VeraVita ha scritto:E, quali parole bisognerebbe dargli di conforto?
A volte, come dice @Cordis ,
è più importante ascoltare che parlare. Accogliere l'altro, abbracciarlo emotivamente (od anche fisicamente, se possibile).
Non è frequente che qualcuno si interessi veramente a noi.
Altre volte non ci sono parole adatte. Pensa nel caso di un lutto: qualsiasi parola sarà inadeguata.
In quei casi io preferisco esprimere la mia vicinanza in modo non verbale (un gesto, una mano sulla spalla, uno sguardo), e l'altro lo riceve.
Non c'è bisogno di strafare; sii presente col cuore, con sincerità e vulnerabilità.
Oppure, voi quando soffrivate quali erano le parole che avreste voluto sentirvi dire?
Essendo io molto tattile, per me la cosa migliore è il contatto fisico.
"Il linguaggio dell'amore è un linguaggio segreto e la sua espressione più alta è un abbraccio silenzioso."(Robert Musil)
Per altri può essere diverso (vedi la teoria dei "5 linguaggi dell'amore")
Oggi, leggevo un po' dei vostri thread e sembra sempre che non ci sia mai scampo a questo dolore. Niente vi rende un po' felici, le persone non hanno meglio da fare (scusatemi) che ricordarvi quanto le vostre vite siano insignificanti e via discorrendo.
Beh, tieni conto che chi viene qui in genere sta male. Non è un forum dove vengono le persone felici a dire quanto stanno bene...!
Per cui non è rappresentativo del mondo in generale.
A parte che "La vita è sofferenza" (Budda), quindi tutti a volte soffrono, chi viene qui di solito è una "anima acciaccata".
E poi ci sono anche quelli che amano piangersi addosso (forse perché è l'unica loro consolazione), per cui nessuna parola di conforto gli può essere utile (diciamo che sono "sofferenti per professione").
Di tante cose che vi si dicano non si trova mai il lato positivo perché ciò che provate è troppo devastante
Su questo non sono d'accordo. Anche se magari non moltissimi, ma anche qui ci sono persone più equilibrate che apprezzano un incoraggiamento o un input positivo. Tu sei fra questi
Poi certo, ci sono quelli troppo traumatizzati, per cui non c'è verso. Ma lì sta anche a te, capire il soggetto e che certuni non li puoi aiutare.
Se tu, invece, vorresti aiutare tutti, e ci rimani male se non ci riesci, chiediti qual è il motivo per cui lo fai (qual è il tuo "guadagno" o tornaconto?
)
Ma invece per chi non se ne fa nulla delle belle parole, chi è all'eterna ricerca della verità e non ha tempo e pazienza per scoprire chi è davvero o cosa la vita gli propone.. cosa gli si può dire?
Io ti direi
"Scegli il tuo uditorio".
Alcuni possono apprezzare quel che hai da offrire... altri no. Sta a te capire chi hai davanti.
Se io ho da offrire banane, non ha senso che le propongo a chi ama le pesche e detesta le banane.
Io in finale penso che questo viaggio possiamo farlo solo noi stessi, della serie le risposte sono dentro di noi
Eh... è vero e non è vero.
Il nostro viaggio solo noi possiamo farlo, muovendo i nostri piedini... ma spesso diventa migliore con la giusta compagnia.
Ed è vero che le risposte sono dentro di noi... ma spesso gli altri possono aiutarci a trovarle, od a capire chi siamo, od a imparare più in fretta. Che senso ha reinventare l'acqua calda? Se io imparo da chi sa più di me, imparerò molto più in fretta e farò meno errori.
Noi siamo una specie sociale. A volte è bene ed utile stare da soli... ma in genere la massima realizzazione la troviamo nelle relazioni (quelle sane e costruttive, però).
"Nessun uomo è un'isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente; una parte del tutto."(John Donne)