Ciao a tutti.
Ho letto un po' di messaggi nel forum in questi giorni, in particolare in questa sezione e ho visto che tantissime persone vivono più o meno le stesse cose, le stesse amarezze, delusioni ecc... ma c'era da aspettarselo dato il tema principale del forum.
Rientrerò nel banale dunque, probabilmente leggerete cose che avrete già letto numerose volte per chi è qua da più tempo, ma d'altronde questo è, vi chiedo scusa in anticipo.
Ci sono sfumature diverse in ogni racconto però, e anche nel mio immagino sarà così, per questo pur rivedendomi in numerosi situazioni altrui ho deciso di parlavi un po' anche di me.
Premetto infine che la mia potrà sembrare una situazione ben più agiata rispetto a molti, ne sono consapevole, non soffro di depressione, sto bene fisicamente, ecc, però credo che ognuno di noi sta male e soffre per quello che sente anche se razionalmente può essere qualcosa di meno importante di quello che vive un altro, in una condizione effettivamente peggiore, ma è una questione di testa, tutto si gioca lì e io vivo male per quello che provo io ed io soltanto.
Partiamo con il dire che ho 21 anni, vivo in un paese della provincia di Milano, e la storia della mia vita inizia a peggiorare rendendomi insoddisfatto dai 17 anni circa.
Fino a quell'età ero abbastanza spensierato, non capivo ancora dove mi avrebbe portato pochi anni dopo la mia situazione, ero un ragazzo con poche amicizie, lo sono sempre stato, probabilmente per la mia poca compatibilità di stare in mezzo alla massa, agli altri, specie se coetanei.
Ma diciamo che fino ai 17 anni appunto non ne ho mai fatto un grande problema, qualche amichetto lo avevo, mi divertivo, andavo in oratorio d'estate, o al centro estivo da più piccolo, mi dicevo che le cose sarebbero cambiate, avrei conosciuto nuova gente alle superiori e se anche qui non avessi incontrato nessuno, probabilmente mi avrebbe salvato l'ambito lavorativo.
Tutto questo dura fino ai 17/18 anni quando iniziando a crescere e perdendo anche le poche amicizie per motivi vari (distanza, indirizzi scolastici diversi ecc) mi inizio ad accorgere che sto diventando sempre più solo, non ho nessuno.
Ebbene inizia una fase devastante, piano piano, giorno dopo giorno, non faccio altro che pensare a tutto questo, mi iscrivo a Facebook, aggiungo "amici" ex compagni di classe, qualche conoscenza qua e la e mi fa male, mi fa male vedere come la vita di quelle persone che bene o male conosco va avanti così (almeno apparentemente) in modo fantastico, vedo fare nuove amicizie, nuovi gruppi, nuovi amori.
Io... io resto seduto davanti ad uno schermo, a rovinarmi la testa con miliardi di pensieri, passo praticamente tre anni a non uscire mai di casa per un divertimento, non un pomeriggio dopo scuola, non un sabato, se non con i miei genitori ogni tanto, resto sempre al pc, con i videogame dove spendo un sacco di soldi che mi allontanano ancora di più dal reale, dalla vita vera.
Cambio indirizzo di studio, andavo male nella scuola che stavo facendo, non mi piaceva, ma ciò succede ad anno già in corso e per non perderlo (dopo averne già perso uno l'anno prima) l'unica soluzione è la scuola serale, mi iscrivo.
Le cose vanno meglio a livello scolastico, e anche le amicizie arrivano, stringo un forte legame con due ragazzi più grandi di me, uno di sei anni, l'altro di tre, mi trovo benissimo, sin da piccolo mi sono trovato sempre bene con le persone più grandi di me, quasi mai con i coetanei.
Mi frequento con loro, poi però la scuola finisce, prendo il diploma, e con loro ci si vede sempre meno, uno abita distante, l'altro (il più grande) ha la sua compagnia, il suo giro, la ragazza... prova a farmi entrare nel gruppo di loro "grandi" ma a parte lui non mi trovo bene con gli altri, così torno a stare da solo.
Dopo un po' di tempo però, tornando al mare incontro un ragazzo che abita dalle mie parti, sempre più grande di me, di ben 8 anni, quando ci conoscemmo per la prima volta nel 2008 io avevo 15 anni circa, lui 23, la differenza in quel momento era tanta e non ci "prendemmo" ma poi in questa estate successiva io sono cresciuto, ho 18/19 anni e di testa sono molto più maturo, così ci frequentiamo piacevolmente al mare e anche dopo a casa da noi a Milano, lui insiste nel contattarmi per uscire così accetto e piano piano da due anni circa a questa parte entro nella sua compagnia e diventa il mio migliore amico, e io altrettanto per lui.
Così in "breve" vi ho descritto gli ultimi anni della mia esistenza fino ad arrivare ad oggi, sembrerebbe essere tutto ok, ma non è così.
I ragazzi e ragazze che ho conosciuto attraverso lui sono tutti più grandi, prossimi alla sua età o addirittura più grandi, con loro mi trovo abbastanza bene, sono bravissime persone, quando ci esco rido e scherzo e siccome so anche farmi piacere in genere alla gente, per simpatica e affidabilità, sono diventato un po' un punto di riferimento insieme al mio amico oltre che essere una specie di "mascotte".
A me tutto questo fa piacere fino a un certo punto, il motivo deriva dal fatto che pur essendo gente giovane in molti sono abbastanza "pantofolai" e monotoni, si fa sempre le stesse cose, si esce poco fuori dalle regole, e con questo non intendo fare cazzate, ma semplicemente non prevedere di rientrare alle 5 del mattino il sabato sera, perchè si sta in giro a parlare, al parco seduti sulle panchine fino a tardi, come succede spesso al mare.
Mi manca un po' quella vita spensierata e senza vincoli che si può avere solo alla mia età, e che appunto sarebbe da condividere con i miei coetanei.
Inoltre la nota più dolente è il fatto che qua, in mezzo a loro, non ho la possibilità di conoscere alcun tipo di ragazza e questo oggi è il mio più grande tormento legato a molte altre cose.
Sono una persona molto sensibile, emotiva, soffro di un disturbo psicosomatico che mi ha fatto dannare dalla prima elementare fino alla 3/4a superiore, oggi essendo cresciuto è migliorata notevolemente, ma prima mi ha fatto passare tanti momenti brutti.
Ho bassissima autostima, pari a zero, non mi vedo bello in niente, mi trovo ogni difetto, eppure mi dicono di essere un bel ragazzo, sono molto alto, snello, è vero... ma io non riesco a trovare un po' di coraggio in me, non credo in me stesso, e tutto questo mi penalizza anche nel attrarre una ragazza a me.
È vero anche che ad oggi, nei tempi in cui viviamo, la mia mentalità trova difficilmente spazio, io desiderei con tutto il cuore incontrare qualcuno per la quale possa valere davvero la pena starci insieme, non mi interessa il sesso, sono più profondo, non mi basta quello, sono vergine ma dai 18 in poi non ne ho più fatto un dramma (mentre prima avevo paura di essere sfottutto, seppur ancora oggi non lo dichiaro a quasi nessuno). Sono sicuro che l'amore verrebbe di conseguenza ad una relazione, ci mancherebbe, è che vorrei tanto potermi dedicare a qualcuno, sapere di valere per una persona, condividere emozioni insieme a lei, stringerla forte a me, essere un suo punto di riferimento per ogni problema.
Mi rendo però conto che a 21 anni è difficile trovare una ragazza con questa mentalità, così rimango solo, senza possibilità di nuove conoscenze e quelle poche volte che di recente mi è capitato di provare ad instaurare un rapporto, ho fallito, forse per apparente incompatibilità tra noi più che per mia non capacità di "abbordaggio".
Ed io, dopo ogni fallimento, anche il mio misero, ricado in un buco nero, facendomi mille problemi, chiedendomi cosa non va in me, diventando anche scorbutico nei confronti dei miei che non se lo meritano nemmno un po', che per me hanno sempre fatto ogni cosa, rinunciando loro a quello che potevano avere per la mia felicità, e mi dispiace un sacco, solo che mi viene in automatico comportarmi così.
Quando un anno fa sono stato per un mese quasi insieme ad una ragazza, sembravo un'altra persona, me ne sono accorto, ero molto più solare, positivo, facevo nuove conoscenze più facilmente ma appena dopo essere tornato solo, ecco tutto essere tornato come prima.
Ho paura, paura di continuare così per chissà magari quanti anni, perdermi gli anni migliori della vita, la mia giovinezza, che non mi verrà più restituita, senza poter dire di aver avuto un gruppo di amici con cui essere andato al mare, essermi divertito come mi racconta mio padre di lui e dei suoi anni 80.
Ho perso già tanti anni e alla sera quando spesso prima di chiudere gli occhi e addormentarmi guardo il soffitto buio della stanza, comincio a piangere, a pensare a quanto potrei avere ma che invece posso solo osare immaginare.
Altro non mi viene, più scrivo di queste cose, più divento triste, inoltre sono molto stanco oggi, ringrazio tutti per l'attenzione e vi chiedo scusa per la lunghezza del messaggio.
Buonanotte.