Piangere: forza o debolezza?

Tema di cui spesso si parla...

Quante volte ci lasciamo attraversare istintivamente da vergogna e senso di colpa?
In quanti siamo stati abbandonati? In quanti ci ritroviamo oggi completamente soli? In quanti possiamo dire di avere tanti amici quando sorridiamo, ma nessuno accanto quando piangiamo? ...Forse abbiamo qualcosa in comune.
Abbattiamo la solitudine instaurando dei legami forti tra noi, sfogandoci, ascoltandoci e costruendo qualcosa di importante tra noi. Cerchiamo di trarre dalla nostra unione la forza necessaria per rimettere in piedi la nostra vita.

Piangere: forza o debolezza?

Messaggioda Eliminato » 15/05/2022, 12:42



Piangere per voi è segno di debolezza o di vera forza interiore?

Per me chi piange è sì sensibile, ma è davvero una persona forte ai miei occhi, perché affronta le emozioni vivendole realmente sulla propria pelle, senza timore. Si lascia attraversare da esse. Troppo facile evitare, scappare. E ci si ammala pure, tenendo tutto dentro.

Poi, magari, si crolla alla prima difficoltà in stato confusionale ma, hey, mi raccomando: l'importante è non aver pianto, perché così si è dato segno di resistenza (?).

Chi piange anche in pubblico dimostra di essere così roccioso, paradossalmente, da sbattersene altamente di quello che altri all'esterno potrebbero pensare.

Secondo voi?
Donne, fanciulle: confermate che anche voi preferireste al vostro fianco un uomo in grado di vivere ogni sfumatura emozionale?

Io non sono una donzella, ma sono comunque pan/demisessuale, quindi la mia risposta sarebbe affermativa.

Buona domenica :hi:
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Piangere: forza o debolezza?

Messaggioda kathellyna » 15/05/2022, 13:54



è una di quelle cose che sono "belle" da dire in teoria, in pratica chiunque mostri un qualunque segno di debolezza in pubblico è considerato appunto un debole e un bambino, peggio ancora se si mette a piangere. chi purtroppo sta così male da mettersi a piangere davanti ad altri [a meno che non si tratti di gente che non rivedrà mai più e in quel caso effettivamente sticаzzi] non lo fa certo perché "se ne sbatte di cosa pensano" ma banalmente perché soffre troppo e probabilmente poi se ne vergogna. dopo si può anche pensare "eh ma io in realtà sono stato forte, sono loro che non hanno il coraggio di piangere" ma credo che siano veramente pochi quelli davvero convinti di ciò.

a gran parte delle donne e pure degli uomini interessano le persone che in teoria "vivono tutte le emozioni", ma in pratica mostrano solo quelle positive, altrimenti se ne vanno perché "ho bisogno di una persona che mi dia serenità", "ho già i miei problemi non posso preoccuparmi pure dei tuoi", "non sono lo sfogatoio di nessuno, il mio partner deve migliorare la mia vita e non renderla più triste" ecc. ecc.
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Piangere: forza o debolezza?

Messaggioda VeraVita » 15/05/2022, 14:03



Broken Mirror ha scritto:Piangere per voi è segno di debolezza o di vera forza interiore?

Per me chi piange è sì sensibile, ma è davvero una persona forte ai miei occhi, perché affronta le emozioni vivendole realmente sulla propria pelle, senza timore. Si lascia attraversare da esse. Troppo facile evitare, scappare. E ci si ammala pure, tenendo tutto dentro.

Poi, magari, si crolla alla prima difficoltà in stato confusionale ma, hey, mi raccomando: l'importante è non aver pianto, perché così si è dato segno di resistenza (?).

Chi piange anche in pubblico dimostra di essere così roccioso, paradossalmente, da sbattersene altamente di quello che altri all'esterno potrebbero pensare.

Secondo voi?
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Buona domenica :hi:


Mi dispiace no, per me, piangere è un segno di debolezza. Ci vuole molta più forza a non piangere pubblicamente che lasciarsi pervadere dalle lacrime. Piangere, purtroppo, per me, e in base alla mia esperienza, sarà sempre segno di debolezza interiore. Di persona che non sa gestire le sue emozioni. Mi dispiace, ma la vedo così. Poi, parli con una che ha la lacrima facile. E, per questo sono stata anche molto ma molto derisa e umiliata. Mi dispiace, ma penso veramente, che sia più difficile cercare di essere ciò che non si è, piuttosto che assecondare la propria natura.
No, sinceramente, non mi piacerebbe avere accanto a me, una persona fragile. Nel senso un uomo debole, che non si fa rispettare o un bugiardo. Non mi ci identificherei. Poi, per carità, in alcune situazioni è proprio inevitabile piangere o lasciarsi andare. Ma non tutte le situazioni meritano il pianto. Per come la vedo e sento io.
Bella domanda, veramente! Come sempre ;-)
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Messaggioda Eliminato » 15/05/2022, 15:07



kathellyna ha scritto:a gran parte delle donne e pure degli uomini interessano le persone che in teoria "vivono tutte le emozioni", ma in pratica mostrano solo quelle positive, altrimenti se ne vanno perché "ho bisogno di una persona che mi dia serenità", "ho già i miei problemi non posso preoccuparmi pure dei tuoi", "non sono lo sfogatoio di nessuno, il mio partner deve migliorare la mia vita e non renderla più triste" ecc. ecc.


Ecco, hai sollevato un punto critico. Tu credi di essere d'accordo con queste persone? Stare con un ragazzo che, per ogni cosa che non gli va bene ad esempio, ti minaccia col suo suicidio o ti manda foto di tagli sanguinanti sulle braccia, credi sia accettabile per una sana relazione?

Per me, comunque, è una bellissima cosa prendersi carico *anche* della sofferenza del proprio partner, perché altrimenti non sarebbe affetto pieno: comodo prendersi solo il buono. Si vivono anche lecite tormente, quando vogliamo bene agli altri. È parte della vita ed è pure questo il bello, a tratti.

Però... bisogna anche mantenere un minimo di equilibrio. Provarci, almeno. Secondo me c'è un limite a tutto, a un certo punto.
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Messaggioda Eliminato » 15/05/2022, 15:09



VeraVita ha scritto:
Broken Mirror ha scritto:Piangere per voi è segno di debolezza o di vera forza interiore?

Per me chi piange è sì sensibile, ma è davvero una persona forte ai miei occhi, perché affronta le emozioni vivendole realmente sulla propria pelle, senza timore. Si lascia attraversare da esse. Troppo facile evitare, scappare. E ci si ammala pure, tenendo tutto dentro.

Poi, magari, si crolla alla prima difficoltà in stato confusionale ma, hey, mi raccomando: l'importante è non aver pianto, perché così si è dato segno di resistenza (?).

Chi piange anche in pubblico dimostra di essere così roccioso, paradossalmente, da sbattersene altamente di quello che altri all'esterno potrebbero pensare.

Secondo voi?
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Io non sono una donzella, ma sono comunque pan/demisessuale, quindi la mia risposta sarebbe affermativa.

Buona domenica :hi:


Mi dispiace no, per me, piangere è un segno di debolezza. Ci vuole molta più forza a non piangere pubblicamente che lasciarsi pervadere dalle lacrime. Piangere, purtroppo, per me, e in base alla mia esperienza, sarà sempre segno di debolezza interiore. Di persona che non sa gestire le sue emozioni. Mi dispiace, ma la vedo così. Poi, parli con una che ha la lacrima facile. E, per questo sono stata anche molto ma molto derisa e umiliata. Mi dispiace, ma penso veramente, che sia più difficile cercare di essere ciò che non si è, piuttosto che assecondare la propria natura.
No, sinceramente, non mi piacerebbe avere accanto a me, una persona fragile. Nel senso un uomo debole, che non si fa rispettare o un bugiardo. Non mi ci identificherei. Poi, per carità, in alcune situazioni è proprio inevitabile piangere o lasciarsi andare. Ma non tutte le situazioni meritano il pianto. Per come la vedo e sento io.
Bella domanda, veramente! Come sempre ;-)


Altro punto di divisione tra idee, quello che hai aperto: per me, ad esempio, non c'è cosa più difficile che tentare di assecondare davvero la nostra natura. È di una difficoltà, sempre a mio parere, inimmaginabile. Molto più semplice, per la mia visione, fare le cosiddette "mascherine".

Grazie per il tuo parere! :hi:
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Messaggioda VeraVita » 15/05/2022, 15:11



Broken Mirror ha scritto:
kathellyna ha scritto:a gran parte delle donne e pure degli uomini interessano le persone che in teoria "vivono tutte le emozioni", ma in pratica mostrano solo quelle positive, altrimenti se ne vanno perché "ho bisogno di una persona che mi dia serenità", "ho già i miei problemi non posso preoccuparmi pure dei tuoi", "non sono lo sfogatoio di nessuno, il mio partner deve migliorare la mia vita e non renderla più triste" ecc. ecc.


Ecco, hai sollevato un punto critico. Tu credi di essere d'accordo con queste persone? Stare con un ragazzo che, per ogni cosa che non gli va bene ad esempio, ti minaccia col suo suicidio o ti manda foto di tagli sanguinanti sulle braccia, credi sia accettabile per una sana relazione?

Per me, comunque, è una bellissima cosa prendersi carico *anche* della sofferenza del proprio partner, perché altrimenti non sarebbe affetto pieno: comodo prendersi solo il buono. Si vivono anche lecite tormente, quando vogliamo bene agli altri. È parte della vita ed è pure questo il bello, a tratti.

Però... bisogna anche mantenere un minimo di equilibrio. Provarci, almeno. Secondo me c'è un limite a tutto, a un certo punto.


Io, scusami, sollevo un altro punto: invece, ti piacerebbe stare insieme ad una persona superficiale? Che pensa solo a divertirsi e che non gli importa di quello che hai dentro? Non proveresti ad aiutare chi sta peggio, nel tuo piccolo?
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Messaggioda Eliminato » 15/05/2022, 15:38



VeraVita ha scritto:
Broken Mirror ha scritto:
kathellyna ha scritto:a gran parte delle donne e pure degli uomini interessano le persone che in teoria "vivono tutte le emozioni", ma in pratica mostrano solo quelle positive, altrimenti se ne vanno perché "ho bisogno di una persona che mi dia serenità", "ho già i miei problemi non posso preoccuparmi pure dei tuoi", "non sono lo sfogatoio di nessuno, il mio partner deve migliorare la mia vita e non renderla più triste" ecc. ecc.


Ecco, hai sollevato un punto critico. Tu credi di essere d'accordo con queste persone? Stare con un ragazzo che, per ogni cosa che non gli va bene ad esempio, ti minaccia col suo suicidio o ti manda foto di tagli sanguinanti sulle braccia, credi sia accettabile per una sana relazione?

Per me, comunque, è una bellissima cosa prendersi carico *anche* della sofferenza del proprio partner, perché altrimenti non sarebbe affetto pieno: comodo prendersi solo il buono. Si vivono anche lecite tormente, quando vogliamo bene agli altri. È parte della vita ed è pure questo il bello, a tratti.

Però... bisogna anche mantenere un minimo di equilibrio. Provarci, almeno. Secondo me c'è un limite a tutto, a un certo punto.


Io, scusami, sollevo un altro punto: invece, ti piacerebbe stare insieme ad una persona superficiale? Che pensa solo a divertirsi e che non gli importa di quello che hai dentro? Non proveresti ad aiutare chi sta peggio, nel tuo piccolo?


Una sana di mezzo sarebbe l'ideale, purtroppo ci sarebbero mille testi di psicologia da citare in merito a questo difficile tema. Io potrei anche farlo, io. Perché ho già alle mie spalle un lungo percorso di lavoro interiore, quindi potrei avere le risorse per aiutare chi soffre ed è in difficoltà, senza perdere l'equilibrio figurato, per così dire. Però, parlando di tanti tanti, non sempre sono così sicuro di ciò. Ma del resto, come spiega sempre la psicologia clinica, quale relazione sana potrebbe mai scaturire tra persone che sono troppo chiuse in modo "egoistico" (ed è fisiologico e umano sia così, eh) nella propria sofferenza per poter donare amore quanto più possibile lontano da un intento strumentale di futuro aiuto a venire?
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Messaggioda kathellyna » 15/05/2022, 15:41



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Ecco, hai sollevato un punto critico. Tu credi di essere d'accordo con queste persone? Stare con un ragazzo che, per ogni cosa che non gli va bene ad esempio, ti minaccia col suo suicidio o ti manda foto di tagli sanguinanti sulle braccia, credi sia accettabile per una sana relazione?

Per me, comunque, è una bellissima cosa prendersi carico *anche* della sofferenza del proprio partner, perché altrimenti non sarebbe affetto pieno: comodo prendersi solo il buono. Si vivono anche lecite tormente, quando vogliamo bene agli altri. È parte della vita ed è pure questo il bello, a tratti.

Però... bisogna anche mantenere un minimo di equilibrio. Provarci, almeno. Secondo me c'è un limite a tutto, a un certo punto.

tu qui parli di un problema diverso però, cioè di chi ha certi comportamenti per attirare l'attenzione di qualcuno. non credo nemmeno che sia fatto solo per "minacciare", a volte hai quel pensiero fisso del suicidio e qualsiasi situazione negativa che ti accade ti porta a considerarlo insistentemente. è come dire, questa cosa che è successa mi fa stare troppo male, conosco solo due modi per far cessare il dolore, o mi perdoni [ad esempio] e torna tutto come prima oppure mi uccido, perché non ce la faccio più. credo che le persone che minacciano di suicidarsi al solo e unico scopo di attirare l'attenzione siano poche. sicuramente c'è chi si comporta anche così e non è facile stare accanto a queste persone, ma io mi riferivo a chi sta male per problemi suoi e magari a volte si mostra sofferente, si lamenta o piange davanti agli amici o al partner. molta gente ama dire che preferisce le persone sensibili, che si confidino e che mostrino come si sentono davvero, ma quando poi incontrano qualcuno che osa essere infelice in loro presenza per due giorni di seguito se ne vanno. nessuno chiede agli altri una soluzione per il proprio dolore, ma visto che parli proprio di relazioni e non di semplici conoscenze, tu la vorresti una ragazza che alla tua prima giornata storta ti manda a quel paese perché "ha bisogno di good vibes e tu sei una persona tossica per il suo benessere" o simili motivazioni?
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Messaggioda Eliminato » 15/05/2022, 18:46



kathellyna ha scritto:
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Ecco, hai sollevato un punto critico. Tu credi di essere d'accordo con queste persone? Stare con un ragazzo che, per ogni cosa che non gli va bene ad esempio, ti minaccia col suo suicidio o ti manda foto di tagli sanguinanti sulle braccia, credi sia accettabile per una sana relazione?

Per me, comunque, è una bellissima cosa prendersi carico *anche* della sofferenza del proprio partner, perché altrimenti non sarebbe affetto pieno: comodo prendersi solo il buono. Si vivono anche lecite tormente, quando vogliamo bene agli altri. È parte della vita ed è pure questo il bello, a tratti.

Però... bisogna anche mantenere un minimo di equilibrio. Provarci, almeno. Secondo me c'è un limite a tutto, a un certo punto.

tu qui parli di un problema diverso però, cioè di chi ha certi comportamenti per attirare l'attenzione di qualcuno. non credo nemmeno che sia fatto solo per "minacciare", a volte hai quel pensiero fisso del suicidio e qualsiasi situazione negativa che ti accade ti porta a considerarlo insistentemente. è come dire, questa cosa che è successa mi fa stare troppo male, conosco solo due modi per far cessare il dolore, o mi perdoni [ad esempio] e torna tutto come prima oppure mi uccido, perché non ce la faccio più. credo che le persone che minacciano di suicidarsi al solo e unico scopo di attirare l'attenzione siano poche. sicuramente c'è chi si comporta anche così e non è facile stare accanto a queste persone, ma io mi riferivo a chi sta male per problemi suoi e magari a volte si mostra sofferente, si lamenta o piange davanti agli amici o al partner. molta gente ama dire che preferisce le persone sensibili, che si confidino e che mostrino come si sentono davvero, ma quando poi incontrano qualcuno che osa essere infelice in loro presenza per due giorni di seguito se ne vanno. nessuno chiede agli altri una soluzione per il proprio dolore, ma visto che parli proprio di relazioni e non di semplici conoscenze, tu la vorresti una ragazza che alla tua prima giornata storta ti manda a quel paese perché "ha bisogno di good vibes e tu sei una persona tossica per il suo benessere" o simili motivazioni?


Premettiamo come sempre che, anche se una persona dovesse "cercare attenzioni", quest'ultima dovrebbe meritare rispetto tanto quanto chi soffre in altro modo e manifesta tale dolore in differenti modalità.

Tu domandi, dunque, parlando di persone che sono sofferenti e che, invece, mostrano la loro sofferenza con tristezza, pianto e "musi lunghi": beh, per me non ci sarebbe proprio alcun problema. Ho avuto situazioni di disagio simili anche io, quindi che si fa?

Andiamo avanti: tu fai l'esempio di persone che non vengono aiutate nella loro sofferenza, di fronte le quali anche le persone che si dichiarano "sensibili" si scanserebbero. Il punto sai qual è? Parlo per me: io, a volte, mi faccio da parte nel momento in cui ho uno straccio di vaga "empatia" (di sta parola ormai ne abusiamo tutti, quando l'essere umano di base non brilla in tale dote e, parzialmente, ciò è pure dovuto ad adattamento di sopravvivenza) da comprendere che il mio intervento ulteriore sarebbe offensivo.

Mi riferisco a chi "eh, pensavo pure tu avessi sofferto come me" e, allora, chi sono io per offendere e oltraggiare una persona sofferente che pensa ciò? Come oso? Potrebbe essere vero che non possa comprenderla, dunque farsi da parte diventa un'azione gentile e rispettosa nei riguardi di quella persona. A volte, essere altruisti significa pure fermarsi e avere la decenza di capire che insistere, all'altro, fa solo male. Lo fa stare peggio. Sì, peggio. E quindi come si fa? Non rimane che, con delicatezza e tatto, eclissarsi.

Per rispondere alla tua domanda finale, ahimè io al momento non ho metri di paragone perché sono in stato di "fermo" per quanto concerne le relazioni, quindi con coerenza e trasparenza proprio non saprei che risponderti. Non lo so perché, molto semplicemente, al momento non cerco niente sentimentalmente.
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Messaggioda kathellyna » 15/05/2022, 19:03



non ho capito se ce l'hai con me per la discussione nell'altro post, io stavo parlando in generale e non mi era neppure venuta in mente.

ti ho scritto "pensavo che anche tu avessi sofferto come me", o una frase simile, non per dire che secondo me non hai sofferto, ma perché il motivo della mia insistenza in quell'occasione era dovuto al fatto che avevo capito da ciò che avevi scritto in un post che tu ti sentissi proprio come me in passato e mi sembrava assurdo che una persona che prima era come me sapesse dirmi solo "vai a farti curare". poi vedendo che avevi detto anche ad altre persone, che con me hanno poco in comune, questa stessa cosa, ho capito che avevo sbagliato e che tu intendevi dire che come me hai sofferto molto, ma non nel mio stesso modo.

certamente una persona che cerca attenzioni minacciando il suicidio sta molto male e sta chiedendo aiuto, ma io ho solo detto che non tutte le persone che lo fanno vogliono cercare attenzioni o suscitare sensi di colpa, cosa che invece sento dire spesso.
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