Perché la solitudine ha scelto proprio te?

Quante volte ci lasciamo attraversare istintivamente da vergogna e senso di colpa?
In quanti siamo stati abbandonati? In quanti ci ritroviamo oggi completamente soli? In quanti possiamo dire di avere tanti amici quando sorridiamo, ma nessuno accanto quando piangiamo? ...Forse abbiamo qualcosa in comune.
Abbattiamo la solitudine instaurando dei legami forti tra noi, sfogandoci, ascoltandoci e costruendo qualcosa di importante tra noi. Cerchiamo di trarre dalla nostra unione la forza necessaria per rimettere in piedi la nostra vita.

Perché la solitudine ha scelto proprio te?

Messaggioda VeraVita » 16/03/2022, 7:08



Questa fu una domanda che lessi molti anni fa, su yahoo answer (mi manca :") ). Ricordo, che ricevette molte risposte. Fra cui, la mia. Scrissi tanto ma scrissi anche nulla. Mi sentivo molto confusa, all'epoca. Perchè, ero davvero ma davvero rimasta sola. E, in quel periodo avevo, da poco, deciso di chiudere definitivamente con una mia amica storica. Lei, era l'unica persona del mio passato. Ne avevamo trascorse tante. Ma mi sentivo trattata troppo male da lei, e lei, non si è mai fatta troppi problemi. Almeno, è questo ciò di cui ho preso coscienza dopo tanti anni in cui mi sono allontanata. Tornando al discorso, lessi le altre risposte. Alcune erano divertenti, altre serie. Ma la maggioranza delle persone diceva che la solitudine si sceglie.
Sono le persone che scelgono di stare sole.
Ma in base alla mia esperienza non sempre è così. Ricollegandomi al discorso della mia ex amicizia passata (l'ultima amica del passato) non mi sento proprio che fu io, che volevo lasciarla andare via. Fu lei che mi costrinse a dirle: "addio". Perchè, non faceva altro che insultarmi, dirmi brutte parole, piena di cattiveria e veleno. Ed ho sopportato. Non so neanch'io, come facevo. Per non parlare poi, del suo ex fidanzato che le dava ragione.
Quindi, sinceramente, mi sento di dire che a volte non siamo noi, che scegliamo. E, bisogna trarre un senso, per quanto difficile sia, da queste situazioni. E, mi sento di dire questo: i simili stanno bene con i loro simili. E, questa mia amicizia non mi faceva stare bene. Semplicemente, perché, non era come me. Non rinnego il passato, perché penso anche che stare solo con i propri simili, non ci aiuti a crescere e a capire chi siamo, davvero.

L'autore della domanda, invece, da come scrisse, mi parve di capire che credeva nel destino.

Voi, invece, cosa ne pensate? Perché la solitudine ha scelto proprio voi?

Grazie a chi risponderà ma anche a chi si limiterà a leggere
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Messaggioda TheDarkKnight » 16/03/2022, 11:19



Credo abbia semplicemente trovato terreno fertile, vuoi per una serie di concatenati eventi che anche per una tendenza all'isolamento hanno generato in me una personalità atipica o forse per la presa di coscienza di una marcata inadeguatezza che difficilmente si sposa con la quotidiana ordinarietà.

Sta di fatto che oggi devo fare i conti con questa realtà tutti i giorni e vorrei capire se è possibile vivere sereni anche nella propria impenetrabile sfera pur restando in contatto diretto con la società. Al momento ritengo tale eventualità altamente improbabile.
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“Con suo disappunto, non poter scegliere il proprio percorso è la triste condizione dell’uomo. Gli è solo dato di scegliere come atteggiarsi quando il destino chiamerà sperando che non gli manchi il coraggio di rispondere”.

"...tu per loro sei solo un mostro come me..."

"Sono cambiato, mi sono abituato, sono un sopravvissuto."

"Se Dio non può sconfiggere il male allora non è onnipotente,
Se può sconfiggerlo e non vuole farlo allora Dio è malvagio,
Se invece non vuole e non può farlo allora perché chiamarlo Dio???"


"Ho provato a essere come loro. A vivere come loro. Ma finisce sempre nello stesso modo.Mi hanno portato via tutto."

"Combattere per sopravvivere, come se foste già morti; lottare per la vittoria, come se foste già sconfitti"

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Messaggioda Lory White » 16/03/2022, 11:48



Per me è una domanda interessante. Io ho sempre fatto molta confusione sia con amicizie che con rapporti sentimentali, per poi trovarmi solo o quasi, per fortuna non tutto ciò che contava è andato a monte. Penso che se non si ha chiaro quello che si vuole sia inevitabile.

Oltre alla confusione c'è anche un'altra cosa che ho notato nella mia esperienza, ed è il fatto che a volte si avvicinano persone che in qualche modo cercano di metterti in trappola. Loro sanno che vorranno succhiarti energie e quindi magari si avvicinano sorridenti e propositivi, in quanto sanno già che questo loro dare sarà seguito da uno sfruttare ben maggiore. Anzi alcune persone secondo me traggono importanza anche solo per il fatto di riuscire a sedurre, e di riuscire a far fare e far credere all'altra persona quello che vogliono.

Comunque è vero, alla fin fine tutto fa esperienza e così si ha la possibilità di conoscersi meglio. Se tornassi indietro forse cercherei di ascoltarmi di più, ascoltare i miei segnali interiori, rendermi conto che nel voler fuggire dalla solitudine e dal vuoto si può anche imboccare una strada ingannevole, fidandosi di chi non merita fiducia (cosa che porta comunque alla solitudine perfino in compagnia) e dando per scontato ciò che invece ha un vero valore.
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Messaggioda germano » 16/03/2022, 12:13



La solitudine non è un'entità viva, che decide.
Siamo noi le entità vive che hanno atteggiamenti, caratteri, filosofie di vita e che quindi ,anche inconsciamente, facciamo delle scelte.
Per "noi" intendo tutte le persone che ci ruotano attorno e anche (e soprattutto) noi stessi.
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Messaggioda Massimiliano89 » 16/03/2022, 12:20



VeraVita ha scritto:Questa fu una domanda che lessi molti anni fa, su yahoo answer (mi manca :") ). Ricordo, che ricevette molte risposte. Fra cui, la mia. Scrissi tanto ma scrissi anche nulla. Mi sentivo molto confusa, all'epoca. Perchè, ero davvero ma davvero rimasta sola. E, in quel periodo avevo, da poco, deciso di chiudere definitivamente con una mia amica storica. Lei, era l'unica persona del mio passato. Ne avevamo trascorse tante. Ma mi sentivo trattata troppo male da lei, e lei, non si è mai fatta troppi problemi. Almeno, è questo ciò di cui ho preso coscienza dopo tanti anni in cui mi sono allontanata. Tornando al discorso, lessi le altre risposte. Alcune erano divertenti, altre serie. Ma la maggioranza delle persone diceva che la solitudine si sceglie.
Sono le persone che scelgono di stare sole.
Ma in base alla mia esperienza non sempre è così. Ricollegandomi al discorso della mia ex amicizia passata (l'ultima amica del passato) non mi sento proprio che fu io, che volevo lasciarla andare via. Fu lei che mi costrinse a dirle: "addio". Perchè, non faceva altro che insultarmi, dirmi brutte parole, piena di cattiveria e veleno. Ed ho sopportato. Non so neanch'io, come facevo. Per non parlare poi, del suo ex fidanzato che le dava ragione.
Quindi, sinceramente, mi sento di dire che a volte non siamo noi, che scegliamo. E, bisogna trarre un senso, per quanto difficile sia, da queste situazioni. E, mi sento di dire questo: i simili stanno bene con i loro simili. E, questa mia amicizia non mi faceva stare bene. Semplicemente, perché, non era come me. Non rinnego il passato, perché penso anche che stare solo con i propri simili, non ci aiuti a crescere e a capire chi siamo, davvero.

L'autore della domanda, invece, da come scrisse, mi parve di capire che credeva nel destino.

Voi, invece, cosa ne pensate? Perché la solitudine ha scelto proprio voi?

Grazie a chi risponderà ma anche a chi si limiterà a leggere


Parlando del passato, hai fatto bene a liberarti di una rompiballe. Il passato, però, è passato. Ciò che è fatto, è fatto.

La solitudine può essere un fattore di sfortuna, ma anche una scelta. In passato associavo il sostantivo " solo " a quello di " sfigato ", ora invece (nella maggior parte del mio tempo libero) benedico la solitudine e ringrazio di essermi liberato di certi cerebrolesi. Ho una decina di amici e amiche sparsi per l'Italia... gente simile a me, e quella mi basta. Questa è la mia esperienza.

Tornando a te, voglio farti una domanda e vorrei che mi dessi una risposta secca e precisa: quanto ti pesa - da 1 a 10 - essere sola?
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Messaggioda VeraVita » 16/03/2022, 13:41



Massimiliano89 ha scritto:
VeraVita ha scritto:Questa fu una domanda che lessi molti anni fa, su yahoo answer (mi manca :") ). Ricordo, che ricevette molte risposte. Fra cui, la mia. Scrissi tanto ma scrissi anche nulla. Mi sentivo molto confusa, all'epoca. Perchè, ero davvero ma davvero rimasta sola. E, in quel periodo avevo, da poco, deciso di chiudere definitivamente con una mia amica storica. Lei, era l'unica persona del mio passato. Ne avevamo trascorse tante. Ma mi sentivo trattata troppo male da lei, e lei, non si è mai fatta troppi problemi. Almeno, è questo ciò di cui ho preso coscienza dopo tanti anni in cui mi sono allontanata. Tornando al discorso, lessi le altre risposte. Alcune erano divertenti, altre serie. Ma la maggioranza delle persone diceva che la solitudine si sceglie.
Sono le persone che scelgono di stare sole.
Ma in base alla mia esperienza non sempre è così. Ricollegandomi al discorso della mia ex amicizia passata (l'ultima amica del passato) non mi sento proprio che fu io, che volevo lasciarla andare via. Fu lei che mi costrinse a dirle: "addio". Perchè, non faceva altro che insultarmi, dirmi brutte parole, piena di cattiveria e veleno. Ed ho sopportato. Non so neanch'io, come facevo. Per non parlare poi, del suo ex fidanzato che le dava ragione.
Quindi, sinceramente, mi sento di dire che a volte non siamo noi, che scegliamo. E, bisogna trarre un senso, per quanto difficile sia, da queste situazioni. E, mi sento di dire questo: i simili stanno bene con i loro simili. E, questa mia amicizia non mi faceva stare bene. Semplicemente, perché, non era come me. Non rinnego il passato, perché penso anche che stare solo con i propri simili, non ci aiuti a crescere e a capire chi siamo, davvero.

L'autore della domanda, invece, da come scrisse, mi parve di capire che credeva nel destino.

Voi, invece, cosa ne pensate? Perché la solitudine ha scelto proprio voi?

Grazie a chi risponderà ma anche a chi si limiterà a leggere


Parlando del passato, hai fatto bene a liberarti di una rompiballe. Il passato, però, è passato. Ciò che è fatto, è fatto.

La solitudine può essere un fattore di sfortuna, ma anche una scelta. In passato associavo il sostantivo " solo " a quello di " sfigato ", ora invece (nella maggior parte del mio tempo libero) benedico la solitudine e ringrazio di essermi liberato di certi cerebrolesi. Ho una decina di amici e amiche sparsi per l'Italia... gente simile a me, e quella mi basta. Questa è la mia esperienza.

Tornando a te, voglio farti una domanda e vorrei che mi dessi una risposta secca e precisa: quanto ti pesa - da 1 a 10 - essere sola?


Mi pesa 10. Grazie, per la risposta e per la tua domanda ^-^
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Messaggioda VeraVita » 16/03/2022, 13:42



Grazie a tutti per le risposte e il tempo dedicatomi. Mi avete dato tante belle risposte, davvero ^-^
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Messaggioda Eliminato » 17/03/2022, 11:02



Mooolto difficile dare una risposta univoca e universale a questa domanda, che possa esser valida per ogni caso al mondo. Esistono soggetti che, inconsciamente, provocano loro stessi la solitudine per via di svariati fenomeni ed esperienze passate di vita, talora traumi o talora problemi nel rapporto con familiari e genitori. Quando si ha bassa autoconsapevolezza ("insight"), è difficile venirne fuori e si passa la vita da reclusi, spesso con il triste esito di diventare realmente veri misantropi, cinici e altamente rancorosi oltre che invidiosi ( = effetto loop che allontana ulteriormente gli altri). Poi esistono soggetti pieni di amici e conoscenze, che potrebbero uscire e frequentare gente tutti i giorni volendo, ma sono proprio introversi nel profondo pur dando una parvenza superficiale di socievolezza. Io sono uno di quelli. Pur avendo un giro infinito di amicizie (ma poche li considero realmente intime e strettissime), mi induco l'isolamento creando barriere eremitiche incomprensibili agli occhi esterni. Per me le interazioni sociali rimangono qualcosa di particolare: se è vero che attiro facilmente gente con il mio fare socievole e disponibile, è purtroppo pur vero che divento evanescente ed evitante a causa della mia introversione. Io ho bisogno dei miei spazi, a volte le interazioni sociali per me appaiono come "faticose" e, pertanto, debbo ricaricarmi. Molta gente si è allontanata da me, specialmente in questi ultimi due anni dove (pure causa covid) mi sono un po' troppo isolato. Colpa mia se, anche in futuro, altri dovessero mollare la presa. Ai miei amici e cari di sempre ci tengo e faccio il possibile per dare vicinanza e concedere molto del mio tempo, ma poi devo tornare a nascondermi nel mio antro segreto e impenetrabile. Le persone come me "scelgono" la solitudine ma, quando ami qualcosa, puoi davvero chiamarla scelta? Fino a un certo punto. La solitudine è la mia essenza, per me ormai è droga e risulta difficile staccarsi. Non concepisco la mia vita senza i miei sacri momenti di silenzio e pace, in cui dedicarmi alle mie attività in serenità solitaria.
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Messaggioda VeraVita » 17/03/2022, 12:42



Broken Mirror ha scritto:Mooolto difficile dare una risposta univoca e universale a questa domanda, che possa esser valida per ogni caso al mondo. Esistono soggetti che, inconsciamente, provocano loro stessi la solitudine per via di svariati fenomeni ed esperienze passate di vita, talora traumi o talora problemi nel rapporto con familiari e genitori. Quando si ha bassa autoconsapevolezza ("insight"), è difficile venirne fuori e si passa la vita da reclusi, spesso con il triste esito di diventare realmente veri misantropi, cinici e altamente rancorosi oltre che invidiosi ( = effetto loop che allontana ulteriormente gli altri). Poi esistono soggetti pieni di amici e conoscenze, che potrebbero uscire e frequentare gente tutti i giorni volendo, ma sono proprio introversi nel profondo pur dando una parvenza superficiale di socievolezza. Io sono uno di quelli. Pur avendo un giro infinito di amicizie (ma poche li considero realmente intime e strettissime), mi induco l'isolamento creando barriere eremitiche incomprensibili agli occhi esterni. Per me le interazioni sociali rimangono qualcosa di particolare: se è vero che attiro facilmente gente con il mio fare socievole e disponibile, è purtroppo pur vero che divento evanescente ed evitante a causa della mia introversione. Io ho bisogno dei miei spazi, a volte le interazioni sociali per me appaiono come "faticose" e, pertanto, debbo ricaricarmi. Molta gente si è allontanata da me, specialmente in questi ultimi due anni dove (pure causa covid) mi sono un po' troppo isolato. Colpa mia se, anche in futuro, altri dovessero mollare la presa. Ai miei amici e cari di sempre ci tengo e faccio il possibile per dare vicinanza e concedere molto del mio tempo, ma poi devo tornare a nascondermi nel mio antro segreto e impenetrabile. Le persone come me "scelgono" la solitudine ma, quando ami qualcosa, puoi davvero chiamarla scelta? Fino a un certo punto. La solitudine è la mia essenza, per me ormai è droga e risulta difficile staccarsi. Non concepisco la mia vita senza i miei sacri momenti di silenzio e pace, in cui dedicarmi alle mie attività in serenità solitaria.



Grazie sempre delle tue belle risposte. Veramente! Sai, mi fa sorridere il fatto che ci siano persone (perdonami) che amano così tanto la solitudine. E, per carità io nel corso degli anni ho imparato che l'amore è sempre dentro di noi e mai fuori. E, ad avere fiducia in me stessa. Ma ammetto di soffrire per essere rimasta sola. Ogni volta che cerco di fare amicizia con qualcuno spariscono sempre, poco dopo. Nessun karma o altro. Vedo sempre che fanno bellissime vite da sogno o da favola. E, per carità magari mi sembrano perfette le loro vite perché le vedo da lontano. Però, ammetto, che soffro a stare sempre da sola. Ma, chissà, magari qualcuno sa che sto male da sola ma magari c'è chi da lontano non lo sa e pensa che faccio una vita da regina. O, che magari, non conosco la mia immensa fortuna nello stare da sola ;-) grazie ancora e buone cose ^-^
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Messaggioda TheDarkKnight » 17/03/2022, 13:12



Broken Mirror ha scritto:Mooolto difficile dare una risposta univoca e universale a questa domanda, che possa esser valida per ogni caso al mondo. Esistono soggetti che, inconsciamente, provocano loro stessi la solitudine per via di svariati fenomeni ed esperienze passate di vita, talora traumi o talora problemi nel rapporto con familiari e genitori. Quando si ha bassa autoconsapevolezza ("insight"), è difficile venirne fuori e si passa la vita da reclusi, spesso con il triste esito di diventare realmente veri misantropi, cinici e altamente rancorosi oltre che invidiosi ( = effetto loop che allontana ulteriormente gli altri). Poi esistono soggetti pieni di amici e conoscenze, che potrebbero uscire e frequentare gente tutti i giorni volendo, ma sono proprio introversi nel profondo pur dando una parvenza superficiale di socievolezza. Io sono uno di quelli. Pur avendo un giro infinito di amicizie (ma poche li considero realmente intime e strettissime), mi induco l'isolamento creando barriere eremitiche incomprensibili agli occhi esterni. Per me le interazioni sociali rimangono qualcosa di particolare: se è vero che attiro facilmente gente con il mio fare socievole e disponibile, è purtroppo pur vero che divento evanescente ed evitante a causa della mia introversione. Io ho bisogno dei miei spazi, a volte le interazioni sociali per me appaiono come "faticose" e, pertanto, debbo ricaricarmi. Molta gente si è allontanata da me, specialmente in questi ultimi due anni dove (pure causa covid) mi sono un po' troppo isolato. Colpa mia se, anche in futuro, altri dovessero mollare la presa. Ai miei amici e cari di sempre ci tengo e faccio il possibile per dare vicinanza e concedere molto del mio tempo, ma poi devo tornare a nascondermi nel mio antro segreto e impenetrabile. Le persone come me "scelgono" la solitudine ma, quando ami qualcosa, puoi davvero chiamarla scelta? Fino a un certo punto. La solitudine è la mia essenza, per me ormai è droga e risulta difficile staccarsi. Non concepisco la mia vita senza i miei sacri momenti di silenzio e pace, in cui dedicarmi alle mie attività in serenità solitaria.


A meno che non siano conoscenze superficiali accumulate nel corso del tempo e accatastate in un angolo, come fai a dire di avere un giro infinito di amicizie se ami stare da solo? Non avresti il tempo di coltivare entrambe le cose, soprattutto se anche lavori e dormi normalmente avresti al massimo altre 5/6 ore a disposizione. Se poi il tempo che dedichi totalmente a te stesso si riduce a 1 o 2 ore al giorno credo sia cosa comune un po' a tutti.
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"Sono cambiato, mi sono abituato, sono un sopravvissuto."

"Se Dio non può sconfiggere il male allora non è onnipotente,
Se può sconfiggerlo e non vuole farlo allora Dio è malvagio,
Se invece non vuole e non può farlo allora perché chiamarlo Dio???"


"Ho provato a essere come loro. A vivere come loro. Ma finisce sempre nello stesso modo.Mi hanno portato via tutto."

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