capire da dove proviene e cercare di fare qualcosa. Quanto era sbagliato quello che mi diceva?!
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Messaggioda Ennon » 11/03/2020, 14:25



Sicuramente per una persona può arrivare il momento di fermarsi e farsi delle domande nella vita. E nemmeno è giusto dire, io faccio un lavoro qualsiasi solo perché mi pagano perché potrebbe non essere opportuno per la propria persona, o comunque non per sempre. Quindi non ti do affatto torto. Il tuo malessere non è ingiustificato in quanto non ti inventi le cose e fai bene se cerchi di capire il problema per cercare eventualmente di risolverlo.

Tanto mettere un'etichetta su una persona e dargli un consiglio che non serve o che comunque non può essere messo in pratica è facile.

A volte si dovrebbe mollare proprio tutto ma so che non è possibile. Purtroppo il problema tu lo tieni e a te rimane perché nessuno se ne frega niente di nessuno. Se vuoi un consiglio non preoccuparti troppo del futuro perché non sai come si possono evolvere le cose. Ciao :)
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Messaggioda Olivia » 11/03/2020, 17:26



grotesque ha scritto:Grazie per i complimenti. Quando ci si scrive per queste cose, è facile fraintendersi o fare a gara a chi sta peggio, per questo capisco il tuo approccio.

Un'ultima cosa: senti che sei fatta così, ma allo stesso tempo ti contraddici perché quello che sei ora è anche quello che ti dicono i tuoi genitori.
Non usare quella frase come pretesto per cose che non riesci a concludere, o sarà davvero un loop senza fine.
Il metodo sembra che ce l'hai, devi solo trovare più motivazione per farlo. Poi, una giornata di svacco totale ci sta ogni tanto.

Hai bisogno di toglierti queste scorie negative familiari che ti sono state implementate, l'idea di lavorare la terra che hai è ottima e la distanza ti aiuterà ad analizzarti meglio, lontano dalla tua comfort zone e dalle solite persone che avevi intorno.

Non sono un esperto in sogni...hmm, presumo siano violenti per la rabbia che tieni dentro, ma se anche con la tua nuova vita dovessi continuare ad avere quegli incubi, sarebbe interessante. Magari ti potrebbe essere d'ispirazione per i tuoi momenti creativi.

Se dovessi essere un giorno un'artista famosa, ricordati di me ;)


Comunque...con tutto che oggi sto meglio e mi sono rimessa al lavoro...non penso che potrò mai liberarmi di questo "dover essere". È come se mi avessero convinto di essere un'"acrobata" nata dall'età di 5 anni ( non solo i miei ma anche la scuola, i compagni di scuola con cui mi rapportavo attraverso l'arte) e mi ritrovassi a 35 su un palco immaginario senza essermi mai esercitata a non riuscire neanche a saltare, a non riuscire a esibirmi perché non riesco a fare il numero. Non è questione di perfezionismo ma di doloroso senso dei miei limiti. Non riuscire neanche a fare un "salto" minimo mi sembra la prova dell'errore e della mia inettitudine. Vedere che chi si esibisce fa capriole e piroette e non riuscire a farlo... chi non c'è passato non può capire. Il fatto è che non riesco ad accettarmi, a volermi bene, senza il talento che mi hanno sempre spronato a usare. Per quanto penso di aver ricevuto amore incondizionato dalla famiglia, nessuno mi ha mai obbligato a fare qualcosa che non volessi ma qualcosa è andato decisamente storto perché non è normale sentirsi cosi...
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Messaggioda grotesque » 11/03/2020, 18:15



Olivia ha scritto:Comunque...con tutto che oggi sto meglio e mi sono rimessa al lavoro...non penso che potrò mai liberarmi di questo "dover essere". È come se mi avessero convinto di essere un'"acrobata" nata dall'età di 5 anni ( non solo i miei ma anche la scuola, i compagni di scuola con cui mi rapportavo attraverso l'arte) e mi ritrovassi a 35 su un palco immaginario senza essermi mai esercitata a non riuscire neanche a saltare, a non riuscire a esibirmi perché non riesco a fare il numero. Non è questione di perfezionismo ma di doloroso senso dei miei limiti. Non riuscire neanche a fare un "salto" minimo mi sembra la prova dell'errore e della mia inettitudine. Vedere che chi si esibisce fa capriole e piroette e non riuscire a farlo... chi non c'è passato non può capire. Il fatto è che non riesco ad accettarmi, a volermi bene, senza il talento che mi hanno sempre spronato a usare. Per quanto penso di aver ricevuto amore incondizionato dalla famiglia, nessuno mi ha mai obbligato a fare qualcosa che non volessi ma qualcosa è andato decisamente storto perché non è normale sentirsi cosi...

E sì che non è normale.

Ho un amico incapace di cercarsi un lavoro, o di restarci per più di qualche mese. Un autentico fannullone, tutto feste e bella vita. Arrivato ai 40, il padre, un fabbro, non ne poteva più, e gli ha insegnato quello che lui ha fatto per anni.
Oggi, il padre è in pensione e lui è sempre al lavoro, pieno di richieste perché è un mestiere che non fanno più in molti.

Nella tua situazione, manca proprio quel bagaglio di conoscenza che avrebbero dovuto darti i tuoi genitori all'epoca, e che non sono stati capaci di fare, magari dandoti in cambio più amore e/o più libertà senza che tu ti accorgessi di questo cambio nel "contratto" tra le due parti.
È un atteggiamento criminale, ma non puoi e non devi passare il resto dei tuoi giorni a dar loro la colpa di tutto, ne' tanto meno a te stessa.

E sei fortunata, oltre che intelligente, perché con questa educazione, senza interiorizzato come stai facendo ora, rischiavi di diventare un autentico "special snowflake".

Se queste scorie non le percepisci come tali, e anzi addirittura ti danno forza, allora puoi conviverci. Ma questa forza, non è che tu la senti come autentica perché è solo quello che hai, al momento?
Puoi provare a tenerle con te, a patto che stanno là solo per ricordarti quella che non sei, altrimenti si torna in quel vortice di pensieri di inettitudine, invidia e autosabotaggio. Se ci riesci, è non è facile, hai vinto tu.

Oppure puoi liberartene, e trovare la tua vera forza, il tuo vero io e non uno che ti tieni per comodità. Anche questo non è per niente facile. Fai tu la scelta. Non posso dirti altro.

Daje forte.
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Messaggioda Olivia » 11/03/2020, 18:53



Nella tua situazione, manca proprio quel bagaglio di conoscenza che avrebbero dovuto darti i tuoi genitori all'epoca, e che non sono stati capaci di fare, magari dandoti in cambio più amore e/o più libertà senza che tu ti accorgessi di questo cambio nel "contratto" tra le due parti.
È un atteggiamento criminale, ma non puoi e non devi passare il resto dei tuoi giorni a dar loro la colpa di tutto, ne' tanto meno a te stessa.

Mi aiuti a capire meglio, qual'e' l'atteggiamento criminale e quali i termini dello scambio? Il non avermi passato quel bagaglio di conoscenze? L'avermi dato incoraggiamento a fare l'artista invece che amore o libertà di fare altro? Di quale cambio non mi dovevo accorgere? In realtà sono convinta di aver ricevuto anche molto amore e libertà, almeno a momenti alterni, e in questo sono stata fortunata, è solo che l'incoraggiamento probabilmente è stato eccessivo e inappropriato e mi ha creato delle aspettative enormi su di me, e probabilmente mi ha impedito di capire da sola e coi miei tempi quello che volevo, che adesso non so più bene cos'è...

rischiavi di diventare un autentico "special snowflake"
Sarebbe una persona narcisista e superficiale?

Se queste scorie non le percepisci come tali, e anzi addirittura ti danno forza, allora puoi conviverci. Ma questa forza, non è che tu la senti come autentica perché è solo quello che hai, al momento?

parli degli errori che i miei hanno fatto? Della forza di adeguarmi a queste aspettative?

Puoi provare a tenerle con te, a patto che stanno là solo per ricordarti quella che non sei, altrimenti si torna in quel vortice di pensieri di inettitudine, invidia e autosabotaggio. Se ci riesci, è non è facile, hai vinto tu.

Cioè dici riuscendo ad adeguarmi al ruolo "suggerito" tanto da non tornare nel vortice?

Oppure puoi liberartene, e trovare la tua vera forza, il tuo vero io e non uno che ti tieni per comodità. Anche questo non è per niente facile.

Intendi non adeguandomi a quel ruolo e cercando di fare qualcosa di diverso? sicuramente vorrei trovare la mia vera forza...il fatto è che quelle che i miei hanno esageratamente incoraggiato ERANO vere passioni, al punto che morte quelle ( per senso di inettitudine) non so se potra' rinascere qualcosa, lo spero...

In ogni caso grazie! :)
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Messaggioda grotesque » 12/03/2020, 7:09



Olivia ha scritto:Mi aiuti a capire meglio, qual'e' l'atteggiamento criminale e quali i termini dello scambio? Il non avermi passato quel bagaglio di conoscenze? L'avermi dato incoraggiamento a fare l'artista invece che amore o libertà di fare altro? Di quale cambio non mi dovevo accorgere? In realtà sono convinta di aver ricevuto anche molto amore e libertà, almeno a momenti alterni, e in questo sono stata fortunata, è solo che l'incoraggiamento probabilmente è stato eccessivo e inappropriato e mi ha creato delle aspettative enormi su di me, e probabilmente mi ha impedito di capire da sola e coi miei tempi quello che volevo, che adesso non so più bene cos'è...

Prima facevi l'esempio dell'acrobata. E' giusto motivarti a farlo,se anche a te piace. E' criminale costringerti a farlo senza darti tempo di pensare e a non darti le basi per poterti esibire, nemmeno nella manovra più semplice. Se tu vuoi imparare a fare una piroetta e loro ti comprano un gelato, c'è un problema. Spero di esser stato più chiaro.

Olivia ha scritto:Sarebbe una persona narcisista e superficiale?

Non esiste un fiocco di neve uguale all'altro.
Qualcuno che, in un mondo di persone "speciali", esige il diritto di essere più speciale degli altri, o viene indotto a crederci, e che si offende o scarica la colpa all'altro se questi privilegi non sono ottenuti. Ti riconosci in questo?

Olivia ha scritto:parli degli errori che i miei hanno fatto? Della forza di adeguarmi a queste aspettative?

Del tuo "dover essere" di cui hai ammesso di non poterti liberare, della "forza" che senti in quel personaggio creato dai tuoi genitori.

Olivia ha scritto:Cioè dici riuscendo ad adeguarmi al ruolo "suggerito" tanto da non tornare nel vortice?

Esatto. Però un giorno potresti svegliarti, e capire che stai ancora perdendo tempo con te stessa. A mio parere, questo fa ancora più male della sofferenza che cerchi di reprimere. Ma è una scelta...che spero tu non faccia.

Olivia ha scritto:Intendi non adeguandomi a quel ruolo e cercando di fare qualcosa di diverso? sicuramente vorrei trovare la mia vera forza...il fatto è che quelle che i miei hanno esageratamente incoraggiato ERANO vere passioni, al punto che morte quelle ( per senso di inettitudine) non so se potra' rinascere qualcosa, lo spero...

Sì. Resetta tutto.
Prenditi queste giornate di clausura per riprogrammare o buttare all'aria i tuoi piani, pensieri ecc. fino a quando, se senti ancora quella come una vera passione, trova una tua strada per migliorarti, per fare qualcosa che senti davvero tuo, che piaccia a te prima di tutto e fregandotene del parere di chiunque. Deve partire da te. Quello che ho fatto per me, potrebbe non funzionare nel tuo caso. Agisci, secondo i tuoi tempi.

I tuoi hanno fatto un danno notevole, l'ho capito. Però, ripeto, non passare il resto del tempo colpevolizzandoli di questo, o su cose che senti di non riuscire più a fare, ormai è tardi e credo non ci arriverebbero neanche a capire come ti senti ora, hai cose più importanti a cui pensare.
Questa rabbia che hai dentro, non ti dice mai "c***o, voglio fare qualcosa per me, voglio star bene"?
Devi sempre cercare l'approvazione altrui, quando fai qualcosa?

Dopo lo stop, se hai bisogno di un aiuto concreto, trova un analista che non sia come quello che hai descritto prima.
Se non hai le finanze per permettertelo, cerca un lavoro che non ti faccia sentire un'estranea o ti metta a disagio, e fattelo andar bene, in fondo ci sono tante cose part-time che tutti abbiamo fatto per qualche soldo. Vogliono esperienza? Inventati qualcosa, lo facevo anche io.
Tanto avrai sempre qualcuno che ti affiancherà nei primi giorni. Non è una cosa che farai per sempre, no? E al primo stipendio, investirai quei soldi per una buona causa: la tua. Oppure molla tutto e vai in una comune, come dicevi all'inizio.
Non devi per forza fare quanto sopra, l'importante è sbloccarsi da questo torpore che senti.
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Messaggioda Olivia » 12/03/2020, 9:15



Ok. Perché dici spero che tu non faccia questa scelta? Da quello che scrivi mi sembra l'unica scelta autentica possibile, quindi in qualche modo preferibile anche se comporta la sofferenza del fallimento o di sentire di non essere niente di speciale, o di più speciale degli altri, come dici.
Del resto è giusto così. Certo non riuscirò mai ad accettarlo del tutto visto che la mia identità si è costruita su questo e non potrò fare a meno di invidiare almeno un po' chi invece quello status o libertà l'ha raggiunta. È un luogo molto solitario.
Ma effettivamente mi accorgo che per quanto provi e riprovi, l'energia giusta per creare come vorrei non ce l'ho, anche quando ho il tempo e nonostante la volontà di mettercela tutta. È come se dovessi dimostrare ogni volta di non essere un fallimento, cosa che puntualmente accade, salvo qualche piccola soddisfazione ogni tanto. Passione o non passione penso che vivere così sia una specie di tortura autoimposta ed effettivamente ho sempre più voglia di mollare tutto, fare cose più semplici, avere meno sovrastrutture.
Il part time lo sto cercando, solo che vorrei trovare qualcosa di diverso da quello che ho fatto fin'ora, perché servire ai tavoli mi umilia. E siccome non credo che riuscirò a farmi andare bene qualcosa mentre nell'idea della comune ecologica trovo qualcosa che mi motiva e siccome ho anche perso fiducia nell'analisi e mi accorgo che per stare bene ho bisogno soprattutto di sentirmi accettata dagli altri e di sentirmi parte di un gruppo e siccome ho bisogno di un nuovo inizio penso che andrò li appena possibile, quantomeno per un periodo. Certo il dubbio di non costruire nulla per me un po' mi arriva ma magari riuscissi a costruire qualcosa con gli altri. Vedremo. È vero cerco molto l'approvazione, mi sa che però internamente ho già deciso.
Grazie delle tue parole, sentirmi compresa è molto inusuale, di solito i miei problemi sembrano falsi e la mia sofferenza resta invisibile
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Messaggioda grotesque » 12/03/2020, 10:47



Olivia ha scritto:Ok. Perché dici spero che tu non faccia questa scelta?

Rileggi sopra.

Olivia ha scritto:Da quello che scrivi mi sembra l'unica scelta autentica possibile, quindi in qualche modo preferibile anche se comporta la sofferenza del fallimento o di sentire di non essere niente di speciale, o di più speciale degli altri, come dici.
Del resto è giusto così. Certo non riuscirò mai ad accettarlo del tutto visto che la mia identità si è costruita su questo e non potrò fare a meno di invidiare almeno un po' chi invece quello status o libertà l'ha raggiunta. È un luogo molto solitario.
Ma effettivamente mi accorgo che per quanto provi e riprovi, l'energia giusta per creare come vorrei non ce l'ho, anche quando ho il tempo e nonostante la volontà di mettercela tutta. È come se dovessi dimostrare ogni volta di non essere un fallimento, cosa che puntualmente accade, salvo qualche piccola soddisfazione ogni tanto. Passione o non passione penso che vivere così sia una specie di tortura autoimposta ed effettivamente ho sempre più voglia di mollare tutto, fare cose più semplici, avere meno sovrastrutture.

Hmm. Da quello che scrivi, a me sembra più che tu voglia convincermi di questo, per poterti convincere tu a tua volta.
Devi prenderti del tempo a pensarci, non a rispondermi la prima cosa che ritieni giusta per te.
Forse è anche per questo che non credi poi molto negli analisti. Non ti piacciono le etichette, non ti piace che qualcuno ti ricordi quello che sei ora, magari confondi dei consigli come se fossero ordini, ai quali sistematicamente ti ribelli facendo il contrario di quanto detto, fino a quando non trovi la chiave per rigirare tutto, e così avere l'approvazione che tanto desideravi. Dimentica i fiocchi di neve. Non è che, per farla breve, sei una a cui piace comandare?
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Messaggioda Olivia » 12/03/2020, 11:26



No, per niente. In nessun modo, mai. Se c'è qualcosa che non mi appartiene è questo. Ho accettato molte visioni scomode su me stessa quando ho sentito che erano vere. Ci ho sofferto e le ho accettate perché era giusto. Mi metto in discussione, ascolto i dubbi, ascolto le paure. Ho molti difetti ma questo non mi appartiene. Qui siamo tutti abbastanza fragili, non bisognerebbe offendere, anche se è solo una frase buttata là con leggerezza, una leggera provocazione. Ma qui ti stai facendo un trip, come gli analisti. È vero cerco l'approvazione e cerco anche empatia. In questo sono debole e non molto indipendente. Ma non cerco nessuna ammirazione e non voglio nessun potere su nessuno.
Comunque mi prenderò il tempo per pensare.
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Messaggioda Olivia » 12/03/2020, 11:54



Non è che, per farla breve, sei una a cui piace comandare?

Questa è una tua fantasia, sai tu da cosa ti nasce.
Avere "problemi con l'autorità" , cosa che ho, non vuol dire voler essere un'autorità sugli altri. Io non accetto che nessuno mi comandi. Ma non voglio comandare. Non voglio invertire i ruoli e dire alla mia ex analista ciò che deve fare. Non che lei mi comandasse, ma i suggerimenti inappropriati hanno portato solo guai. Accetto solo relazioni tra pari. Accetto l'autorità solo quando ha effettive capacità di fare il "bene comune". Io non potrei mai essere un'autorità perché sono una persona in frantumi. Non metterei mai il destino di altre persone nelle mie mani. Per questo ho scelto di non fare l'analista, per quanto fossi interessata alla psicologia e alla cura. Con quei pochi amici che ho, ma sono amici veri, siamo tutti alla pari. E adesso analizza tu le tue fantasie. Passo e chiudo.
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