alienunicorn ha scritto:forse potresti guardare la situazione da un punto diverso: tu senti di dover essere compatito o è una circostanza in cui non ti ricnosci? o forse loro compatiscono una loro idea che hanno avuto di te che però non sei tu?
e ho quasi impressione, ma forse sbaglio, che tu abbia rappruppato più situazioni in questo paragrafo. Potrebbe essere che sono dovute a situazioni diverse?
Per esempio, la carità di solito la si fa a chi è una vittima, non a un traditore
E un tradimento può voler dire tante cose. Si può tradire una persona svelando un suo segreto... per esempio, che si è fatta un tatuaggio quando ha chiesto di non dirlo. Oppure si può fisicamente pugnalare o sparare a un amico alle spalle per soldi. E il secondo caso è più grave.
Però quando l'emozione di vergogna che proviamo è tanto forte tendiamo di dimenticare che c'è differenza
Riconosco di essere stato molto confuso nello scrivere e descrivere la situazione, provo a procedere per gradi:
Io non sento di dover essere compatito, anzi... Compatiscono quel poco di vero che esce dalla mia maschera, compatiscono il vero me, anche se non lo sanno.
Non sono più situazioni, ma un insieme di complicanze se così le vogliamo chiamare che nascono quando mi approccio ad altre persone.
Un tradimento, per come lo intendo io, nel mio caso, non è ne una soffiata su un tatuaggio ne una pugnalata, ma una via di mezzo, abbastanza riprovevole, ma ripeto, voglio evitare questa piccolo particolare per ora.
Capisco che questa sensazione mi annebbi la vista, ma spannare i miei occhi da questo velo di vergogna non sarà semplice.