Ciao a tutti, scrivo questo lungo post, che temo sarà letto da pochi, principalmente per buttare fuori quello che sento.
Allora: sono un ragazzo di 20 anni, studente all'Università di Torino, e dopo una vita insignificante e 2 anni qui, ora mi trovo in grossa difficoltà perchè ho perso il posto letto in una residenza universitaria (per colpa di una procedura non trasmessa correttamente, anche perchè sono andato di ben 1 minuto oltre la scadenza per la sua presentazione) , e ora mi trovo praticamente senza casa e con grossi dubbi sulla sostenibilità di un affitto anche basso per le mia -praticamente nulla-disponibilità economica. Diciamo che le uniche entrate sono costituite dalla borsa di studio (ridotta, sempre per colpa di quella maledetta procedura) che mi arriverà a dicembre e da una cifra più o meno analoga che mi spetterà per le 200 ore che sto facendo in collaborazione con l'università; purtroppo da gran co*****e ho delapidato quasi interamente la borsa degli anni scorsi quasi senza accorgemene tra escursioni in montagna e acquisti vari (niente di importante in realtà...la maggior parte di essi è dovuto al fatto che per colpa della mia sbadataggine ho perso numerosi oggetti in varie circostanze).
Ora quindi questo è il problema che è sopravvenuto in questo momento della mia vita, ma esso si è solo aggiunto a una serie interminabile di altri problemi. Diciamo che nella mia vita non ho mai avuto momenti felici, momenti da ricordare, momenti importanti di socialità, nulla: ho sempre vissuto solo, chiuso nel mio guscio e al di fuori di qualunque gruppo o tendenza, sempre e solo a casa con il mio maledetto PC a deprimermi e a non fare nulla. Ovviamente il mio malessere è sopravvenuto nelle prime fasi dell'adolescenza per poi aggravarsi sempre più, anche perchè è normale che più si va avanti e meno si è soddisfatti; in ogni caso in questi primi anni stavo male più che altro per alcuni episodi di bullismo (non troppo pesanti in realtà, comunque non si trattava di violenza fisica - anche se il principale colpevole è stato nientemeno che mio cugino), per i miei difetti fisici come la scoliosi e i denti grandi e storti, per la situazione familiare (mio padre in particolare non mi ha mai lasciato libertà nel senso che mi ha sempre portato con lui in campagna ad aiutare, tutte le estati e a volte pure durante l'anno scolastico - e a me questa situazione non andava proprio giù.
Inoltre, sempre in questo periodo, ho ovviamente cominciato a sentire in modo più marcato la mancanza di relazioni sociali e affettive, a soffrire la solitudine, a volere qualcuno che potesse stare al mio fianco per affrontare la vita quotidiana in generale (ho avuto solo un 'amico' fino alla terza media, per tutto il resto zero, al massimo qualche dialogo alla fine delle superiori e al primo anno di università).
Quindi ho cominciato a contattare qualche ragazza nei siti di incontri e anche su facebook, dopo qualche rifiuto e numerosi tentativi comunque andati male (spesso morti sul nascere per totale mancanza di conversazione) ho trovato due 'relazioni', di cui la prima con un caso umano e la seconda finita sempre per uno dei miei problemi principali in questo ambito, ossia il non avere argomenti di cui parlare, il non saper tenere un discorso, il non avere nessuna passione- anche a causa del fatto che dicevo prima, ossia perchè ho sempre vissuto nel mio guscio (tant'è vero che non sapevo mai cosa succedesse al di fuori di esso, cosa amavano fare le altre persone, i loro modi di agire ecc.).
Dopo questo ho cominciato a pensare all'università, anche se in realtà non ho mai avuto le idee chiare (e continuo assolutamente a non averle tuttora) sul mio futuro. Alla fine ho scelto praticamente per esclusione, comunque nonostante qualche pressione che mi spingeva a stare a casa mia ho deciso di venirmene qui. Prima di arrivare nutrivo grande speranza, desideravo cambiare aria, vita, tutto. Ma quando sono davvero arrivato la realtà si è dimostrata ben diverso da quanto speravo: all'inizio sono uscito qualche volta con i membri di un gruppo WA a cui ho trovato accesso dalla pagina delle 'aspiranti matricole' di unito', ma dopo pochi mesi ho smesso anche perchè il gruppo era sempre più numeroso e mi sentiva a dir poco a disagio, con persone che non avevo mai visto prima e che si comportano come se si conoscessero da sempre (non con me ovviamente, comunque non apprezzo per nulla questo tipo di 'amicizia'). Poi, per aver detto quello che pensavo, ho perso anche i due con cui uscivo ogni tanto (anche con questi avevo comunque poco da spartire), e così già a gennaio, in soli 4 mesi, sono rimasto totalmente solo; sono passati quasi due anni e non sono praticamente più uscito da allora.
In realtà 'conosco' qualcuno, visto che per un po' ho cercato tante persone, soprattutto su Tumblr, per cercare di parlare e alcune di esse sono proprio di Torino (ho cercato quasi solo ragazze anche se non avevo particolari intenzioni, forse perchè le ritengo più alla mano, non lo so); tuttavia mi sono visto pochissime volte con solo due di queste, e se ci sentiamo per messaggio è davvero ogni morte di papa, con conversazioni praticamente assenti anche per motivi di 'tempo' o comunque per risposte tardive. Già, perchè anche nella vita virtuale ormai non ho praticamente nessuno: praticamente tutte le 'conoscenze' e conversazioni che ho avuto sono finite in qualche modo, perchè con alcuni non mi sono più sentito, altri mi hanno mandato a fanculo per qualche motivo, oppure appunto le 'conversazioni' sono talmente brevi e insignificanti che non esiste nessun rapporto. Anche all'università, dopo aver cercato di parlare un po' il primo anno nonostante i gruppi già formati, la mia inadeguatezza al vivere sociale e gli altri problemi, ho mollato perchè tanto non riesco a costruire un rapporto (per come lo intendo io, ossia non occasionale e per convenienza..) con nessuno. In residenza ancora peggio, perchè sono alquanto permaloso e tutto mi dà fastidio, in particolare se con le persone ci devo convivere in qualche modo.
Ora ieri è successo l'ultimo episodio: una ragazza siciliana, con cui mi sentivo da qualche anno, dopo tante litigate, diverbi e altro, mi ha mandato a quel paese credo definitivamente. Il problema è che spesso probabilmente esagero con le 'lamentele' e con lo sfogarmi, e lei dice che la faccio stare male anche se non so perchè. Così, nonostante anche io abbia cercato per quanto possibile di ascoltarla e aiutarla (poco visto il buono a nulla che sono), questo non funziona. Per quanto la capisca (in parte), è tremendamente triste non poter essere sè stessi, non poter dire quello che si prova senza timore di superare la barriera del 'rompere i co*****i a qualcuno' a nessuno, perchè appunto non si ha nessuno . In tutto questo è forse la cosa in assoluto più triste.
Ecco, questa è la situazione e sono arrivato al punto in cui non ce la faccio più. Vorrei tanto essere diverso, essere come le altre persone, 'normale' insomma. Vorrei riuscire a prendere le cose con leggerezza come fanno tante altre persone, ma ogni cosa pesa come un macigno. Vorrei avere qualcuno con cui potermi confidare senza timore e essere a mio volta d'aiuto per qualcuno, una relazione affettiva, un minimo di sicurezza nei miei mezzi. E invece sono qui a pensare a quanto faccio schifo, al fatto che probabilmente non sarò mai nessuno, a quanto fa schifo questa vita e anche il mondo in generale, il tutto ovviamente amplificato dalle difficoltà presenti nel mondo del lavoro e in questa fase della vita in generale (compresa l'università, ovviamente, soprattutto tenendo conto che devo cercare di laurearmi in corso per mantenere almeno la borsa di studio -ora senza posto letto e senza alcuna certezza di riuscire a mantenermi- ma allo stesso tempo sto sempre più cadendo in un vortice di tristezza, voglia di non fare assolutamente niente, di non pensare a niente perchè mi sembra tutto inutile). Inoltre anche con mia mamma non ho un gran rapporto, nel senso che le tengo nascoste tantissime cose, e finchè riesco vorrei non doverle raccontare questa situazione. Il perchè non lo saprei dire bene, ma probabilmente ho solo timore di ricevere ulteriori pressioni e rimproveri oltre a quelli che già provengono dalla mia testa e mi logorano continuamente.
Ho sopportato per fin troppo tempo, ora sono davvero stufo. Questa davvero non è vita, e sono certo di non riuscire a cambiare le cose. Io sono fatto così e non vedo come possa, anche volendo, cambiare, perchè non si cambia certo da un giorno all'altro. Sono anche andato dallo psicologo (gratuito, tramite un servizio gestito dall'ente che assegna le borse di studio) ma senza trarre alcun beneficio, probabilmente sia per la mia scarsa capacità a ricostruire i miei pensieri sia perchè non sono proprio il tipo di persona che potrebbe risollevarsi solo con un paio di incontri. Non riesco assolutamente a uscire da questo vortice che praticamente mi impedisce di fare qualunque cosa e mi trascina sempre più giù, invece che permettermi di provare a reagire.
Ora non ce la faccio più e se fino a poco tempo fa provavo in qualche modo a sperare, a pensare ai motivi per cui avrei dovuto continuare a sperare e a vivere, a sognare di viaggiare in qualche posto bello e lontano, a tenere la mente occupata pianificando le mie escursioni in montagna (spesso tra l'altro non troppo 'tranquille'), ora mi viene più facile pensare a quale posto sperduto scegliere per trascorrere le ultime ore di vita in una notte gelida, per non dover pensare più a tutto questo
Mi rendo conto che è un post veramente lunghissimo e che ben pochi lo leggeranno, ma avevo bisogno di dirlo a qualcuno. E ora vi chiedo: voi, in una situazione del genere, tenendo anche conto di quello che ho detto sulla mia personalità, che fareste?