Effettivamente, da quel poco che sapevo di psicologia, in teoria qualsiasi azione si potrebbe ricondurre all'egoismo (in quanto, ad esempio, anche la beneficienza disinteressata potrebbe essere spiegata da una sorta di "appagamento morale", pur tuttavia, credo che sia una discussione più tecnica che pratica in quanto si dovrebbe andare a definire anche il concetto di "egoismo" e di "altruismo", ad esempio se già soltanto il voler far rispettare la propria volontà è considerabile egoismo o meno).
Non credo sia quindi corretto voler tifare per l'estinzione della nostra specie. Sarebbe un po' come buttare il bambino con l'acqua sporca (i problemi delle persone verrebbero risolti perchè assieme ai problemi si estinguono anche le persone). Piuttosto io credo che non sia giusto condannare le persone per il fatto che facciano del male, o che quanto meno siano egoiste (e quindi, come correttamente osservi, accettare anche la punizione).
Io non credo che le persone siano colpevoli di essere egoiste o anche di essere superficiali. Il fatto che una persona non pensi ogni giorno a grandi problemi è tutto sommato comprensibile: anche pensare ad esempio al senso della vita è un'attività, un impiego del mio tempo.
Posso dedicare quel tempo anche ad altre attività, come ad esempio a qualsiasi svago, oppure più semplicemente non pormi nemmeno il problema del senso della vita.
Anticipo una possibile obiezione: sicuramente tu potresti obiettarmi che ci sono persone che in realtà sono sostanzialmente degli ignoranti, fanno cose stupide, volgari, materialiste, e quindi si godono la vita (prendo ad esempio alcuni miei colleghi, questi ultimi pensano soltanto a fare la bella vita, ad esempio rimorchiare, bere, ballare, etc.).
Verissimo, però non ci sono soltanto loro e personalmente non credo che siano nemmeno la maggioranza delle persone.
A mio avviso, la maggioranza delle persone in realtà si è in parte posta grandi questioni (qual'è il senso della vita ad esempio) senza trovare una soluzione definitiva, ma in parte accettabile. Non hanno però dedicato il tempo della propria vita a rispondere a questi problemi ma ad altri. Ciò forse non tanto per una scelta, ma perchè la vita non è fatta soltanto di cercare di rispondere a domande, ma anche di fare azioni; detto in un altro modo, perchè ci sono state altre cose che queste persone hanno fatto.
Amanda ha scritto:Forse vorrei essere come loro, non lo so. Forse sotto sotto mi piaccio per la mia profondità. Devo ancora capirlo.
Naturalmente non possiamo noi del forum confermare questa tua affermazione. Posso però dare una mia interpretazione, almeno ripresa dalla mia esperienza personale. Io personalmente sono tutto sommato orgoglioso di essere me stesso, mi fa piacere esserlo, per amor proprio: io amo me stesso e quindi ho un'attenzione particolare per quanto riguarda me. Di conseguenza, io non voglio cambiare me stesso, ma semplicemente essere me stesso e vivere sereno, cioè risolvere quei problemi che posso avere.
Credo di conseguenza che il problema si sposti: la vita in se non è il problema, ma piuttosto il fatto che io possa star vivendo delle esperienze negative.
Credo allo stesso tempo che non possa essere riconosciuto un diritto alla morte, almeno in quanto tale ma che esso in realtà non è nemmeno molto pertinente con la discussione: definire quando una vita non è più degna di essere vissuta è una definizione ardua (già con l'eutanasia questa definizione è controversa, ma generalmente si adotta l'escamotage di "morte cerebrale" per bypassare questa problematica, anche se non è nemmeno sempre così. La persona sarebbe già mezza morta, e di conseguenza non si tratta più di sopprimere una vita vera e propria, ma piuttosto di rendere definitiva la morte già avvenuta) - una definizione giuridica di questo problema sarebbe sicuramente controversa (anche se non impossibile, sapevo che in realtà in alcuni paesi ci si è posti proprio il dilemma sul fatto di concedere l'eutanasia per depressione ), credo però che tutto ciò trascenda il tuo problema (perchè credo che ci sia una differenza tra quello che lo Stato dovrebbe decidere su una determinata materia ed il proprio problema personale, il primo problema riguarda la filosofia politica o come suggerito da altri di politica pura, il secondo riguarda capire la propria situazione personale).