Il problema è che non riesco a fare questa distinzione perchè ho la sensazione, talvolta, che tutti lo facciano di proposito. E quindi presuppongo un intenzionalità da parte loro e quindi mi arrabbio.Joker ha scritto:Purtroppo è normale che le persone, non conoscendoti, possano dire cose che ti possano fare star male. Sentirsi ferita è una cosa che capita, ma se ti rendi conto di prendertela eccessivamente con chi ti ferisce, forse dovresti lavorare su questo lato del tuo carattere.
Secondo me dovresti fare una distinzione, tra chi ti dà fastidio intenzionalmente e chi no. Se una persona dice qualcosa di sbagliato ma non lo fa con brutte intenzioni, dille semplicemente che la cosa ti da fastidio, ma non arrabbiarti perché forse quella persona non aveva nessuna intenzione di farti soffrire. È diverso se quella persona lo fa apposta, o se ricapita spesso. In quel caso penso sia normale arrabbiarsi, pure perché così capisce che tu ci stai davvero male.
Per il resto la moderazione è una cosa davvero difficile da raggiungere, ma con impegno potresti cambiare questo tuo lato del carattere, se è questo il tuo obiettivo
ma io ho bisogno di esprimerli nell'immediatezza altrimenti vanno ad accumularsi nella mia rabbia già presente e da un sassolino diventa una montagna con il risultato che alla fine esploderei in maniera più forte di quanto non faccia già e non mi sembra una buona soluzione e tenermeli detto mi farebbe solo male il punto è come farlo e come esprimermi senza attaccare gli altri. Inoltre, seguire la meditazione è una tecnica che richiede tempo e invece, io ho bisogno di una strategia più veloce che mi aiuti ad esprimermi come mi sento quando mi sento ferita senza attaccare gli altri.Adrien ha scritto:Mi pare ci sia un doppio livello sul quale lavorare: da un lato non cedere ad atteggiamenti simil-paranoidi che razionalmente puoi già riconoscere come conseguenza del tuo vissuto e di certi giudizi espressi - con troppa leggerezza - su di te in passato dagli altri; dall'altro sarebbe utile iniziare a sviluppare calma e distacco interiori con l'ausilio di tecniche come la meditazione.
Dicevi di essere interessata al Buddhismo, e indubbiamente una tecnica buddhista come la vipassana (dalla quale è scaturita anche la mindfulness) può essere molto utile per aiutarti a scoprire un più ampio spazio interiore nel quale gli impulsi di rabbia di cui parlavi possano essere attenuati, osservati con distacco, e soprattutto non immediatamente espressi. Col tempo e la pratica l'autosservazione diventa una seconda natura e puoi cogliere e disinnescare certi impulsi sul nascere. Il che non t'impedirà di esprimere il tuo punto di vista, se sarà necessario, ma riuscirai a farlo con maggiore equilibrio, senza vomitare sul tuo interlocutore la rabbia repressa che ti porti dentro. Anche perché auspicabilmente a quel punto le tue parole nasceranno da una base di calma interiore.
In bocca al lupo.
Siccome è una questione che riguarda anche le mie relazioni sociali reali e necessario mettere fine alla situazione quanto prima. Se non agisco nell'immediatezza o quanto meno subito, è anche responsabilità mia a mantenere una dinamica sottostante alla relazione che a me non sta bene, non posso consentire all'altro di trattarmi male, quando mi sento ferita, senza contare che sono io che devo decidere come voglio essere tratta dagli altri e se non rispetto io per prima la mia persona non posso pretenderlo che lo facciano gli altri e non sarò credibile agli occhi altrui, è necessario che debba tracciare dei confini e difenderli ed è un mio diritto non farli oltrepassare. Per cui bisogna agire quanto prima perchè più passa il tempo e più si manterrà una dinamica di una relazione che a me non sta bene. Il problema è, ripeto, come esprimere il mio "sentirmi ferita" senza risultare aggressiva e senza nè attaccare e nè aggredire gli altri.Adrien ha scritto:Puoi provare a chiedere consiglio a uno psicologo, ma a mio avviso i risultati soddisfacenti e duraturi bisogna sudarseli.
Stevie ha scritto:Il problema è, ripeto, come esprimere il mio "sentirmi ferita" senza risultare aggressiva e senza nè attaccare e nè aggredire gli altri.
crisbil ha scritto:Stevie ha scritto:Il problema è, ripeto, come esprimere il mio "sentirmi ferita" senza risultare aggressiva e senza nè attaccare e nè aggredire gli altri.
Quello che hai scritto - in tutto il tuo post di cui ho quotato solo una frase .. secondo me chiave - è piuttosto sensato e giusto.
Il grosso problema nel metterlo in pratica (che rende la maggior parte delle situazioni "conflittuali" poco risolvibili in maniera sana ed elegante) è che si fanno sempre i conti come se ogni cosa e risultato dipendesse solo da noi e dai nostri, di atteggiamenti e comportamenti (e la psicologia prende in giro la gente su questo punto - anche se a fin di bene - ), mentre invece non è mai così. Nella realtà contano, allo stesso modo dei nostri, pure gli atteggiamenti e i comportamenti degli altri. Che spesso sono o estremamente aggressivi .. o di totale indifferenza. Per cui alla fine puoi pure adottare qualunque strategia e metodo tu voglia per esser "conciliante" nell'esposizione delle tue ragioni e punti di vista ("conciliante" nel senso di non voler creare/perpetuare una situazione di conflitto/incomprensione/negatività) .. ma se non trovi dall'altra parte la stessa disponibilità nei tuoi confronti.. non funzionerà .. ci si scontrerà - semplicemente - con l'indifferenza (o l'aggressività.. a seconda) degli altri.
Penso che il fatto che sia così difficile trovare questo "equilibrio comunicativo" che auspichi dipenda sostanzialmente da questa mancanza di "reciprocità".
Stevie ha scritto:Spesso sono io che esagero.
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