Posso dire che la mia solitudine attuale non è iniziata subito, o meglio, non mi immaginavo di poterla vivere fino a questo punto. Diciamo che tutto è partito soprattutto dai tempi delle scuole elementari/medie: sono sempre stata una bambina/ragazzina molto solare, allegra, estroversa, con il sorriso stampato perennemente sulle labbra, anche nello sguardo. Probabilmente questo sorriso della mia anima non era apprezzato da molti, e da quando avevo 11 anni è iniziato il mio calvario: qualche sfottò, qualche presa in giro, che sono diventati poi così incontrollabili da farmi crollare, soprattutto l'ultimo anno di quinta elementare e il terzo anno delle scuole medie.
Era una sorta di ''carico'' che mi portavo in ogni nuovo percorso, come se gli episodi accaduti potessero essere la conferma che ero stata forte, che certi/e amici/che non ti guardano sempre con uno sguardo limpido, trasparente. E questa è stata la lama che mi ha causato una profonda ma velata malinconia per tutta la mia adolescenza, che sono riuscita ad oltrepassare solo da qualche anno...
C'è da dire che io son sempre stata considerata la secchioncella della classe, quella che stava sempre a studiare e che mai e poi mai sarebbe uscita per andare a mangiare una pizza in gruppo, per trascorrere qualche momento piacevole con gli altri. Eppure io ero anche questo, solo che forse gli altri non lo vedevano, o non volevano vederlo... e io ogni volta che notavo questo passaggio mi chiudevo in un guscio di protezione.
L'anno della terza media fu il più critico di tutti: subii alcuni atti di bullismo da parte delle ragazze della mia classe, e non venni tutelata in alcun modo dai professori, che a malapena cercarono di ristabilire l'equilibrio nel gruppo, ma invano.
Il liceo invece è stato un periodo di alti e bassi: ci sono state persone che mi hanno accompagnata, con le quali ho condiviso bei momenti, ma nessuna mai mi è rimasta accanto, per una serie di motivi (trasferimenti, scelte diverse, fraintendimenti, incomprensioni).
Ora mi ritrovo a 20 anni sola, davvero sola. Sarà capitato sicuramente anche a voi di conoscere un numero ragionevole di persone, ma non so se per voi sia così: non mi ritrovo nessuno ora che mi chiami il sabato per andare a mangiare una pizza, per andare a vedere un film o semplicemente per passare del tempo insieme.
Non so dirvi se vi sia una spiegazione alla solitudine: io mi aspetto che possiate darmela pure voi se l'avete trovata. Sicuramente rende più forti, ma se si cresce con altre persone non lo si diventa ancora di più?!
Sul piano sentimentale: pur essendo una ragazza carina, simpatica e solare, non sono riuscita a trovare la persona giusta per me, perché poi in fondo è tutto una reazione a catena...
Ora frequento la facoltà di infermieristica: probabilmente ora riesco a dare un senso alla solitudine; guardo i volti dei pazienti nel reparto in cui sto facendo tirocinio e nel cuore vengo subito colta dalla volontà di andare verso coloro che vedo rattristati perché abbandonati, soli, di attenuare in loro quella malinconia che ho provato pure io...
Sembrerà strano dirlo, ma pensate che una settimana intera in ospedale riesce a far scomparire in parte o quasi del tutto la solitudine che provo il sabato e la domenica.
Nonostante questo, io non mollo. Chiedo alle mie colleghe di organizzare qualche uscita, di vederci qualche volta, anche se loro sono ''sazie'' di amicizie.
Io non mollo. E non mollate nemmeno voi!!

Purtroppo è un vortice che può intrappolare, ma si può uscire, anche se forse per troppo tempo non ci appare possibile.
Qui siamo in tanti: diamoci forza e coraggio per poter attenuare quel senso di vuoto che molto spesso ci colpisce senza avvertirci...