da spectator vitae » 06/05/2014, 20:08
6 Maggio 2014. Nella realtà mi ritengo l’unica persona vivente su cui poter fare profondo affidamento. Sono completamente solo. Se ho un problema – qualsiasi tipo di problema – so di doverlo risolvere da solo, so di potercela fare. Chi avrebbe mai detto che, dopo tutto, avrei trovato in me stesso la persona più affidabile esistente? Viste anche, da un punto di vista cerebrale, le premesse adolescenzial-giovanili? Eppure così è stato, per me. E non lo dico per vantarmi. È quanto di più sconfortante – e allo stesso tempo dignitoso però – uno possa immaginare. Ho sempre pensato che da qualche parte ci potesse essere una persona più saggia e affidabile di me, a cui poter ricorrere. E sono diventata, per me, quella persona. Se potessi versare milioni di lacrime, le piangerei tutte, ma la vera solitudine non è fatta di pianti esibiti, né va in cerca di risatine da recita. È solitudine completa e basta, ossia una mostruosità extra-umana. C’è anche questo tipo di solitudine, non solo quella dell’abbandono e della mancanza di autostima. Questa solitudine non chiede aiuto perché non può riceverne (il livello è esagerato), tanto è diventata in grado di farcela da sola. E continua a farcela da sola.