CONFESSIONE

Affinchè la mia esperienza personale possa essere utile a qualcun altro

Questo forum di aiuto vuole essere una vera casetta della coccola.
"Mi sento troppo triste" quante volte lo hai detto o sentito dentro? Hai mai guardato in faccia il tuo dolore? Qual è la sua voce? Fallo parlare, qui.
Disturbo depressivo, bipolare, maniacale, e altri disturbi dell'umore.
La depressione in particolare è una sofferenza drammatica, dalla quale occorre uscire attraverso la pazienza e la dedizione a noi stessi; ma anche attraverso la fiducia e la vicinanza di chi sa bene come ci si sente. Questo forum è aperto anche a chi è semplicemente triste e ha voglia di sfogarsi.

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Messaggioda TheAlanParsonsProject » 03/09/2018, 19:10



QUESTA LETTERA E’ RIVOLTA A TUTTI COLORO CHE INTENDANO BENEFICIARE DELLA MIA ESPERIENZA DI VITA, IN MODO TALE DA NON RIPETERE I MIEI STESSI ERRORI

Siccome non sarei capace di esprimere a parole ciò che sento, ho deciso di farlo in forma scritta. Mi chiamo ****** e al momento di scrivere ho 21 anni e 9 mesi circa. In questo scritto non voglio raccontarvi dettagliatamente la mia vita, bensì confessare il mio stato d’animo e cercare di capire insieme a voi come sia potuto arrivare ad un livello così pietoso ed umiliante. Dico confessare perché nessuno in realtà mi ha mai conosciuto, sono sempre stato un individuo estremamente riservato e restio a mostrare i propri sentimenti, sebbene non sia affatto sicuro di averne mai avuti. Questa mia incapacità di relazionarmi con il mondo, con i miei simili e di mostrare affetto alle persone care è forse il lato peggiore del mio carattere, nonché la principale causa della mia depressione attuale. Piano piano mi sono sempre più isolato da tutto e da tutti, fino a diventare completamente indifferente a ciò che mi circonda. Non cerco più la compagnia dei miei coetanei o dei miei familiari, convinto che ormai nessuno possa più darmi il calore umano di cui avrei bisogno, ma che in fondo so di non meritare. Ero convinto di poter convivere con la solitudine, di poter indurire il mio cuore a tal punto da non provare più dolore, rabbia e amarezza, ma mi sbagliavo. Gli esseri umani non sono fatti per vivere da soli come dei reclusi o degli eremiti e se adesso soffro a causa dell’isolamento è solo perché ho allontanato tutti quelli che mi erano vicini.

Sono nato da un matrimonio senza amore, probabilmente frutto più di convenienza che di altro, da due genitori ormai quarantenni che forse non si aspettavano neanche più di avere un figlio e che si sono guardati bene dal farne un secondo. Per tutta l’infanzia non ho avvertito queste mancanze, ma durante l’adolescenza qualcosa si è rotto e col tempo ho capito come stavano realmente le cose in casa mia. Non ho mai conosciuto i miei nonni, né quello paterno né quello materno, una cosa di cui mi rammarico molto, mentre le mie nonne non mi hanno accompagnato nemmeno fino all’adolescenza. Per quanto riguarda gli altri parenti, la maggior parte vivono in un’altra regione mentre uno zio vive all’estero. Li vedo e li sento pochissimo. Ci sarebbe anche mio cugino, ma sebbene da piccoli fossimo decisamente più affiatati adesso siamo quasi due estranei.
E’ vero, mi sento estremamente solo: ho pochissimi amici e ormai non so neanche se considerarli veramente tali. Non riesco più a fidarmi di nessuno. La maggior parte delle persone che ho conosciuto dall’infanzia all’età adulta passando per l’adolescenza sono state solo fugaci comparse: a volte mi sono illuso che fossimo veramente amici, ma quasi sempre sono stato smentito dai fatti. Alcuni mi si sono addirittura rivoltati contro, la maggior parte non mi ha mai considerato. Sono stato ignorato e messo in ombra così a lungo da un numero così elevato di individui diversi che a volte mi sono sentito un fantasma, il che si addice bene alla mia attuale vita. Il rapporto con i parenti è ormai inesistente, quello con i miei genitori irrimediabilmente compromesso e non trovo nessuno che abbia veramente voglia e tempo di ascoltarmi, tanto meno di capirmi.
Dicevo dei miei genitori: purtroppo non andiamo per niente d’accordo. Loro ormai mi considerano un fannullone, un buono a nulla, un freddo calcolatore, probabilmente una specie di aberrazione. Sono fermamente convinti che io li odi entrambi, soprattutto mia madre che non mi perdona di averle intimato in un momento d’ira ed esasperazione di andarsene di casa. Ora è lei che non vede l’ora di buttare me fuori di casa. In effetti ci sono stati dei momenti in cui ho provato un forte risentimento verso di loro, ma adesso non posso far altro che ammettere di sentirmi in colpa nei loro confronti e di averli delusi profondamente. Da piccolo, nonostante il caratteraccio, promettevo bene: ero considerato un bambino intelligente e dal carattere forte, che nella vita avrebbe sicuramente fatto strada. Ahimè come si sbagliavano. La mia rovinosa caduta è cominciata a metà del secondo anno all’università. Dopo un inverno dispendioso a causa dello studio mi sono sentito stranamente prosciugato, ho iniziato a studiare sempre di meno, ad auto-escludermi dalle (poche) compagnie che frequentavo, ad evitare conoscenti e “amici”, per poi cadere nel vortice della depressione: la mia vita mi appariva vuota, priva di scopo, inutilmente flaccida e noiosa nel suo monotono incedere, ogni giorno era uguale a quello precedente e a quello immediatamente successivo…mi sentivo inutile e privo di stimoli, uno stupido essere insignificante senza sogni da realizzare e senza niente di interessante da offrire, con una vita grigia e un futuro privo di senso. Allora mi sono guardato indietro e ciò che ho visto mi ha atterrito: analizzando la mia vita a ritroso ho capito di non aver mai veramente vissuto, ma di aver passato i miei primi 20 anni dietro ai libri ad ammazzarmi di studio per sopperire alla mancanza di una vita sociale, di affetti sinceri e persino delle cotte che un qualsiasi ragazzo dovrebbe provare. Tutt’oggi non mi sono mai innamorato di una ragazza, non ho mai provato quelle sensazioni che dovrebbero accelerarmi il battito cardiaco, costringere la mia fantasia a voli pindarici e spingermi a compiere gesti al di là dei limiti imposti dalla mia indole chiusa e rigida. L’unica ragazza per cui abbia mai provato dei sentimenti (ma io stesso non saprei dirvi che genere di sentimenti) non lo ha mai saputo, non ho mai avuto il coraggio di dichiararmi, nascondendomi dietro alle scuse più varie (non le interesso, non è il mio tipo, ormai è passato troppo tempo, siamo incompatibili come carattere, è superficiale…e altre barzellette tragicomiche per nascondere la mia mancanza di palle). Contemporaneamente a queste rivelazioni, mi sono trovato completamente solo: nessuno si era accorto del mio stato d’animo e nessuno ha preso sul serio le mie implicite richieste d’aiuto. Sono finito persino da uno psicoterapeuta per qualche mese, ma non è servito a un c***o, per lo meno nel lungo termine. Sono riuscito a fatica a rialzarmi, ad andare avanti e a lasciarmi alle spalle tutta la tristezza che in poco tempo mi aveva ridotto ad un miserevole invertebrato, ma il prezzo da pagare è stato alto: sono cambiato, se possibile in peggio. Sono diventato più cinico e pessimista, mi sono incupito ulteriormente e ho perso completamente la fiducia nel prossimo, maturando l’egoistica idea di potermela e dovermela cavare da solo, facendo a meno degli altri. Questa filosofia nichilista e insieme materialista però non mi ha portato lontano, infatti, nonostante i miei voti non siano affatto bassi, riesco a dare pochissimi esami, non ho più la forza di volontà di mettermi a studiare con furore e competitività come facevo una volta, mi riprometto in continuazione di tornare lo studente brillante di un tempo ma all’atto pratico qualcosa mi blocca, mi sento svogliato e inerme, come se non avessi più obiettivi da raggiungere, un traguardo a cui mirare, o semplicemente l’ambizione di arrivare in alto. Non riesco a dare un senso alla mia vita, ho paura di ciò che mi aspetta: riuscirò a laurearmi di questo passo? Cosa succederà dopo l’università? Farò un lavoro che odierò, semplicemente per portare a casa i soldi che mi permettano di sopravvivere? Ma troverò un lavoro, o farò il parassita a spese dei miei genitori? E anche se riuscissi a sistemarmi, cosa mi aspetta? Che prospettive ho? Che senso ha la mia vita? Vivrò e morirò da solo, dimenticato da tutto e da tutti come se non fossi mai esistito? Soffocherò lentamente nel grigiore della mia ridicola esistenza? Avrò mai una famiglia? Dei figli? Una donna che mi ami per quello che sono? Ma chi sono io? Chi potrebbe mai amare un essere insignificante come me?
E così non posso che essere d’accordo con i miei genitori quando mi attaccano e mi umiliano denigrando la vita mollacciona e da mantenuto che sto conducendo, così come devo ammettere che in realtà a loro io voglio bene, anche se non gliel’ho mai detto, perché altrimenti non mi importerebbe del loro giudizio. Vorrei che ogni tanto spendessero parole di elogio nei miei confronti, che mi sostenessero di più e mi abbracciassero quando sbaglio, invece riversano su di me tutte le loro frustrazioni e le loro aspettative deluse. E non ho deluso solo loro, ma tutti coloro che credevano in me: amici come ******* e *******, che mi hanno sempre considerato una persona intelligente e colta anche se io non li ho mai aiutati come avrei dovuto e potuto; le mie maestre e professoresse di italiano di elementari, medie e superiori che mi hanno sempre stimato e apprezzato; le docenti di inglese e francese dell’università, con cui avevo un ottimo rapporto; mio zio, che mi ha sempre considerato come il nipote più giudizioso e intelligente e che si aspetta da me grandi cose; le uniche due amiche che io abbia mai avuto, ma a cui non detti mai l’importanza che meritavano per colpa della mia cecità e grettezza; e tutti coloro che ho fatto soffrire con il mio atteggiamento distaccato e a cui non ho dato l’importanza che meritavano. Chissà se ogni tanto pensano ancora a me, chissà se potranno mai perdonarmi.
In questo ultimo anno e mezzo ho cercato di sfogare la mia inquietudine dedicandomi a cinema, musica, mostre, a ciò che credevo potesse riempire la mia vuota routine, ho provato a rimettermi in carreggiata con tutta la buona volontà che possiedo ma è stato inutile, mi sento più solo che mai, sto perdendo la voglia di uscire di casa e di vedere altre persone, mi vergogno persino di espormi al giudizio altrui: che cosa potrebbe mai pensare di me chi mi vede per la prima volta, ora che sono l’ombra di me stesso, l’ombra di un uomo solo? E chi mi ha conosciuto in passato cosa penserebbe vedendo come sono appassito? Non mi va di parlare di me stesso, perché non ho niente da raccontare e ciò che potrei rivelare non mi piace per niente. Non vado fiero di ciò che sono diventato.
Saltuariamente ho anche pensato al suicidio, ma ho troppa paura di affrontare il dolore della morte e il nulla che mi attenderebbe dopo; anche se la mia vita non ha senso ho ancora la flebile speranza che qualcosa possa cambiare, che la scintilla che una volta animava i miei gelidi occhi possa tornare a bruciare, ma in fondo so che è solo un’illusione.
Se avete letto fino in fondo questa mia confessione spero che possiate imparare dai miei errori e non ripeterli: non crediate di potercela fare da soli, abbiate cura di chi vi ama, tenetevi stretti le persone che vi vogliono bene e non lasciate mai che la timidezza, la scontrosità, i pregiudizi, l’orgoglio o la paura vi impediscano di mostrare i vostri sentimenti, ma soprattutto non chiudetevi egoisticamente in voi stessi per schermarvi dalle intemperie della vita, o diventerete dei fantasmi come me.
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Messaggioda BusyBee » 03/09/2018, 20:51



Ho letto tutto. Sento che nonostante più volte affermi di non provare più nulla e di aver ricercato volutamente uno stile di vita solitario, tu senta dentro di te, forte, una spinta verso ciò che tutti noi, da quando nasciamo, desideriamo ardentemente. L'amore. Amare, essere amati, conoscere ed essere conosciuti. Non puoi spegnere questo anelito, non puoi nemmeno se vuoi, perché in fondo siamo tutti parte di una rete, siamo collegati e in modo ben più profondo rispetto al "web" (rete). Siamo collegati come le radici sotterranee degli alberi, siamo tutti necessari, siamo fatti in fondo da una scintilla di divino. E quello devi cercare dentro di te, per trovare la forza di reagire. Reagire potrebbe voler dire cercare di vincere una borsa di studio e traferirti, per esempio, in un luogo in cui non senti più così forte il condizionamento di ciò che gli altri si aspettano che tu sia, faccia o diventi. Questa è solo un'idea, ma hai le capacità intellettuali, il tempo e la forza di fare qualunque cosa. Le hai. Devi solo trovare la forza di crederci.
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Messaggioda TheAlanParsonsProject » 03/09/2018, 21:09



Grazier della risposta BusyBee, la terrò a mente, prima però devo sistemare la mia vita, chiedere scusa a delle persone e cercare di chiarirmi con i miei genitori, poi potrò andare avanti. Forse ora che mi sono deciso a non tenere più tutto dentro riuscirò a ricominciare a vivere
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Messaggioda Nothingface » 03/09/2018, 22:21



TheAlanParsonsProject ha scritto:Se avete letto fino in fondo questa mia confessione spero che possiate imparare dai miei errori e non ripeterli: non crediate di potercela fare da soli, abbiate cura di chi vi ama, tenetevi stretti le persone che vi vogliono bene e non lasciate mai che la timidezza, la scontrosità, i pregiudizi, l’orgoglio o la paura vi impediscano di mostrare i vostri sentimenti, ma soprattutto non chiudetevi egoisticamente in voi stessi per schermarvi dalle intemperie della vita, o diventerete dei fantasmi come me.


Eccomi, colpevole di tutte queste mancanze. Ormai sono un fantasma.

Non so esattamente cosa scrivere, forse dirò solo un cumulo di idiozie o di ovvietà (nel caso, mi scuso preventivamente), ma sentivo di dover rispondere in qualche modo, perché il tuo post mi ha colpito, essendomi profondamente identificato in alcune cose. Ho avuto l'impressione, nel leggerti, che tu sia riuscito a fare il punto della situazione prima che fosse troppo tardi: intravedo una volontà latente di uscire dalla situazione in cui ti ritrovi. Con un enorme sforzo puoi riuscire a riscattarti, se lo vuoi. Per cui mi permetto di darti un consiglio, sebbene sia l'ultima persona su questo pianeta che può dare consigli a chiunque riguardo alla vita e tutto quanto: ora che sei riuscito a intravedere i tuoi limiti e senti che è necessario cercare di superarli, perché ti stanno troppo stretti, agisci subito, senza indugiare, per migliorare la tua situazione.
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Messaggioda TheAlanParsonsProject » 03/09/2018, 22:29



@Nothingface lo farò, o almeno ci proverò, ma mi auguro che anche tu possa prendere le mie stesse risoluzioni, in fondo oltre che uno sfogo il mio scritto spero che serva anche a fare il punto a chi si trova nella mia situazione
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Messaggioda TheAlanParsonsProject » 03/09/2018, 23:39



Grazie Nothingface, proverò a dare una sterzata alla mia vita, non ho intenzione di arrendermi, spero che questa discussione possa aiutare anche te e darti lo spunto per risolvere i tuoi problemi così simili ai miei
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Messaggioda Vincen(te)zo » 04/09/2018, 1:46



Mio caro ******.
Solitamente non rispondo mai quando le persone postano sul forum, ma oggi farò un'eccezione.
La verità è che non c'è nulla di particolarmente grave in te. In effetti, sei sano come un pesce.
Quello che ti sta succedendo non è altro che delle reazioni a delle azioni del passato.

Eri un bambino forte, perché eri un bambino, già allora, che avevi compreso di essere solo. E perciò cercavi di attirare l'attenzione.
Eri un bambino curioso e intelligente, perche già allora, cercavi di capire cosa c'era di triste nella tua vita.

Molto probabilmente i tuoi genitori sono, come i miei, apatici fino alla noia. Non sono in grado di dare baci, carezze, dirci parole gentili.
Tanto meno non sono in grado di uscire fuori dalla propria routine.
Sono persone tipicamente molto chiuse in sè stesse, e che non riescono ad esprimere i loro sentimenti, perche hanno paura di essere feriti. E sono anche un po vergognosi....
Strano vero?. Chissà forse è il DNA o il modo in cui ti hanno cresciuto, ma sei, del tutto, identico a loro.
Tu soffri per questa situazione con loro, non molto probabilmente ma certamente, loro soffrono per questa situazione con te.
Entrambi però vi volete bene!. E questo è l'importante.

Un consiglio che ti voglio dare è, non comporre frasi di pancia portano solo a guai. Quella volta che hai cercato di cacciare tua madre, è come se gli avessi detto, che non l'avresti mai voluta più bene. E questo è un errore. Fai così, se hai un pò di denaro...comprali un regalino.
Una cosa piccola, perche è il gesto che dev'essere considerato.
Una tartaruga penso vada bene, quelle tutte verdi o a soprammobile, molto piccine.
Dirgli che la stavi pesando, e che hai deciso di comprarli un regalino....

Tuo padre invece, cerca di condividere qualcosa con lui. Qualche hobby, qualche canale televisivo.

Per il resto piano piano, cerca di dedicare 10 minuti in questa settimana a parlare con i tuoi genitori. Del più e del meno, cerca di interessarti a loro, senza esprimere giudizi, anzi dispensa consigli se puoi. Anche un:
Hey mà come va? Tutto bene con quella faccenda di...tizio Caio sempronio....e bla bla bla.
Insomma, devi ricreare il rapporto tra madre, padre e figlio.

Per il fatto di non avere una ragazza, non fartene un problema. Anche perche molto probabilmente non sei un tipo che sà approcciarsi con gli amici, immaginarsi con una ragazza. Piano piano devi fare pratica...
non so, parla 10 minuti al giorno con quel tuo cugino...anche se non vi cagate da tanti anni. E gli stessi 10 minuti a parlare con quei tue due amici.
Ciò ti farà sentire meno solo...
Anche perché, essere single dai 20 ai 30 anni, è una manna dal cielo!. Puoi dedicare tempo a te stesso e alla tua carriera universitaria.


Comunque io noto che hai fatto molte scelte giuste, quella dell'università è una di queste!.
Io ho provato l'ebrezza di questa esperienza, e devo dirti che, è molto più faticoso di quanto si pensi.
Il nostro corpo e la nostra mente sono esseri viventi, si stressano quando gli utilizzi troppo. Quindi devi darti 1\2 giorni di riposo a settimana. In quei giorni non devi fare proprio nulla.
Ricordati che, comunque, coloro che danno i risultati migliori sono tra i 22\26...quelli che hanno 30 solitamente finiscono per fare i subordinati :D. E' una ricerca questa che ho letto online.
Io ho lasciato perche ero troppo grande, ma per te l'età non è un problema.
Anche se ti laurei con 90, e 1\2 anni dopo...è un successone!. Perche tu hai la laurea, e molti, la laurea se la sognano!.

Un'altra cosa da ricordare, è che, sei un ragazzino che sta per diventando un giovane uomo.
E' una fase di transizione importante, perche, smetti di essere un ragazzo e diventi più maturo.
Il tuo carattere è timido e riservato, ma non per questo solitario. Se ti senti solo, significa che hai bisogno di socializzare...e quindi che sei una persone sociale. Semplicemente però non ti devi porre troppi problemi, e non devi pensare nè al passato perché non lo puoi cambiare, nè al futuro perche non lo puoi prevedere.

Un'altra cosa che ti consiglio e quello di avere un ciclo sonno veglia il più solare possibile. Dormi quando viene sera, alzati all'alba. Caso mai riposati il pomeriggio 1 oretta.
Mangia il giusto.
E controlla la tua vitamina D. Infatti quando andavo all'università, facevo scuola e casa, e non uscendo mai al sole, ricordo che ebbi un calo drastico di vitamina D. E ciò non solo rende più scemi, ma impedisce anche di studiare.
Caso mai vuoi sfogare lo stress, dedicati 30 minuti ad ascoltare melodie rilassanti. Cerca di allontanare la mente da Televisione, Telegiornale, Internet o su tutti quei canali che offrono violenza, ansia, paura, terrore, angoscia, cose troppo fantasiose o stupide....e concentrati su quei programmai molto divertenti e realistici.
Vedi dei video divertenti su youtube, segui una serie tv o programmi show che siano "realistici".
Segui programmi d'amore o di conoscimento tra ragazzi in modo da "apprendere" come approcciarsi agli altri o alle ragazze in generale.

Insomma, te cosa ne pensi? Cosa ti piacerebbe fare durante il tempo libero?. Anche perché studiare 10 ore al giorno tanti argomenti diversi, dà pessimi risultati.... la mente ha bisogno di alleggerirsi e il corpo di tranquillizzarsi.
Prima di andare a dormire, fai 5 lunghi respiri ed espiri molto lentamente....ti aiuterà a tranquillizzarti. Caso mai prima di andare a dormire fatti un bel bagno caldo, pieno di schiuma, dove esprimi anche i tuoi bisogni. Purtroppo sei un uomo, hai dei bisogni anche fisiologici.
Prenditi delle pause piacevoli quando studi, in questo modo stacchi la spina per un po....

L'unica cosa che è prioritario secondo me sono queste:
Parlare con mamma e papa e interessarsi a loro in modo da aumentare la relazione parentale
Studiare per l'Università e caso mai parlare un po con i prof per farti conoscere, mettiti ai primi banchi, loro si ricorderanno di te!.
Cercare di essere in pace e tranquilli trascorrendo paure e giorni di relax.
Parlare con gli amici e interessarsi a loro in modo da aumentare la socialità
Prendersi cura del proprio corpo, se sie insicuro, 3 giorni in palestra per sviluppare la massa muscolare...dovrebbe renderti più sicuro.

Il resto non ha importanza....caso mai hai un animale, prenditi cura di lui. Altrimenti cerca di allacciare un rapporto strettissimo con i tuoi amici. Dev'essere un rapporto egualitario però, se uno dà anche l'altro deve dare, se non è cosi, allora piano piano recidi. E vai in cerca di veri amici....Ricordati che i veri amici sono come il petrolio :D in estinzione!.
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Messaggioda TheAlanParsonsProject » 04/09/2018, 11:09



Grazie anche a te per le belle parole Vincen(te)zo, in effetti mi accorgo di fare fatica ad andare a dormire presto e svegliarmi presto, così come alcune suggerimenti che mi hai dato (come quello della palestra) li sto già mettendo in pratica. Che dire...cercherò di impegnarmi, grazie ancora
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Messaggioda Moonpoeple » 04/09/2018, 11:29



In vie molto traverse , credo d'aver capito molte cose perchè mi ci sono ritrovata.
La totale mancanza di ricerca degli altri, specialmente quando ero più piccola..è susseguita dal fatto che iniziai a comprendere che tra i miei genitori non ci fosse amore. Questa cosa mi ha spinto incessantemente a credere e pensare che i sentimenti , e l'amore sopratutto, fossero inesistenti e che vi fossero solo fini,quando due persone finiscono insieme.
Ho allontanato i sentimenti per un bel pò, ricercando la mia dimensione un pò per esclusione e un pò per autoesclusione dai contesti sociali.
La rabbia che ho provato negli anni, mi ha portato inevitabilmente a rallentare la mia vita. perchè la rabbia è un sentimento bloccante.
Ancora oggi, sono lontana dal dire che credo nell'amore,o nella famiglia o in me stessa..Ma ho provato ad uscire fuori dal guscio , chiudersi e non parlare dei propri sentimenti non permette neanche di razionalizzare la rabbia.
Forse ti aiuterebbe, ritornare in terapia con uno psicologo con il quale si instauri un feeling differente, e capire per te stesso cosa vorresti davvero.
stare ancora in casa coi tuoi ti fa bene? hai voglia al momento di studiare? vorresti uscire o rimanere a casa?. devi dialogare di più con te stesso,ascoltare le tue reali esigenze..perchè costringersi a studiare,costringersi a chiarire con i genitori,costringersi a stare soli...secondo me è la strada per farsi ancora più male.
ti saluto :)
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[vedete quello che gli altri hanno paura di vedere, fratelli. Vedete il limite, il pericolo, l’estinzione. Per questo la vostra fragilità è una roccia, e il patrimonio che voi arrossite di possedere è un tesoro da preservare. Non è paura, né fobia, né angoscia, né depressione, né vigliaccheria. Timido, perfettamente timido è il neonato che guarda il mondo per la prima volta. La cosa straordinaria non è com’è che il suo cuore batta, ma com’è che non gli venga un infarto.font=Verdana][/font]»
— Jack Folla
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Messaggioda Mustafà » 04/09/2018, 13:45



TheAlanParsonsProject ha scritto:Se avete letto fino in fondo questa mia confessione spero che possiate imparare dai miei errori e non ripeterli: non crediate di potercela fare da soli, abbiate cura di chi vi ama, tenetevi stretti le persone che vi vogliono bene e non lasciate mai che la timidezza, la scontrosità, i pregiudizi, l’orgoglio o la paura vi impediscano di mostrare i vostri sentimenti, ma soprattutto non chiudetevi egoisticamente in voi stessi per schermarvi dalle intemperie della vita, o diventerete dei fantasmi come me.


Ho letto più o meno tutto, e devo dire che secondo me giungi a conclusioni errate. Io pure sono passato attraverso una storia simile e ci sono dentro pure ora,solo ci ho messo più tempo visto che ad oggi ho superato da un po' i trent'anni.
Inanzitutto secondo me sbagli a considerare le tue vicissitudini come "errori". Sei nato non amato e hai lottato per trovare te stesso,la lotta ti ha portato nell'isolamento perchè, io credo,nell'ambiente in cui stavi non c'era niente veramente per te. L'isolamento può essere un modo, ma è anche vero che può essere una via senza ritorno. Quindi hai ragione dicendo che bisogna essere cauti nell'idea di isolarsi.Anche se a volte non è una scleta e il nostro disturbo ce lo impone,ammazzandoci si, ma in fondo per salvaguardarci.
Non ce la possiamo fare da soli, è vero, ma non ce la possiamo fare nemmeno in un ambiente che non ci ha amato e voluto per davvero. Potresti restare sconcertato dallo scoprire,forse, che l'amore che dici di avere per i tuoi genitori,loro in realtà non lo vogliono e tu potresti stare li a tentare di darglielo perchè magari pensi che te ne daranno in cambio,ma se non c'è stato, probabilmente non ci sarà. E se tu gli dai il tuo, ripeto ,potrebbero non volerlo.Magari ti senti in colpa per un amore che ritieni di dovergli dare e che loro neppure vogliono e di cui non sono stati e non sono capaci.
Altra cosa che ti direi è questa: mi sembra che ti preoccupi di aver deluso loro,quando dovresti invece pensare che sono loro ad aver deluso te. Ti senti in colpa verso i tuoi genitori,questo è un errore, che devo ammettere è difficile non commettere, forse impossibile. Quella colpa è ciò che ti frena, in colpa verso genitori che non ti hanno amato e valorizzato e tu dici di averli delusi. Preoccupati di capire dove hai deluso te stesso, ma non nemmeno detto che ci riesci. Chi cresce non voluto, non valorizzato,difficilmente impara a capire ciò che vuole veramente.
Dici che ci sono persone che ti vogliono bene,potresti scoprire che da quella frase devi togliere il bene e lasciale semplicemente il "ti vogliono". Ti vogliono per scopi loro. Se non ti fidi di nessuno un motivo c'è,certi sintomi non nascono per niente. La cosa difficile è riuscire a cambiare ambiente finendo in un ambiente che ti voglia davvero e che sia sincero,il problema da risolvere è questo: scardinare i meccanismi che ti fano tornare sempre li.
Io ho provato dopo l'isolamento a riprendere i contatti con gli ambienti precedenti, ma non c'è stato verso. E i pochi passi che ho fatto,soprattutto verso la famiglia, mi hanno semplicemente fatto scoprire che è veramente un covo di falsi. Mi sentivo in colpa per non dare più considerazione ai familiari e quando ho fatto dei passi avanti ho scoperto che loro in realtà non volevano un amore o un affetto sincero. A loro interessava ripristinare un'ordine, uno schema,un sistema di potere: il loro.
Ho provato a uscire dall'isolamento, a risolvere il mio problema schizoide e non c'è stato verso,francamente sono di nuovo in fase di resa. Il fatto è che le persone verso cui andrei sono sempre e obbligatoriamente le stesse e so che li non c'è niente di vero. Quindi forse sono io che dico a te di non fare il mio errore, di credere che l'erroe sia tuo e che tornare indietro ti faccia trovare qualcosadi buono,perchè probabilmente non sarà cosi, ma se vuoi prova.
Magari mi sbaglio...
Buona fortuna.
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