Quando non riesci a chiedere aiuto

Soffro di depressione da circa cinque anni, e lungo tutto questo tempo ho sempre fatto fatica a confidarmi con gli altri, per paura. Avendo l'autostima sotto terra ho sempre paura di disturbare gli altri con i miei problemi, quindi di solito sono gli altri a confidarsi con me. Io ho una paura assurda di venir giudicata (mi é già capitato che confidandomi con una mia "amica" sminuisse i miei problemi). Mi atteggio sempre da aggressiva per allontanare gli altri e per nascondere le mie insicurezze, quindi ho paura di mostrare questa parte debole di me. Odio essere così debole.
Ma a volte sento l'urgenza di confidarmi con qualcuno. Giusto prima stavo piangendo a dirotto e nella foga del pianto, colta dalla disperazione, ho preso il telefono in mano per cercare aiuto da qualche conoscente più fidato (ah, non ho amici). Ma la paura mi ha di nuovo fermata. Non voglio annoiare nessuno con i miei problemi, non voglio che vedano quanto sono debole e non voglio che pensino che sono solo una bambina in cerca di attenzioni.
Cosa che in effetti non é del tutto falsa. Perché in contrasto con questa mia riservatezza e questa mia grande paura di aprirmi, ho bisogno di aiuto. Per questo a volte mi sembra quasi di impazzire, a causa del mio grande contrasto interiore. In quei momenti me ne esco con le idee più assurde. Questa sera ad esempio, ho pensato che cercheró di non mangiare, fino quasi a farmi morire di fame. Ci avevo già provato, ma sono resistita solo tre giorni, ero senza energie. E l'obiettivo era: "in questo modo magari gli altri si preoccuperanno per me, vedendo quanto sono debole. Se svenissi, sarebbe il massimo. Si preoccuperebbero per me, capirebbero che sto male e che ho bisogno di aiuto". Il mio digiuno ricomincia da stasera. So che é qualcosa di insensato, poco sano e "disperato", ma se sono giunta a questo punto é perché non mi sento importante per nessuno, ho bisogno di aiuto e ho bisogno di sapere che se morissi a qualcuno importerebbe.
Ho pensato anche di cercare di confidarmi con un docente che mi ha aiutata quando ho avuto un attacco di ansia a scuola. Ma non saprei proprio come approciarmi. Si é dimostrato molto disponibile ma le mie paure di esprimermi rimangono.
Ma a volte sento l'urgenza di confidarmi con qualcuno. Giusto prima stavo piangendo a dirotto e nella foga del pianto, colta dalla disperazione, ho preso il telefono in mano per cercare aiuto da qualche conoscente più fidato (ah, non ho amici). Ma la paura mi ha di nuovo fermata. Non voglio annoiare nessuno con i miei problemi, non voglio che vedano quanto sono debole e non voglio che pensino che sono solo una bambina in cerca di attenzioni.
Cosa che in effetti non é del tutto falsa. Perché in contrasto con questa mia riservatezza e questa mia grande paura di aprirmi, ho bisogno di aiuto. Per questo a volte mi sembra quasi di impazzire, a causa del mio grande contrasto interiore. In quei momenti me ne esco con le idee più assurde. Questa sera ad esempio, ho pensato che cercheró di non mangiare, fino quasi a farmi morire di fame. Ci avevo già provato, ma sono resistita solo tre giorni, ero senza energie. E l'obiettivo era: "in questo modo magari gli altri si preoccuperanno per me, vedendo quanto sono debole. Se svenissi, sarebbe il massimo. Si preoccuperebbero per me, capirebbero che sto male e che ho bisogno di aiuto". Il mio digiuno ricomincia da stasera. So che é qualcosa di insensato, poco sano e "disperato", ma se sono giunta a questo punto é perché non mi sento importante per nessuno, ho bisogno di aiuto e ho bisogno di sapere che se morissi a qualcuno importerebbe.
Ho pensato anche di cercare di confidarmi con un docente che mi ha aiutata quando ho avuto un attacco di ansia a scuola. Ma non saprei proprio come approciarmi. Si é dimostrato molto disponibile ma le mie paure di esprimermi rimangono.