RyanTheNorthman ha scritto:VeraVita ha scritto:La sai, per la tua giovane età hai fatto una domanda molto bella e interessante?
Pure io che mi leggo questi libri di psicologia o spirituali ritengono che la sofferenza è istruttoria e a volte necessaria per farci crescere. Anzi, una volta ho letto che uno ha affermato che i nostri momenti peggiori in realtà sono stati i nostri momenti migliori perché ci hanno plasmato, rafforzati, insegnato e non ricordo che altro.
Vuoi sapere come la penso? Io penso che purtroppo alla sofferenza non ci si possa sottrarre. Poi, sai, ci sono dei dolori che io onestamente preferirei non attraversare e preferirei di più morire. Ma detto ciò, io penso semplicemente, che uno debba trovare un senso a ciò che gli accade e vedere i lati belli della vita. Se no, quale sarebbe l'alternativa? Suicidarsi? Io ho imparato che quando siamo negativi facciamo del male solo a noi stessi. Quindi, meglio essere positivi per quanto possibile. Questo penso. Ho deciso di non raccontare episodi perché penso di aver già raccontato diversi aneddoti sul forum però se vuoi posso approfondire ^^
Certo, se te la senti puoi approfondire, mi fa sempre piacere ascoltare. Come ho già detto in un altro post, per me le condizioni difficili e la sofferenza che ne deriva, non hanno un senso preciso, esistono e basta, almeno per quanto riguarda quelle che vivo io, poi è chiaro che per molti altri esse possano essere l'effetto di una causa specifica. Poi, so benissimo che la sofferenza, in fondo, tocca tutti in qualche modo, altrimenti la vita non potrebbe nemmeno esistere, però, tra il soffrire per una situazione o un fatto accaduto, passeggero, di gravità variabile, e il soffrire per la propria condizione d'esistenza, passa un abisso.
Detto ciò, grazie per aver condiviso.
Guarda, ammetto che pure io sono bella che infelice. Poi, sai. Facendo una vita dove lavoro molto mi diverto molto a starmene su internet o al telefono. Spiare le vite degli altri o rifugiarmi su questo forum. Poi, per carità. Ci sono anche dei momenti che mi prendo per me stessa. Dove faccio anche cose belle. Ma rimango pur sempre infelice. Una caratteristica che ho notato della mia persona è che anche quando ottengo le cose che voglio non sono felice. Mi accorgo sempre che non sono come vorrei. O, che in realtà erano illusioni. Vedo però le vite degli altri che in apparenza si sono realizzate e hanno ottenuto tutto ciò che volevano. A volte mi chiedo se davvero il costo della felicità sia aggire. A volte invece mi sembra che è meglio non fare un tubo. Tanto se le cose devono accadere accadono. Ma non nel senso di blindarsi dentro casa a non fare niente (quello è deleterio e poi ti ammali). Semplicemente non bisognerebbe forzare persone, eventi o avere fretta che le cose accadono. Perché c'è sempre un perchè. Ora, non mi sento di apportarti esempi della mia vita. Perché come ti dico sono infelice. Ti posso però raccontare episodi della mia famiglia. Dove la sofferenza ha trasformato le persone. Io ho 3 sorelle (tutte femmine e io sono la seconda di quattro figlie femmine come mi riripeto). La terza era considerata molto indietro. Mio padre le diceva sempre che era stupida e via discorrendo. Eppure in realtà lei non lo era. Perché quando le parlavo capiva. Ad ogni modo, quando lei andò a scuola non faceva niente. Perché mio padre l'aveva convinta di non valere un tubo. Io e mia sorella non è che l'aiutassimo molto. Ad ogni modo, per fartela molto breve, le maestre si lamentavano di lei che non faceva un tubo ma erano convinte che non avesse le capacità come i suoi coetanei. Tanto è vero che quando mia sorella aveva 9 anni le dissero di volerle dare il sostegno. Mio padre invece chiese di temporeggiare. Di darle un mese di tempo. Ebbene, mia sorella prima pianse quando seppe questa cosa. E, poi, quel mese diede tutta sè stessa per cambiare. Cambiò dal giorno alla notte. Il mese dopo le maestre dissero che era cambiata. Tra l'altro mia sorella non aveva chiesto aiuto ai miei genitori o a noi sorelle più grandi. Era cambiata lei. Mia sorella poi si è diplomata al grafico con 90/100. Tra l'altro mia sorella è anche un'atleta. Una ragazza che crede molto nel sacrificio (anche se ha anche aperto un po' gli occhi su questa cosa e cioè che è bene con gli altri non essere troppo disponibili se no si rischia di essere manipolabili). Mia sorella poi ha seguito il suo ragazzo al nord. Lasciando l'atletica, la famiglia e gli amici per lui. Ricominciando da zero. Paga la sua quota di affitto ed è una donna, nei suoi limiti, indipendente. Ha le sue difficoltà ma le affronta sempre con coraggio. A chi vuol bene è affettuosa.
Per quanto riguarda la malattia ricordo di aver avuto la fortuna di conoscere una ragazza straordinaria che purtroppo ci ha lasciati a soli 24 anni. Ai genitori dissero appena era nata che sarebbe morta dopo due giorni. Invece quando l'ho conosciuta io stava benino. Nel senso che era una ragazza, nonostante le sue enormi differenze con i suoi coetanei, perché con tutto rispetto, era claudicante e con problemi intestinali :""( era sempre allegra e positiva. Mi diceva sempre quando ero triste di pensare alle cose belle della vita. Aveva una voglia di vivere che mangiava la vita stessa. Mi ha insegnato davvero molto. Ricordo poi che aveva una grandissima fede. Lei mi ha insegnato tantissimo e spero di cuore che adesso stia in un posto migliore. Onorata di averla conosciuta.