L'inizio della Fine

Ciao a tutti. Ci ho pensato molto, davvero molto, prima di iniziare a scrivere queste righe. Cercavo disperatamente un posto dove essere ascoltata
L'inizio della fine è stato esattamente un anno fa, quando ho perso la mia migliore amica. No, non è morta, è semplicemente sparita nel nulla, senza una spiegazione. Ma andiamo con ordine.
Era il 2005 ed ero solo una ragazzina, una liceale un po' chiusa, con mille sogni nel cassetto e tonnellate di aspettative. Non avevo amici, se non epistolari o virtuali, tutto ciò che desideravo era avere degli amici con i miei stessi gusti musicali ( a quell'età, la musica era il mio maggior metro di giudizio) e sentirmi amata. Così, tanto per caso, un giorno, su una community riservata agli studenti della mia città, conobbi lei. Iniziammo a parlare di musica, scoprimmo che amavamo le stesse cose, che eravamo entrambe figlie uniche, che eravamo nate nello stesso mese, che conoscevamo le stesse persone senza esserci però mai incontrate, che eravamo uguali. Sembrava destino. Da quel momento in poi iniziammo a parlare ogni giorno, a tutte le ore, su quello che era il mezzo di comunicazione più usato all'epoca, msn. Finalmente ci incontrammo e da lì la mia vita iniziò a cambiare. Superai del tutto la mia timidezza e con lei conobbi tanta gente. Avevo finalmente degli amici, ma lei era speciale. Era mia sorella. Le dicevo qualsiasi cosa, eravamo legate come se fossimo nate insieme, era il punto fermo di un'adolescenza dove di solito i sentimenti durano come una folata di vento. Iniziai a vivere davvero. Arrivarono i concerti, i primi fidanzati, le risate, quante risate ci sono state, i problemi affrontati assieme, arrivò tutto ciò che dovrebbe arrivare nella vita di una ragazzina. La nostra amicizia non è terminata con la fine dei miei anni di teenager, è andata avanti per ben undici anni.
In questi undici anni, le cose, come è giusto che sia, si sono evolute. Abbiamo fatto scelte di vita diverse, siamo diventate diverse.
Io, dimenticata la timidezza, sono diventata socievole, espansiva e spensierata. Da essere la classica ragazzina chiusa e bullizzata, sono diventata "L'anima della festa". Fare amicizia con gli altri era naturale per me, mi sentivo amata e mai fuori posto. Per contro, lei invece era diventata più acida, e diffidente, tanto da risultare impopolare agli occhi di tutte le persone che abbiamo conosciuto in questi anni. Una frase ricorrente che mi veniva detta era "Ma perchè non ti stacchi un po' da lei?" ma non avrei mai potuto farlo. Non l'ho fatto nemmeno quando costringevo il mio ex fidanzato a girare la città in macchina per farle pedinare un ragazzo che le piaceva ma che la respingeva. Non l'ho fatto nemmeno quando lui voleva uscire da soli e io mi portavo lei, mia sorella, perchè senza di me sarebbe rimasta sola.
Non ho mai permesso che lei rimanesse sola. Ho condiviso con lei ogni singolo momento di questi undici anni, per non tradirla, per non abbandonarla. L'ho fatto perchè era giusto, era mia sorella, non ci sarebbero state conseguenze negative.
Invece ci sono state, ce ne sono state tantissime.
Siamo cresciute, siamo cambiate ancora di più.
Lei, dopo un paio di brevi relazioni in undici anni, non è più riuscita a trovare un uomo che fosse "come diceva lei" e questo la rendeva sempre più.. acida? (si, uso questo termine spesso per descriverla, perchè è quello che più mi risuona in testa se penso a lei.) Negli ultimi anni i suoi discorsi erano sempre volti a quello, a come lei non riuscisse a piacere a nessuno e io invece si, a come fosse destinata a rimanere da sola, e io lì a ripeterle che era meravigliosa, che la persona giusta sarebbe arrivata e che avrebbe sempre avuto me, sua sorella. Nel frattempo, la mia relazione storica terminava, con suo grande disappunto, perchè il mio ex era una persona splendida. Ha fatto per me cose che , a ripensarci oggi, mi si riempiono gli occhi di lacrime. Lui sapeva quanto lei fosse importante per me, quanto lei fosse la sorella che avevo sempre desiderato e la trattava da tale. La scarrozzava con la macchina, anche per portare il suo cane dal veterinario, le offriva pranzi e cene, ma sembrava che per lei fosse tutto dovuto.
Fatto sta che la nostra relazione, dopo 3 anni e mezzo finì. Il commento della mia amica fu "E adesso chi ci porta in giro?" mentre il mio ex ad un nostro amico comune "Mi dispiace solo che adesso è da sola con Paola, le rovinerà la vita." Paola sarebbe la mia amica.
Piano piano rimanemmo da sole, nuovamente. Tutto il giro di amicizie che avevo faticosamente costruito negli anni, che avevo tanto desiderato, pian piano mi dimenticò. Inizialmente perchè io stessa non volevo incontrare il mio ex ( gli amici erano gli stessi ) e poi perchè si sa, lontano dagli occhi, lontano del cuore..
Qualche tempo dopo sbocciò l'amore fra me e un mio vecchio amico, abitava in un'altra città e dopo un annetto di relazione a distanza, venne ad abitare nella mia città, per stare vicini.. Non aveva ancora un lavoro e una macchina, quindi inizialmente le cose furono difficili. Iniziai a non poter uscire sempre, o meglio, a farla uscire, perchè lei aveva solo me e arrivò addirittura a chiedermi di chiedere soldi in prestito a mia madre per uscire quando non avevamo soldi. Sì, perchè lei non voleva uscire per stare assieme, ma per andare in giro per locali a bere e conoscere gente, quindi servivano soldi. Sono stata stupida, lo riconosco. Nel frattempo le cose per me e il mio compagno ( siamo ancora assieme) sono migliorate economicamente, tornammo ad uscire più spesso, ma lei continuava a non essere felice. Si lamentava di come non riuscisse a trovare un uomo, di come all'università le compagne la escludessero, di come si sentisse trasparente. Ho provato di tutto, le ho presentato ragazzi, amiche, la facevo venire con me anche alle cene di lavoro con i colleghi! Ma sembrava non fosse abbastanza e io non capivo perchè. Non lo capivo perchè a me bastava lei. Avevo tanti conoscenti, amici se vogliamo, ma non permettevo a nessuno di avvicinarsi a me come avevo fatto con lei, perchè lei era mia sorella, la mia amica con la A maiuscola e non capivo perchè a lei non bastassi io. Le cose sono andate avanti così per un po', ma ho iniziato ad avere problemi di salute, un prolattinoma all'ipofisi che mi causa continui mal di testa lancinanti. Ovviamente, spesso i giorni del mal di testa coincidevano con il weekend, quando per lei era imperativo uscire.. arrivò a farmi pesare anche quello. "Ma se hai sempre mal di testa io che faccio, non esco mai?" questa è la frase che una volta mi disse e mi sentì quasi in colpa di stare male.
Arriviamo all'estate scorsa.
Lei parte con la sua famiglia, usciamo assieme una sera prima della sua partenza e quasi mi commuove. Premetto che è sempre stata una persona molto fredda, quasi anaffettiva. In undici anni non credo mi abbia mai detto ti voglio bene o cose simili, mentre io per natura sono sempre stata molto affettuosa. Nel locale in cui eravamo, al tavolo accanto c'erano due ragazze, all'incirca di sedici anni. Guardandole, le dico "Sembriamo noi da piccole.. ma quanto tempo è passato? Undici anni? mi sento vecchia!" e lei mi rispose "Però è bellissimo se ci pensi.. Siamo amiche da undici anni." Ecco, lì piansi e le dissi che la cosa di cui ero più grata al mondo era lei e la nostra amicizia.
Partì il giorno dopo.
Durante la sua vacanza ci tenemmo in contatto come sempre, fino a quando lei sparì per un giorno. Quando si fece risentire mi disse che era morto un suo parente ed era molto scossa. Come sempre le offrì il mio appoggio ma lei disse di voler stare da sola. La rispettai, le dissi che per lei ci sarei stata sempre. Ogni mattina le scrivevo messaggi tipo "Buongiorno tesoro, so che vuoi stare sola, ma voglio dirti che ci sono e ti voglio bene" a cui rispondeva a stento con grazie. Ma andava bene così. Tornò in città e le chiesi se le andava di uscire, ovviamente accettò e uscimmo con il mio compagno e una nostra coppia di amici. Durante la serata si comportò come sempre, ridemmo, scherzammo. L'unica cosa strana che notai e che mi ferì molto, fu quando , rivedendoci dopo tanto, la salutai. La abbracciai e le dissi che mi era mancata. Lei rimase immobile e non disse nulla.
Ecco, la serata terminò tranquillamente, la feci accompagnare in macchina dai miei amici per non farle fare la strada a piedi con noi che non eravamo motorizzati e ci salutammo.
NON L'HO PIù VISTA DA QUEL GIORNO.
Non potendo immaginare cosa sarebbe successo dopo, continuai a cercarla come sempre per tutta la settimana, messaggi, tag su facebook. Visualizzava e non mi rispondeva. Ricordandomi il momento difficile che stava passando e che voleva rimanere da sola, decisi di lasciarla stare un po' e non telefonarle. Non ero preoccupata, mi convincevo che fosse impegnata o che volesse solo un po' di spazio. Arrivò il sabato e sapendo quanto lei teneva alle nostre uscite, decisi di telefonarle per chiederle se le andava di vederci e bere qualcosa. Non mi rispose.
Andai a lavarmi i capelli e chiesi al mio fidanzato di richiamarla nel frattempo e vedere se la cosa le andava.
Quello che successe dopo non saprei nemmeno come descriverlo. Dopo 10 minuti vidi entrare il mio fidanzato nel bagno dicendomi "la tua amica è completamente pazza. Mi ha detto che dobbiamo lasciarla in pace, che la vostra amicizia non la rende serena, che non sa se è la scelta giusta, che poi chiarirete, ma che devi lasciarla in pace."
Ero sotto shock.
Mi aveva bloccato su ogni mezzo di comunicazione.
Inutile dirvi che ho pianto per lei per mesi, ma davvero mesi. Non l'ho più vista nè sentita, dopo undici anni, senza una spiegazione. Trattata come se fossi la peggiore delle delinquenti.
Tutti mi dicevano di lasciarla perdere, che era una pazza, che era stata crudele, ma non ci volevo credere.. Ho vissuto quest'ultimo anno sperando ogni giorno che lei tornasse, ma non è mai stato così.
Quello che è conseguito da tutto questo è stato il mio cadere in depressione, il mio sentirmi sbagliata senza capire cosa avessi sbagliato. A nulla è servito il sentirmi dire da persone che ci hanno conosciuto entrambe che sono stata io troppo buona e troppo scema e lei calcolatrice e cattiva, mi sono sentita abbandonata e privata dal mio punto di riferimento.
Da un anno mi sento come se avessi di nuovo sedici anni, inadeguata, timida e senza amici. La differenza è che di anni ne ho quasi trenta e non posso permettermi di comportarmi e di pensare come una sedicenne. Mi appoggio a mia madre, al mio fidanzato, riversando in loro le mie paure del domani, pretendo da loro cose che non dovrei pretendere e ho paura di perdere anche loro, ogni giorno.
La odio per quello che mi ha fatto.. ma al tempo stesso darei qualsiasi cosa per ritornare a quando eravamo giovani, amiche e ridevamo tanto insieme.
L'inizio della fine è stato esattamente un anno fa, quando ho perso la mia migliore amica. No, non è morta, è semplicemente sparita nel nulla, senza una spiegazione. Ma andiamo con ordine.
Era il 2005 ed ero solo una ragazzina, una liceale un po' chiusa, con mille sogni nel cassetto e tonnellate di aspettative. Non avevo amici, se non epistolari o virtuali, tutto ciò che desideravo era avere degli amici con i miei stessi gusti musicali ( a quell'età, la musica era il mio maggior metro di giudizio) e sentirmi amata. Così, tanto per caso, un giorno, su una community riservata agli studenti della mia città, conobbi lei. Iniziammo a parlare di musica, scoprimmo che amavamo le stesse cose, che eravamo entrambe figlie uniche, che eravamo nate nello stesso mese, che conoscevamo le stesse persone senza esserci però mai incontrate, che eravamo uguali. Sembrava destino. Da quel momento in poi iniziammo a parlare ogni giorno, a tutte le ore, su quello che era il mezzo di comunicazione più usato all'epoca, msn. Finalmente ci incontrammo e da lì la mia vita iniziò a cambiare. Superai del tutto la mia timidezza e con lei conobbi tanta gente. Avevo finalmente degli amici, ma lei era speciale. Era mia sorella. Le dicevo qualsiasi cosa, eravamo legate come se fossimo nate insieme, era il punto fermo di un'adolescenza dove di solito i sentimenti durano come una folata di vento. Iniziai a vivere davvero. Arrivarono i concerti, i primi fidanzati, le risate, quante risate ci sono state, i problemi affrontati assieme, arrivò tutto ciò che dovrebbe arrivare nella vita di una ragazzina. La nostra amicizia non è terminata con la fine dei miei anni di teenager, è andata avanti per ben undici anni.
In questi undici anni, le cose, come è giusto che sia, si sono evolute. Abbiamo fatto scelte di vita diverse, siamo diventate diverse.
Io, dimenticata la timidezza, sono diventata socievole, espansiva e spensierata. Da essere la classica ragazzina chiusa e bullizzata, sono diventata "L'anima della festa". Fare amicizia con gli altri era naturale per me, mi sentivo amata e mai fuori posto. Per contro, lei invece era diventata più acida, e diffidente, tanto da risultare impopolare agli occhi di tutte le persone che abbiamo conosciuto in questi anni. Una frase ricorrente che mi veniva detta era "Ma perchè non ti stacchi un po' da lei?" ma non avrei mai potuto farlo. Non l'ho fatto nemmeno quando costringevo il mio ex fidanzato a girare la città in macchina per farle pedinare un ragazzo che le piaceva ma che la respingeva. Non l'ho fatto nemmeno quando lui voleva uscire da soli e io mi portavo lei, mia sorella, perchè senza di me sarebbe rimasta sola.
Non ho mai permesso che lei rimanesse sola. Ho condiviso con lei ogni singolo momento di questi undici anni, per non tradirla, per non abbandonarla. L'ho fatto perchè era giusto, era mia sorella, non ci sarebbero state conseguenze negative.
Invece ci sono state, ce ne sono state tantissime.
Siamo cresciute, siamo cambiate ancora di più.
Lei, dopo un paio di brevi relazioni in undici anni, non è più riuscita a trovare un uomo che fosse "come diceva lei" e questo la rendeva sempre più.. acida? (si, uso questo termine spesso per descriverla, perchè è quello che più mi risuona in testa se penso a lei.) Negli ultimi anni i suoi discorsi erano sempre volti a quello, a come lei non riuscisse a piacere a nessuno e io invece si, a come fosse destinata a rimanere da sola, e io lì a ripeterle che era meravigliosa, che la persona giusta sarebbe arrivata e che avrebbe sempre avuto me, sua sorella. Nel frattempo, la mia relazione storica terminava, con suo grande disappunto, perchè il mio ex era una persona splendida. Ha fatto per me cose che , a ripensarci oggi, mi si riempiono gli occhi di lacrime. Lui sapeva quanto lei fosse importante per me, quanto lei fosse la sorella che avevo sempre desiderato e la trattava da tale. La scarrozzava con la macchina, anche per portare il suo cane dal veterinario, le offriva pranzi e cene, ma sembrava che per lei fosse tutto dovuto.
Fatto sta che la nostra relazione, dopo 3 anni e mezzo finì. Il commento della mia amica fu "E adesso chi ci porta in giro?" mentre il mio ex ad un nostro amico comune "Mi dispiace solo che adesso è da sola con Paola, le rovinerà la vita." Paola sarebbe la mia amica.
Piano piano rimanemmo da sole, nuovamente. Tutto il giro di amicizie che avevo faticosamente costruito negli anni, che avevo tanto desiderato, pian piano mi dimenticò. Inizialmente perchè io stessa non volevo incontrare il mio ex ( gli amici erano gli stessi ) e poi perchè si sa, lontano dagli occhi, lontano del cuore..
Qualche tempo dopo sbocciò l'amore fra me e un mio vecchio amico, abitava in un'altra città e dopo un annetto di relazione a distanza, venne ad abitare nella mia città, per stare vicini.. Non aveva ancora un lavoro e una macchina, quindi inizialmente le cose furono difficili. Iniziai a non poter uscire sempre, o meglio, a farla uscire, perchè lei aveva solo me e arrivò addirittura a chiedermi di chiedere soldi in prestito a mia madre per uscire quando non avevamo soldi. Sì, perchè lei non voleva uscire per stare assieme, ma per andare in giro per locali a bere e conoscere gente, quindi servivano soldi. Sono stata stupida, lo riconosco. Nel frattempo le cose per me e il mio compagno ( siamo ancora assieme) sono migliorate economicamente, tornammo ad uscire più spesso, ma lei continuava a non essere felice. Si lamentava di come non riuscisse a trovare un uomo, di come all'università le compagne la escludessero, di come si sentisse trasparente. Ho provato di tutto, le ho presentato ragazzi, amiche, la facevo venire con me anche alle cene di lavoro con i colleghi! Ma sembrava non fosse abbastanza e io non capivo perchè. Non lo capivo perchè a me bastava lei. Avevo tanti conoscenti, amici se vogliamo, ma non permettevo a nessuno di avvicinarsi a me come avevo fatto con lei, perchè lei era mia sorella, la mia amica con la A maiuscola e non capivo perchè a lei non bastassi io. Le cose sono andate avanti così per un po', ma ho iniziato ad avere problemi di salute, un prolattinoma all'ipofisi che mi causa continui mal di testa lancinanti. Ovviamente, spesso i giorni del mal di testa coincidevano con il weekend, quando per lei era imperativo uscire.. arrivò a farmi pesare anche quello. "Ma se hai sempre mal di testa io che faccio, non esco mai?" questa è la frase che una volta mi disse e mi sentì quasi in colpa di stare male.
Arriviamo all'estate scorsa.
Lei parte con la sua famiglia, usciamo assieme una sera prima della sua partenza e quasi mi commuove. Premetto che è sempre stata una persona molto fredda, quasi anaffettiva. In undici anni non credo mi abbia mai detto ti voglio bene o cose simili, mentre io per natura sono sempre stata molto affettuosa. Nel locale in cui eravamo, al tavolo accanto c'erano due ragazze, all'incirca di sedici anni. Guardandole, le dico "Sembriamo noi da piccole.. ma quanto tempo è passato? Undici anni? mi sento vecchia!" e lei mi rispose "Però è bellissimo se ci pensi.. Siamo amiche da undici anni." Ecco, lì piansi e le dissi che la cosa di cui ero più grata al mondo era lei e la nostra amicizia.
Partì il giorno dopo.
Durante la sua vacanza ci tenemmo in contatto come sempre, fino a quando lei sparì per un giorno. Quando si fece risentire mi disse che era morto un suo parente ed era molto scossa. Come sempre le offrì il mio appoggio ma lei disse di voler stare da sola. La rispettai, le dissi che per lei ci sarei stata sempre. Ogni mattina le scrivevo messaggi tipo "Buongiorno tesoro, so che vuoi stare sola, ma voglio dirti che ci sono e ti voglio bene" a cui rispondeva a stento con grazie. Ma andava bene così. Tornò in città e le chiesi se le andava di uscire, ovviamente accettò e uscimmo con il mio compagno e una nostra coppia di amici. Durante la serata si comportò come sempre, ridemmo, scherzammo. L'unica cosa strana che notai e che mi ferì molto, fu quando , rivedendoci dopo tanto, la salutai. La abbracciai e le dissi che mi era mancata. Lei rimase immobile e non disse nulla.
Ecco, la serata terminò tranquillamente, la feci accompagnare in macchina dai miei amici per non farle fare la strada a piedi con noi che non eravamo motorizzati e ci salutammo.
NON L'HO PIù VISTA DA QUEL GIORNO.
Non potendo immaginare cosa sarebbe successo dopo, continuai a cercarla come sempre per tutta la settimana, messaggi, tag su facebook. Visualizzava e non mi rispondeva. Ricordandomi il momento difficile che stava passando e che voleva rimanere da sola, decisi di lasciarla stare un po' e non telefonarle. Non ero preoccupata, mi convincevo che fosse impegnata o che volesse solo un po' di spazio. Arrivò il sabato e sapendo quanto lei teneva alle nostre uscite, decisi di telefonarle per chiederle se le andava di vederci e bere qualcosa. Non mi rispose.
Andai a lavarmi i capelli e chiesi al mio fidanzato di richiamarla nel frattempo e vedere se la cosa le andava.
Quello che successe dopo non saprei nemmeno come descriverlo. Dopo 10 minuti vidi entrare il mio fidanzato nel bagno dicendomi "la tua amica è completamente pazza. Mi ha detto che dobbiamo lasciarla in pace, che la vostra amicizia non la rende serena, che non sa se è la scelta giusta, che poi chiarirete, ma che devi lasciarla in pace."
Ero sotto shock.
Mi aveva bloccato su ogni mezzo di comunicazione.
Inutile dirvi che ho pianto per lei per mesi, ma davvero mesi. Non l'ho più vista nè sentita, dopo undici anni, senza una spiegazione. Trattata come se fossi la peggiore delle delinquenti.
Tutti mi dicevano di lasciarla perdere, che era una pazza, che era stata crudele, ma non ci volevo credere.. Ho vissuto quest'ultimo anno sperando ogni giorno che lei tornasse, ma non è mai stato così.
Quello che è conseguito da tutto questo è stato il mio cadere in depressione, il mio sentirmi sbagliata senza capire cosa avessi sbagliato. A nulla è servito il sentirmi dire da persone che ci hanno conosciuto entrambe che sono stata io troppo buona e troppo scema e lei calcolatrice e cattiva, mi sono sentita abbandonata e privata dal mio punto di riferimento.
Da un anno mi sento come se avessi di nuovo sedici anni, inadeguata, timida e senza amici. La differenza è che di anni ne ho quasi trenta e non posso permettermi di comportarmi e di pensare come una sedicenne. Mi appoggio a mia madre, al mio fidanzato, riversando in loro le mie paure del domani, pretendo da loro cose che non dovrei pretendere e ho paura di perdere anche loro, ogni giorno.
La odio per quello che mi ha fatto.. ma al tempo stesso darei qualsiasi cosa per ritornare a quando eravamo giovani, amiche e ridevamo tanto insieme.