I miei sbagli

Questo forum di aiuto vuole essere una vera casetta della coccola.
"Mi sento troppo triste" quante volte lo hai detto o sentito dentro? Hai mai guardato in faccia il tuo dolore? Qual è la sua voce? Fallo parlare, qui.
Disturbo depressivo, bipolare, maniacale, e altri disturbi dell'umore.
La depressione in particolare è una sofferenza drammatica, dalla quale occorre uscire attraverso la pazienza e la dedizione a noi stessi; ma anche attraverso la fiducia e la vicinanza di chi sa bene come ci si sente. Questo forum è aperto anche a chi è semplicemente triste e ha voglia di sfogarsi.

Re: I miei sbagli

Messaggioda erre » 29/05/2016, 22:20



Fausto.Franco ha scritto:Innanzitutto grazie, mi è piaciuto fare quel test.
Per rispondere alle tue domande:

#1 -
Immagine

Il tuo punteggio Aspie (neurodiverso) e': 126 di 200
Il tuo punteggio neurotipico (non-autistico) e': 86 di 200
Sei molto probabilmente neurodiverso (Aspie)

PDF: https://www.docdroid.net/VlMagBS/quiz.pdf.html

#2 - Generalmente ho le palpebre abbassate, ho delle sorta di occhiaie, anche se non dormo poco. Penso che il mio sguardo esprima stanchezza, noia.
La bocca invece è un po' difficile da descrivere, gli angoli puntano all'ingiú, però la forma delle labbra "compensa" un po' la cosa, conferendo una parvenza di sorriso. Come risultato, credo di apparire triste e tranquillo allo stesso tempo, in modo incoerente, non so descrivere bene questa cosa.

#3 - Sì, riprendendo il tuo esempio, mi comporto come se ci fossimo visti il giorno prima.
Cioè, non mi sento in imbarazzo, mi comporto allo stesso modo nel quale mi comportavo anche prima, a prescindere dal tempo che è passato, però mi accorgo che la stessa cosa non accade dall'altra parte.
Per me, come hai detto tu, non importa il tempo che è passato, ma la qualità del rapporto.
Anche per questo, per me generalmente non è un problema se passa tanto tempo dall'ultimo contatto.
Per fare un esempio, l'altro giorno ho incontrato un mio conoscente, che mi ha "rimproverato" di non essermi fatto sentire, ma io, francamente, questa cosa proprio non la concepivo come un problema, infatti mi sono un po' irritato e gli ho risposto: "Nemmeno tu.".

Grazie per le tue risposte.
#1 : Prevedevo un grafico del genere eppure ha saputo sorprendermi. Ti immaginavo neurodiverso ma fa pensare particolarmente il come questo giochi sulle tue relazioni: sul grafico hai un 5\10 sulle relazioni ND e addirittura uno 0\10 su quelle NT. Questo significa che raramente - ma forse sarebbe più corretto dire mai - tu sfoderi comportamenti "tipici" nel relazionarti a qualcuno (cosa che invece la maggior parte delle persone là fuori invece fa). Ciò non significa che in te ci sia qualcosa di sbagliato, solo qualcosa di diverso, meno consueto e che va benissimo così. L'importanza di quel test era di capire come fossi fatto umanamente - ebbene sì: sei umano, neurodiverso ma umano! - per grandi linee, certamente non giudicare.
#2 : Il modo in cui guardiamo e mettiamo la bocca è cruciale nella comunicazione. Teniamo l'interlocutore in contatto attraverso lo sguardo e mandiamo dei messaggi emotivi - anche - attraverso la bocca. Se la nostra fisiognomica manda dei messaggi ambigui rispetto a ciò che diciamo questo genera paura o incertezza nei nostri interlocutori. Tu magari parli di cose felici ed allegre, loro vedono lo sguardo stanco e gli angoli della bocca all'ingiù ed ecco che si chiedono «Dice delle cose divertenti e simpatiche: perché quell'espressione? *paura ed incertezza*» (e ti ho fatto questa domanda perché io ho più o meno lo stesso problema; la mia fisiognomica è cambiata tantissimo nel corso degli ultimi anni, dandomi per l'appunto grossi problemi). Quindi in questo caso direi che puoi "allenarti" a tenere lo sguardo e la bocca in modo più consono all'emozione che vuoi trasmettere. Questo potrebbe aiutarti.
#3 : Questo è un grosso problema. Fa piacere che tu l'abbia già identificato (dici di renderti conto che per gli altri è diverso). Forse, in questo caso, ci sarebbe da lavorare sul come coltivare relazioni con incontri più frequenti o capire quanta importanza dare realmente alle relazioni all'interno del tempo. La reazione del tuo conoscente è stata del tutto lecita (per lui è importante coltivare il rapporto con frequenza) anche se per te - o quelli come me - la qualità del vissuto viene prima. C'è da tenere in considerazione che per i neurotipici conta più la frequenza che la qualità. Danno più importanza ad un rapporto molto frequente piuttosto che ad uno sporadico, benché sia di maggiore qualità. La qualità per loro viene scandita sulla frequenza, è difficilmente pensabile che una persona neurotipica porti avanti un rapporto che ha frequenze troppo dilatate. Anche questo può aiutarti.

Queste sono cose su cui sto lavorando anche io e le ho buttate lì, casomai fossero il tuo stesso caso (e pare lo siano). Spero che questi incipit possano aiutarti nel migliorare il tuo rapportarti agli altri e magari finalmente avvicinarti un po' di più a loro.
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Re: I miei sbagli

Messaggioda Closed » 29/05/2016, 23:42



erre ha scritto:Grazie per le tue risposte.
#1 : Prevedevo un grafico del genere eppure ha saputo sorprendermi. Ti immaginavo neurodiverso ma fa pensare particolarmente il come questo giochi sulle tue relazioni: sul grafico hai un 5\10 sulle relazioni ND e addirittura uno 0\10 su quelle NT. Questo significa che raramente - ma forse sarebbe più corretto dire mai - tu sfoderi comportamenti "tipici" nel relazionarti a qualcuno (cosa che invece la maggior parte delle persone là fuori invece fa). Ciò non significa che in te ci sia qualcosa di sbagliato, solo qualcosa di diverso, meno consueto e che va benissimo così. L'importanza di quel test era di capire come fossi fatto umanamente - ebbene sì: sei umano, neurodiverso ma umano! - per grandi linee, certamente non giudicare.
#2 : Il modo in cui guardiamo e mettiamo la bocca è cruciale nella comunicazione. Teniamo l'interlocutore in contatto attraverso lo sguardo e mandiamo dei messaggi emotivi - anche - attraverso la bocca. Se la nostra fisiognomica manda dei messaggi ambigui rispetto a ciò che diciamo questo genera paura o incertezza nei nostri interlocutori. Tu magari parli di cose felici ed allegre, loro vedono lo sguardo stanco e gli angoli della bocca all'ingiù ed ecco che si chiedono «Dice delle cose divertenti e simpatiche: perché quell'espressione? *paura ed incertezza*» (e ti ho fatto questa domanda perché io ho più o meno lo stesso problema; la mia fisiognomica è cambiata tantissimo nel corso degli ultimi anni, dandomi per l'appunto grossi problemi). Quindi in questo caso direi che puoi "allenarti" a tenere lo sguardo e la bocca in modo più consono all'emozione che vuoi trasmettere. Questo potrebbe aiutarti.
#3 : Questo è un grosso problema. Fa piacere che tu l'abbia già identificato (dici di renderti conto che per gli altri è diverso). Forse, in questo caso, ci sarebbe da lavorare sul come coltivare relazioni con incontri più frequenti o capire quanta importanza dare realmente alle relazioni all'interno del tempo. La reazione del tuo conoscente è stata del tutto lecita (per lui è importante coltivare il rapporto con frequenza) anche se per te - o quelli come me - la qualità del vissuto viene prima. C'è da tenere in considerazione che per i neurotipici conta più la frequenza che la qualità. Danno più importanza ad un rapporto molto frequente piuttosto che ad uno sporadico, benché sia di maggiore qualità. La qualità per loro viene scandita sulla frequenza, è difficilmente pensabile che una persona neurotipica porti avanti un rapporto che ha frequenze troppo dilatate. Anche questo può aiutarti.

Queste sono cose su cui sto lavorando anche io e le ho buttate lì, casomai fossero il tuo stesso caso (e pare lo siano). Spero che questi incipit possano aiutarti nel migliorare il tuo rapportarti agli altri e magari finalmente avvicinarti un po' di più a loro.

Ti ringrazio, mi hai dato alcuni spunti su cui riflettere, in particolare con la spiegazione del risultato del test, che mi ha fatto pensare ad un nuovo passaggio sulla mia teoria.
Presumo che, avendo ottenuto 0 nelle relazioni neurotipiche, mi sono, da sempre, mancate quelle capacità sociali innate, fondamentali alla socializzazione fin da piccoli. Questo spiegherebbe il perché di questo atteggiamento verso di me, fin da bambino. Ed in questo modo, non ho mai avuto nemmeno l'occasione di sviluppare queste capacità, che sono rimaste a 0.
Però non mi torna una cosa, se le mie capacità sociali neurotipiche sono così basse, sicuramente commetterò degli errori anche abbastanza gravi nel modo di pormi.
Ma allora, perché nessuno è in grado di capire dove siano questi errori?

Per quanto riguarda l'espressione facciale, effettivamente cercare di risultare coerente da questo punto di vista potrebbe essere vantaggioso, però è una cosa che mi riesce molto difficile, ed apparire con un'espressione forzata, credo possa generare un effetto ancora più svantaggioso.
Questo però, non spiegherebbe il perché di questo atteggiamento anche nel virtuale.

Sul fatto della temporalità nelle relazioni, sì, da questo punto di vista sbaglio io, siccome raramente cerco qualcuno di mia spontanea volontà, anche perché generalmente sono in pochi coloro con i quali sono interessato a mantenere il rapporto.
Però la reazione di quel conoscente secondo me non è stata lecita, anche lui non si è fatto sentire, ha sbagliato anche lui.
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Re: I miei sbagli

Messaggioda Closed » 29/05/2016, 23:55



carlottac18 ha scritto:lprova a cambiare atteggiamenti mi vien da dire.. non la tua opinione ovvio... ma se ti comporti sempre e forse allo stesso modo come puoi aspettarti risultati diversi? (migliori o peggiori)
detto questo , adesso non so come mai determinata gente soprattutto non simile a te si comporta in questo modo... se ne senti per il bisogno di sentire n accettazione in primo luogo cambia il tuo involucro, no? se fai sempre le stesse cose difficilmente otterrai qualcosa di diverso... e se mai lo farai non è detto ovvio che andrà bene ma almeno ti sarai messo alla prova e avrai ottenuto comunque un feedback diverso... poi se positivo o negativo non te lo so dire.. e poi starà a te scegliere..
il non umano può esistere e non esistere.. solo se credi che ci sia e via dicendo .

Beh, ma se non capisco dove sbaglio, come posso cambiare?
Alle superiori con alcuni miei compagni mi sono trovato bene, ma non ho dovuto cambiare atteggiamento.
Però notavo una cosa, all'esterno della scuola, questi compagni riprendevano ad avere lo stesso atteggiamento diffidente, anche se fino a 5 minuti prima scherzavamo insieme.
Non è nemmeno l'atteggiamento quindi il problema, è probabile che anche questi compagni mi vedessero come strano, ma in un ambiente chiuso come un'aula, non avevano problemi a farsi vedere con me.
All'esterno, in compagnia di altri "normali", invece preferivano loro a me.
Infatti, il mio rapporto con loro si limitava alla scuola, all'infuori di essa, mi cercavano soltanto quando avevano bisogno.
Insomma, è quasi come se mi facessero un favore a stare con me in classe.
Perciò, qualunque atteggiamento possa avere, rimarrò sempre strano agli occhi degli altri.
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Re: I miei sbagli

Messaggioda Rorschach » 31/05/2016, 13:20



Fausto.Franco ha scritto:
Rorschach ha scritto:eh si, franco sei tu è vero:) Vedi...il fatto è che biologicamente siamo tutti fatti della stessa pasta, tutti homo sapiens, e lo siamo anche a livello inconscio, ecco perche i non umani non ci sono, i simili non ci sono, sono concetti sientificamente fallaci, tutto qua. E sono anche molto controproducenti, perché ti impediscono di vedere che ogni persona è diversa e al tempo stesso uguale a tutte le altre. E' uguale da un punto di vista meramente "zoologico" ed è diversa dal punto di vista emozionale. Tra questi diversi però c'è una grand eomologazione, un'omologazione che ha a che fare con la società moderna che appiattisce ogni differenza tanto da far sembrare l'umanità una massa di "simili". Ma così non è, tu semplicemente hai bisogno di capire che la tua specificità va gestita attraverso meccanismi diversi, che riguardano il contesto e le attività che fai, e non su astrazioni. Pensi che io non mi sia mai trovato nella tua stessa condizione e non ci viva da anni? ragionassi come te pensarei di essere alieno. Ma inece penso semplicemente di essere un essere umano che, per attitudini ed educazione, ha sviluppato una dimensione molto differente da quella massificata, una dimensione però che trova posto nell'umanità, cosi come quella di ogni altro uomo sulla faccia della terra.Ma certamente per scoprire come applicare la tua dimensione, quella si unica e rarissima, all'esterno, devi viaggiare, conoscere persone diverse, fare esperienze diverse e si, anche sacrifici, e soprattutto devi saper aspettare. Se vuoi che ti dica che probabilmente la tua condzione è piu difficile di quella di altri, allora certamente te lo posso dire, è così, ma non per questo è meno umana di quella delle altre persone. Probabilmente è molto meno conformista;)

Beh, io da un punto di vista anatomico sono un umano come gli altri, certamente.
La mia diversità sta a livello "neuronale", nel senso che ho un metodo di elaborazione del pensiero, e di percezione sensoriale, molto differente da quello degli altri.
Ovviamente non ho alcuna prova di questo, si tratta di una mia sensazione, che però risulta coerente con la mia teoria.
Io capisco che ogni umano è diverso dall'altro a livello emozionale, ma io non sono proprio umano.
La mia è una diversità, "diversa".
Prendiamo ad esempio i computer: esistono tanti modelli diversi tra loro, diversi colori, diverse velocità di elaborazione dei dati, diversa estetica, ma fondamentalmente appartengono alla stessa categoria.
Bene, io sono un computer, costruito come gli altri, ma con un metodo di elaborazione dei dati completamente diverso, e questo mi rende un computer anomalo, oppure un non-computer (per come è inteso il concetto di computer).
Di fatto, non faccio parte della stessa categoria degli altri computer.
Certo, questo concetto, applicato all'uomo, può risultare scientificamente fallace, ma soltanto per quanto ne sappiamo noi, per quanto ci appare ovvio (e qui si ritorna alla teoria dell'essere).

A me piacerebbe smentirmi, sicuramente avrei una vita più facile, ma non ci riesco.
Ed anche questo, trova spiegazione nella teoria dell'essere.

il metodo di elaborazione e percezione non fa di te un non umano, rientra in quella diversità di cui ti ho parlato prima. I tuoi processi chimici, biologici e anche intellettivi sono gli stessi che hanno quelli che guardano i cinepanettoni, cosi come lo sono i miei. Il problema è come usi il tuo cervello. Tu lo usi in modo sicuramente diverso. Detto questo, io non mi imepgnerei a scriverti queste cose se nn sentissi che ti possono servire. Tu porti avanti questa cosa del non umano perché è un sollievo, un sollievo alle difficoltà che trovi nel tuo percorso. Ma come tutti i sollievi ti conduce verso analisi sbagliate, ti porta ad isolarti ancora di più. Tu pensi che Mahatma Ghandi non fosse forse considerabile un non umano visto quello che ha fatto nella sua vita? il suo insengamento invece ci dice che egli era umano ma ha scelto come usare la sua ragione in un modo unico e irripetibile. Se riuscirai a maturare e a staccarti da questa logica per me ti sentirai meglio, poi fai come vuoi, non voglio rompere i maroni più di quanto abbia gia fatto.
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Re: I miei sbagli

Messaggioda Closed » 31/05/2016, 17:54



Rorschach ha scritto:il metodo di elaborazione e percezione non fa di te un non umano, rientra in quella diversità di cui ti ho parlato prima. I tuoi processi chimici, biologici e anche intellettivi sono gli stessi che hanno quelli che guardano i cinepanettoni, cosi come lo sono i miei. Il problema è come usi il tuo cervello. Tu lo usi in modo sicuramente diverso. Detto questo, io non mi imepgnerei a scriverti queste cose se nn sentissi che ti possono servire. Tu porti avanti questa cosa del non umano perché è un sollievo, un sollievo alle difficoltà che trovi nel tuo percorso. Ma come tutti i sollievi ti conduce verso analisi sbagliate, ti porta ad isolarti ancora di più. Tu pensi che Mahatma Ghandi non fosse forse considerabile un non umano visto quello che ha fatto nella sua vita? il suo insengamento invece ci dice che egli era umano ma ha scelto come usare la sua ragione in un modo unico e irripetibile. Se riuscirai a maturare e a staccarti da questa logica per me ti sentirai meglio, poi fai come vuoi, non voglio rompere i maroni più di quanto abbia gia fatto.

Non rompi i maroni, se ho dato questa impressione, l'ho fatto involontariamente.
Come uso il cervello, è proprio questo ciò di cui parlo.
I miei processi chimici, i miei percorsi neurali sono formati come quelli di ogni umano, ma cambia il modo in cui agiscono.
Io utilizzo il mio cervello in un certo modo, che è molto differente da quello del resto degli umani, e ciò mi rende un non-umano (nel senso che siamo quasi due cose diverse).
Se domani una scimmia iniziasse a parlare, a ragionare e a rapportarsi come farebbe un qualsiasi essere umano, sarebbe opportuno continuare a chiamarla scimmia?

Per me non è un sollievo anzi, è una fonte di malessere, e mi piacerebbe riuscire a staccarmi da questa logica, ma non ci riesco, è così che funziona il mio cervello.
Uno stupido potrà decidere di acculturarsi, di studiare, di approfondire le sue conoscenze, ma avrà sempre tendenze da stupido.
Stessa cosa vale per un intelligente che cerca di adeguarsi alla stupidità, potrà ottenere buoni risultati, potrà vivere meglio, ma avrà sempre la tendenza a fare l'intelligente.
Io non so se sono stupido o intelligente, ma so che non potrò mai reprimere le mie tendenze.
In poche parole, non credo che riuscirò mai a staccarmi da questa logica, anche perché non ho modo di smentirla, potrebbe essere una boiata, o potrebbe essere anche vera.
Un po' come la vita extraterrestre, potrebbe esistere, oppure no, non esistono prove a conferma né dell'una, né dell'altra ipotesi.
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I miei sbagli

Messaggioda petra944 » 03/06/2016, 23:54



Ciao Franco )
devo dire un paio di cose in merito alla tua storia , prima cosa , non e' bello dire che non sei umano ma semplicemente che hai una sensibilita' diversa dalle persone comuni , come ce l ho anche io e probabilmente la maggior parte degli utenti qui .
Seconda cosa a me capitava una cosa analoga anni fa , a 20 anni e verso quegli anni .
Io ero ansiosa parecchio e quando parlavo le persone non guardavano mai me ma chi mi stava a fianco , come in cerca di relax nella persona che avevano vicino perche io gli trasmettevo ansia .
Probabilmente tu trasmetti qualcosa d inconscio che loro percepiscono .
E allora mi viene da chiederti se tu sei una persona che pensa di trasmettere emozioni positive o negative ? energia positiva o energia negativa ?
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Re: I miei sbagli

Messaggioda Closed » 04/06/2016, 7:44



petra944 ha scritto:Ciao Franco )
devo dire un paio di cose in merito alla tua storia , prima cosa , non e' bello dire che non sei umano ma semplicemente che hai una sensibilita' diversa dalle persone comuni , come ce l ho anche io e probabilmente la maggior parte degli utenti qui .@

Ciao.
Vedi, io penso di avere una sensibilità diversa dalle persone comuni, ma anche dalla maggior parte degli utenti qui, e da tutti in generale.
Ci tengo a ribadire che non lo dico con presunzione, non mi sento migliore o peggiore di nessuno, ma diverso da tutti.
È una sensazione inconscia, "a pelle", ed ho formulato una teoria che non fa che confermare le mie sensazioni.
Il solo fatto che nessuno capisca il concetto, è già di per sé una costante conferma della mia teoria, quindi non riesco a fare a meno di pensarci.
petra944 ha scritto:Seconda cosa a me capitava una cosa analoga anni fa , a 20 anni e verso quegli anni .
Io ero ansiosa parecchio e quando parlavo le persone non guardavano mai me ma chi mi stava a fianco , come in cerca di relax nella persona che avevano vicino perche io gli trasmettevo ansia .
Probabilmente tu trasmetti qualcosa d inconscio che loro percepiscono .
E allora mi viene da chiederti se tu sei una persona che pensa di trasmettere emozioni positive o negative ? energia positiva o energia negativa ?

Credo di trasmettere emozioni negative sicuramente, io stesso del resto sono una persona negativa.
Questo non spiega però il perché accada anche nel virtuale, anche quando mi sforzo per comportarmi in modo positivo.
Le possibilità sono due, o sbaglio io nel modo di rapportarmi, o la mia teoria è vera.
La prima mi sembrava la più probabile, ma è stata più o meno smentita, e questo non fa che dare ulteriore conferma alla teoria.
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Messaggioda petra944 » 04/06/2016, 12:10



beh se trasmetti emozioni negative l interlocutore cerca di trovare qualunque modo x scappare da quello che tu li stai trasmettendo , quindi non e' che c'e' tanto da domandarsi , se trasmetti belle emozioni attiri le persone altrimenti e' meglio che stai per conto tuo finche non cerchi di trasformare le tue emozioni perche' altrimenti ti becchi le persone che vivono il relazionarsi con te come un dovere , una fatica e non e' bello per loro ma nemmeno per te di riflesso .
Qui nel virtuale non mi sembra che qualcuno ti eviti , il tuo topic e' stato visto , letto e molte persone stanno rispondendo )
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Messaggioda Closed » 04/06/2016, 22:06



petra944 ha scritto:beh se trasmetti emozioni negative l interlocutore cerca di trovare qualunque modo x scappare da quello che tu li stai trasmettendo , quindi non e' che c'e' tanto da domandarsi , se trasmetti belle emozioni attiri le persone altrimenti e' meglio che stai per conto tuo finche non cerchi di trasformare le tue emozioni perche' altrimenti ti becchi le persone che vivono il relazionarsi con te come un dovere , una fatica e non e' bello per loro ma nemmeno per te di riflesso .
Qui nel virtuale non mi sembra che qualcuno ti eviti , il tuo topic e' stato visto , letto e molte persone stanno rispondendo )

Quando dico che succede anche nel virtuale, non mi riferisco mica ai forum, dove è normale non rispondere se l'argomento non interessa/non viene capito, mi riferisco proprio a quando parlo con le persone nel virtuale (ad esempio sui social network).
Lo stesso atteggiamento succede anche in questi casi, risposte a monosillabi e nessun interesse nel capire di cosa si sta parlando, ma solo nel chiudere il prima possibile la conversazione.
A me non è che interessino le relazioni anzi, preferirei eliminarle completamente (tranne quelle con i miei simili), però questo atteggiamento mi dà comunque fastidio, perché non riesco nemmeno a comprenderne i motivi.
Sulla questione emozioni positive/negative non sono mai stato molto convinto, esistono molti esempi di persone che si sono suicidate (quindi sofferenti, perciò non credo emanassero emozioni positive), che venivano definite come "tranquille, allegre, solari".
Io stesso, dai pochi che si sono sforzati (diciamo costretti dalle situazioni) di conoscermi meglio, andando oltre l'impatto iniziale, vengo definito come "normale", non credo nessuno sospetti minimamente di tutti i miei malesseri.
Un minimo di relazioni, prima o poi, sarò costretto ad averle (dovrò lavorare), e francamente, non ho idea di come possa essere mai preso in considerazione se tutti hanno questa reazione verso di me.
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