Se volete, potete leggere la mia solitudine

Quante volte ci lasciamo attraversare istintivamente da vergogna e senso di colpa?
In quanti siamo stati abbandonati? In quanti ci ritroviamo oggi completamente soli? In quanti possiamo dire di avere tanti amici quando sorridiamo, ma nessuno accanto quando piangiamo? ...Forse abbiamo qualcosa in comune.
Abbattiamo la solitudine instaurando dei legami forti tra noi, sfogandoci, ascoltandoci e costruendo qualcosa di importante tra noi. Cerchiamo di trarre dalla nostra unione la forza necessaria per rimettere in piedi la nostra vita.

Se volete, potete leggere la mia solitudine

Messaggioda SweetStellina » 12/02/2014, 0:53



Sarà semplice raccontarvi la mia solitudine, anche perché è stata densa di momenti molto semplici ma allo stesso tempo particolari, che restano comunque parte del mio vissuto, nel bene e nel male.
Posso dire che la mia solitudine attuale non è iniziata subito, o meglio, non mi immaginavo di poterla vivere fino a questo punto. Diciamo che tutto è partito soprattutto dai tempi delle scuole elementari/medie: sono sempre stata una bambina/ragazzina molto solare, allegra, estroversa, con il sorriso stampato perennemente sulle labbra, anche nello sguardo. Probabilmente questo sorriso della mia anima non era apprezzato da molti, e da quando avevo 11 anni è iniziato il mio calvario: qualche sfottò, qualche presa in giro, che sono diventati poi così incontrollabili da farmi crollare, soprattutto l'ultimo anno di quinta elementare e il terzo anno delle scuole medie.
Era una sorta di ''carico'' che mi portavo in ogni nuovo percorso, come se gli episodi accaduti potessero essere la conferma che ero stata forte, che certi/e amici/che non ti guardano sempre con uno sguardo limpido, trasparente. E questa è stata la lama che mi ha causato una profonda ma velata malinconia per tutta la mia adolescenza, che sono riuscita ad oltrepassare solo da qualche anno...
C'è da dire che io son sempre stata considerata la secchioncella della classe, quella che stava sempre a studiare e che mai e poi mai sarebbe uscita per andare a mangiare una pizza in gruppo, per trascorrere qualche momento piacevole con gli altri. Eppure io ero anche questo, solo che forse gli altri non lo vedevano, o non volevano vederlo... e io ogni volta che notavo questo passaggio mi chiudevo in un guscio di protezione.
L'anno della terza media fu il più critico di tutti: subii alcuni atti di bullismo da parte delle ragazze della mia classe, e non venni tutelata in alcun modo dai professori, che a malapena cercarono di ristabilire l'equilibrio nel gruppo, ma invano.
Il liceo invece è stato un periodo di alti e bassi: ci sono state persone che mi hanno accompagnata, con le quali ho condiviso bei momenti, ma nessuna mai mi è rimasta accanto, per una serie di motivi (trasferimenti, scelte diverse, fraintendimenti, incomprensioni).
Ora mi ritrovo a 20 anni sola, davvero sola. Sarà capitato sicuramente anche a voi di conoscere un numero ragionevole di persone, ma non so se per voi sia così: non mi ritrovo nessuno ora che mi chiami il sabato per andare a mangiare una pizza, per andare a vedere un film o semplicemente per passare del tempo insieme.
Non so dirvi se vi sia una spiegazione alla solitudine: io mi aspetto che possiate darmela pure voi se l'avete trovata. Sicuramente rende più forti, ma se si cresce con altre persone non lo si diventa ancora di più?!
Sul piano sentimentale: pur essendo una ragazza carina, simpatica e solare, non sono riuscita a trovare la persona giusta per me, perché poi in fondo è tutto una reazione a catena...
Ora frequento la facoltà di infermieristica: probabilmente ora riesco a dare un senso alla solitudine; guardo i volti dei pazienti nel reparto in cui sto facendo tirocinio e nel cuore vengo subito colta dalla volontà di andare verso coloro che vedo rattristati perché abbandonati, soli, di attenuare in loro quella malinconia che ho provato pure io...
Sembrerà strano dirlo, ma pensate che una settimana intera in ospedale riesce a far scomparire in parte o quasi del tutto la solitudine che provo il sabato e la domenica.
Nonostante questo, io non mollo. Chiedo alle mie colleghe di organizzare qualche uscita, di vederci qualche volta, anche se loro sono ''sazie'' di amicizie.
Io non mollo. E non mollate nemmeno voi!! ;)
Purtroppo è un vortice che può intrappolare, ma si può uscire, anche se forse per troppo tempo non ci appare possibile.
Qui siamo in tanti: diamoci forza e coraggio per poter attenuare quel senso di vuoto che molto spesso ci colpisce senza avvertirci...
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Messaggioda BattleFranky93 » 12/02/2014, 12:23



Sembrerà strano dirlo, ma pensate che una settimana intera in ospedale riesce a far scomparire in parte o quasi del tutto la solitudine che provo il sabato e la domenica.
Nonostante questo, io non mollo. Chiedo alle mie colleghe di organizzare qualche uscita, di vederci qualche volta, anche se loro sono ''sazie'' di amicizie.
Io non mollo. E non mollate nemmeno voi!! ;)
Purtroppo è un vortice che può intrappolare, ma si può uscire, anche se forse per troppo tempo non ci appare possibile.
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Belle parole :)
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Ascoltare il metal, secondo me, significa vivere per se stessi e non per gli altri. Lottare per la propria passione. Ascoltare il metal non significa essere degli animali e non saper apprezzare la musica. Ascoltare il metal significa piangere in silenzio, lasciare che le parole di ogni canzone, che siano urla o meno, scorrano dritte verso al cuore. Ascoltare il metal significa sfogarsi, sfogarsi, sentire la carica nelle gambe, correre, fuggire, avere il fiatone ma sorridere, sempre, arrossire quando qualcuno ci parla dei gruppi che ci piacciono.
Ascoltare il metal, per me, significa sentire la musica che gli altri non sentono. Significa scorrere dietro a quelli che tutti definiscono "urli da bestie" e trovare un cuore che pulsa, qualcosa di astratto, non concreto, qualcosa che viaggia nell'aria e che nessuno ha mai voglia di cercare. Io l'ho cercato.
(parole di una ragazza su Yahoo Answers)
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Messaggioda Royalsapphire » 12/02/2014, 16:40



Ora frequento la facoltà di infermieristica: probabilmente ora riesco a dare un senso alla solitudine; guardo i volti dei pazienti nel reparto in cui sto facendo tirocinio e nel cuore vengo subito colta dalla volontà di andare verso coloro che vedo rattristati perché abbandonati, soli, di attenuare in loro quella malinconia che ho provato pure io...
Sembrerà strano dirlo, ma pensate che una settimana intera in ospedale riesce a far scomparire in parte o quasi del tutto la solitudine che provo il sabato e la domenica.
Nonostante questo, io non mollo.

Ciao Stellina,
a mio parere sei una ragazza molto forte e certamente da ammirare. Pur trovandoti sola nelle circostanze, pur venendo ferita dagli altri, non ti sei lasciata trascinare in basso dalle difficoltà, ma anzi, sei qui e ci dici "Io non mollo, non fatelo neppure voi!". Davvero un ottimo esempio! E ti dirò di più, il fatto che tu lavorerari come infermiera in ospedale rappresenta una grande opportunità per tutti quei pazienti che capiteranno con te, perché spesso in ospedale non si è sereni, e di certo neanche in salute, ma tu, con la tua forza e le tue cure (non solo fisiche ma psichiche), potrai migliorare la qualità della vita a una marea di gente (dal ragazzino all'anziano).
Cerca di essere sempre una stella che brilla, per illuminare gli altri. E anche tu nutrirai gli effetti del tuo stesso calore perché come hai detto prima, una settimana in ospedale riesce a colmare il vuoto del sabato. Quanto a questo invece, sono sicura che ti farai la tua cerchia di amicizie. Basta solo darsi tempo e non mollare mai! Parlo per esperienza!!
Un bacio e a presto :hi:

PS: quando vuoi e quando avrai qualche oretta libera, mi piacerebbe che mi parlassi dell'ambiente che trovi in ospedale, dei pazienti, del personale. Dato che non ho mai frequentato un ospedale (se non qualche ora per qualche visita a un mio caro),non ho mai saziato questa mia curiosità.
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Messaggioda SweetStellina » 12/02/2014, 22:57



Royalsapphire ha scritto:
Ora frequento la facoltà di infermieristica: probabilmente ora riesco a dare un senso alla solitudine; guardo i volti dei pazienti nel reparto in cui sto facendo tirocinio e nel cuore vengo subito colta dalla volontà di andare verso coloro che vedo rattristati perché abbandonati, soli, di attenuare in loro quella malinconia che ho provato pure io...
Sembrerà strano dirlo, ma pensate che una settimana intera in ospedale riesce a far scomparire in parte o quasi del tutto la solitudine che provo il sabato e la domenica.
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Ciao Stellina,
a mio parere sei una ragazza molto forte e certamente da ammirare. Pur trovandoti sola nelle circostanze, pur venendo ferita dagli altri, non ti sei lasciata trascinare in basso dalle difficoltà, ma anzi, sei qui e ci dici "Io non mollo, non fatelo neppure voi!". Davvero un ottimo esempio! E ti dirò di più, il fatto che tu lavorerari come infermiera in ospedale rappresenta una grande opportunità per tutti quei pazienti che capiteranno con te, perché spesso in ospedale non si è sereni, e di certo neanche in salute, ma tu, con la tua forza e le tue cure (non solo fisiche ma psichiche), potrai migliorare la qualità della vita a una marea di gente (dal ragazzino all'anziano).
Cerca di essere sempre una stella che brilla, per illuminare gli altri. E anche tu nutrirai gli effetti del tuo stesso calore perché come hai detto prima, una settimana in ospedale riesce a colmare il vuoto del sabato. Quanto a questo invece, sono sicura che ti farai la tua cerchia di amicizie. Basta solo darsi tempo e non mollare mai! Parlo per esperienza!!
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PS: quando vuoi e quando avrai qualche oretta libera, mi piacerebbe che mi parlassi dell'ambiente che trovi in ospedale, dei pazienti, del personale. Dato che non ho mai frequentato un ospedale (se non qualche ora per qualche visita a un mio caro),non ho mai saziato questa mia curiosità.


Ti ringrazio di cuore per ciò che mi hai scritto :D Grazie davvero!
Io sono sempre disponibile: quando vuoi ti racconterò tutto ciò che ti piacerebbe sapere!! :D
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Messaggioda SweetStellina » 13/02/2014, 0:48



BattleFranky93 ha scritto:
Sembrerà strano dirlo, ma pensate che una settimana intera in ospedale riesce a far scomparire in parte o quasi del tutto la solitudine che provo il sabato e la domenica.
Nonostante questo, io non mollo. Chiedo alle mie colleghe di organizzare qualche uscita, di vederci qualche volta, anche se loro sono ''sazie'' di amicizie.
Io non mollo. E non mollate nemmeno voi!! ;)
Purtroppo è un vortice che può intrappolare, ma si può uscire, anche se forse per troppo tempo non ci appare possibile.
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Belle parole :)


Grazie *.* :)
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Messaggioda Royalsapphire » 13/02/2014, 9:08



SweetStellina ha scritto:
Royalsapphire ha scritto:
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Ciao Stellina,
a mio parere sei una ragazza molto forte e certamente da ammirare. Pur trovandoti sola nelle circostanze, pur venendo ferita dagli altri, non ti sei lasciata trascinare in basso dalle difficoltà, ma anzi, sei qui e ci dici "Io non mollo, non fatelo neppure voi!". Davvero un ottimo esempio! E ti dirò di più, il fatto che tu lavorerari come infermiera in ospedale rappresenta una grande opportunità per tutti quei pazienti che capiteranno con te, perché spesso in ospedale non si è sereni, e di certo neanche in salute, ma tu, con la tua forza e le tue cure (non solo fisiche ma psichiche), potrai migliorare la qualità della vita a una marea di gente (dal ragazzino all'anziano).
Cerca di essere sempre una stella che brilla, per illuminare gli altri. E anche tu nutrirai gli effetti del tuo stesso calore perché come hai detto prima, una settimana in ospedale riesce a colmare il vuoto del sabato. Quanto a questo invece, sono sicura che ti farai la tua cerchia di amicizie. Basta solo darsi tempo e non mollare mai! Parlo per esperienza!!
Un bacio e a presto :hi:

PS: quando vuoi e quando avrai qualche oretta libera, mi piacerebbe che mi parlassi dell'ambiente che trovi in ospedale, dei pazienti, del personale. Dato che non ho mai frequentato un ospedale (se non qualche ora per qualche visita a un mio caro),non ho mai saziato questa mia curiosità.


Ti ringrazio di cuore per ciò che mi hai scritto :D Grazie davvero!
Io sono sempre disponibile: quando vuoi ti racconterò tutto ciò che ti piacerebbe sapere!! :D


Grazie mille :cute:
adoro lo scambio di informazioni, e adoro molto le storie verie! Per questo considero importante che tu mi racconti del tuo ambiente e del tuo lavoro, e della realtà che vedi tutti i giorni in ospedale. Anche se ti ho scritto via mp, se vuoi, puoi rispondermi qui pubblicamente; penso che anche gli altri troveranno molto interessante l'argomento.
Buona giornata Stellina e... non scordarti mai di brillare anche per gli altri :luce:
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Messaggioda SweetStellina » 13/02/2014, 12:30



Grazie mille :cute:
adoro lo scambio di informazioni, e adoro molto le storie verie! Per questo considero importante che tu mi racconti del tuo ambiente e del tuo lavoro, e della realtà che vedi tutti i giorni in ospedale. Anche se ti ho scritto via mp, se vuoi, puoi rispondermi qui pubblicamente; penso che anche gli altri troveranno molto interessante l'argomento.
Buona giornata Stellina e... non scordarti mai di brillare anche per gli altri :luce:[/quote]

Grazie ancora per tutto ciò che mi hai scritto *.* :D
Dunque, la professione infermieristica si occupa dell'assistenza al paziente a 360°; è quindi abbraccia sia la sfera tecnica sia la sfera umanitaria. Ti posso raccontare che, appena arrivo in reparto, saluto i pazienti con i quali ho già avuto modo di parlare nelle giornate precedenti (e se posso anche con quelli che non conosco bene): per me è anche questa assistenza, perché si cerca di creare all'ammalato un'atmosfera serena, familiarmente affettiva. Mi dirigo poi nella medicheria, dove ci sono il caposala (che coordina il tutto, quindi è una figura prettamente di gestione, non attua prestazioni infermieristiche) e gli infermieri di turno. Di solito li trovo già che stanno preparando il carrello della terapia (i farmaci in un reparto di medicina sono sempre gli stessi: dagli antibiotici ad altri come Duoplavin, A.S.A. (cardioaspirina), Lasics (Furosemide), Unasyn, Clexane, flebo che possono contenere potassio, ferro, glucosio o il semplice sodio cloruro (insomma, più o meno son quelli, ma ci sono altri che,anche se si vogliono memorizzare, probabilmente oggi è inutile farlo, perché non avendo studiato ancora farmacologia non è che si possa capire granchè; da qui capisci che aspetto con ansia il 2° anno, periodo in cui studieremo per l'appunto farmacologia!! *.* xD)
Da ciò puoi intuire che l'infermiere non è affatto subordinato al medico, come spesso si dice: la prescrizione medica è sì valida, ma l'infermiere ha le conoscenze giuste e valide per poter riscontrare, qualora vi siano i casi, anomalie nella terapia e nei dosaggi, e quindi può rifiutarsi di effettuare una determinata prestazione, naturalmente confrontandosi con un medico.
Finito il giro terapia a noi tirocinanti tocca il giro letti: è un qualcosa che trovo piacevole perché c'è una tecnica ben precisa per farli, in modo da assicurare al paziente il migliore comfort possibile (e quelli sono ulteriori momenti di chiacchiere con i pazienti!! :D Ah, considera che spesso alcuni pazienti possono essere immobili a letto, quindi occorre effettuare un rifacimento letti più preciso).
Con noi c'è anche l'operatore socio-sanitario, che ha il compito di effettuare l'igiene (oltre che a preparare il vitto e a mantenere pulite le unità fondamentali): gli odori non è che siano piacevolissimi, ma non hai idea di come certi pazienti siano conciati male :( quindi lo si fa con uno spirito di coscienza che ti porta a farlo con amore; è previsto che l'infermiere aiuti l'oss a effettuare la pulizia all'ammalato che non riesce a muoversi (ovviamente per tutte queste prestazioni infermieristiche occorre cambiarsi i guanti ogni volta ed effettuare un accurato lavaggio mani, soprattutto antisettico).
Finito il giro letti si son fatte già le 10:30: a volte mi fermo ad ascoltare il giro visite dei medici, ma con la mia collega preferisco portare i pazienti giù in radiologia (se occorre fare delle tac, radiografie, e a volte chiediamo di restare con loro, perché è estremamente affascinante anche la radiologia *.* ), oppure andiamo a prendere i risultati delle analisi giù in laboratorio (a noi piace tanto, sia per vedere tanta bella gente sia per sgranchirci un po' le gambe sia per cambiare un po' aria - io lo faccio anche per vedere se riesco ad incontrare qualche bel giovine in giro!! xD eheh :D ). Incontriamo tante persone che ci chiedono informazioni (ad esempio ieri abbiamo accompagnato una signora in accettazione per fare la richiesta di ritiro della cartella clinica).
Quando abbiamo finito tutto questo ritorniamo in medicheria (se possiamo, cerchiamo di fare uno spuntino) e a seguire prepariamo il carrello della terapia (come al solito effettuiamo il giro) e infine prepariamo e distribuiamo insieme all'oss il vitto (è esilarante come momento, anche perché ci sono persone che chiedono di poter cambiare la dieta o di avere qualcosina di più delizioso di quello che viene offerto, e ogni volta è un caos incredibile!! xD)
Terminiamo il tutto intorno alle 13:30.
Son giornate movimentate, vero?! :D
Al momento non possiamo ancora fare prelievi, perché è troppo presto, e io devo dirti che non ho fretta di imparare :) ogni cosa ha le sue tempistiche :)
P.S.: Dovremmo misurare le pressioni ai pazienti, ma l'apparecchio dello sfigmomanometro nel reparto è rotto, e quindi non possiamo farlo xD
Ciò che ti ho raccontato, naturalmente, è ciò che accade nei reparti di medicina, dove ci sono pazienti ricoverati per molti giorni, e quindi si seguono degli interventi di assistenza a lungo termine (soprattutto per i pazienti diabetici).
In altri reparti ci saranno altre tempistiche, altre modalità e altre tipologia di prestazioni (in chirurgia, per esempio, effettuano molte medicazioni, cose che noi non facciamo).

Se hai altre curiosità chiedi pure :D
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Messaggioda BattleFranky93 » 13/02/2014, 16:46



Mai fai già tutte queste cose??? Ma a quale anno hai detto di essere???
Io studio economia e a momenti non so nemmeno com'è fatta una benedetta azienda XD
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Ascoltare il metal, secondo me, significa vivere per se stessi e non per gli altri. Lottare per la propria passione. Ascoltare il metal non significa essere degli animali e non saper apprezzare la musica. Ascoltare il metal significa piangere in silenzio, lasciare che le parole di ogni canzone, che siano urla o meno, scorrano dritte verso al cuore. Ascoltare il metal significa sfogarsi, sfogarsi, sentire la carica nelle gambe, correre, fuggire, avere il fiatone ma sorridere, sempre, arrossire quando qualcuno ci parla dei gruppi che ci piacciono.
Ascoltare il metal, per me, significa sentire la musica che gli altri non sentono. Significa scorrere dietro a quelli che tutti definiscono "urli da bestie" e trovare un cuore che pulsa, qualcosa di astratto, non concreto, qualcosa che viaggia nell'aria e che nessuno ha mai voglia di cercare. Io l'ho cercato.
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Messaggioda SweetStellina » 13/02/2014, 17:06



BattleFranky93 ha scritto:Mai fai già tutte queste cose??? Ma a quale anno hai detto di essere???
Io studio economia e a momenti non so nemmeno com'è fatta una benedetta azienda XD


Sono al primo anno :) Eheh si, come vedi ci spremono come limoni!!! ahah xD
Vabbè alla fin fine sono semplici prestazioni infermieristiche, che possono sembrare tante perché coinvolgono tante persone che hanno un modo empatico diverso a cui ci si deve rivolgere, così come sono tante le situazioni che si presentano.
Io mi diverto molto ogni giorno stando in ospedale, ecco perché mi sento ''viva'' tutta la settimana, tranne il sabato e la domenica, come avevi letto che avevo scritto in un altro post!! :)

P.S.: Sai l'anno scorso, quando stavo a giurisprudenza, ho fatto l'esame di economia aziendale, e mi ricordo che studiai le diverse classificazioni in base al fine, all'attività economica, al soggetto economico/giuridico, ecc.
Quindi dai, non è possibile che tu non lo sappia!! ;)
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Messaggioda BattleFranky93 » 13/02/2014, 17:16



SweetStellina ha scritto:P.S.: Sai l'anno scorso, quando stavo a giurisprudenza, ho fatto l'esame di economia aziendale, e mi ricordo che studiai le diverse classificazioni in base al fine, all'attività economica, al soggetto economico/giuridico, ecc.
Quindi dai, non è possibile che tu non lo sappia!! ;)

Be si ma intendevo dire che tu sei a contatto quotidianamente con la tua realtà, mentre io la mia la conosco solo dai libri :lol:
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Ascoltare il metal, per me, significa sentire la musica che gli altri non sentono. Significa scorrere dietro a quelli che tutti definiscono "urli da bestie" e trovare un cuore che pulsa, qualcosa di astratto, non concreto, qualcosa che viaggia nell'aria e che nessuno ha mai voglia di cercare. Io l'ho cercato.
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