Non sento niente

Mi viene da piangere tutti i giorni e mi sento abbandonata

Quante volte ci lasciamo attraversare istintivamente da vergogna e senso di colpa?
In quanti siamo stati abbandonati? In quanti ci ritroviamo oggi completamente soli? In quanti possiamo dire di avere tanti amici quando sorridiamo, ma nessuno accanto quando piangiamo? ...Forse abbiamo qualcosa in comune.
Abbattiamo la solitudine instaurando dei legami forti tra noi, sfogandoci, ascoltandoci e costruendo qualcosa di importante tra noi. Cerchiamo di trarre dalla nostra unione la forza necessaria per rimettere in piedi la nostra vita.

Non sento niente

Messaggioda irene.marcelli » 18/01/2021, 12:45



Salve a tutti, questa è la mia storia.
Ho 22 anni e frequento il primo anno di università a Padova, vengo dalle Marche, precisamente da uno di quei paesi dove il terremoto nel 2016 ha fatto danni molto concreti. Ho iniziato quest'anno l'università perché dopo il terremoto ho dovuto iniziare a lavorare per forza, con me e mia madre che abitavamo in roulotte (ci abbiamo abitato per un periodo), lei senza lavoro e noi insieme senza casa.
Abitavamo in una casa che avevamo appena ristrutturato, io, lei, il suo compagno e la mia bisnonna. Il suo compagno tornò al suo paese (non tanto distante dal nostro) a casa della madre, mia nonna era a casa di mio zio (in roulotte a 94 anni era un po' eccessivo) e io e mia madre davanti casa di mio zio in roulotte. Passo due anni tra lavori precari, pochi mesi dopo la scossa di agosto vado a convivere con l'allora mio ragazzo, abbiamo vissuto insieme per 2 anni. Una persona violenta, aggressiva verbalmente e poco empatica. Cose di cui mi sono resa conto solo dopo esserci lasciati. Ci lasciamo nel momento in cui io decido di andare a studiare in un'altra città e non riusciamo ad arrivare ad un compromesso. Vado a Firenze, due anni fantastici, faccio le serali e mi creo una mia stabilità mentale e fisica. Lavoro saltuariamente per non gravare tutto sulle spalle di mia madre, e sto davvero bene. Finisco il liceo, mi trasferisco a Padova, le amicizie toscane restano, qui ne inizio delle nuove. Mi do da fare politicamente, con la rappresentanza, mi iscrivo a fisica perché il mio grande sogno è quello di fare la ricercatrice. In tutto ciò, comunque mi sento sempre sola. Non ho mai avuto supporto dalla famiglia, all'infuori di mia madre, mio padre non lo vedo da anni, mia sorella incinta in Inghilterra e mio fratello che mi parla a mala pena. Ho riallacciato i rapporti con la famiglia di mio padre solo 2 anni fa, quando sono stata io a decidere di avvicinarmi, ma mi hanno sempre visto con un occhio un po' strano. Mi sento sola abbandonata, e non capita. Ho solo una gran voglia di piangere, sono una di quelle persone a cui si dice "Sei così forte tu! Ti invidio", ma che dentro ha un divario grandissimo e incolmabile. Sono così triste che non riesco a fare le cose, e mi sento in colpa mi sento solo una frignona, ma allo stesso tempo non capita e con la voglia di mollare tutto, ma allo stesso tempo con i sensi di colpa anche solo per averlo pensato. Ogni tanto mi ritorna la voglia di tagliarmi, ma evito. Non ho passato bei momenti, avendo già avuto episodi in cui ho provato ad uccidermi e le persone che lo sanno si comportano come se non fosse mai avvenuto, come se fosse passato, ma io non mi sento proprio bene, ho bisogno di aiuto e di far star bene chi ho intorno, che quando le tratto male (e vi giuro che il 90% delle volte non è volontario) mi sento male anche io. "Ah ma ti starà per venire il ciclo?", no p*rca miseria, no.
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Messaggioda Ben Sahar » 18/01/2021, 16:09



Ciao Irene, ho letto la tua storia e penso di capire come ti senti. Hai dovuto affrontare in giovane età diverse cose traumatiche, probabilmente troppe per non risentirne. Capisco la terribile sensazione di sentirsi soli e non capiti, come te esternamente non sono uno che lascia trasparire nulla (nei limiti del possibile) ma dentro è un bel casino che sfocia in ansia pressochè costante e relativi sintomi fisici. Quando poi la mancanza di comprensione viene proprio dalla famiglia, che dovrebbe essere il proprio porto sicuro, allora è davvero dura. Dalla tua storia però si percepisce che di forza in realtà ne hai, nonostante i momenti bui in cui la tentazione di farla finita è davvero allettante ti sei rimboccata le maniche con coraggio e hai fatto tutto ciò che era necessario come il lavoro e lo studio. Tutto questo però richiede uno sforzo enorme, quindi davvero non c'è da sentirsi in colpa se si hanno momenti di debolezza e rassegnazione.

Se non sono troppo indiscreto, posso chiederti se hai mai intrapreso qualche percorso terapeutico?

p.s. il fatto che poi ti senti male quando involontariamente ti sfoghi sugli altri (capita uguale a me) la dice lunga sul fatto che sei una persona buona, visto che la maggior parte delle persone non ha affatto rimorsi di questo tipo.
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Messaggioda JustBreathing » 18/01/2021, 17:51



irene.marcelli ha scritto:Salve a tutti, questa è la mia storia.
Ho 22 anni e frequento il primo anno di università a Padova, vengo dalle Marche, precisamente da uno di quei paesi dove il terremoto nel 2016 ha fatto danni molto concreti. Ho iniziato quest'anno l'università perché dopo il terremoto ho dovuto iniziare a lavorare per forza, con me e mia madre che abitavamo in roulotte (ci abbiamo abitato per un periodo), lei senza lavoro e noi insieme senza casa.
Abitavamo in una casa che avevamo appena ristrutturato, io, lei, il suo compagno e la mia bisnonna. Il suo compagno tornò al suo paese (non tanto distante dal nostro) a casa della madre, mia nonna era a casa di mio zio (in roulotte a 94 anni era un po' eccessivo) e io e mia madre davanti casa di mio zio in roulotte. Passo due anni tra lavori precari, pochi mesi dopo la scossa di agosto vado a convivere con l'allora mio ragazzo, abbiamo vissuto insieme per 2 anni. Una persona violenta, aggressiva verbalmente e poco empatica. Cose di cui mi sono resa conto solo dopo esserci lasciati. Ci lasciamo nel momento in cui io decido di andare a studiare in un'altra città e non riusciamo ad arrivare ad un compromesso. Vado a Firenze, due anni fantastici, faccio le serali e mi creo una mia stabilità mentale e fisica. Lavoro saltuariamente per non gravare tutto sulle spalle di mia madre, e sto davvero bene. Finisco il liceo, mi trasferisco a Padova, le amicizie toscane restano, qui ne inizio delle nuove. Mi do da fare politicamente, con la rappresentanza, mi iscrivo a fisica perché il mio grande sogno è quello di fare la ricercatrice. In tutto ciò, comunque mi sento sempre sola. Non ho mai avuto supporto dalla famiglia, all'infuori di mia madre, mio padre non lo vedo da anni, mia sorella incinta in Inghilterra e mio fratello che mi parla a mala pena. Ho riallacciato i rapporti con la famiglia di mio padre solo 2 anni fa, quando sono stata io a decidere di avvicinarmi, ma mi hanno sempre visto con un occhio un po' strano. Mi sento sola abbandonata, e non capita. Ho solo una gran voglia di piangere, sono una di quelle persone a cui si dice "Sei così forte tu! Ti invidio", ma che dentro ha un divario grandissimo e incolmabile. Sono così triste che non riesco a fare le cose, e mi sento in colpa mi sento solo una frignona, ma allo stesso tempo non capita e con la voglia di mollare tutto, ma allo stesso tempo con i sensi di colpa anche solo per averlo pensato. Ogni tanto mi ritorna la voglia di tagliarmi, ma evito. Non ho passato bei momenti, avendo già avuto episodi in cui ho provato ad uccidermi e le persone che lo sanno si comportano come se non fosse mai avvenuto, come se fosse passato, ma io non mi sento proprio bene, ho bisogno di aiuto e di far star bene chi ho intorno, che quando le tratto male (e vi giuro che il 90% delle volte non è volontario) mi sento male anche io. "Ah ma ti starà per venire il ciclo?", no p*rca miseria, no.


La parte in cui parli di sentirti sola pur avendo mantenuto le amicizie toscane e avendone trovate di nuove grida forte "c'è bisogno di uno specialista".
Approfittane adesso che sei giovanissima e puoi cambiare ancora quello che ti fa stare male. Hai tutte le carte in regola per farlo, un piccolo aiuto (o grande, che ne so) e dopo anni di sofferenza puoi prenderti il mondo.

Un sincero in bocca al lupo.
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Messaggioda Riccardina » 18/01/2021, 19:29



Non sarà per via delle scarse dimensioni?
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Messaggioda Alfa » 18/01/2021, 20:11



Riccardina ha scritto:Non sarà per via delle scarse dimensioni?

Era proprio necessaria una risposta del genere?


Cara Irene, è alquanto spiacevole che tu abbia dovuto vivere delle brutte vicende personali e il dramma del sisma. Anche se non ti conosco e anche se ti sembrerà una frase fatta, vedo in te una forza di resistere alle avversità e di andare avanti che forse non ti attribuiresti: il fatto che tu sia qui a raccontarci il tuo recente vissuto personale lo dimostra. Non so quanto possa esserti di supporto la mia vicinanza, ma ti auguro che le tue passioni, i tuoi sogni e le tue qualità personali possano farti raggiungere i tuoi obiettivi e lasciare alle spalle questa difficile fase della vita. E infine, come tuo corregionale (seppur appartenente a un'area non devastata nel 2016), spero che tu possa veder rinascere il tuo paese d'origine.
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Messaggioda Penna » 18/01/2021, 21:10



irene.marcelli ha scritto:Salve a tutti, questa è la mia storia.
Ho 22 anni e frequento il primo anno di università a Padova, vengo dalle Marche, precisamente da uno di quei paesi dove il terremoto nel 2016 ha fatto danni molto concreti. Ho iniziato quest'anno l'università perché dopo il terremoto ho dovuto iniziare a lavorare per forza, con me e mia madre che abitavamo in roulotte (ci abbiamo abitato per un periodo), lei senza lavoro e noi insieme senza casa.
Abitavamo in una casa che avevamo appena ristrutturato, io, lei, il suo compagno e la mia bisnonna. Il suo compagno tornò al suo paese (non tanto distante dal nostro) a casa della madre, mia nonna era a casa di mio zio (in roulotte a 94 anni era un po' eccessivo) e io e mia madre davanti casa di mio zio in roulotte. Passo due anni tra lavori precari, pochi mesi dopo la scossa di agosto vado a convivere con l'allora mio ragazzo, abbiamo vissuto insieme per 2 anni. Una persona violenta, aggressiva verbalmente e poco empatica. Cose di cui mi sono resa conto solo dopo esserci lasciati. Ci lasciamo nel momento in cui io decido di andare a studiare in un'altra città e non riusciamo ad arrivare ad un compromesso. Vado a Firenze, due anni fantastici, faccio le serali e mi creo una mia stabilità mentale e fisica. Lavoro saltuariamente per non gravare tutto sulle spalle di mia madre, e sto davvero bene. Finisco il liceo, mi trasferisco a Padova, le amicizie toscane restano, qui ne inizio delle nuove. Mi do da fare politicamente, con la rappresentanza, mi iscrivo a fisica perché il mio grande sogno è quello di fare la ricercatrice. In tutto ciò, comunque mi sento sempre sola. Non ho mai avuto supporto dalla famiglia, all'infuori di mia madre, mio padre non lo vedo da anni, mia sorella incinta in Inghilterra e mio fratello che mi parla a mala pena. Ho riallacciato i rapporti con la famiglia di mio padre solo 2 anni fa, quando sono stata io a decidere di avvicinarmi, ma mi hanno sempre visto con un occhio un po' strano. Mi sento sola abbandonata, e non capita. Ho solo una gran voglia di piangere, sono una di quelle persone a cui si dice "Sei così forte tu! Ti invidio", ma che dentro ha un divario grandissimo e incolmabile. Sono così triste che non riesco a fare le cose, e mi sento in colpa mi sento solo una frignona, ma allo stesso tempo non capita e con la voglia di mollare tutto, ma allo stesso tempo con i sensi di colpa anche solo per averlo pensato. Ogni tanto mi ritorna la voglia di tagliarmi, ma evito. Non ho passato bei momenti, avendo già avuto episodi in cui ho provato ad uccidermi e le persone che lo sanno si comportano come se non fosse mai avvenuto, come se fosse passato, ma io non mi sento proprio bene, ho bisogno di aiuto e di far star bene chi ho intorno, che quando le tratto male (e vi giuro che il 90% delle volte non è volontario) mi sento male anche io. "Ah ma ti starà per venire il ciclo?", no p*rca miseria, no.


Buonasera Irene.

Essere obiettivi verso di sé è molto difficile a volte. Persone con una certa forza e volontà di andare avanti, devono spesso fare i conti con una voce interiore di sé che tiranneggia: non fai abbastanza, è colpa tua se sei sola, sei una frignona, come dici tu, dovresti fare di più, fai bene a praticare l'autolesionismo poiché non vali nulla e così via. Impara ad ascoltare questa voce perché d'altra parte è anche quella che può spingerti ad andare avanti in molte cose, quando ti suggerisce di fare di più, tuttavia, allo stesso tempo, impara a metterla a tacere: posso fare di più perché ho resistito a tante intemperie e tanti traumi nella vita, è vero, ma ho bisogno anche di riposo, di fermarmi, di guardarmi dentro, di guardarmi intorno. Certe volte questa nostra parte "tirannica" esaurisce le nostre energie, perché pretende sempre l'andare avanti, come se fossimo delle macchine, pretende appunto di essere forti. Tu sei forte? Probabilmente lo sei davvero, ma al contempo, come tutti, sei anche debole, avrai pregi e difetti e hai bisogno di sostegno. A volte ti arrabbi e reagisci male con le persone che ti sono intorno, chi non lo fa? Impara ad accettare mettendo ogni voce al proprio posto, progressivamente. Non lasciare che una sola plasmi il tuo essere perché non finirà mai di chiederti di più e di esaurire le tue energie. Impara a dire, a quella voce che vuole andare avanti, "è vero, oggi non ho fatto nulla rispetto a ciò che avevo programmato, perché mi sentivo male e ho passato gran parte del tempo a piangere, e allora? Vuoi lasciarmi un attimo in pace? Sono io che controllo la mia vita, e decido io quando voglio ascoltarti, quando devi parlare, e quando devi tacere per permettere che escano anche parti di me più fragili e meno forti. Non me ne frega nulla che tu le disprezzi perché io, Irene, sono forte ma ho anche le mie fragilità". La vita non è piatta, né nel bene né tantomeno nel male, è piena di sfumature che vanno accettate.

Facci sapere come va e se vuoi, passa ancora sul forum o in chat, sicuramente con tutte le esperienze che hai vissuto avrai molto da dire e potrai dare anche tu un contributo al forum.

Coraggio!
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Messaggioda Gattanera20 » 27/01/2021, 20:10



A volte da fuori si appare forti ma dentro invece non é così. Se hai bisogno d'aiuto chiedilo. La forza sta nel chiedere aiuto.
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«Ogni cosa che si fa torna indietro tre volte nel bene e tre volte nel male. Se si fa del bene si riceverà tre volte il bene, se si fa del male si riceverà tre volte il male. Non bisogna però fare del bene nell'attesa della ricompensa»

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