zero aspettative

Quante volte ci lasciamo attraversare istintivamente da vergogna e senso di colpa?
In quanti siamo stati abbandonati? In quanti ci ritroviamo oggi completamente soli? In quanti possiamo dire di avere tanti amici quando sorridiamo, ma nessuno accanto quando piangiamo? ...Forse abbiamo qualcosa in comune.
Abbattiamo la solitudine instaurando dei legami forti tra noi, sfogandoci, ascoltandoci e costruendo qualcosa di importante tra noi. Cerchiamo di trarre dalla nostra unione la forza necessaria per rimettere in piedi la nostra vita.

zero aspettative

Messaggioda Enomis » 29/05/2020, 0:12



voglio condividere questa riflessione che ho fatto oggi riguardo il sentirsi soli (poi magari domani ricado nel chaos angoscioso), praticamente è successo che vedendo una mia ennesima aspettativa (ma innocua, aspettavo una risposta di una persona e il fatto che non rispondesse mi accresceva l'ansia da attesa) delusa, ho cominciato a "sgridarmi" da solo dicendomi che sbagliavo ad aspettare con angoscia ogni volta che qualcuno non mi risponde, perchè, effettivamente, viviamo in un mondo egoista in cui tutti più o meno sono interessati esclusivamente a sè stessi (tranne chi ha dei problemi emotivi od è fortemente empatico) e solo dopo aver soddisfatto le proprie esigenze, se ne hanno voglia, si mettono a guardare gli altri (a meno che una loro esigenza può venire soddisfatta da altri, in quel caso allora passi in primo piano su tutti); questo pensiero ha creato dentro in me quello che ho battezzato "il ciclo di sofferenza":

aspettativa incontrollata -> delusione -> frustrazione -> insoddisfazione -> infelicità senso di abbandono solitudine ansia angoscia paranoia e depressione

che si traduce in questo modo: mi aspetto qualcosa da qualcuno o da qualcosa (tra questi 4 macrosettori famiglia, amici, lavoro, amore) e questa aspettativa non si realizza generando delusione, questa delusione si somma ad altre aspettative deluse generando frustrazione, avvengono più frustrazioni derivate da aspettative deluse in più macrosettori e questo genera insoddisfazione, che se si accumula nel tempo viene a genereare una perenne infelicità, annullata solo temporaneamente quando invece accade che un'aspettativa si realizzi (non so per esempio che la persona che corteggio si lascia conquistare) generando felicità e con il tempo un senso di controllo che mi porta a dover riuscire a controllare persone e situazioni (creando inconsciamente una nuova aspettativa che non sarà appagata e produrrà un nuovo ciclo di sofferenza)

insomma quel che ho ricavato da tutto questo (almeno per me) è che la mia infelicità e il senso di solitudine e angoscia che provo è determinato dalla mania del controllo degli eventi, ergo sull'aspettarmi che le cose vadano in un modo che ho progettato, e quindi per interrompere l'angoscia basta eliminare ogni aspettativa (esempio stupido voglio andare a un concerto ma con qualcuno? chiedo a quel qualcuno se vuole venire tenendo bene a mente che anche se rifiuta non è una grande perdita e che anzi è positivo perchè mi permette di superare il ciclo di sofferenza e che stare da solo un giorno o anche più giorni non è poi così angoscioso) e pensare di più a se stessi (e quindi diventare più "egoisti") e a cosa interessa fare (o provare a fare qualche attività nuova da soli, nel caso in cui non si abbiano degli hobby o delle passioni) rispetto a star li a cercare il prossimo o a pensare per lui

ripeto è un mio pensiero che può essere sbagliato e che magari un domani che torno nel ciclo della sofferenza finisce per essere dimenticato da me per primo, volevo condividerlo per avere altri pareri a riguardo
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Messaggioda -Entropia » 29/05/2020, 10:20



In parte ti capisco, perché fino a qualche anno fa ero incastrata anche io in questo ciclo logorante di aspettativa-delusione.
Grazie alla psicoterapia ho capito una cosa importante e cioè che devo vivere nel presente, prendendo le cose per come vengono e come sono.
Crearsi castelli in aria, basati sulle aspettative, è controproducente oltre che sbagliato, perché come noi non siamo al mondo per venire incontro alle aspettative altrui, nemmeno gli altri hanno questo "obbligo sottinteso" verso di noi.

Magari quest'ansia che ti assale quando le risposte non arrivano, è scatenata e probabilmente anche acuita dal profondo senso di solitudine che avverti. E per imparare a stare nella solitudine, è su te stesso che devi lavorare in primis.

Un abbraccio.
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Messaggioda Ennon » 29/05/2020, 11:03



Enomis ha scritto:voglio condividere questa riflessione che ho fatto oggi riguardo il sentirsi soli (poi magari domani ricado nel chaos angoscioso), praticamente è successo che vedendo una mia ennesima aspettativa (ma innocua, aspettavo una risposta di una persona e il fatto che non rispondesse mi accresceva l'ansia da attesa) delusa, ho cominciato a "sgridarmi" da solo dicendomi che sbagliavo ad aspettare con angoscia ogni volta che qualcuno non mi risponde, perchè, effettivamente, viviamo in un mondo egoista in cui tutti più o meno sono interessati esclusivamente a sè stessi (tranne chi ha dei problemi emotivi od è fortemente empatico) e solo dopo aver soddisfatto le proprie esigenze, se ne hanno voglia, si mettono a guardare gli altri (a meno che una loro esigenza può venire soddisfatta da altri, in quel caso allora passi in primo piano su tutti); questo pensiero ha creato dentro in me quello che ho battezzato "il ciclo di sofferenza":

aspettativa incontrollata -> delusione -> frustrazione -> insoddisfazione -> infelicità senso di abbandono solitudine ansia angoscia paranoia e depressione

che si traduce in questo modo: mi aspetto qualcosa da qualcuno o da qualcosa (tra questi 4 macrosettori famiglia, amici, lavoro, amore) e questa aspettativa non si realizza generando delusione, questa delusione si somma ad altre aspettative deluse generando frustrazione, avvengono più frustrazioni derivate da aspettative deluse in più macrosettori e questo genera insoddisfazione, che se si accumula nel tempo viene a genereare una perenne infelicità, annullata solo temporaneamente quando invece accade che un'aspettativa si realizzi (non so per esempio che la persona che corteggio si lascia conquistare) generando felicità e con il tempo un senso di controllo che mi porta a dover riuscire a controllare persone e situazioni (creando inconsciamente una nuova aspettativa che non sarà appagata e produrrà un nuovo ciclo di sofferenza)

insomma quel che ho ricavato da tutto questo (almeno per me) è che la mia infelicità e il senso di solitudine e angoscia che provo è determinato dalla mania del controllo degli eventi, ergo sull'aspettarmi che le cose vadano in un modo che ho progettato, e quindi per interrompere l'angoscia basta eliminare ogni aspettativa (esempio stupido voglio andare a un concerto ma con qualcuno? chiedo a quel qualcuno se vuole venire tenendo bene a mente che anche se rifiuta non è una grande perdita e che anzi è positivo perchè mi permette di superare il ciclo di sofferenza e che stare da solo un giorno o anche più giorni non è poi così angoscioso) e pensare di più a se stessi (e quindi diventare più "egoisti") e a cosa interessa fare (o provare a fare qualche attività nuova da soli, nel caso in cui non si abbiano degli hobby o delle passioni) rispetto a star li a cercare il prossimo o a pensare per lui

ripeto è un mio pensiero che può essere sbagliato e che magari un domani che torno nel ciclo della sofferenza finisce per essere dimenticato da me per primo, volevo condividerlo per avere altri pareri a riguardo



Allora ti dico che, per certi aspetti, uno non se la prende perché conoscendo come sono fatte le persone non ci si può aspettare niente di buono però al tempo stesso non può mai far piacere un certo tipo di comportamento. Non si tratta di diventare egoisti, si tratta che le persone non meritano niente e quando vogliono qualcosa se la devono anche guadagnare. Ad esempio, se gli regali una caramella ti devono dire grazie, se ti mandano a quel paese allora non gli devi dare niente. In un mondo così egoista il bene lo devi misurare al massimo. Ti auguro buone cose
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Messaggioda Ennon » 29/05/2020, 11:11



-Entropia ha scritto:In parte ti capisco, perché fino a qualche anno fa ero incastrata anche io in questo ciclo logorante di aspettativa-delusione.
Grazie alla psicoterapia ho capito una cosa importante e cioè che devo vivere nel presente, prendendo le cose per come vengono e come sono.
Crearsi castelli in aria, basati sulle aspettative, è controproducente oltre che sbagliato, perché come noi non siamo al mondo per venire incontro alle aspettative altrui, nemmeno gli altri hanno questo "obbligo sottinteso" verso di noi.

Magari quest'ansia che ti assale quando le risposte non arrivano, è scatenata e probabilmente anche acuita dal profondo senso di solitudine che avverti. E per imparare a stare nella solitudine, è su te stesso che devi lavorare in primis.

Un abbraccio.



Per quello che mi riguarda, farsi delle aspettative non è negativo, l'importante e non farsele sul nulla o quasi. Per il resto, a volte, per certi aspetti, nessuno è obbligato a fare qualcosa per gli altri, ma non sarebbe meglio che ognuno per il prossimo sia un bene e non un male? Certo che si e, così facendo, scompaiono tanti dubbi e pensieri negativi dalla mente.
Sicuramente hai detto bene che ognuno deve lavorare su se stesso perché la prima persona con cui si ha a che fare è proprio la propria e se stai bene allora è più facile andare avanti, anche perché nel mondo in cui viviamo puoi fare affidamento solo su te stesso. Nulla togliendo che la bontà verso il prossimo è sempre gradita e a volte anche necessaria.
Un abbraccio a entrambi.
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Messaggioda germano » 07/06/2020, 13:50



Guarda che hai semplicemente scoperto da solo ciò che è un fondamento della psicologia contro la depressione, oltre che dei monaci di tutti i tempi e luoghi: il desiderio (con attaccamento) genera sofferenza.

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