Non c'è nessuno a cui importi realmente di me, nessuno. Il branco bada alle necessità del branco, e il singolo bada al singolo. Anche perché senza appoggi non può fare altro che badare a se stesso. Però non avere appoggi rende tutto pesante, non è ammesso lasciarsi andare in balia delle situazioni, non è permesso sgarrare, non è permesso cadere perché altrimenti tutto si riversa sul singolo. C'è da aggiungere a tutto ciò una sensibilità finissima, repressa e nascosta dietro la corazza, ma esiste ed indebolisce parecchio. Vedere le persone star male, fa male, ma vedere la mamma in certe condizioni dopo tutto quello che possa aver combinato, ti lacera lentamente le viscere... È una morte nel cuore, e viverla soli, è come sentirsi sotto terra tentando invano di uscire: magari riesci anche ad emergere e sarai grandemente soddisfatto di te stesso, ma è dura, durissima.
Non vorrei peccare di illusoria saccenteria, ma ho sofferto abbastanza in 17 anni da poter riuscire a comprendere le sofferenze altrui, ed è per questo che se posso fare qualcosa, ci metto tutta me stessa, se posso aiutare a dimenticare, ad andare avanti, a fare tesoro delle esperienze, cerco di farlo ai massimi livelli, e pur essendo un singolo privo di appoggi, cerco di badare al branco.
Il branco però inteso come gruppo di singoli e non come massa amalgamata omogeneamente: ogni singolo è speciale, ogni singolo ha una storia che lo porta ad essere tale, ed è per questo che affascina.
Però sono stanca, debole. Sarà anche vero che nasconda come mi senta realmente ma cosa posso farci? Preferisco proteggere le persone che amo, preferisco lottare per me stessa e per loro. Possibile però che tutto l'amore professato siano solo futili parole pronunciate sotto gamba o addirittura sostenute per cosa? Nulla(?)
È brutto essere circondati da tante persone mentre sai di esser solo. A cosa serve il numero se la sostanza è sotto zero?
Ultimamente sono molto nervosa e aggressiva, sono arrabbiata e stanca. Sono al capolinea della sopportazione. Mi sono scocciata di dover spiegare alle persone che sostengono di tenere a me quello che sento. Perché lo sanno, ma fanno di finta di non ricordare ovviamente, o semplicemente a loro sta bene la ragazzina spensierata e felice che mostro, che è disponibile e allegra,senza problemi. Mi accusano di nascondere le vere emozioni. E cosa dovrei fare? Mostrarle? Per poi? Ogni volta che vedono che non gira, cambiano strada, appena mi ritiro e non servo più, adieu.
Vorrei che esistesse anche per me una sorta di Athena, una persona che si prenda cura di me perché lo desidera, perché mi capisce e perché ha interesse nel conoscermi. Una persona che non badi soltanto al bel faccino, ma che ami ogni mia debolezza e che riesca a gestirmi.
Sono cresciuta sola, sono fondamentalmente sola, mi difendo da sola, praticamente nata per la guerra e pronta a combattere. Ma fa male. Reggere il peso di tutto, da sola, fa male. E mi basterebbe anche soltanto che almeno qualcuno mi capisse sul serio, ma forse se non vivi certe situazioni in prima persona non puoi far altro che fossilizzarti nell'ignoranza cronica delle cose.
Concludo, parlo troppo
